Dokument-Nr. 14897
Pacelli, Eugenio an Gasparri, Pietro
[München], 09. August 1924

Regest
Pacelli legt die Problematik um die Diözesanzugehörigkeit des Priesters Aloay Pienski dar. Der an Nephritis erkrankte Pienski gehörte bis 1921 zur Diözese Kulm, wurde später Vikar in Garnsee in Pomesanien und im Januar 1922 nach Ausbruch der Erkrankung beurlaubt. In dieser Zeit ging er nach Köln. Seit Dezember 1922 steht Pomesanien unter der Verwaltung des Ermländer Bischofs Bludau in seiner Funktion als Apostolischer Administrator. Nun bestreitet sowohl das Kulmer als auch das Ermländer Ordinariat die Zugehörigkeit Pienskis zur jeweiligen Diözese bzw. Administratur. Pienski verfügt daher über kein Zelebret und darf in Köln keine Messe feiern. Da das Kölner Ordinariat ihn auch nicht mehr dulden kann, wandte sich Pacelli sowohl an den Ermländer Bischof als auch an den Kulmer Generalvikar Bartkowski. Beide bestreiten weiterhin die Zugehörigkeit des besagten Priesters zur eigenen Diözese bzw. Administratur. Pacelli überlässt die Angelegenheit in Anbetracht seiner fehlenden Zuständigkeit dem Kardinalstaatssekretariat.
Betreff
Per il Sac. Luigi Pienski
Il Sac.  Luigi Pienski con foglio in data del 12 Giugno p. p. ( Allegato I) si rivolse a questa Nunziatura, chiedendo che venisse determinato a quale diocesi egli attualmente appartenga. Nato in Krojanke, entrò nel 1908 nel Seminario di Culma, venne ordinato sacerdote il 24 Marzo 1912 e fu addetto alla cura delle anime nella medesima diocesi sino al 1916. Dal 1917 sino al principio del 1919 servì nell'esercito prussiano e per otto settimane, come egli afferma, contrariamente alle leggi del Reich e nonostante i suoi reclami, dovette sottoporsi agli esercizi militari colle armi, in seguito ai quali contrasse una malattia nefritica. Aven-
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dogli perciò i medici consigliato il soggiorno in un clima più mite, chiese ed ottenne nell'Agosto-Settembre 1921 un congedo di un anno, e siccome egli non aveva intenzione di ritornare, ristabilitosi in salute, nella Polonia, fu trasferito per disposizione dalla Curia vescovile di Culma (il sacerdote Pienski asserisce di aver presso di sé il relativo documento) il 5 Novembre 1921 come Vicario in Garnsee – decanato di Pomesania, situato nella parte della diocesi stessa rimasta alla Germania; dopo di che nel Gennaio 1922 si recò in congedo a Colonia. Nel Dicembre 1922 il suddetto territorio, comprendente la località di Garnsee, venne affidato come è ben noto all'E. V. R., in Amministrazione Apostolica ad nutum S. Sedis al Revmo Mons. Agostino Bludau, Vescovo di Ermland. È accaduto però, come riferisce il sacerdote in discorso nel succitato foglio,
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che né la Curia vescovile di Culma né quella di Ermland hanno voluto riconoscerlo come appartenente al proprio Clero, e per conseguenza egli, sprovvisto di Celebret , non ha potuto ottenere dalla Curia arcivescovile di Colonia il permesso di celebrare il S. Sacrificio. Quest'ultima anzi non vuol più tollerarlo colà e lo ha consigliato a far ritorno nella sua diocesi di origine; il che egli dice essergli per ora impossibile a cagione delle sue condizioni di salute.
Per chiarire possibilmente tale situazione, mi sono innanzi tutto rivolto al sullodato Vescovo di Ermland, il quale, in data del 3 Luglio p. p. ( Allegato II) mi ha risposto che il sacerdote Pienski non appartiene né alla diocesi di Ermland (il che è evidente) né all'Amministrazione Apostolica di Pomesania. "In Garnsee (scrive Mons. Bludau), piccola curazia nella Diaspora con appena cinquecento anime, retta dal di lui fratello (egualmente sacerdote), non vi è nessun posto di cappellano
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o cooperatore, che avrebbe potuto essergli conferito; e di fatto nell'elenco della diocesi di Culma del 15 Dicembre 1922 il Sac. Luigi Pienski non è indicato come cappellano o cooperatore in Garnsee, ma come ecclesiastico in commeatu . Egli non apparteneva dunque al clero dell'Amministrazione di Pomesania, affidata il 6 Dicembre 1922 al Vescovo di Ermland. Io non conosco né i suoi antecedenti né la di lui condotta in Culma, e non sono quindi in grado né mi ritengo autorizzato a rilasciargli il Celebret. Del resto l'Amministrazione di Pomesania non dispone di mezzi per sussidiare gli ecclesiastici malati, né ha una casa di emeriti, in cui essi possano essere accolti. La Curia vescovile di Culma non ha risposto alle mie rimostranze. Debbo quindi lasciare a questa od alla Curia arcivescovile di Colonia la concessione del Celebret".
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In seguito a ciò, mi sono indirizzato al Revmo Vicario Generale di Culma, il quale però, come apparisce dall'accluso ufficio in data del 26 Luglio ( Allegato III), ha mantenuto esso pure il suo punto di vista. Egli conferma che il 5 Novembre 1921 il Pienski fu nominato Vicario in Garnsee, e poiché dal Dicembre 1922 il Decanato di Pomesania, in cui quella località è compresa, è passato al Vescovo di Ermland in Amministrazione Apostolica, l'Ordinariato di Culma sostiene che a questa appartiene il sacerdote in discorso.
Non essendo io competente a decidere siffatta controversia, sia a norma del can. 269 § 1, sia anche perché la Curia vescovile di Culma si trova in territorio polacco, altro non mi resta che di sottoporla al superiore giudizio dell'E. V., mentre, chinato
Empfohlene Zitierweise
Pacelli, Eugenio an Gasparri, Pietro vom 09. August 1924, in: 'Kritische Online-Edition der Nuntiaturberichte Eugenio Pacellis (1917-1929)', Dokument Nr. 14897, URL: www.pacelli-edition.de/Dokument/14897. Letzter Zugriff am: 28.03.2024.
Online seit 18.09.2015, letzte Änderung am 01.02.2022.