Dokument-Nr. 1023
Schioppa, Lorenzo an Gasparri, Pietro
München, 11. Januar 1919

Regest
Schioppa berichtet Gasparri vom Scheitern der Versuche, die Freilassung der Prinzessin Elena von Serbien zu erreichen. Er wandte sich in dieser Sache an Hilmar Freiherr von dem Bussche, der ihm allerdings geraten habe, dass Deutschland aufgrund der Beziehungen der beiden Regierungen auf keinen Fall mit Russland verhandeln könne. Diese Beziehungen seien sowohl im Kaiserreich als auch in der Weimarer Republik aufgrund der unterschiedlichen Ideologien extrem angespannt gewesen. Nach dem offenen Verstoß gegen den Frieden von Brest-Litowsk – Russland hatte bolschewistische Propaganda in deutscher Sprache nach Berlin bringen lassen mit der Absicht, diese auch zu verbreiten – habe die deutsche Regierung beschlossen, die diplomatischen Beziehungen völlig abzubrechen. Die Novemberrevolution habe nicht wie erwartet zur Wiederaufnahme der Beziehungen geführt und die derzeitige Regierung vertrete nach wie vor eine russlandfeindliche Politik, weil sie sicher sei, dass die Entente keinen Friedensvertrag mit Deutschland schließen wird, wenn es Beziehungen zu Russland unterhalte. Daher könne Deutschland keinesfalls diplomatische Beziehungen zu Russland aufnehmen, solange dort die Bolschewisten regierten. So sei es auch nicht möglich, dass die Regierung für die Befreiung von Prinzessin Elena eintrete.
Betreff
La liberazione della Principessa Elena di Serbia1 e le attuali relazioni fra la Germania e la Russia
Eminenza Reverendissima,
Dolentissimo di non aver potuto ottenere un favorevole risultato nell'affare della liberazione della Principessa Elena di Serbia, internata in Russia, e considerando l'interesse particolare che giustamente la Santa Sede annettava al felice esito di questa pratica, come Vostra Eminenza Reverendissima si degnò significarmi nel venerato Dispaccio N. 83940 del 13 Dicembre p. p. giuntomi soltanto il 30 dello stesso mese, oso – per giustificare la mia opera in proposito – riferire quanto ho fatto al riguardo e le ragioni per le quali i miei passi non poterono avere l'effetto desiderato.
Appena pervenutomi il cifrato di Vostra Eminenza N. 164, studiai attentamente quali vie mi si presentavano onde potere eseguire i venerati ordini ricevuti.
Avrei potuto rivolgermi o all'Eminentissimo Signor Cardinale Arcivescovo di Colonia, o al Segretario di Stato Signor Erzberger ovvero a Sua Eccellenza il Signor Barone von
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dem Bussche
, Sottosegretario agli Esteri in Berlino. Altre vie dirette <col>2 Governo tedesco erano da escludersi.
Col prelodato Eminentissimo non mi era possibile comunicare né per lettera né per telegramma causa della occupazione nemica di Colonia e della proibizione di qualunque corrispondenza con quella città.
Col Signor Erzberger non vi è stata fin dallo scoppio della rivoluzione in Germania alcuna reciproca relazione epistolare o telegrafica.
Non mi rimaneva perciò che rivolgermi al Signor von dem Bussche e lo feci senza indugio e con le più vive raccomandazioni. Purtroppo ebbi la risposta che comunicai a Vostra Eminenza col mio cifrato N. 271 e che dichiarava non solamente inutile ma anche dannoso qualunque intervento della Germania presso la Russia.
La ragione di tale dichiarazione deve cercarsi nelle attuali relazioni fra i due Governi, relazioni che credo non inutile esporre qui a Vostra Eminenza rifacendo brevemente la storia degli avvenimenti che le hanno prodotte.
Già la pace di Brest Litowski, conclusa fra la Germania imperiale ed il bolscevismo, portava in sé i germi della decomposizione. Se il Governo dei Sowjet vi si sottomise, lo fece col pensiero insidioso di trovarsi in grado, accettando di fatto uno stato formale di pace, di diffondere il bolscevismo
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in Germania e di là in tutto il mondo. La pace di Brest Litowski, considerata in sé stessa, fu un grave errore del Governo tedesco. Con essa la Germania apriva per prima le sue porte, sebbene involontariamente, all'agitazione bolscevica e veniva poi a correre il pericolo di compromettersi nei suoi rapporti internazionali.
Le relazioni effettive fra la Germania e il Governo dei Sowjet furono dapprima formalmente correttissime, ma ben presto si vide che l'ambasciatore della Repubblica dei Sowjet, contrariamente all'articolo 2 del trattato di Brest Litowski, il quale vietava espressamente alle due parti contraenti qualsiasi propaganda contro i poteri costituiti della parte opposta, riconosceva quale suo precipuo compito a Berlino di preparare e finanziare la rivoluzione tedesca. L'assassinio dell'ambasciatore germanico a Mosca fu un altro segno della labilità dei rapporti tedesco-russi. Molti uomini politici in Germania, giustamente valutando la situazione, ritennero fin dal principio altro non essere che una commedia pericolosa quel mantenere relazioni diplomatiche colla Repubblica dei Sowjet, quantunque i circoli competenti di allora non mancavano, purtroppo, di presentare la politica tedesco-russa al popolo germanico ammantata di rosea opportunità, giacché il vecchio regime tedesco voleva a tutti i costi tutelare la pace di Brest Litowski.
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Ma ciò non ostante, il Governo non poteva affatto lasciare piena libertà all'agitazione bolscevica che l'ambasciatore Joffe esercitava su vasta scala. La rappresentanza del Governo russo a Berlino manteneva persino un istituto "Die Rosta", il quale aveva il compito di diffondere in Germania idee bolscevistiche, mascherato da ufficio per la stampa.
È perciò che quanto più il Governo Russo, regolandosi secondo la situazione internazionale della Germania, si riteneva in dovere di continuare nel doppio giuoco dei rapporti formalmente corretti e di darsi ad una propaganda che non conosceva limiti, tanto meno il Governo tedesco aveva bisogno di usargli riguardi. Lo svolgimento degli avvenimenti militari e politici internazionali aumentava poi per la Germania la necessità di metter fine senza indugio alle mene bolsceviche in Berlino, e di prendere in considerazione pratica l'avversione dell'Intesa contro la Repubblica russa. Sempre più evidente appariva non solo il fatto che la Germania, col trattato di Brest e i suoi rapporti col Governo dei Sowjet, si rendeva moralmente e politicamente incomprensibile agli occhi dell'Intesa, ma altresì nei circoli competenti tedeschi si cominciò a sentire quanto incompatibile ed indegno fosse il contatto stabilito fra il Governo tedesco e quello russo. Il terrore che inferociva contro la borghesia russa, la dittatura cruenta dei
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bolscevichi domandavano con tutta urgenza un pronto e completo distacco, un taglio netto fra i bolscevichi e i popoli civili.
Innanzi tutto si trattava di allontanare dalla Germania il focolare di propaganda bolscevica. Il caso offrì un pretesto più che legittimo. Il fatto è noto. Un giorno, mentre alla stazione di Friedrichstrasse giungeva il corriere russo e venivano scaricate casse e bagagli, una cassa meno resistente delle altre precipitò al suolo, si spezzò e da essa uscirono in gran copia fogli volanti di propaganda bolscevistica in lingua tedesca. L'inosservanza, anzi la violazione dell'articolo 2 del trattato di Brest non poteva esser provata in modo più palpabile di questo, e al rappresentante russo furono rimessi subito i passaporti perché abbandonasse immediatamente la Germania insieme al suo personale. In tal modo i rapporti tedesco-russi erano rotti anche formalmente.
Poco dopo si ebbero in Germania le grandi riforme politiche sotto il Cancellierato del principe Massimiliano del Baden, ossia la fine del sistema autocratico. Questo cambiamento non influì menomamente sulle relazioni tedesco-russe. Il Governo popolare guidato dal principe Massimiliano, continuò, naturalmente, la politica negativa tedesca in Russia, iniziata colla rottura delle relazioni; e i bolscevichi schernivano apertamente il nuovo Governo fra la cui democrazia e il radicalismo
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rivoluzionario russo non esisteva ponte alcuno. I socialisti maggioritari nel Governo furono qualificati dai bolscevichi come borghesucci nemici delle loro stesse opinioni; e persino i socialisti indipendenti formarono l'oggetto della loro sfiducia. La simpatia dei bolscevichi verso gli elementi socialisti in Germania comincia soltanto col capo dei radicali di sinistra, col famigerato Liebknecht.
La rivoluzione scoppiata il 9 Novembre in Germania, avrebbe dovuto condurre – almeno vien fatto di pensarlo – alla ripresa delle relazioni diplomatiche fra la Germania e la Russia. È evidente che il Governo bolscevico salutò con grande gioia la rivoluzione tedesca, da esso considerata come una nuova tappa per giungere alla rivoluzione mondiale. Gli elementi in cui maggiormente fidava erano e sono i radicali rivoluzionari di sinistra e più specialmente i cosiddetti spartacisti, che sono né <più>3 né meno che un germoglio del bolscevismo russo in Germania, con lo stesso programma: dittatura sul proletariato e comunismo. D'altra parte il gruppo Spartaco, e con esso anche un certo numero di socialisti indipendenti, fraternizza apertamente coi bolscevichi; ma bastò l'influenza dei socialisti maggioritari nel Governo (sebbene allo stesso Gabinetto appartenessero anche alcuni membri del partito socialista indipendente) per isolare il baccano degli spartacisti, i quali domandavano che fosse richiamato a Berlino un rappresentante ufficiale russo. Usciti, po-
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chi giorni fa, i socialisti indipendenti dal Gabinetto, ed esistendo oggi un Governo composto soltanto di socialisti maggioritari moderati, il pericolo della ripresa delle relazioni diplomatiche colla Russia pare escluso.
L'atteggiamento dell'attuale Governo socialista dinanzi al Governo russo dei Sowjet, si comprende facilmente, se si pensa al carattere del bolscevismo, distruggitore di ogni civiltà e di ogni forma di Stato, tanto più pericoloso per la Germania in quanto che essa trovasi oggi in ben misere condizioni economiche a causa degli immensi sforzi domandati dalla guerra, e non in grado, quindi, di sopportare nessun esperimento, e perché l'effetto psicologico di una guerra durata così a lungo e perduta, ha creato un terreno <fecondo>4 al bolscevismo. Quest'atteggiamento viene determinato altresì dalla circostanza che l'Intesa non concluderebbe mai una pace con una Germania che mantenesse una qualche relazione col Governo russo dei Sowjet. Il popolo tedesco, nella sua grandissima maggioranza, non vuole aver nulla a che fare col sistema bolscevistico, la cui completa incapacità di governare saggiamente si è rivelata in Russia col completo sfacelo politico, culturale ed economico, astrazion fatta dai metodi sanguinosi colà inaugurati. Finché dunque il Governo bolscevico rimarrà al potere è impossibile calcolare in una ripresa delle relazioni diplomatiche colla Russia, sebbene fortissimi interessi economici facciano guardar la Germania anche
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verso Oriente.
Questi i fatti che hanno prodotta la rottura attuale dei rapporti fra la Russia e la Germania e che resero impossibile l'intervento di Berlino presso il Governo Russo per la liberazione della Principessa Elena di Serbia.
Inchinato umilmente al bacio della Sacra Porpora, con sensi di profondissima venerazione ho l'onore di confermarmi
di Vostra Eminenza Reverendissima
Obblimo devmo umilmo servo
Lorenzo Schioppa
Uditore
1Hds. unterstrichen.
2Masch. eingefügt.
3Hds. eingefügt von Schioppa.
4Hds. eingefügt von Schioppa.
Empfohlene Zitierweise
Schioppa, Lorenzo an Gasparri, Pietro vom 11. Januar 1919, in: 'Kritische Online-Edition der Nuntiaturberichte Eugenio Pacellis (1917-1929)', Dokument Nr. 1023, URL: www.pacelli-edition.de/Dokument/1023. Letzter Zugriff am: 29.03.2024.
Online seit 04.06.2012, letzte Änderung am 29.09.2014.