Dokument-Nr. 16714

Müller, Hubert Andreas: La libera educazione del clero. Köln, 18. Mai 1925

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Questa è il primo bisogno indispensabile. Finora un prete, che non aveva finito gli studi d'un ginnasio Tedesco era incapace di qualunque ufficio ecclesiastico. Ma negli insegnamenti della storia i giovani hanno sempre sentito la glorificazione dell'eresia protestante e dei suoi protettori, dei principi della casa Hohenzollern. Da ciò viene, che tanti preti non hanno un giusto concetto dell'autonomia della Chiesa e che tanti, conniventi verso il protestantismo, seguano i principi modernisti.
Un uso non meno cattivo fanno molti professori delle lezioni delle lettere. In Germania gli autori cattolici vanno trapassati e quasi ignoti, i protestanti, lo Schiller, il Goethe, gli altri più moderni sono trattati nel senso protestante. Alla spiegazione i professori aggiungono assiomi filosofici falsi, perché nell'università non hanno trattato altri filosofi fuorché Kant, Fichte, Schopenhauer, Hartmann, Nietzsche. Conosco uno, che vuole essere cattolico esemplare; egli tratta le lettere in tale maniera, che i giovani concepiscano progetti di suicidio. Con questo anno si comincia l'obbligo di trattare autori filosofici nelle classi superiori dei ginnasi. È prevedibile che da qui innanzi quasi nessun giovane verrà all'università non preoccupato d'una filosofia falsa, ciò che sarà molto pericoloso per i teologi in erba.
Dalla mia istruzione nella storia viene, che tanti preti e laici riguardano la Chiesa quasi un istituto dello Stato. Io stesso, quando durante il Kulturkampf ero allievo d'un gran ginnasio a Colonia, dagli insegnamenti e dai costumi dei professori ho pigliato il sentimento, che stimavano gli interessi
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dello Stato molto più che la religione, che i protestanti e la loro religione aveva dapertutto [sic] una preferenza e superiorità; che i cattolici dovevano tener nascosta la manifestazione della loro religione, essendo questa la religione dei bruti.
Questa corruzione della storia e della filosofia durerà quanto tempo i ginnasi sono governati da Berlino.
Inoltre gli insegnamenti della lingua latina e greca non bastano più per i teologi, vanno ripressi (?) più e più. I preti novelli non capiscono più né la Volgata, né i Padri; né le lettere encicliche dei Papi.
Ma cosa fare in tanta miseria? La nostra costituzione dichiara che ogni comunità religiosa è autonoma nella disposizione dei suoi affari. Dunque i Vescovi possono determinare l'istruzione e l'educazione dei ragazzi e giovani, che vogliono esser preti; possono dichiarare che l'istruzione e l'educazione dei ginnasi non è conveniente par un teologo futuro. In conseguenza di questa dichiarazione devono aprire propri ginnasi per i teologi futuri.
Pel primo la questione pecuniaria sarebbe difficile, ma non insolubile. I cattolici devono avvezzarsi a più grandi offerte per la Chiesa.
fto: Andreas Müller. professore di religione.
Empfohlene Zitierweise
Müller, Hubert Andreas, La libera educazione del clero, Köln vom 18. Mai 1925, Anlage, in: 'Kritische Online-Edition der Nuntiaturberichte Eugenio Pacellis (1917-1929)', Dokument Nr. 16714, URL: www.pacelli-edition.de/Dokument/16714. Letzter Zugriff am: 23.04.2024.
Online seit 24.06.2016, letzte Änderung am 29.01.2018.