Dokument-Nr. 18616

Faulhaber, Michael von: [Kein Betreff]. München, 11. März 1927

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Dietro invito è stato oggi, venerdì 11 marzo 1927, presso di me il Sig. von Lama, intrattenendomi con lui in una lunga conversazione. Io sottoposi allla [sic] sua considerazione se egli, in vista di più forti interessi della Chiesa, volesse ritirare il suo processo. Senza accennargli all'incarico che avevo ricevuto, io gli dissi come da me, secondo il mio modo di vedere e sulla mia personale responsabilità: in riguardo alle trattative di un Concordato con la Germania, che è il più grande interesse per la vita religiosa in Germania, ogni cattolico dovrebbe evitare tutto ciò che può, senza necessità, eccitare gli spiriti e rendre [sic] difficili le trattative concordatarie. Circostanza sfavorevole al mio passo presso il signor von Lama fu che io potei assolvere il mio compito, affidatomi il 7 marzo, solamente l'11 marzo (il Sig. von Lama non appartiene alla mia diocesi), dopo che egli, disgraziatamente, appena prima dell'invito di venirmi a vedere, aveva pubblicamente dichiarato nei giornali che egli avrebbe continuato il processo, malgrado che da parecchie parti si fosse a ciò contrari.
Il von Lama mi fece, con calma e con fermezza, le seguenti dichiarazioni: nello scorso anno egli era già stato disposto a ritirare la sua accusa, se Mons. Pacelli gli avesse dato<a>1 da Berlino l'autorizzazione di dichiarare pubblicamente: "una autorità ecclesiastica non desidera che il processo si faccia": ora questa autorizzazione nell'ottobre 1926 non fu concessa.
Al mio accenno che che [sic] il processo renderebbe difficili le trattative pel concordato con la Germania egli cosi rispose: La Lega Evangelica mobiliterà contro tale concordato tutte le potenze dell'inferno, sia se il processo si faccia, sia non si faccia, ed effettivamente il Doering, che è il più forte ma non l'unico proclamatore della
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guerra contro il Concordato, ha eccitato il furor protestanticus contro qualsiasi Concordato, allorquando non si parlava ancora del processo di Fuessen.
Il von Lama si limiterà strettamente a che il processo si svolga come una sua cosa privata, sulla sua personale responsabilità, e che nessuna autorità ecclesiastica, specialmente la persona del Santo Padre, venga coinvolta nel processo. Si tratta solamente se i redattori dei giornali, che in Gemania e all'estero hanno chiamato il von Lama un eccitatore di odio, un bugiardo, un falsario, possono provare le sue soggettive offese contro la verità: questo – egli lo dichiara fermamente – non potrà mai loro riuscire.
Anche per motivi del suo onore personale egli non può ritirare l'accusa, perché, se non può dare il vero motivo del ritiro stesso, egli darebbe una prova della sua cattiva coscienza, e la sua attività letteraria sarebbe giudicata per sempre ed annientata. Egli ha lottato lungamente che l'azione giudiziaria si svolgesse in Fuessen e non in Berlino oppure in un altro luogo protestante; ora è già pronta in Fuessen la sala, nel municipio, per il processo: il termine è fissato per la discussione, verso la metà di maggio: ormai gli è impossibile di ritirare tutto quanto è stato disposto.
Il von Lama nel suo ottimismo persiste nel ritenere un esito favorevole anche quando gli feci considerare che noi, in questione di processi, abbiamo avuto in tempi recenti molte sorprese e specialmente in quei casi che sono inspirati dalla passione di diversa confessione religiosa: gli avvocati di parte avversa, senza riguardo alcuno, faranno tutto il possibile per impedire la vittoria di uno scrittore cattolico, o almeno per metterlo sotto una non
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chiara luce.
Io potei accennargli, a questo proposito, alle esperienze personali del mio processo durato 27 mesi. Ma il von Lama non si lascia scuotere della [sic] sua assoluta sicurezza di vittoria e si accende un poco perché io non aderisco illimitatamente al suo ottimismo.
Io gli feci un'altra proposta: se egli cioè volesse porre a disposizione della giunta 1) per investigazioni nel Parlamento germanico il suo ricco materiale raccolto con tanta fatica, di modo che, da una parte, le asserzioni del Doering e compagni vengano riconosciute come non vere, dall'altra resti evitata l'eccitazione di un processo formale. Il von Lama ritiene anche questo per impossibile, perché alla suddetta giunta sono stati stabiliti troppo stretti confini e perché egli non ha la fiducia che i membri di essa siano effettivamente ben al corrente del complesso delle varie questioni.
La mia opinione personale, allo stato attuale della questione è la seguente: ritirare il processo ora, equivarrebbe alla confessione che i rappresentanti della tesi cattolica non sono sicuri della loro cosa, e si ritirano. Dal campo protestantico sarebbe questo fatto strombettato come una disfatta del partito cattolico, appunto come se il von Lama avesse perduto la causa. D'altra parte l'opinione pubblica in Germania, ancora oggi, viene condotta falsamente e ancor oggi si ritiene che il Papa è colpevole per la guerra, i suoi lavori per la pace non erano serii, egli ha voluto il tramonto del regno imperiale protestante. Per l'interesse della verità storica e per l'onore della Chiesa cattolica si deve desiderare che le accuse del Doering contro il von Lama siano rigettate attraverso
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un processo.
Il von Lama ha, come forse nessun altro scrittore in Germania, consacrato il suo ricco archivio, la sua valorosa penna e tutta la sua vita per la difesa della Chiesa nella questione "Papa, Vaticano, e guerra mondiale". Io non posso desiderare che questo scrittore cattolico moralmente si tolga la vita de se stesso col ritiro della causa, non perché la sua famiglia vive della sua attività di scrittore, ma perché il ritiro della causa dovrebbe spaventare altri scrittori cattolici a combattere per l'onore della Chiesa cattolica la battaglie del Signore.
Io mi son fatto la persuasione: il von Lama ubbidirà ad un comando espresso dell'autorità ecclesiastica e farà ogni sacrificio. Ma se egli non si può richiamare pubblicamente al fatto che il processo gli sia stato proibito dalle autorità ecclesiastiche, egli non si indurrà a ritirarsi da se stesso dalla causa, il suo esito, secondo la sua opinione, sarà un trionfo del cattolicismo.
Firmato: M. Card. Faulhaber
1)1) Si tratta di una giunta parlamentaria [sic] per stabilire le responsabilità di coloro che hanno frustrato l'azione della pace, nella grande guerra.
1Masch. gestrichen und eingefügt.
Empfohlene Zitierweise
Faulhaber, Michael von, [Kein Betreff], München vom 11. März 1927, Anlage, in: 'Kritische Online-Edition der Nuntiaturberichte Eugenio Pacellis (1917-1929)', Dokument Nr. 18616, URL: www.pacelli-edition.de/Dokument/18616. Letzter Zugriff am: 29.03.2024.
Online seit 25.02.2019.