Dokument-Nr. 20972

Heyer, Friedrich: Questione della circoscrizione delle diocesi in Prussia. [Berlin], 12. Mai 1927

Traduzione
La questione della circoscrizione delle diocesi in Prussia non è stata nuovamente sollevata se non nel corso dei negoziati concordatari ora pendenti, in quanto ciò non era già accaduto in seguito al trattato di pace di Versailles. Alcuni desideri isolati manifestatisi in passato per la fondazione di nuovi Vescovati sono forse soltanto in un caso provenuti da fonte autorevole. L'organizzazione ecclesiastica sviluppatasi dopo l'ordinamento delle diocesi compiuto un secolo fa si è anzi a questo strettamente addattata [sic]. Già tali circostanze consigliano di procedere con prudenza, qualora debbano introdursi dei cambiamenti nel sistema finora vigente.
Una siffatta moderazione è innanzi tutto comandata dal fatto che detta questione può essere esaminata e risolta solamente nel quadro dell'intero problema concordatario. Da una parte lo Stato ha un essenziale interesse che anche questo punto sia chiaramente fissato nella Convenzione colla S. Sede e, conforme all'uso costante nei Concordati, una eventuale nuova circoscrizione venga ivi stabilita, in modo che non vi possa essere questione del consenso dello Stato per la futura erezione di diocesi, la quale presentemente non apparisca ancora necessaria od attuabile. D'altra parte, se si insistesse su singole domande di nuova circoscrizione senza aver riguardo all'insieme della questione politica del problema concordatario, esse potrebbero mettere in estremo pericolo la conclusione dell'accordo medesimo. In modo speciale si dovrà in una nuova circoscrizione tener pure presente che con essa non si renda impossibile la soluzione della questione delle dotazioni nel Concordato, già così ardua per altre ragioni. Anche le se-
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guenti proposte di circoscrizione possono essere fatte solamente sotto l'espressa condizione che le medesime saranno considerate quale parte dell'intera Convenzione fra Stato e Chiesa.
Se malgrado le accennate difficoltà lo Stato non si rifiuta ad una discussione della questione della circoscrizione, ciò proviene principalmente da tre motivi. Non occorre dichiarare che i confini delle diocesi colpite dalle conseguenze della guerra, dovranno essere nuovamente regolati tenendo conto delle perdite dei territori prussiani, specialmente ad oriente. Non si può parimenti disconoscere che alcune diocesi debbono essere diminuite, sia a motivo della loro eccezionale estensione territoriale, sia per il numero delle anime. Sarà infine da considerare che l'organizzazione delle diocesi dell'antica e nuova Prussia è fondata su varie Bolle di circoscrizione e che certe anormalità da ciò provenienti non sono state finora eliminate.
Ad ovviare a questi difetti, si dovrà generalmente, per quanto sarà possibile, mantenere il sistema delle diocesi fin qui esistente, affinché le istituzioni diocesane create nel corso di quest'ultimo secolo non corrano pericolo. Mutamenti e nuove fondazioni di maggior rilievo potranno tentarsi solamente ladove supposizioni storiche o inizi di organizzazione li consigliano. È sopra tutto desiderabile, eziandio dal punto di vista ecclesiastico, che venga effettuato un miglioramento complessivo dell'intera circoscrizione. Ma ciò sarà possibile soltanto se gli interessi ed i desideri, in parte l'uno all'altro opposti, delle singoli diocesi saranno subordinati a questa necessità fondamentale. Non può esservi questione di un aumento delle diocesi piccole, ma solamente di una diminuzione delle diocesi troppo grandi, e questa diminuzione
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dovrà farsi possibilmente coll'ingrandimento, sebbene non a danno, delle diocesi relativamente piccole. Una buona nuova circoscrizione dovrà infine aver riguardo alla ripartizione locale, ora come prima del tutto ineguale, dei cattolici in Prussia ed alla necessità di assicurare l'amministrazione ecclesiastica dei grandi territori della Diaspora per mezzo di diocesi atte. Specialmente il non aumento degli Istituti per l'insegnamento teologico in Prussia dovrà espressamente essere posto come condizione per il consenso dello Stato a favore di una nuova circoscrizione.
Tenendo presenti questi punti di vista, i seguenti cambiamenti nella circoscrizione delle diocesi in Prussia potrebbero in particolare essere presi in considerazione da parte dello Stato in vista del Concordato.
Il decanato della Pomesania della diocesi di Culma rimasto alla Prussia, che già ora è sottoposto al Vescovo di Ermland come Amministratore Apostolico, sarebbe opportunamente da unirsi a questa diocesi, la quale dal canto suo ha perduto il territorio di Memel.
Le parti delle diocesi di Culma e di Gnesen e Posen ad ovest del corridoio polacco, restate alla Prussia, le quali sono presentemente sottoposte all'Amministratore Apostolico di Schneidemühl, hanno già una autonomia riconosciuta da parte dello Stato. Per motivi di politica estera è espediente di conservare questo territorio nella sua, quantunque singolare, delimitazione. Per la sua intera struttura, come anche per il numero relativamente piccolo di anime, esso non sembra adatto come Sede vescovile. Non vi sarebbe però, prescindendo dal regolamento finanziario, nulla da obbiettare se invece di un Amministratore Apostolico vi fosse costituito un Prelato nullius.
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1Riguardo alla diocesi di Breslavia, tutto fa ritenere conveniente che alla medesima rimanga come prima il suo attuale confine che si addentra nella Cecoslovacchia, come, d'altra parte, dovrà ancora tollerarsi la penetrazione dell'Archidiocesi di Praga (Contea di Glatz) e di Olmütz (distretto di Katscher) in territorio prussiano. Non ostante la perdita della parte orientale dell'Alta Slesia, Breslavia rimane per estensione la più grande, per il numero di anime la seconda delle diocesi della Prussia. Anche nel distretto della cosiddetta Delegazione di Berlino, unito alla sunnominata diocesi, il numero dei cattolici, in seguito allo sviluppo degli ultimi cento anni, ha raggiunto un totale di circa 550.000 anime. Gravi ragioni militano per una divisione del territorio di questa diocesi, vasta senza pari, che comprende quattro provincie prussiane. Il distretto stesso della Delegazione anzidetta possedeva già in virtù della Bolla "De salute" una certa autonomia per il fatto che esso non fu incorporato alla diocesi di Breslavia, ma semplicemente sottoposto alla amministrazione del Vescovo di Breslavia pro tempore, il quale però doveva lasciarla esercitare dal Prevosto di S. Edvige come suddelegato Pontificio. Se pertanto i cattolici di Berlino, del Brandenburgo e della Pomerania insistono per una maggiore autonomia del distretto della Delegazione, lo Stato non vuole da parte sua essere inaccessibile a questo desiderio con speciale riserva, tuttavia, per ciò che riguarda le eventuali conseguenze finanziarie. La questione, se l'Ordinario di questo distretto, reso così autonomo, possa divenire Vescovo diocesano di Berlino, è uno dei punti più scabrosi delle pendenti trattative; da parte dello Stato, per quanto le circostanze lasciano intravedere, si ritiene possibile soltanto l'erezione di una Prelatura nullius.
Avendo la Prussia nell'Oriente perduto gli Arcivescovati
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di Gnesen e Posen, e non possedendo in tutto che una sola Archidiocesi, lo Stato esprime il desiderio che Breslavia, il più importante Vescovato della parte Orientale, sia elevata a Sede Arcivescovile, tanto più che siffatta sua importanza rimase già sensibilmente diminuita in seguito alla circoscrizione diocesana polacca. Sarebbe pure da augurarsi che l'Arcivescovo di Breslavia, come prima quello di Gnesen e Posen, fosse Metropolitano di una provincia ecclesiastica, alla quale, avuto riguardo specialmente all'esempio della Polonia e della Lituania, oltre ai territori di Berlino e di Schneidemühl, dovrebbe appartenere anche la diocesi di Ermland.
Nella Prussia Occidentale, per l'Archidiocesi di Colonia innanzi tutto, la quale conta circa <tre>2 milioni e mezzo di anime e due mila sacerdoti, si rileva che il suo sviluppo richiede urgentemente una divisione. Anche qui si deve riconoscere un vero bisogno. In pari tempo vi è un avviamento alla fondazione di una nuova diocesi. Aquisgrana, che all'inizio del secolo scorso fu sede di un Vescovato il quale diminuiva l'estensione dell'Archidiocesi di Colonia, possiede già un Capitolo ed una delle più venerande Cattedrali, così che già prima, in seguito al forte aumento dell'anzidetta Archidiocesi, fu proposta la nuova erezione della diocesi di Aquisgrana. Malgrado la perdita di Eupen e Malmedy, si dovrà riconoscere che essa è oggi ancora la più indicata a tale scopo. Ottima cosa sarebbe di fissare in confini del nuovo Vescovato così che esso ricevesse dalla Archidiocesi di Colonia il distretto governativo di Aquisgrana ed i circondari di Grevenbroich, Gladbach (München-Gladbach [sic], Rheydt) e Crefeld, ed inoltre dalla diocesi di Münster le parti della riva sinistra del Reno del distretto governativo di Düsseldorf. L'Archidiocesi di Colonia avrebbe in tal modo una diminuzione di oltre un mi-
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lione di anime e conseguentemente un così importante sgravio, che potrebbe per alcun tempo bastare ai compiti dell'amministrazione del territorio che le rimarrebbe. Non parrebbe consigliabile una maggior riduzione, tenendo conto del suo carattere di Sede metropolitana e delle sue grandi istituzioni diocesane corrispondenti alla sua attuale estensione.
L'attribuzione della parte occidentale della diocesi di Münster alla erigenda diocesi di Aquisgrana viene giustificata da varie ragioni. La riva sinistra del Reno inferiore le appartenne già un tempo ed è necessaria per raggiungere la conveniente grandezza del territorio diocesano, che non si potrebbe ottenere a spese della sola Archidiocesi di Colonia. Inoltre dallo stesso Vescovo di Münster è stata raccomandata la separazione della parte renana della sua diocesi. I distretti invece della riva destra del Reno sembra più opportuno che rimangano alla diocesi di Münster, poiché altrimenti il nuovo Vescovato di Aquisgrana sarebbe sin dal principio troppo gravato, e perché la popolazione della destra del Reno si confà meno a questo che a quella. Anche in tal modo la diocesi di Münster si troverebbe già diminuita di un notevole territorio e per lo meno di 300.000 anime, senza che sia però necessaria la formazione di un'altra nuova diocesi.
Non colla stessa forza viene proposta da Münster la futura separazione di Oldenburg dal suo territorio diocesano. La questione è di minora importanza per il motivo che quella regione è già sottoposta alla speciale amministrazione dell'officialato di Vechta. Tanto il territorio di Oldenburg come il numero delle anime (110.000) sono troppo piccoli per formare una propria diocesi. Anche in avvenire sarà necessario che esso appartenga ad una diocesi della Prussia.
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Ma più convenientemente che a Münster sarebbe forse, presupposto il consenso di Oldenburg, l'annessione di quest'ultimo alla diocesi di Osnabrück, dal cui territorio è circondato, e che riceverebbe così un desiderabile aumento del suo numero di anime in rapporto colle altre diocesi.
L'idea di una autonomia dei territori di Missione, retti dal Vescovo di Osnabrück, sembra che debba, almeno per ora, giudicarsi molto scetticamente. Da parte della Prussia vi è minor interesse per la futura amministrazione ecclesiastica delle cosiddette Missioni della Germania settentrionale che per quella dello Schleswig-Holstein. Che questo territorio della Diaspora, il quale conta meno di 50.000 cattolici, non possa essere eretto a propria diocesi, è evidente; nondimeno, per la trasformazione del suo carattere di Missione in quello diocesano si potrebbe ottenere il consenso dello Stato. Al qual proposito sarebbe da considerare se – con o senza le Missioni della Germania settentrionale – non fosse meglio di unirlo a Hildesheim che ad Osnabrück.
Sebbene anche la diocesi di Paderborn per estensione e per numero di anime sia da annoverare tra le più grandi della Prussia, tuttavia, in un prossimo avvenire non si può pensare, per ragioni non solo politiche, ma altresì ecclesiastiche, all'erezione di una nuova diocesi nella sua parte sassone-analtina-turingia. Questa infatti comprende quasi esclusivamente un territorio di Diaspora particolarmente difficile e non conta neppure 250.000 cattolici, dei quali una metà all'incirca dimora nel piccolo Obereichsfeld, mentre l'altra è dispersa nel resto della vasta regione. L'amministrazione di questa parte della diocesi è però già presentemente agevolata da tre Commissariati ed ampie facoltà delegate. Sembra essere di
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imperiosa necessità nell'interesse del cattolicismo prussiano che, in mancanza di una altra diocesi a ciò atta, Paderborn continui ancora a portare il peso dell'amministrazione e della cura d'anime di questo territorio della Diaspora, almeno per il distretto del Commissariato di Magdeburg e per il distretto governativo di Merseburg, che già le apparteneva prima. Sarebbe invece forse conveniente di unire il distretto del Commissariato di Heiligenstadt ed il decanato di Erfurt alla diocesi relativamente piccola e poco numerosa di Fulda, la quale avrebbe con ciò un aumento, senza dubbio opportuno, di 125.000 anime e, dopo la creazione dello Stato della Turingia, un arrotondamento particolarmente propizio del suo ora frazionato territorio. Un ulteriore vantaggio di questa soluzione sarebbe che con ciò verrebbe di nuovo unita una regione storicamente e etnologicamente omogenea.
La diocesi di Fulda rimarrebbe in pari tempo con tale aumento compensata per la parte di Francoforte sul Meno, che attualmente le appartiene, qualora nell'interesse di una più uniforme cura d'anime del territorio della città essa dovesse essere ceduta alla diocesi di Limburgo.
Converrebbe infine esaminare se non sarebbe meglio di unire ad una delle diocesi prussiane ad esso confinanti il circondario di Wetzlar, che appartiene presentemente alla diocesi di Treviri.
Potrebbe essere rimesso al giudizio della Chiesa di determinare il tempo dell'attuazione del suesposto progetto di circoscrizione.
1An dieser Stelle wurde hds. von unbekannter Hand, vermutlich vom Empfänger, in roter Farbe ein "x" gesetzt.
2Hds. eingefügt von Pacelli.
Empfohlene Zitierweise
Heyer, Friedrich, Questione della circoscrizione delle diocesi in Prussia, [Berlin] vom 12. Mai 1927, Anlage, in: 'Kritische Online-Edition der Nuntiaturberichte Eugenio Pacellis (1917-1929)', Dokument Nr. 20972, URL: www.pacelli-edition.de/Dokument/20972. Letzter Zugriff am: 25.04.2024.
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