Betreff
Comitato internazionale per la pace in Berlino
La mattina del 9 corrente venne a visitarmi il Signor Géza Lukácz, ungherese,
munito di una lettera di presentazione firmata de
al Sig. Dr. Radoslavoff, già Presidente del Consiglio dei Ministri in Bulgaria, e dal Sig. Dr.
Carlo Emilio Stangeland, già Professore di Economia nazionale in Washington, per
significarmi che erasi costituito in Berlino un Comitato
internazionale di personaggi appartenenti a quasi tutti gli Stati (ad eccezione di quelli,
tra i quali sono attualmente più vivi i contrasti, come Francia e Germania), come risulta dall'accluso Allegato.
i cui nomi trovansi indicati nell'accluso "Invito". Detto Comitato,
si proponeva di - aggiunse il menzionato Signore, - "si propone di
promuovere una
la vera pace fondata sulla giustizia e di studiare quindi
a tal uopo
a questo scopo in modo sereno ed oggettivo i vari trattati,
conclusi alla fine che han posto termine al conflitto mondiale. La sera
del112v
16 corrente si terrà
avrà luogo a tal fine nella nuova Aula della Università "Federico
Guglielmo" di Berlino una manifestazione internazionale su "L'opera
di pace di Parigi ed i
bisogni
e la triste situazione dei popoli", ed egli mi chiedeva a nome del
Comitato medesimo d'implorare per tale mov iniziativa la
approvazione o
benedizione od approvazione del
S. Padre, dal Quale già così spesso è venuta tanta luce e tanto calore alla traviata
umanità.
Confesso che dei nomi dei Signori, che
i quali costituiscono il Comitato, mi era
a me ben
ben,
certamente
ben noto soltanto il sunnominato Dr. Radoslavoff, il quale era
Presidente del Consiglio dei Ministri, allorché la Bulgaria entrò in guerra nel
lat al lato delle Potenze centrali. Non mi sembrò quindi prudente
possibile di accondi accondiscendere alla domanda
alquanto strana
del Sig. Géza Lukácz, cui cortesemente risposi che senza dubbio il S. Padre favorisce ed incoraggia
tutto ciò che
quanto può condurre alla vera pace fra i popoli,
; gli feci tuttavia riflettere al tempo
stesso
113r
non essere
ma che non è in generale consuetudine della S. Sede di approvare o benedire Opere o Comitati,
od opere, i quali
od
ini
Opere, che
non avessero
i quali non abbiano già dato sicura prova di sé. Per Dopoché
il detto Signore, dopo
in seguito ad inutili rinnovate insistenze, si accorse che non
poteva ottenere da me l'esaudimento della sua richiesta, finì col contentarsi del permesso,
- che mi sembrò di non potergli rifiutare, - d'inviarmi una una relazione delle discussioni e risoluzioni dell'Adunanza, di cui avrei preso
conoscenza, per trasmetterle
a poi,
eventualmente, alla S. Sede. Egli spera
si lusinga che in tal modo potrà conseguire più tardi quanto il
Comitato desidera.
Tanto ho creduto mio dovere di riferire all'E. V. R. per
quelle istruzioni, che giudicasse di dovermi impartire al riguardo, mentre, chinato
umilmente al bacio della S. Porpora, con sensi
112r, oben links hds. in blauer
Farbe von unbekannter Hand vermerkt, vermutlich von einem Nuntiaturangestellten:
"C".
Empfohlene Zitierweise
Pacelli, Eugenio an Gasparri, Pietro vom 12. Februar 1924, in: 'Kritische Online-Edition der Nuntiaturberichte Eugenio Pacellis (1917-1929)', Dokument Nr. 15316, URL: www.pacelli-edition.de/Dokument/15316. Letzter Zugriff am: 29.03.2024.