Dokument-Nr. 11050

Pacelli, Eugenio: [Kein Betreff]. [München], vor dem 07. Oktober 1922

Il capitolo XI delle Memorie del Kaiser <di Guglielmo II>1 intitolato "Il Papa e la pace rappresenta – è penoso il dirlo – un<a> quadro <narrazione><in maniera> del tutto erroneo<a> della <la> visita fatta dal Nunzio Apostolico Mons. Pacelli all'Imperatore G in Kreuznach il 29 Giugno 1917. Sembra quindi necessario di ristabilire la verità storica di quell'avvenimento, esponendo fatti nella loro genuina realtà.
<Recenti pubblicazioni, le quali hanno trattato della <circa <intorno al>la> visita del Nunzio Apostolico Mons. Pacelli all'Imperatore Guglielmo II in Kreuznach il 29 Giugno 1917, in modo non corrispondente <l'> hanno rappresentato<a><quel>l'avvenimento <quel fatto> in modo tale, da <che> obbligare<no> ad esporlo accuratamente. <da rendere necessaria una esatta ed <breve, ma genuina genuina ed> accurata esposizione di quel<l'> fatto avvenimento, <almeno> nei suoi punti principali più importanti.>
Prima di recarsi dal Kaiser, <nel Gran Quartier Generale,> Mons. Pacelli si portò, accompagnato dall'Uditore della Nunziatura Mons. Schioppa, a Berlino, ove la mattina del 26  Giugno di quello stesso <del suddetto> mese fu ricevuto dal Cancelliere Sig. von Bethmann Hollweg. Il contenuto di quel colloquio, nel quale il Nunzio, volle <vovolle> informarsi, secondo le istruzioni ricevute, circa <sul>le intenzioni del Governo di Berlino circa <si informò circa le disposizioni del Governo di Berlino riguardo> vari problemi <possibilità di <alla> pace> intor ed <ed intorno> agli <e circa gli> scopi di guerra della Germania, <toccando, specialmente <tra le altre> le questioni della <relative alla> limitazione degli> (disarmo, arbitrato obbligatorio, Belgindi <armamenti,de<a>i tribunali arbitrari,de<a>lla indi>pendenza del Belgio, <dall'> Alsazia-Lorena, ecc.), è già noto, essendo stato narrato in modo sostanzialmente esatto dallo stesso Sig. Bethmann-Hollweg <prima in un articolo apparso nella Nord-Deutsche Allgemeine Zeitung del 29 Febbraio <1920> e poi nel> nelle sue Memorie <(Betrachtungen zum Weltkriege 2. Teil, pag. 210 e seg.).> (t. II. p.) Sarebbe quindi superfluo ritornare ora sopra tale argomento.
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In seguito <Dopo <di> ciò> il Nunzio andò a Kreuznach, accompagnato non da un "cappellano", ma dall'Uditore della Nunziatura Apostolica, Mgr. Schioppa, e fu ricevuto dall'Imperatore in Udienza ufficiale alle ore 12 ¾ di quel giorno 29 Giugno. A questa Udienza, in cui Mons. Pacelli compì la missione affidatagli dalla S. Sede, non era presente né l'Uditore né alcun'altra persona. Il Nunzio consegnò a Guglielmo II una Lettera del S. Padre Benedetto XV, nella quale l'Augusto Pontefice esprimeva le Sue ansiose preoccupazioni per il prolungarsi della guerra e per l'accumularsi delle rovine materiali e morali, che ne derivavano; ed <poi <quindi,> senza entrare in dettaglio, il Nunzio <egli><il Nunzio> medesimo> aggiunse <poi> a voce, a <in> nome di Sua Santità, calde esortazioni all'Imperatore, affinché facesse tutto il possibile per <onde> mettere fine a tanti [mali], anche se per ciò fosse stato necessario di rinunziare a qualcuno degli scopi di guerra perseguiti dal<la Germania> popolo tedesco. L Guglielmo II <, nel cui di cui lo sguardo, i gesti, la voce rivelavano gli effetti di tre lunghi ed angosciosi anni di guerra, <lotta,><guerra,> rispose che la Germania non aveva provocato la <lotta mondguerra><il conflitto mondiale,> guerra ma che era costretta a difendersi contro le mire di distruzione dell'Inghilterra, la cui potenza offensiva doveva essere spezzata.
<Quanto alla Francia, che a torto, secondo l'Imperatore, viene chiamata la fille ainée>
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Ricordò l'offerta di pace fatta dalla Germania nel precedente mese di Dicembre, lamentando che il Papa non avesse allora parlato, come aveva fatto Wilson; e, dopo aver par discorso dei pericoli che, a suo avviso, presentava l'azione svolta da<e>l socialismo internazionale a favore della pace, espresse il pensiero che il S. Padre emanasse un Atto solenne, diretto non già ai Governi, ma al clero ed ai fedeli di tutto il mondo, nel quale comandasse loro la preghiera ed il lavoro costante per la pace.
Il Nunzio, non avendo istruzioni su <circa> tale proposta, nonné <non><né> mosse obbiezioni contro di essa né l'approvò, <accettò><, né l'accettò, né disse essere al S. Padre difficile di agire per a causa della Sua situazione in Italia, di fronte al Governo italiano, a detta o, tanto meno, a [ein Wort unlesbar] <in vista> della accoglienza negativa che un<a> tale <simile> invito esortazione Pontificia avrebbe incontrato presso i vari Episcopati;> ma si limitò ad assicurare che la S. Sl'I il Kaiser che nel' avrebbe riferito, <(>come era suo dovere, <e come fece di fatto, in realtà,)> alla S. Sede. – Nella stessa Udienza imperiale il N <(come ricorda anche <secondo che narra pure> il Sig. von Bethmann-Hollweg nell'articolo e nell'opera summenzionati)> Mons. Pacelli instetteinsistette <pregò> altresì vivamente <instantemente>, a nome del S. Padre, presso Guglielmo II, affinché ordinasse che fosse posto un termine alle deportazioni degli operai nel Belgio, <belgi,> ricordandogli le promesse già fatte alla S. Sede e rilevando che la loro cessazione sarebbe ridondata a tutto vantaggio della Germania, vista l'impressione profonda <data la profonda sfavorevole impressione,> che esse pro-
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ducevano nel mondo. L'Imperatore cessò di giustificare le deportazioni dal punto di vista giuridico; ma, in seguito alle insistenze di Mons. Pacelli, promise di occuparsi della questione. La presente narrazione dell'Udienza imperiale si trova sostanzia nelle sue linee generali confermata da quanto lo stesso Cancelliere Sig. Bethmann-HollwegTuttoc<C>iò trovasi <, almeno nelle linee generali,> esposto <accennato> anche nelle succitate Memorie del Sig. von Bethmann-Hollweg, il quale pure si trovava quel giorno in Kreuznach (pag. 213).
Ter Terminata l'Udienza, il Kaiser ritenne Mons. Pacelli a colazione, alla quale presero pure parte <intervennero pure,> oltre l'Uditore della Nunziatura, il Principe Enrico di Prussia, fratello dell'Imperatore, col figlio Principe Valdemaro, e il Cancelliere von Bethmann Hollweg col genero Conte von Zech, e gli addetti alla Casa civile e militare del Sovrano. Dopo la colazione <Quindi> i commensali passarono sul balcone, ove, come è uso in simili circostanze, s'intrattennero <per qualche tempo> in svariata <cortese e piana> conversazione <<svariata e> senza alcun carattere ufficiale.> Il Kaiser, il quale si mostrava di assai buon umore,si mise à son aise, <prese <allora> un tono sciolto e familiare, e> parlò abbondantemente, narrando cose spesso assai singolari, e toccò di nuovo la suaccennata proposta idea della emanazione da parte del S. Padre di un Atto al clero ed ai fedeli di tutto il mondo a favore della pace. L'Uditore, il quale, come tutti gli altri, prendeva <qui> partea questa conversazione, <ai discorsi,> senza alcun carattere officiale, espresse cortesemente qualche osservazione personale al riguardo<.> Poi il Kaiser <egli> si ritirò, e la conversazione ebbe fine senza che assumesse mai alcun carattere <andamento> drammatico.
25r, hds. oberhalb des Textes von unbekannter Hand notiert, vermutlich von einem Nuntiaturangestellten: "C".
1Hds. gestrichen und eingefügt von Pacelli. Im folgenden wurden alle Streichungen und Einfügungen von Pacelli vorgenommen.
Empfohlene Zitierweise
Pacelli, Eugenio, [Kein Betreff], [München] vom vor dem 07. Oktober 1922, Anlage, in: 'Kritische Online-Edition der Nuntiaturberichte Eugenio Pacellis (1917-1929)', Dokument Nr. 11050, URL: www.pacelli-edition.de/Dokument/11050. Letzter Zugriff am: 28.03.2024.
Online seit 31.07.2013.