Dokument-Nr. 2611

[Erzberger, Matthias]: Le pretese dei radicali polacco-prussiani riguardo alla Prussia, 31. Oktober 1918

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Accettati dal Governo tedesco i quattordici postulati del Presidente Wilson, la stampa polacca nell'Impero tedesco ha pubblicato un appello alle organizzazioni politiche polacche che si richiama alle dichiarazioni di Wilson e all'approvazione delle medesime da parte del Governo tedesco. In questo appello i Polacchi domandano "la riunione di quelle popolazioni che abitano in tutti i paesi polacchi" e, riferendosi al caposaldo No. 13 del programma di pace wilsoniano, "la formazione di una Polonia indipendente composta di tutte quante le parti di territorio polacco ed una costa di mare propria." Con queste richieste i Polacchi oltrepassano di gran lunga la pregiudiziale No. 13 del programma di Wilson alla quale si richiamano, e che letteralmente tradotta dall'inglese dice:
"Dovra essere stabilito uno Stato polacco indipendente che dovrà comprendere i territori (non dice: tutti i territori) abitati da popolazioni incon testabilmente polacche, alle quali si dovrà assicurare un libero e sicuro accesso al mare ".
Nella traduzione polacca è stata soppressa la importantissima parola "incontestabilmente"; mentre il libero e sicuro accesso al mare si muta nella interpretazione polacca nel "possesso della costa del mare".
Nel suo discorso dell'11 febbraio 1918 Wilson ha chiesto al numero 4 dei suoi ulteriori capisaldi:
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"che tutte le aspirazioni nazionali ben definite siano soddisfatte nel modo più largo possibile, senza introdurre nuovi o perpetuare vecchi elementi di discordia o di antagonismo, suscettibili di pro voca re eventualmente la fine della pace in Europa e per conseguenza nel mondo".
Per la concretazione [sic] dei desideri panpolacchi occorre esaminare due premesse.
Anzitutto i paesi (territori) che dovranno formare il futuro Stato polacco dovranno essere abitati da popolazioni incontestabilmente polacche. Ora il deputato polacco al Reichstag on. Korfanty domandò il 25 ottobre in pieno Reichstag i circondari polacchi della Germania orientale e perfino Danzica, che esso stesso ha riconosciuto essere una città prettamente tedesca. Questa pretesa è stata respinta energicamente da tutti i partiti del Reichstag, non escluso il partito dei socialisti radicali, come occorre di rilevare appositamente.
Esaminiamo ora, con alla mano le statistiche ufficiali del tempo immediatamente precedente la guerra, i rapporti di nazionalità in oriente.
In questo esame considereremo la Prussia occidentale, la Posnania e la parte sudorientale della Slesia come infiltrate da popolazione polacca.
Nel censimento del 1910 si ebbero le cifre seguenti relativamente alle diverse favelle:
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tedesco polacco
Nella regione di Posnania 38,42% 60,90 %
nella provincia di Posen 31,98% 67,38%
nella provincia di Bromberg 49,67% 49,59%
nella provincia di Oppeln 40,04% 52,96%*
* i cosiddetti "Wasserpolen"
tedesco polacco
compresi i Cassubi
Nella regione Prussia occidentale 64,45 % 34,22 %
nella provincia di Danzica 71,72% 27,22%
nella provincia di Marienwerder 58,82% 39,54%
nella città di Danzica 96,05% 2,10%
Da questa tabella risulta che soltanto nella regione di Posnani a prevale la popolazione polacca. Questo avviene in prima linea nella provincia dì Posen dove il rapporto è questo: 2 Polacchi per ogni Tedesco. Di una popolazione "incontestabilmente" polacca non sì può, dunque, parlare nemmeno in questa provincia relativamente piccola. In quanto alla distribuzione degli elementi tedeschi, trovansi in essa numerosissime colonie tedesche compatte, distribuite su tutta la provincia. Negli altri territori le condizioni etnografiche sono per i Polacchi assai sfavorevoli, come dimostra la tabella qui sopra. Nella provincia di Bromberg il numero della popolazione tedesca è bilanciato con quella polacca. Si può anzi dire che i Tedeschi siano un po' di più.
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Nella regione della Prussia occidentale, invece, vi è in media un Polacco per ogni due Tedeschi. E considerisi che i Cassubi appartengono ad una stirpe slava che cominciò ad essere polacchizzata molto tardi e che qui è contata fra i Polacchi. Questa -popolazione cassuba nel nordovest della provincia, è tagliata fuori dal resto della popolazione polacca della provincia stessa mediante una larga zona di territorio tedesco. La città di Danzica, che i Polacchi domanderebbero per sé, ha al massimo il 2 % di Polacchi fra la sua popolazione. I Polacchi della Slesia superiore, i cosiddetti "Wasserpolen" sono stati scoperti dai Polacchi soltanto venti anni fa; prima non si occupavano affatto di questo piccolo strato della popolazione. Ci voleva proprio la tendenza panpolacco-democratica capitanata dal deputato al Reichstag, on. Korfanty, per scoprirla; quel Korfanty che nella sua lotta contro il Centro ha scatenato una feroce agitazione politica.
Ancor più istruttiva è la statistica ufficiale sull'elezione al Reichstag nell'anno 1912. Qui si tratta dello scrutinio dei voti tedeschi e polacchi, dati segretamente. Da questa votazione segreta risulta chiara e genuina l'opinione politica della popolazione. Qui cade a proposito l'interessante osservazione che di tutti quei Polacchi i quali hanno dichiarato essere la lingua polacca il loro idioma materno, solo una parte hanno votato per i Polacchi. In altre parole: la professione di nazionalità polacca mediante le elezioni sta molto al disotto, da quanto risulta dalle cifre, dei risultati del censimento popolare. Ciò risulta confrontando la tabella che segue con quella precedente.
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Elessero nel 1912
Tedeschi Polacchi
Nella regione di Posnania di cui 44,2 % 55,8 %
nella Provincia di Posen 38,7 % 61,3 %
nella Provincia di Bromberg 53,1 % 46,9 %
nella Provincia slesiana di Oppeln 69,2 % 30,8 %
Tedeschi Polacchi
Nella regione di Prussia occidentale
di cui
65,8 %
34,2 %
nella Provincia di Danzica 71,9 % 28,1 %
nella Provincia di Marienwerder 61,3 % 38,7 %
nella città di Danzica 98,0 % 2,0 %
Se si osservano le due tabelle qui riportate non si può senz'altro affermare che la prima condizione del programma wilsoniano – la quale dice che tutti i territori abitati da popolazioni incontestabilmente polacche hanno da formare uno Stato polacco indipendente –, sia soddisfatta coll'aggregazione della Prussia occidentale, la Posnania e la Slesia superiore (Oppeln) alla Polonia. E così si dà risposta alla seconda premessa la quale dice che soltanto "aspirazioni nazionali ben definite siano soddisfatte senza introdurre nuovi o perpetuare vecchi elementi di discordia".
Nei territori polacco-prussiani vivono oggi Tedeschi e Prussiani in una mescolanza indivisibile. Voler procedere ad una divisione netta sarebbe impossibile. Oltre a ciò le province orientali sono talmente legate alla Prussia – Germania in ma-
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teria economica che probabilmente molti Polacchi messi davanti alla decisione voterebbero, non foss'altro che per motivi economici, per una ulteriore appartenenza alla Prussia Grandi partiti della Germania, come il Centro, il partito democratico-progressista e il partito socialista non hanno mai misconosciuto le giustificate pretese della Polonia prussiana; le hanno anzi difese; ma che oggi i Polacchi prussiani, o almeno una parte di essi, vogliano strappare all'Impero tedesco territori che gli appartengono, produce una impressione penosissima. Il nuovo Governo popolare tedesco per concludere una pace basata sulla giustizia e sul diritto ha già dichiarato di voler considerare i territori tedeschi abitati da popolazione di lingua straniera come una questione internazionale. Ma se i partiti della maggioranza sono disposti, in omaggio al loro desiderio, di veder conclusa una pace di diritto ad appianare qualsiasi ostacolo, non è detto che essi siano disposti di riconoscere agli elementi di lingua straniera anche i diritti che non hanno e di defraudarne i loro connazionali. Se ciò facessero non si potrebbe concludere una pace basata sulla giustizia. Le parti polacco prussiane delle regioni orientali tedesche, debbono la loro floridezza e la loro importanza economica all'operosità tedesca nelle città e nelle campagne.
Il contadino e il capitale tedesco hanno portato il benessere economico nel paese, e sta dunque nell'interesse degli stessi Polacchi di farla finita col loro romanticismo politico e di trattare le questioni pendenti con un senso di obiettività. Vien fatto proprio di ridere a sentire che il deputato al Reichstag on. Korfanty, capo del radicalismo polacco in Germania, dichiara Danzica città popolata
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esclusivamente da Tedeschi, ma, ciò nonostante, la reclama per la Polonia. Oltre il 90 %, e, più esattamente, il 96½ % della popolazione di Danzica, è prettamente tedesca di lingua, e il 98 % ha votato per deputati tedeschi. Se Danzica dovesse andare in mano ai Polacchi, tutto quanto il dietroterra della Prussia orientale sarebbe perduto per la Germania. I Polacchi vogliono fare una politica radicale, ignorando che la concretazione [sic] radicale di una teoria non porta nella politica a nulla di buono.
Ciò che la nuova Germania potrebbe esser pronta a dare sarebbe la completa autonomia culturale dei Polacchi in Prussia. Quando il partito in Germania voleva portare i confini prussiani su territorio polacco, lo Stato polacco sollevò, ed a ragione, protesta contro una tale annessione. Orbene, oggi è la Germania che domanda lo stesso, e non potrà ammettere che uno Stato appena nato voglia far valere aspirazioni le quali avvelenerebbero per sempre il rapporto tedesco-polacco. Nel senso del postulato di Wilson la Germania sarebbe anche pronta a garantire ai Polacchi libera navigazione nella Vistola e di usare la città di Danzica quale porto libero. Se è vero che la Polonia, la quale altro non può aspettarsi dal bolscevismo che la decadenza della sua incipiente indipendenza politica ed economica, non ha altra risorsa per un tempo indeterminato che quella di appoggiarsi economicamente e culturalmente alla finitima Germania, è un fatto che essa stessa ha il massimo interesse che la questione sia risolta in modo equo per entrambi.
Empfohlene Zitierweise
[Erzberger, Matthias], Le pretese dei radicali polacco-prussiani riguardo alla Prussia vom 31. Oktober 1918, Anlage, in: 'Kritische Online-Edition der Nuntiaturberichte Eugenio Pacellis (1917-1929)', Dokument Nr. 2611, URL: www.pacelli-edition.de/Dokument/2611. Letzter Zugriff am: 28.03.2024.
Online seit 02.03.2011, letzte Änderung am 20.01.2020.