Dokument-Nr. 2138
Pacelli, Eugenio an Gasparri, Pietro
München, 20. August 1917

Regest
Pacelli erinnert daran, dass er bereits am 24. Juni 1917 vom Besuch des Prinzen von Isenburg, dem Leiter der deutschen Militärverwaltung in Litauen, berichtet und dessen Memorandum in Bezug auf den Apostolischen Administrator Michalkiewicz weitergeleitet hat. Anlässlich des erneuten Besuchs Isenburgs konnte Pacelli mangels weiterer Instruktionen nur wiederholen, dass der Heilige Stuhl bereit ist, Ropp von Vilnius auf einen anderen Bischofssitz zu transferieren. Isenburg übergab ihm eine Bittschrift der Vertreter der litauischen Gesellschaft an den Papst für die Ernennung eines Litauers, in der drei Kandidaten vorgeschlagen werden: Jonas Mačiulis, Regens in Kaunas; Vladas Mironas, Administrator der Kirche in Dowig; Konstanty Olszewski, Kurator vom Heiligen Kreuz in Kaunas; gegen letzteren haben die deutschen Behörden aber Vorbehalte. Obwohl Isenburg sich als Verteidiger der Interessen der Litauer gegen die Polen darstellt, kann man den von Erzberger übermittelten Denkschriften Gabrys und Smetonas entnehmen, dass dort das Vorgehen der deutschen Behörden und besonders Isenburgs abgelehnt werde, was angesichts der Methoden und des mangelnden politischen Sinns der preußischen Militärs kaum überraschen könne. Nach Gabry würde das gesamte nationale und kulturelle Leben der Litauer durch die deutsche Militärverwaltung unterdrückt; wenn diese ihre Verfahrensweise nicht ändere, drohe ein Aufstand. Pacelli bittet um weitere Weisungen.
Betreff
Per la Sede di Vilna
Eminenza Reverendissima,
Nel mio rispettoso Rapporto Nº. 373 in data del 24 giugno scorso (che spero sia giunto costì regolarmente) davo relazione a Vostra Eminenza Reverendissima di una visita fattami da Sua Altezza il Signor Principe von Isenburg, Capo dell'Amministrazione militare dei Lituani, e accludevo al tempo stesso un Memorandum da lui consegnatomi, in cui erano esposte varie lagnanze contro l'Amministratore Apostolico di Vilna, Mgr. Michalkiewicz.
In questi giorni il sullodato Signor Principe è venuto nuovamente a visitarmi per conoscere il risultato delle sue pratiche; ma io, non avendo ancora ricevuto le istruzioni implorate nel succitato Rapporto, mi sono limitato a ripetergli ciò che avevo già a suo tempo notificato a Berlino, vale a dire che la Santa Sede era disposta, per un sentimento di speciale deferenza verso il desiderio manifestato dal Governo Imperiale, di trasferire Mons. Ropp attuale Vescovo di Vilna, ad un'altra Sede.
Allora il Signor Principe mi ha pregato di trasmettere al Santo Padre l'acclusa supplica, colla quale i Presidenti delle Società Lituane domandano, in nome della popolazione da essi rappresentata, che Sua Santità si degni nominare a Vescovo di Vil-
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na
un Prelato della loro nazionalità, ed al tempo stesso mi ha incaricato di sottoporre alla Santa Sede i nomi di tre candidati lituani per la diocesi medesima, che nel relativo foglio da lui rilasciatomi vengono indicati nel modo seguente:
1º) Praelatus Joannes Matsǔlevič, T. Dr., Rector Seminarii in Kowno, Can. Hon. Mohiloviensis, Offic. Concistorii.
2º) Ladislaus Mironas, decanus Merecensis, Administrator ecclesie Daugi (dioec. Vilnen.)
3º) Canonicus Constantinus Olsevski, Curator Caunae eccl. S. Crucis. – Quest'ultimo candidato, però, non è del tutto accetto alle Autorità tedesche e quindi viene proposto soltanto in ultimo luogo.
Sul primo e sul terzo dei candidati suddetti esistono già ampie informazioni nella Segreteria della S. C. degli Affari Ecclesiastici Straordinari. Non ricordo con sicurezza che ve ne siano anche intorno al secondo.
Non è da omettere, poi, che, mentre il Principe von Isenburg prende, almeno nelle conversazioni avute con me, calorosamente la difesa dei Lituani contro i Polacchi, i Lituani invece – se si deve giudicare da due Memorandum (inviatimi proprio ora dal Signor Erzberger), uno del noto Signor Gabrys, l'altro del Presidente del Consiglio Nazionale Lituano – detestano i procedimenti dell'at-
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tuale amministrazione tedesca ed in particolar modo del menzionato Principe e dei suoi adepti; cosa, del resto, che non può destare meraviglia in chiunque conosca i metodi di governo adoperati pur troppo, con scarso senso politico, dai militari prussiani nei territori occupati.
"Tutta la vita nazionale (così si esprime il Signor Gabrys) è stata soppressa di un colpo; le società di cultura, di economia e di mestieri sono state chiuse; tutti i giornali proibiti. In breve, tutto ciò, che il nostro popolo con incessante lavoro aveva conquistato dopo il suo rinascimento nazionale e che pure era stato rispettato dal reazionario Governo russo, è annientato con un tratto di penna. I funzionari tedeschi, così civili, come militari, nel territorio occupato, in cui maltrattano in ogni modo la popolazione, hanno fatto sì che tutto ciò che è tedesco è esecrato, e l'abisso da essi scavato diviene ogni giorno più profondo..... Il risultato di due anni di amministrazione tedesca è stato nel nostro territorio un sistematico sfruttamento del popolo e la ribellione comincia a prepararsi. Se non si prendono presto provvedimenti radicali per mutar l'attuale regime in Lituania e richiamare il Principe Isenburg von Birnstein (il quale è detestato dai Lituani come il satrapo russo Conte Mouravieff di triste memoria) ed i suoi principali agenti, M. Mohl e compagni, è assai probabile, secon-
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do informazioni pervenuteci da buona fonte, che il desolato popolo Lituano organizzi una rivolta generale. – Noi non possiamo supporre che tali sistemi siano usati a sangue freddo da una Nazione, la quale è così superba della sua cultura, ma crediamo che si tratti di un modo di procedere personale del Principe Isenburg, il quale abusa del potere affidatogli per opprimere ingiustamente la popolazione".
In attesa pertanto di quelle istruzioni, che a Vostra Eminenza piacesse di impartirmi a riguardo della provvista suddetta, tanto più che il Signor Principe von Isenburg sul punto di congedarsi mi annunziò che sarebbe di nuovo venuto a visitarmi dopo un suo prossimo viaggio a Vienna, inchinato al bacio della S. Porpora con profondissima venerazione ho l'onore di rassegnarmi
della Eminenza Vostra Reverendissima
Obbligatissimo Devotissimo Umilissimo Servo
+ Eugenio Arcivescovo di Sardi
Nunzio Apostolico
Empfohlene Zitierweise
Pacelli, Eugenio an Gasparri, Pietro vom 20. August 1917, in: 'Kritische Online-Edition der Nuntiaturberichte Eugenio Pacellis (1917-1929)', Dokument Nr. 2138, URL: www.pacelli-edition.de/Dokument/2138. Letzter Zugriff am: 16.04.2024.
Online seit 24.03.2010, letzte Änderung am 29.09.2014.