Dokument-Nr. 12321
Pacelli, Eugenio an Merry del Val, Raffaele
Berlin, 29. August 1925

Regest
Pacelli bestätigt den Erhalt der Weisung, mit welcher der Sekretär des Heiligen Offiziums Merry del Val mitteilte, dass einige Werke des Breslauer Kirchenhistorikers Wittig auf den Index der verbotenen Bücher gesetzt wurden. Der Nuntius besprach die Frage, ob Wittig auch sein Lehrstuhl entzogen werden solle, sub segreto mit dem Breslauer Fürstbischof Kardinal Bertram. Dieser schloss eine solche Maßnahme, zum Beispiel durch Berufung Wittigs in eine Pfarrei, nicht gänzlich aus. Allerdings ist nach den Statuten der katholisch-theologischen Fakultät der Universität Breslau der Bischof im Fall, dass ein Professor gegen die katholische Lehre verstößt, dazu befugt, das Ministerium einzuschalten, das den Grund für die Beschwerde energisch beheben muss. Darüber hinaus verweist Pacelli wie bereits im ähnlich gelagerten Fall des Bonner Fundamentaltheologen Rademacher darauf, dass seiner Ansicht nach mit großer Umsicht vorgegangen werden muss, damit in einem zukünftigen Konkordat mit Preußen und dem Reich unverzichtbare Garantien für die theologischen Fakultäten nicht unmöglich werden. Der Nuntius versichert, sich erneut an Merry del Val zu wenden, sobald Bertram ihm weitere Informationen vorgelegt haben wird. Darüber hinaus weist Pacelli auf einen Artikel des Benediktiners Lang über Wittig hin, der in den Benediktinischen Monatsschriften erschien. Der Autor lobt die literarischen und poetischen Qualitäten Wittigs und reduziert dessen theologische Ideen auf die Kontroverse zwischen Thomismus und Molinismus. Wenngleich der Artikel vor der Indizierung der Werke Wittigs publiziert wurde, bedauert Pacelli es sehr, dass Lang die Lehren Wittigs nicht nur lediglich zaghaft kritisiert, sondern ihn vielmehr als einen "genialen Popularisierer" der Lehren Thomas von Aquins lobt.
Betreff
Sul Sac. Prof. Giuseppe Wittig
Eminenza Reverendissima,
Ho l'onore di accusare all'Eminenza Vostra Reverendissima ricevimento del venerato Dispaccio Nr. 829/1924 in data del 30 Luglio p. p. relativo al Sac. Prof. Giuseppe Wittig.
Non ho mancato di profittare di una breve permanenza in Berlino dell'Emo Signor Cardinale Bertram per interrogarlo con ogni cautela e sub secreto S. Officii circa una eventuale rimozione del detto sacerdote dalla cattedra, che egli occupa attualmente nella Università di Breslavia. Il sullodato Eminentissimo, pur non dissimulando la grande difficoltà e delicatezza del caso, non ha, ciò nonostante, escluso del tutto la possibilità di un simile provvedimento, ad esempio nominando il Wittig ad una parrocchia.
93v
A tenore, infatti, del § 48 del Regolamento per quella Facoltà teologica, qualora un professore nel suo insegnamento o nei suoi scritti offenda la dottrina cattolica, il Vescovo è autorizzato a denunziare il caso al Ministero, il quale deve rimediare con energia al lamentato inconveniente. Secondo, tuttavia, che mi permisi di accennare già nel rispettoso Rapporto Nr. 32105 del 4 Febbraio c. a. intorno al Sac. Prof. Rademacher, occorre, a mio umile e subordinato avviso, di procedere con molta circospezione, per non rendere impossibile in un futuro Concordato col Reich o colla Prussia, – a somiglianza di quello concluso colla Baviera, – la introduzione delle indispensabili garanzie riguardo alle Facoltà teologiche. Ad ogni modo, l'Emo Vescovo di Breslavia mi ha promesso ulteriori informazioni sull'argomento, ed io mi riservo perciò di riferire nuovamente all'Eminenza Vostra, non appena sarò in possesso di tutti gli elementi necessari.
Intanto però considero come mio dovere, per quanto penoso, di richiamare l'attenzione dell'Eminenza Vostra su di un articolo intorno al Wittig del P.  Ugo Lang O.S.B., apparso nel fascicolo di Luglio-Agosto
94r
della Rivista mensile benedettina, edita dall'Arciabazia di Beuron (Benediktinische Monatsschrift herausgegeben von der Erzabtei Beuron, 1925, Nr. 7-8 Juli–August, pag. 259 e seg.). In esso il Wittig è in primo luogo esaltato nei termini più entusiastici dal punto di vista letterario e poetico; quanto poi alle di lui idee teologiche, l'autore dell'articolo sembra ridurre tutta la questione alla controversia fra il tomismo ed il molinismo, al quale ultimo le teorie di Wittig sarebbero contrarie.
Sebbene l'articolo in discorso sia stato pubblicato prima della condanna delle opere del professore di Breslavia, è doloroso di rilevare come, salvo qualche assai debole riserva, non si riscontri in esso alcuna riprovazione delle di lui dottrine, ben a ragione qualificate da cotesta Suprema come "erronee ed ereticali", ma piuttosto elogi ed ammirazione per il "geniale popolarizzatore" del sistema tomistico (pag. 267), le cui opere sarebbero state un bene ed una necessità per la educazione religiosa del popolo (pag. 272).
94v
Chinato umilmente al bacio della Sacra Porpora, con sensi di profondissima venerazione mi pregio confermarmi
Di Vostra Eminenza Reverendissima
Umilissimo Devotissimo Obbligatissimo Servo
+ Eugenio Pacelli Arcivescovo di Sardi
Nunzio Apostolico
93r, unterhalb der Datumszeile hds. von unbekannter Hand, vermutlich vom Empfänger, notiert: "resum et r. d. prf. Ruffini"; unterhalb der Betreffzeile hds. von gleicher Hand hds. notiert: "Mgr. Pacelli riferisce 1. sull'allontanamento del Wittig dalla scuola. 2. su un articolo laudatario del Wittig etc. comparso nella rivista dei benedett. di Beuron. Direi di scrivere all'Ab. di Beuron, perché ammonisca lo scrittore: il quale, data occasione, tamquam ex se non manchi di ritrattare quanto ha scritto in favore del Wittig.".
Empfohlene Zitierweise
Pacelli, Eugenio an Merry del Val, Raffaele vom 29. August 1925, in: 'Kritische Online-Edition der Nuntiaturberichte Eugenio Pacellis (1917-1929)', Dokument Nr. 12321, URL: www.pacelli-edition.de/Dokument/12321. Letzter Zugriff am: 28.03.2024.
Online seit 24.06.2016, letzte Änderung am 01.02.2022.