Dokument-Nr. 12566
Pacelli, Eugenio an Gasparri, Pietro
München, 29. September 1922

Schreiber (Textgenese)
PacelliPacelli
Betreff
Le Memorie del Kaiser e l'azione pontificia per la pace nel 1917
Facendo seguito al mio rispettoso Rapporto di ieri l'altro N. 25216, mi do premura di riprodurre, qui appresso portare alla cognizione dell'E. V. R., tradotta riprodurre qui appresso, tradotto in italiano, il seguente un brano di un articolo, apparso recentemente sul giornale "Der Tag" (organo dei circoli conservatori prussiani), ed il quale, mentre conferma le osservazioni da me esposte in detto Rapporto, dimostra le intenzioni del Kaiser nella compilazione del capitolo delle sue m Memorie sul su "Il Papa e la pace".
"Non vi è dubbio che alcune parti del libro solleveranno la più grande sensazione. Esso infatti rivelerà su eventi politici della medesima importanza…nuovi fatti, tali da far apparire gli avvenimenti in una luce diversa da quella, che avevano avuto ricevuto dalle narrazioni di uomini di Stato, i quali vi hanno avuto ebbero parte. Ciò vale soprattutto per il capitolo breve,
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ma in sommo grado interessante e scritto con drammatica chiarezza circa il tentativo di mediazione per la pace del compiuto dal Papa nell'anno 1917, capitolo breve, ma in sommo grado interessante e scritto con drammatica chiarezza, il quale descrive un colloquio col Nunzio Pacelli nel Gran Quartiere generale, da cui risulta (1º) che l'impulso per detto tentativo di Benedetto XV è partito dal Kaiser, e (2º) che dovettero com vincersi assai vive obbiezioni da parte del mosse dal Legato pontificio, prima che questo Prelato si lasciasse persuadere a trasmettere tale impulso a Roma".
Mi sia permesso a tale riguardo, ed a maggior complemento di quanto ho avuto già l'onore di esporre nel menzionato Rapporto, di ricordare rispettosamente quanto appresso:
1º) Occorre distinguere nettamente (come osservai già anche nel mio Rapporto N. 20493 del 2 Maggio 1921 a proposito del noto opuscolo dello Scheidemann) nella visita, che io feci all'Imperatore a Kreuznach, il 29 Giugno 1917, due parti. La prima fu il colloquio ufficiale, che io ebbi con Guglielmo II alle ore 12¾ prima della colazione, e circa il quale riferii dettagliatamente (descrivendo anche l'aspetto anormale ed i gesti singolari di lui) nel mio ossequioso Rapporto N. 440 del gi del
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giorno seguente. In esso detto colloquio esplicai la eseguii la missione affidatami, consegnando al Kaiser l'Autografo p Pontificio esortandolo a po fare tutto il possibile per porre metter fine alla guerra anche a costo di qualche sacrificio (1), e pregandolo di porre un termine alla deportazione degli operai belgi. A questo a colloquio Udienza ufficiale non assistette l'Uditore Revmo Mons. Schioppa né alcun'altra persona. – La seconda parte fu la conversazione libera e non ufficiale, che, la quale, come si suole usa dopo i pranzi, si svolse fra i numerosi personaggi, che avevano preso avuto parte alla colazione, sul balcone della residenza dell'Imperatore, ed a cui fu quindi assistette presente anche Mons. Uditore. Il Kaiser, di ottimo umore, prese allora un tono completamente sciolto e familiare, e parlò discorse a lungo in maniera sovente assai strana.
2º) È vero che il Kaiser mi parlò (sia nella Udienza ufficiale, come, se non erro, anche nella conversazione anzidetta) dei pericoli, che presentava, a suo avviso, l'azione del socialismo internazionale per la pace, e sulla necessità che il S. Padre emanasse un Atto solenne,
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diretto non già ai Governi, ma al clero ed ai fedeli di tutto il mondo, nel quale comandasse loro la preghiera ed il lavoro concorde in favore della pace (cfr. il succitato Rapporto N. 440). Ma io non mossi contro tale idea alcuna obbiezione, sia perché non era quello lo scopo della mia missione, sia perché non toccava a me di farlo, e mi limitai ad assicurare l'Imperatore che avrei riferito in proposito, come era mio dovere, alla S. Sede.
3º) La drammaticità alquanto comica del colloquio nella descrizi narrazione del Kaiser, accresciuta dalla parte strana che egli presta al "cappellano", il quale mi accompagnava, è un parto della fantasia esaltata di lui, desideroso di apparir giustificarsi dinanzi al mondo e di apparire come fautore della pace.
Dopo ci ciò, chinato

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(1) Non entrai coll'Imperatore nei dett particolari indicati nel venerato Dispaccio N.  34667 34657 del 13 Giugno 1917, sui quali mi ero [incessantemente] già intrattenuto in Berlino, massime col Signor Cancelliere von Bethmann-Hollweg, perché ne fui da questo espressamente (ed a ragione) sconsigliato.
Empfohlene Zitierweise
Pacelli, Eugenio an Gasparri, Pietro vom 29. September 1922, in: 'Kritische Online-Edition der Nuntiaturberichte Eugenio Pacellis (1917-1929)', Dokument Nr. 12566, URL: www.pacelli-edition.de/Dokument/12566. Letzter Zugriff am: 29.03.2024.
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