Dokument-Nr. 18064
Pacelli, Eugenio an La Puma, Vincenzo
Berlin, 23. Mai 1925

Regest
Pacelli teilt dem Sekretär der Religiosenkongregation La Puma mit, dass er sich an die Generaloberin der Katharinenschwestern in Braunsberg wandte wegen der Supplik von Otylia Bogdanowiczówna, der Oberin der Niederlassung der Katharinenschwestern in Braunsberg, an den Papst, die er zurücksendet. In seinem Schreiben an die Generaloberin fasste er den Inhalt der Supplik Bogdanowiczównas knapp zusammen und bat um Stellungnahme. Anstelle der Generaloberin antwortete allerdings der geistliche Direktor der Katharinenschwestern in Braunsberg Boenigk mit beiliegendem Schreiben. Boenigk hatte vorher mit dem Ermländer Bischof Bludau und dem Bischof von Samogitien Karevičius Rücksprache gehalten. Aus dem Schreiben Boenigks und den entsprechenden Anlagen geht hervor, dass die Niederlassung in Krakės vom Mutterhaus in Braunsberg aus gegründet wurde, jedoch bisher faktisch von ihm getrennt war, weil die russische Regierung eine Union verhinderte. Da sich die Umstände nach dem Krieg änderten, sieht sich die Niederlassung in Krakės, so Bischof Karevičius in einem beiliegenden Schreiben, dazu verpflichtet, sich wieder dem Mutterhaus anzuschließen. Die Bitte um Trennung der Niederlassung vom Mutterhaus geschah allerdings ohne das Wissen und gegen den Willen des Bischofs, der die angegebenen Motive als unzureichend zurückweist. Der Spiritual der Katharinenschwestern in Krakės Bumbulis bat den Bischof, in seinem Amt durch einen Priester ersetzt zu werden, der die Union befürwortet. Karevičius schlägt in seinem Schreiben vor, dass die Schwestern, die eine Union ablehnen, in andere Häuser in Litauen versetzt werden sollen, damit in Krakės Ruhe einkehrt. Direktor Boenigk macht in seinem Schreiben darauf aufmerksam, dass niemals daran gedacht wurde, deutsche Oberinnen in Litauen zu ernennen. Auf Wunsch von Bischof Karevičius und im Einvernehmen mit der Oberin wurde lediglich eine Schwester als Novizenmeisterin nach Krakės geschickt, die die Landessprache beherrschte und die den jungen Schwestern Deutsch beibringen sollte, damit diese in Deutschland in der Krankenpflege unterrichtet werden können. Dieses Vorgehen ließ sich nach Aussage Boenigks gut an und es hatte zum Ziel, das Band zwischen der deutschen und der litauischen Provinz zu festigen. Die Novizenmeisterin musste Krakės allerdings im Oktober 1924 verlassen, weil die litauischen Behörden ihren Pass nicht verlängerten. Nach Einschätzung Boenigks sind die charakterlichen Unterschiede, die sich zuweilen zwischen den Schwestern der unterschiedlichen Nationen zeigten, nicht so groß, dass sie nicht mit etwas gutem Willen und gegenseitiger Geduld überwunden werden könnten. Der Direktor versichert, dass die deutsche Provinz in der Vergangenheit keine finanziellen Forderungen an die litauische stellte und dies auch zukünftig nicht tun wird. In Anbetracht dessen empfiehlt Pacelli, von einer Trennung der Niederlassung in Krakės vom Mutterhaus in Braunsberg abzusehen. Er regt vielmehr an, den Spiritual Bumbulis sowie die ein oder andere Schwester zu versetzen und die Union aufrechtzuerhalten. Dieses Vorgehen scheint ihm umso angemessener zu sein, als dass es sich in Krakės um eine Kongregation bischöflichen Rechts handelt, die der Rechtsprechung des Ortsordinarius untersteht.
Betreff
Istanza delle Religiose di S. Caterina in Krakiai per separazione dalla Casa Madre di Braunsberg
Illmo e Revmo Signore,
Non appena mi pervenne il venerato Foglio di cotesta S. Congregazione N. 4391/22 del 16 Marzo c. a., mi rivolsi senza indugio, in conformità degli ordini ivi impartitimi, alla Superiora Generale della Congregazione delle Religiose di S. Caterina in Braunsberg relativamente alla istanza della Priora di Krakiai, che qui acclusa compio il dovere di ritornare alla S. V. Illma e Revma. Nella mia lettera riprodussi nella sostanza, sebbene in forma mitigata, le ragioni addotte dalla summenzionata Priora per domandare la separazione e pregai l'anzidetta Superiora Generale di esprimere il suo avviso al riguardo.
In luogo della Superiora medesima mi ha risposto, dopo di aver trattato la questione coi due Vescovi diocesani di Ermland e di Samogizia, il Direttore Spirituale della Congegazione in discorso, Sac.  A. Boenigk, col foglio in data del 16 corrente,
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che la S. V. troverà parimenti qui compiegato. Dalle notizie contenute in esso e nei relativi Allegati (in modo particolare nella lettera - riprodotta in copia - del sullodato Vescovo di Samogizia Mons. Karevicz) risulterebbe che la Casa di Krakiai fu fondata dalle Religiose di Braunsberg e che, pur essendo rimasta di fatto separata dalla Casa Madre per causa del Governo russo, si credette poi obbligata, migliorate le circostanze politiche, a riunirsi con questa. Tale unione venne effettuata per desiderio dello stesso Vescovo di Samogizia, al quale essa sembrò tanto più opportuna, in quanto che la Casa di Krakiai non aveva religiose atte per il governo della Comunità e per la formazione delle novizie e non poteva quindi svolgere una solida attività. La istanza per la separazione, secondo quanto afferma Monsignor Karevicz, è stata fatta ad insaputa e contro la volontà dell'Ordinario, il quale non ritiene fondati i motivi addotti nella medesima e deplorerebbe che l'unione venisse sciolta. L'attuale Padre spirituale in Krakiai, Rev. Bumbulis, contrario ad essa, ha chiesto a Mons. Karevicz di essere dispensato dal suo ufficio e verrà sostituito da altro ecclesiastico più favorevole all'unione. Egualmente Mons. Vescovo di Samogizia stima che le religiose non ben disposte per l'unione potrebbero essere trasferite in altra Casa della stessa Congregazione nella Lituania, affinché torni a regnare in Krakiai piena concordia.
La risposta del sunnominato Direttore Sac. Boenigk si
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diffonde più ampiamente a confutare le ragioni esposte nella più volte menzionata istanza. Egli afferma che il ramo lituano della Congregazione fu eretto in provincia, affine di lasciare ad esso la sua autonomia, né si è mai pensato a nominare nella Lituania Superiore tedesche. Per desiderio del Vescovo Mons. Karevicz la Casa Madre si adoperò acciocché le giovani Suore lituane potessero ricevere una conveniente formazione, ed a tale scopo venne inviata come Maestra delle novizie a Krakiai d'accordo colla Superiora una religiosa, la quale conosceva la lingua del paese e doveva al tempo stesso imparare [sic] il tedesco alle novizie più capaci, affinché fossero poi in grado di perfezionarsi in Germania nell'insegnamento e nella cura dei malati. Gli inizi avrebbero dato buona prova, e si sperava in tal guisa di creare a poco a poco un sempre più forte vincolo fra le due provincie, facendo così partecipare il ramo lituano alla fiorenta [sic] vita della provincia tedesca. - La detta Maestra delle novizie dovette però lasciare Krakiai nell'Ottobre del 1924, per non avere le Autorità lituane consentito a prorogare il di lei passaporto. - Le differenze di carattere (prosegue il sacerdote Boenigk), - le quali si manifestano talvolta anche fra religiose della stessa nazionalità, - non sono così grandi da non poter essere superate con un poco di buona volontà e di pazienza reciproca, ed infatti vi sono già nella provincia tedesca varie Suore lituane, che da anni vi si trovano perfettamente bene. Mai la provincia tedesca non ha fatto in passato né farà per l'avvenire richieste pecuniarie alla provincia lituana, la cui difficile situazione finanziaria - comune a tutti i popoli colpiti dalla guerra ed indipendente, ad ogni modo, dall'unione - potrà ben migliorarsi col progressivo ristabilimento delle condizioni economiche del Paese.
In considerazione di tutto ciò, stimerei subordinatamente
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che sarebbe prematuro di accordare senz'altro la richiesta separazione ed occorrerebbe invece prima di sperimentare se, grazie alla sostituzione del Padre spirituale ed al trasferimento in altra Casa dell'una o dell'altra Suora, l'unione possa essere mantenuta con vantaggio delle due provincie. Ciò parrebbe tanto più conveniente, in quanto che trattasi, come mi è stato riferito, di Congregazione iuris dioecesani, sottoposta quindi alla giurisdizione dei rispettivi Ordinari (can. 492 § 2), e che questi sembrano contrari alla separazione in discorso.
Nel sottoporre quanto sopra umilmente al superiore giudizio di cotesto S. Dicastero, con sensi di profondo ossequio ho l'onore di confermarmi
Della S. V. Illma e Revma
Umilissimo Devotissimo Servo
+ Eugenio Pacelli Arcivescovo di Sardi
Nunzio Apostolico
Empfohlene Zitierweise
Pacelli, Eugenio an La Puma, Vincenzo vom 23. Mai 1925, in: 'Kritische Online-Edition der Nuntiaturberichte Eugenio Pacellis (1917-1929)', Dokument Nr. 18064, URL: www.pacelli-edition.de/Dokument/18064. Letzter Zugriff am: 25.04.2024.
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