Dokument-Nr. 2681
Jäckh, Ernst an Erzberger, Matthias
Berlin, 21. Januar 1919

Eccellenza!
Ci permettiamo di sottoporre all'Eccellenza Vostra la seguente iniziativa: se, cioè, sarebbe possibile ottenere dalla Santa Sede un'azione tendente ad ottenere che tutto quanto il clero cattolico sollevi protesta contro una pace di violenza, i cui indizi debbonsi già scorgere nell'interpretazione dell'armistizio e nella preparazione unilaterale delle condizioni di pace che l'Intesa vuol dettare.
Noi crediamo che nessun momento sia più adatto di questo per influenzare l'opera di pace nel senso corrispondente ai fini della Santa Sede – quell'opera che il Papa ha promosso con giustizia e perseveranza durante gli anni di guerra.
Nella lettera che il signor Cardinale Segretario di Stato diresse per incarico del Papa il 2 marzo 1917 alla Conferenza internazionale cattolica, un tal momento fu previsto colle seguenti parole:
"Allora sarà certamente del più alto significato lasciar che le forze rimaste cooperino, non per eternare sentimenti ignobili e di odio dai quali potrebbero eventualmente sorgere nuove guerre, sibbene per ristabilire più alacremente e più magnanimamente che sia possibile il distrutto ordine pubblico e sociale, sulla base della religione e della giustizia." (Questo e gli altri passi che seguono, tolte dalle varie note
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pontificie, non possono corrispondere al testo originale, parola per parola, ma solo in quanto al senso, poiché sono stati ritradotti qui dal tedesco nel quale era stata fatta la versione dall'italiano. Nota del traduttore.)
Lo stesso Pontefice espresse la sua alta missione nei primi anni di guerra dicendo:
"Quale Padre di tutto il mondo cattolico Egli ha dovunque figli in gran numero il cui bene Gli deve stare a cuore allo stesso modo; Egli deve guardare, dunque, non ai singoli interessi che li separano, sibbene al legame comune della Fede che li unisce."
Il 26 giugno 1915 ripeté il Suo avvertimento così:
"Non si dica che l'enorme conflitto non possa esser composto senza la forza delle armi; si abbandoni l'intenzione di annientamento reciproco! Si pensi che le Nazioni non muoiono; umiliate ed oppresse sopportano, digrignando i denti, il giogo loro imposto; preparano frattanto la riscossa, mentre l'odio e la vendetta passa in eredità da generazione in generazione."
Orbene: questo avvertimento è ben idoneo, secondo le parole del Santo Padre
"a raggiungere la santa e sicura pace delle Nazioni" la quale
"riposa più sulla benevolenza reciproca e sul rispetto del diritto e della dignità stranieri, che non su masse d'eserciti e formidabili cinture di forti."
Solo allora potrebbe essere esaudito il Suo desiderio, che, cioè, la società umana
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"quando sarà ritornata la pace, faccia veramente dei progressi su tutti i campi della cultura"
una pace che Egli stesso anela
"dopo la ristaurazione dell'ordine, mediante il sacro rispetto del diritto e della giustizia."
La via che conduce a questi nobili fini è stata già tracciata dal Santo Padre così:
"Naturalmente è necessario che tanto da una parte come dall'altra si deroghi in parte o si rinunci ai fini prefissisi o ai vantaggi speratine."
A questa necessità il popolo tedesco cerca di corrispondere con tutte le sue forze; ma dall'altra parte nulla ci dimostra che siano animati dal medesimo sentimento, sebbene anche gli avversari abbiano un gran bisogno, secondo le parole del Santo Padre, che
"di piegarsi, per amore della giustizia e del bene generale delle nazioni, al grave e necessario sacrificio del loro egoismo e dei loro interessi speciali."
Il punto principale del programma pontificio di pace; programma che insieme al Papa, considera tutto quanto il mondo civile quale base di un avvenire migliore si potrebbe soddisfare solo agendo così:
"Alla forza materiale delle armi deve sottentrare la forza morale del diritto."
Insieme a Sua Santità desideriamo anche noi che i negoziati
"percorrano quella via che mena alla pace attraverso l'amore paziente e alla filantropia;"
anche noi siamo persuasi che questa pace
"tanto più sarà durevole, quanto più avrà profonde radici nei cuori."
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Noi crediamo di poter sottoporre a Vostra Eccellenza questo incitamento, molto più perché un risultato in questo senso corrisponderebbe talmente secondo il nostro modo di vedere alle intenzioni di Sua Santità il Papa, che, come si vede da quanto sopra, lo si può esprimere colle sue stesse parole.
Con i sensi della più profonda stima.
dell'Eccellenza Vostra
Associazione per la Lega dei popoli
Firmato: Dr. Jaeckh
Empfohlene Zitierweise
Jäckh, Ernst an Erzberger, Matthias vom 21. Januar 1919, Anlage, in: 'Kritische Online-Edition der Nuntiaturberichte Eugenio Pacellis (1917-1929)', Dokument Nr. 2681, URL: www.pacelli-edition.de/Dokument/2681. Letzter Zugriff am: 29.03.2024.
Online seit 04.06.2012.