Dokument-Nr. 13181
Bornewasser, Franz Rudolf an Pacelli, Eugenio
Trier, 21. Juni 1923

<(Traduzione)>
[Entwurf]
Eccellenza,
Essendot<T>erminata<o> la<il> prima<o> Assemblea dei Cattolici <Congresso cattolico> della Sarre<,> mi permetto di sottoporre all'Ecc. V.<,> in aggiunta alla <facendo seguito al> mia<o foglio> del 19 maggio 1923, relativa<o> alla posa della prima pietra d'una nuova chiesa in Saarbrücken, alcune brevi notizie.
Due cose in quel giorno <Congresso> anzitutto si potevano<rono soprattutto> notare: una manifestazione di vita cattolica fiorente <di vita cattolica nel territorio della Sarre> e la <chiara> volontà di non essere staccati dalla diocesi di Treviri.
Fui profondamente commosso, quando, insieme al Rmo <Mons.> Vescovo di Spira, dal <da un> palco dinnanzi <situato dinanzi> al p<P>alazzo municipale vedevo <vidi> passarmi<e> dinnanzi in fila serrata circa 80.000 uomini e giovani con più di cento bande di musica<li> e parecchie centinaia di vessilli benedetti, e questo <ciò contemplai> in una città con un forte contingente di protestanti, una volta onnipotente.<i,> Era una <questa> solenne professione di fede cattolica. Da tutta la regione della Saar<arre> erano accorsi gli uomini <erano accorsi> non badando alle privazioni e alle fatiche, per testimoniare il loro attaccamento alla Chiesa. In gran numero di adunanze oratori insigni parlarono <trattarono> della fedeltà verso la santaf<F>ede e dello<l'>amore verso la Santa Chiesa. Io stesso ho parlato
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in ben nove adunanze. Nelle altre parlarono il Rmo <Mons.> Vescovo di Spira e Mons. Vescovo Ausiliare di Treviri. La politica era <fu> [ovviamente] <del tutto assolutamente> esclusa; tutti gli oratori cercarono con ogni studio di tutto evitare <qualunque cosa,> che avrebbe<esse> potuto offuscare il carattere puramente religioso della giornata. <Congresso.>
<Certo, p>Per i francesi<,> è vero, i quali non possono pensare altrimenti, è politica anche il solo <quando soltanto si> pronunziare la parola "tedesco", e quando i diocesani trevirensi <gli abitanti> della Sarre <appartenenti alla diocesi di Treviri> vogliono serbare fedeltà <rimaner fedeli> al loro Vescovo e non vogliono sentir parlare <in alcun modo> d'una diocesi della Sarre. Questa volontà <venne naturalmente> a più riprese fu manifestata in forma elementare <a più riprese>. Tutto il Clero, e tutto il popolo cattolico vedono in una eventuale sospensione <rilassamento> dei <loro> rapporti colla diocesi di Treviri<,> e molto più nel distacco dalla medesima<,> una disgrazia catastrofica pel <per il> cattolicismo nella Sarre.
Non si ignora in quella regione, che il capo della Sezione per il Culto, <nella Commissione governativa per il territorio della Sarre,> Conte Moltke, e Mons. Rémond, Vescovo Castrense francese, hanno lavorato intensamente in Roma per il distacco da Treviri. In una <ristretta> adunanza di pochi ho detto che, basandomi <in base ad <precise>> su informazioni esatte (avute da Mons. Mönch, Vescovo Ausiliare, e <da> Mons. Kaas, i quali, come è noto all'Ecc. V., il Natale passato sono stati in Roma) <il Natale scorso)> ero in grado di dire <affermare> che il Vaticano riguardava tale questione <come impossibile a discutersi> indiscutibile prima del 1935, anno in cui dovrà avvenire <aver luogo> il plebiscito, e che tale risposta era stata data a quei <ai> due <sunnominati> s<S>ignori francesi. Ma n<N>ondimeno resta la preoccupazione,
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e ogni tanto <sempre di nuovo> si affaccia la domanda ansiosa: vorrà Roma tener fermo e non distaccarci da Treviri? Finora non ho osato di farne cenno in pubblico, e perciò vorrei domandare consiglio all'Ecc. V., se non sia <sarebbe> il caso che mi pronunziassi in proposito, <una volta in qualche modo al riguardo,> per <ad> es. con una breve notizia<a> da inserirsi nei giornali, la quale cominciasse più o meno così: "Da parte <fonte> autorevole siamo informati che in Roma non si pensa <a prendere> neppure a prendere in esame la questione di modificare alcunché <int apportare qualsiasi modificazione a>nella situazione gerarchica <ecclesiastica> della <nel> regione <territorio> della Sarre, prima del 1935, anno del plebiscito<,>…"
Ciò costituirebbe una grande rassicurazione per <tranquillizzerebbe grandemente> il popolo e <soprattutto> lo confermerebbe nell'amore e nell'attaccamento al <nella fedeltà verso il> S. Padre, non mancando[vi] chi per interesse cerca di scuotere tale attaccamento per mezzo di false insinuazioni. Da parte mia, non vorrei intraprendere la minima cosa<,> che <la quale> possa rendere più difficile la situazione della S. Sede rispetto alla Sarre.<; d>D'altra parte però non vorrei nulla tralasciare<,> di quanto sia adattato <che valga> a confermare il buon popolo cattolico nel <suo> tradizionale amore verso il Papa e verso la Chiesa.
Monsignore Rémond già comincia a lavorare alla sordina <indirettamente> per l'idea d'una diocesi della Sarre. Recentemente, nel grande educandato <(liceo)> delle <religiose> Orsoline tedesche in Saarbrücken ha detto alla Superiora: "Non sarebbe così bello, se non avessero qui un Vescovo proprio?" Le fece pure promessa di <promessa di> aiuti in danaro. La Superiora però
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gli diede una risposta negativa, e respinse la offerta di danaro. Ma queste cose [trasudano] e <vengono presto a risapersi dal popolo e> creano dissapori e confusione<…> nel popolo.Accludo un articolo della Saarbrücker Zeitung (liberale) nel quale è toccato anche questo problema. (Allegato I).
Ancora <non> sono all'oscuro <in chiaro> intorno allo<a> stabilimento <fondazione> d'un convento nel distretto della Saar, ideato <d'una casa religiosa nel territorio della Sarre compiuta> da Mons. Rémond, Vescovo Castrense.<, senza mia cognizione e consenso.> La <L'E. V.> Ecc. V.è informata <sa> che ho incaricato <incaricai> i Monsignori Mönch, <Vescovo> Ausiliare<,> e Kaas, perché in Roma intervenissero in proposito <al riguardo>. Ambedue ritornarono con la notizia che le persone autorevoli <personalità competenti> erano <ivi> d'opinione che Mons. Rémond ha <aveva> agito contro il diritto C<c>anonico. In data <del> 23 marzo corr. <anno> mi scrisse anche l'Emo <Sig. Cardinale> de <De> Lai: "Fin d'ora, del resto, si vede chiaro il punto giuridico circa l'erezione di nuovi monasteri, non potendosi avere dubbi sul senso dei can. 495 e 497; non era quindi autorizzato Mons. Rémond a fare quanto fece. Ma, ripeto, fra breve Le darò precisa risposta, per affrettare la quale ho fatto nuove insistenze." Fino al giorno <ad> d'oggi <però> non ho sentito <più> nulla<.> di nuovo.
La posa della prima pietra della chiesa, alla quale, secondo una notizia tendenziosa del <<giornale> francofilo> "Saarkourier"<,> redatto in spirito francese, dovevano prender parte l'Arcivescovo di Colonia ed il Vescovo di Spira, l'ho <è stata> compiuta io <da me solo, come si ebbe <era avuto sempre> in animo.> come era stato stabilito prima. La presenza del <Ministro francese, C>conte Moltke, ministro francese,avrà <sarà bastata a> rassicurato<re> i francesi intorno a questa <">manifestazione pangermanista<">.
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Per sua informazione <di V. E.> accludo ancora <altres> un articolo della "Lothringer Volkszeitung" (La libre Lorraine). È una provvidenza che pur vi sono <vi siano pur> francesi capaci di dare un giudizio oggettivo. Nei rapporti <<Le> Nelle relazioni> della grande stampa francese <parigina> intorno al Congresso C<c>attolico si sente <hanno> un tono <del> tutto differente, quale, purtroppo sempre lo dobbiamo sentire <sempre> da quella parte.
Immediatamente prima della mia partenza per Roma, <nella scorsa Pasqua,> Mons. Testa <[prima]> telegraficamente e poi per lettera mi aveva pregato <chiese> di sospendere il mio viaggio, perché egli mi voleva <desiderava di> parlare<mi in precedenza> prima in occasione del suo viaggio <e si proponeva di venire> a Treviri. Fino adesso <ad ora però> non è stato qui.
Sottoponendo all'Ecc. V. quanto precede, colgo l'occasione <ecc.> per esprimerle i sensi della mia profonda venerazione e stima, con cui ho l'onore di professarmi
dell'Ecc. V.
devmo
<(f.)> + Franz<esco> Ru<o>dolf<o> Bornewasser
Vescovo di Treviri.
Alle Korrekturen und Einfügungen wurden hds. von Pacelli unternommen.
Empfohlene Zitierweise
Bornewasser, Franz Rudolf an Pacelli, Eugenio vom 21. Juni 1923, Anlage, in: 'Kritische Online-Edition der Nuntiaturberichte Eugenio Pacellis (1917-1929)', Dokument Nr. 13181, URL: www.pacelli-edition.de/Dokument/13181. Letzter Zugriff am: 28.03.2024.
Online seit 24.10.2013, letzte Änderung am 29.09.2014.