Dokument-Nr. 2598

[Erzberger, Matthias]: Il discorso del Conte Czernin e la sua accoglienza nella stampa politica tedesca, vor dem 07. Februar 1918

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I discorsi pronunziati nel medesimo giorno in Berlino e in Vienna dal Cancelliere dell'Impero e dal Ministro degli Esteri austro-ungarico, conte Czernin, in risposta ai discorsi di Lloyd George e del Presidente Wilson servirono ad esporre, con maggiore o minore determinatezza, gli scopi di guerra delle Potenze alleate nel loro complesso. Il conte von Hertling e il conte Czernin seguirono una medesima linea di condotta, sbrigandosi l'uno con solo un paio di parole, l'altro passandosi affatto delle dichiarazioni di Lloyd George, per occuparsi, invece, diffusamente di quelle di Wilson. Nella risposta a Wilson consistette, quasi per intero, il discorso del conte von Hertling, il quale si occupò del messaggio del Presidente punto per punto, e con larghezza obiettiva, intrattenendosi, com'è naturale, principalmente sulle questioni occidentali. Invece il discorso del conte Czernin si aggirò soprattutto sulle trattative di Brest-Litowsk e il loro probabile esito. Questa parte del compito il Hertling la lasciò quasi tutta al Segretario di Stato von Kühlmann. Nonostante qualche differenza di tono e di dizione, è importantissimo notare che, nel suo discorso, per ciò che riguarda la questione della piena integrità della Germania, su cui insistette pure il Cancelliere, il conte Czernin appoggiò incondizionatamente e con particolare energia il collega germanico. Il rapporto di fiducia, inalterato ed inalterabile, dei due alleati, ricevette così una nova vigorosa conferma.
Nella sua risposta a Wilson il conte von Hertling non si spinse più in là della concessione che "certi principi per una pace generale potrebbero costituire il punto di
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partenza e di arrivo di trattative": sull'accordo su questioni concrete egli si dimostrò scettico. Invece il conte Czernin dichiarò che, a suo avviso, anche queste divergenze di vedute non sono poi così grandi da rendere impossibile un tentativo di negoziati, e coronò le sue parole con la proposta di una conversazione austro-americana. Comune ai discorsi dei due uomini di Stato fu l'idea di promuovere di nuovo una discussione della pace prima che si venga all'ultima decisione con le armi.
Con ciò è detto che la coincidenza dei due discorsi non fu fortuita, ma conseguenza di anteriori accordi. Non si può, quindi, parlare di un contrasto fra Vienna e Berlino richiamandosi alla misura dell'accondiscendenza dimostrata da una parte e dall'altra. Giustamente il discorso del conte Czernin è stato interpretato in certa guisa, dall'opinione pubblica tedesca, come un'integrazione di quello del Cancelliere. Senza sollevare l'opposizione di nessun rappresentante del Governo, il deputato Erzberger, nella discussione politica della Giunta principale del Reichstag, ha manifestato l'opinione che i due discorsi devono venir considerati non come due cose distinte, ma come un tutt'uno. La stampa della maggioranza del Reichstag spiega perché al conte Czernin sia toccato il compito di dichiarare le proposte di Wilson, nonostante tutte le divergenze d'avviso nei particolari, una base accettabile per uno scambio d'idee fra l'Austria-Ungheria e gli Stati Uniti, dicendo che, nonostante lo stato di guerra, fra i due Stati non esistono divergenze vitali come fra gli Stati Uniti e la Germania, verso la quale gli Stati Uniti hanno attuata una politica ostile non soltanto nella questione dei sottomarini. I rapporti tedesco-americani
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sono talmente turbati dalla mentalità anglo-sassone e dalla legittima diffidenza che, quindi, si ha in Germania contro tutto ciò che proviene da Washington che il giudizio dell'opportunità delle proposte di Wilson, qual base di una discussione preliminare di pace, non poteva varcare la linea che di fatto il conte von Hertling segnò al suo dire.
Ad ogni modo i giornali della maggioranza del Reichstag considerano i due discorsi come integrantisi a vicenda. La "Germania" scrive che essi hanno manifestata la concordia delle due Potenze negli sforzi per raggiungere i fini della guerra. Il "Berliner Tageblatt" non dubita che il conte Czernin abbia fatta la sua dichiarazione all'indirizzo di Washington d'intesa con il Governo di Berlino e spera che questa dichiarazione contribuisca a promuovere l'inclinazione alla pace in America, dove la scarsezza di carbone intralascia l'equipaggiamento dell'esercito mentre altre circostanze hanno influito a raffreddare notevolmente l'entusiasmo per la guerra. La "Berliner Börsenzeitung" afferma che il discorso del conte Czernin deve in alcuni riguardi considerarsi come un'interpretazione delle dichiarazioni del conte von Hertling e che l'azione politica del 24 gennaio in Berlino e Vienna va considerata come un tutt'uno. Nulla di più sbagliato del diffondere l'opinione che si tratti qui di due azioni l'una indipendente dall'altra. Il foglio nazionale-liberale ricorda che il signor von Kühlmann è rimasto sino al 23 gennaio nel più stretto contatto con il conte Czernin e che l'effetto si è visto nel fatto che i due uomini di Stato hanno manifestato sulla Polonia idee che, in sostanza eguali, si differenziano tra loro soltanto per la misura della loro attuabilità. Il conte Czernin dichiarò dinanzi alla delegazione
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di essere disposto ad accettare incondizionatamente, quale sia per essere, il voto del popolo polacco, e che secondo il Governo austro-ungarico la base per questo voto dev'essere la più larga possibile. Il signor von Kühlmann disse, in fondo, il medesimo, dichiarando di volere, una volta conchiusa la pace con la Russia, far tutto quanto sia relativamente conciliabile con le necessità militari, per ottenere un allargamento dei corpi rappresentativi già durante lo stato di guerra. Col discorso del conte von Hertling quello del conte Czernin non combacia pienamente, ma nella questione decisiva dell'atteggiamento generico verso il programma di pace di Wilson il giornale dice di non riuscire a scorgere una fondamentale differenza. Il "Vorwärts" sottolinea le parole del signor von Kühlmann: "Noi siamo d'accordo con il conte Czernin." Si ha, dunque, dice il Vorwärts, che fare con un nuovo tentativo della Germania e dell'Austria-Ungheria d'intavolare negoziati per una pace generale ed è superfluo dire che lo scopo di questo tentativo è pure lo scopo del partito socialista.
I giornali di destra e gli altri che ritengono che una discussione con Wilson non possa in nessun modo giovare al bene della Germania, sono insoddisfattissimi del discorso del conte Czernin. La "Kölnische Volkszeitung", per esempio, dice stupefacente l'invito a uno scambio d'idee fra la Monarchia danubiana e gli Stati Uniti e domanda se i Governanti di Berlino e di Vienna abbiano avuto motivi speciali di concedere tanta attenzione al messaggio di Wilson. Una discussione dei belligeranti per il tramite di Wilson è solo possibile se i quattordici punti del programma del Presidente americano rappresentino solo il suo programma massimo. Del rimanente il giornale dice di voler mantenere verso l'azione del conte
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Czernin il debito riserbo. La politica sin qui attuata da Wilson non dà alcun motivo di farsi illusioni sulla sua attitudine a mediatore della pace. Non si dovrebbe dimenticare che Wilson è guidato dalla persuasione dell'inutilità, sempre più evidente, per l'Intesa di continuare la guerra, ma altresì dalla preoccupazione dell'interesse dell'Inghilterra. Il "Berliner Lokalanzeiger" fa ancora un passo avanti e scrive che varie affermazioni del conte Czernin devono destare viva opposizione in Germania. Nondimeno il giornale suppone un'intesa tra i due Governi, che si sarebbero divise prudentemente le parti. Del resto i negoziati ripresi in Brest-Litowsk dimostreranno chiaramente gli effetti pratici di questa strategia diplomatica.
I giornali spiccatamente pangermanistici attaccano vivacemente il conte Czernin e affermano che egli si è messo in profondo contrasto con il Governo di Berlino. La "Deutsche Tageszeitung" parla di non dissimulate e gravi divergenze, anzi di un vero, profondo dissenso per ciò che riguarda l'approvazione del conte Czernin della maggior parte delle proposte di Wilson e l'invito a trattative austro-americane. La "Deutsche Tageszeitung" rimprovera al conte Czernin di condursi in un modo che urta assai contro le parole del conte von Hertling, il quale disse: "La stretta unione con l'alleata Monarchia è il pernio della nostra odierna politica." La "Deutsche Tageszeitung" appaia il conte Czernin con Scheidemann; dice che gli alleati di Czernin sono l'internazionale e il socialismo rivoluzionario; che l'offerta separata di trattative del conte Czernin agli Stati Uniti è una minaccia degli interessi vitali tedeschi; che il suo discorso altro equivale a una forte pressione sull'Impero ger-
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manico esercitata al cospetto di tutto il mondo. Anche la "Tägliche Rundschau" chiama il conte Czernin il segretario delle masse democratiche, di quella maggioranza parlamentare socialista, progressista-radicale, czeco-austriaca che non conosce gratitudine per l'aiuto ricevuto dalla Germania e che sembra aver dimenticata l'origine della guerra. La distribuzione del lavoro: alla Germania la condotta della guerra e il sostenere gli oneri; all'Austria la direzione delle trattative di pace con Wilson, il peggior nemico della Germania, va respinta. Il Governo germanico deve contrapporre il no più reciso. La conservatrice "Kreuzzeitung" parla delusa di un nuovo invito a trattative di pace, precisamente tre settimane dopo che l'Intesa ha reagito all'ultima offerta delle Potenze Centrali o tacendo o con parole di scherno. Il giornale spera che la supposizione secondo la quale il conte Czernin avrebbe agito d'intesa con il Governo di Berlino non sia fondata. Un altro giornale berlinese, la "Vossische Zeitung" – che propugna con grande tenacia un nuovo orientamento della politica estera e proclama l'intesa con la Russia lo scopo precipuo della politica dell'Impero che deve tendere ad una concentrazione delle Potenze continentali da crearsi a contrappeso della tendenza anglo-americana per una egemonia mondiale, – dunque un giornale cui il discorso del conte Czernin non può essere riuscito che sommamente sgradito, – deduce dalla esplicita dichiarazione del signor von Kühlmann circa il pieno accordo con il conte Czernin, che l'invito di questi a Wilson non può essere avvenuto senza l'esplicita approvazione dell'"Auswärtiges Amt". Occorre anzi perfino supporre di più e dire che un diplomatico abile come il conte Czernin non avrebbe fatto un si-
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mile invito se non fosse stato certo dell'accettazione.
Così ottimista non si è manifestato, però, neppure un giornale di quelli che hanno di mira soprattutto una pace generale per via d'accordo. La stampa della maggioranza del Reichstag si è compiaciuta soltanto che il discorso del conte Czernin renda forse possibile uno scambio d'idee fra l'America e l'Austria-Ungheria, come di qualunque altra possibilità di una pace generale conciliabile con gl'interessi vitali degli Imperi alleati.
Empfohlene Zitierweise
[Erzberger, Matthias], Il discorso del Conte Czernin e la sua accoglienza nella stampa politica tedesca vom vor dem 07. Februar 1918, Anlage, in: 'Kritische Online-Edition der Nuntiaturberichte Eugenio Pacellis (1917-1929)', Dokument Nr. 2598, URL: www.pacelli-edition.de/Dokument/2598. Letzter Zugriff am: 28.03.2024.
Online seit 02.03.2011.