Dokument-Nr. 2685

Erzberger, Matthias: La seconda parte del memoriale tedesco, vor dem 28. Juni 1919

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La seconda parte del memoriale tedesc o.
Nella seconda parte del memoriale tedesco che contiene le controproposte tedesche alle condizioni di pace delle Potenze alleate e associate, si parla dapprima della Società delle Nazioni. Mentre la delegazione tedesca mantien fermo il concetto essenziale del suo progetto concernente la Lega dei Popoli, si dichiara pronta a negoziare sulle basi del progetto dell'Intesa. Inoltre, la Germania, parte dalla premessa che essa, dopo la firma del trattato di pace, debba essere accettata nella Società delle Nazioni con diritti uguali e che specialmente essa goda dell'assoluta eguaglianza di diritti e di reciprocità sulle questioni economiche di tutte le altre nazioni. A queste condizioni la delegazione tedesca acconsente alle disposizioni stabilite nel progetto dell'Intesa, per quanto esse si riferiscono all'esercito, alla marina e alle forze aeree. La Germania, dichiarandosi pronta a disarmare prima delle altre nazioni, deve, d'altra parte, esigere un periodo di transizione, durante il quale essa possa tener sotto le armi le truppe necessarie al mantenimento dell'ordine all'interno. La durata di detto periodo di transizione e la quantità di truppe da mantenere sotto le armi verranno stabilite a parte, e, se necessario, verranno fissate dalla Società delle Nazioni. La Germania è altresì pronta a smantellare le sue fortezze al suo confine occidentale, a stabilire una zona sprovvista di truppe e a mettere a disposizione dell'Intesa non soltanto le navi richieste, ma anche le navi di linea. Il principio che il disarmo sia da effettuarsi sotto il controllo della Società
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delle Nazioni, dove aver valore però anche per la Germania. Per stabilire i particolari di queste proposto la Delegazione tedesca domanda l'iniziò di negoziati verbali.
Nel paragrafo successivo, trattante le questioni territoriali, vien formulato il principio, in conformità ai noti 14 punti di Wilson, che nessun territorio venga distaccato dalla Germania, allorquando ne sia provata la sua appartenenza nazionale in seguito all'Unione secolare priva di conflitti collo Stato tedesco; oppure, quando questo non sia il caso, che la sua popolazione non ne approvi il distacco.
Detta dichiarazione deve venire effettuata mediante plebiscito fatto in ogni comune, a cui partecipino tutti i cittadini, uomini e donne, dal ventesimo anno in su, che risiedano nel comune e che detta residenza possedessero già un anno prima della conclusione della pace. L'elezione deve essere assolutamente segreta. Tutte le truppe verranno allontanate dai territori contestati e l'amministrazione dei medesimi verrà affidata, fin che il plebiscito non abbia avuto luogo, a una commissione composta di membri appartenenti a Stati neutrali. Sarà altresì proibito influire sul plebiscito, sia annunziando dei vantaggi materiali, sia comminando delle pene. La delegazione tedesca chiede anche nelle sue controproposte, che nel trattato di pace, venga concesso alle nazionalità in minoranza quella protezione che si concilia coll'idea della Società delle nazioni.
Passando poi ai particolari, nella proposta tedesca si eleva protesta che il Mor esnet neutrale e il M oresnet pruss iano vengano incorporati al Belgio senza plebiscito; e Eupen e Malmedy senza un plebiscito regolare. S'aderisce al desiderio espresso nel progetto dell'Intesa di fornire un compenso al Belgio per la sua proprietà boschiva distrutta in seguito alla guerra, nel distretto di Eupen, ricchissimo
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di foreste, concludendo accordi per la consegna di legname. In ogni nodo non si dovrà, per regolare la questione del legname o dei minerali di zinco, spostare una popolazione da una nazionalità a un'altra. Per quanto concerne il Lussemburgo, la Germania s'accorderà sulle questioni economico-politiche secondo il principio della reciprocità. Alla proposta dell'Intesa sul bacino della Sare, si risponde proponendo ancora una volta la soluzione tedesca presentata già nelle note tedesche del 13 e del 16 maggio, in base alle quale bisogno della Francia di carboni viene essenzialmente assicurato mediante contratti di consegna e partecipazione. A questo proposito si fa nuovamente notare che le miniere carbonifere del nord della Francia saranno rimesse in completo assetto di funzionamento in un periodo di 10 anni al massimo, mentre il passaggio di proprietà delle miniere in questione, proposto dall'Intesa, supererebbe di 100 volte le pretese francesi. Anche la storia del bacino della Sare, come pure il sentimento della sua popolazione, rendono ineffettuabile l'esecuzione di una proposta che imporrebbe alla popolazione gravi sofferenze.
Anche la proposta dell'Intesa di cedere alla Francia l'Alsazia-Lorena senza plebiscito, creerebbe una nuova sorgente d'odio fra i popoli. In caso di plebiscito bisogna dunque presentare le seguenti tre domande; cioè, se la popolazione preferisce d'appartenere alla Francia, di rimanere unita alla Germania quale Stato libero, oppure d'essere completamente indipendente e specialmente libera d'unione, nelle sue relazioni economiche, con uno Stato vicino. In caso d'annessione, i diritti di tutti gli abitanti dell'Alsazia-Lorena devono essere assicurati, l'incorporamento nell'organizzazione francese del porto di Kehl, situato alla riva destra del Reno, non è giustificabile. L'Alsazia-Lorena deve assumersi quella parte di contribuzioni che le competono,
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perché i debiti furono contratti anche nel suo interesse, e finalmente si dovranno regolare nell'Alsazia-Lorena, in base alla reciprocità, e con accordi separati, tutte quelle questioni riferentisi all'assicurazione degli operai e degli impiegati tedeschi.
All'Austria tedesca si deve , in conformità al diritto dei popoli di disporre di sé, offrire la possibilità d'unir si, per libera decisione e senza coercizione, alla Germania.
Si dec lina la cessione della maggior parte della Slesia superiore, perché tale territorio ha appartenuto per secoli alla Germania senza provocare conflitti e perché nelle elezioni del 1919 per l'Assemblea nazionale tedesca, è risultato vivere in essa una maggioranza tedesca. Importante è altresì il fatto, che la Polonia non ha bisogno della Slesia superiore, mentre per la Germania è indispensabile; e che, del resto, gli interessi della popolazione di detto territorio vengon meglio assicurati col rimanere annesso alla Germania. Finalmente è nell'interesse degli Alleati il lasciare la Slesia superiore alla Germania, perché la Germania potrà adempiere agli obblighi impostile dalla guerra mondiale se rimanendo con la Slesia superiore, ma mai senza questa regione.
Vasti territori della Pos nania sono preponderatamente popolati da tedeschi; laddove però la Posnania è indiscutibilmente polacca, la Germania acconsente alla cessione del territorio. La linea di demarcazione indicata nel trattato di pace proposto, non è segnata dal punto di vista della nazionalità, ma della preparazione strategica per procedere poi a aggressioni su territorio tedesco. Tali considerazioni diverranno superflue quando i rapporti tedesco-polacchi saranno regolati dalla Società delle Nazioni.
La Prussia occidentale è antico territorio tedesco,
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con popolazione tedesca numericamente in maggioranza, la quale è superiore alla popolazione polacca e cassubica, sia per la sua potenza economica, sia nei rapporti sociali e di cultura. Tuttavia, quando non vi sia pregiudizio per le vie di comunicazione colla Prussia orientale, che deve restare assolutamente unita alla Germania, quelle parti della Prussia occidentale che risultino indiscutibilmente popolate da polacchi, la Germania acconsenta a cederle alla Polonia. Il Governo tedesco si ribella però contro la progettata sopraffazione nazionale di Danzica, colla sua esigua minoranza di lingua polacca, e chiede che Danzica sia lasciata col suo territorio circostante alla Germania. Il Governo tedesco è pronto a dichiarar liberi i porti di Memel, Koenigsberga e Danzica e a concedere ai polacchi, nei medesimi, ampi diritti e ad assicurare la costruzione e l'uso degli impianti portuali necessari. La Germania ricusa la cessione di territori della Prussia orientale. La popolazione di tali territori non ha mai manifestato l'intenzione di separarsi dalla Germania. Lo stesso dicasi della Prussia occidentale, per i circondari di Stuhm, Marienburg, Marienwerder e Rosenberg.
La Germania si rifiuta di cedere i circondari di Memel, Heydekrueg, Tilsit e Ragnit, la cui preponderante popolazione tedesca mai ha manifestato il desiderio di separarsi dalla madre patria. Il Governo tedesco chiede che nei territori ceduti alla Polonia, i sudditi che prima appartenevano all'Impero tedesco siano efficacemente protetti, per preservarli dall'oppressione polacca.
Per lo Schleswig, il Governo tedesco propone che la delimitazione del territorio da sottoporre al plebiscito, coincida al sud colla linea di preponderanza linguistica, cosicché verranno chiamati al voto quei comuni che, nel loro nesso territoriale, contengono più del 50% di popolazione
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danese. La votazione avrà luogo per comuni e nello stesso
giorno. Le autorità tedesche resteranno presenti durante la votazione, ma sottoposte a una commissione composta di tedeschi e danesi in numero eguale, presieduti da uno svedese. Si acconsente che vengano smantellate le fortificazioni di Heligoland; per contro devono essere mantenute quelle misure indispensabili per la protezione della costa e dei porti di pesca.
Le disposizioni del progettato trattato di pace sulle colonie tedesche, sono in contraddizione inconciliabile col quinto punto di Wilson. La Germania ha acquistato legittimamente le sue colonie e le ha sviluppate con lavoro tenace e con grandi sacrifici. Il possesso delle colonie sarà per la Germania più indispensabile nel futuro che per il passato, perché essa, già in considerazione della valuta, sarà costretta a coprire più che le sarà possibile, il suo fabbisogno di materie prime nelle proprie colonie; e perché dovrà avere nelle medesime dei territori di smercio per la sua industria e la colonizzazione, almeno per una parte del suo sovrappiù di popolazione. Per ciò che concerne l'opera civilizzatrice, la Germania ha elevato la vita economica degli indigeni a un grado superiore di sviluppo e colla lotta sistematica condotta contro i morbi che minacciano la vita umana e quella degli animali, coll'istituzione di scuole esemplari, e coll'esentare la popolazione da ogni obbligo al servizio militare, ha tutelato gli interessi di detti indigeni. È ingiusta la pretesa che la proprietà di Stato della Germania e quella privata dei tedeschi nelle colonie, venga ceduta alle Potenze mandatarie; lo stesso dicasi dell'altra pretesa che la Germania debba riconoscere ogni altro accordo che venga pattuito più tardi sulle colonie. La pretesa nemica della rinuncia da parte della Germania alle sue colonie è in-
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giustificabile richiamandosi ai Punti di Wilson il Governo tedesco propone che la questione coloniale venga sottoposta per la trattazione formale a una Commissione speciale. Per il regolamento materiale della questione delle colonie, il Governo tedesco sostiene il suo diritto alla restituzione dei suoi possedimenti coloniali, è però pronto, nel caso che si costituisca la Lega dei popoli e che la Germania ne faccia parte coi medesimi diritti, ad amministrare le sue colonie secondo i principi della Lega dei popoli, eventualmente quale suo mandatario. È pronto altresì alla rinuncia di tutti i suoi diritti su Kiatschou e Schantung.
La Germania non pretende nessun territorio dell'antica Russia e considera la struttura politica dei singoli Stati russi, una questione interna dei medesimi. Un diritto russo a riparazioni e a restaurazioni verso la Germania non viene riconosciuto. Il Governo tedesco approverà i trattati e gli accordi conclusi fra gli Alleati e gli Stati russi, soltanto dopo che esso sarà venuto a conoscenza del contenuto dei medesimi e si sarà convinto che le condizioni stipulate in detti trattati e accordi, permetteranno alla Germania di continuare in pace e amicizia quelle relazioni che ha mantenute prima colla Russia.
Il memoriale passa quindi a parlare dei diritti e degli interessi tedeschi all'estero, del commercio coll'este ro e della navigazione. Il principio stabilito in tempo di pace che la Germania non abbia in Europa diritti da far valere all'infuori dei suoi confini, non è conciliabile col trattato preliminare di pace. È impossibile l'effettuazione delle proposte contenute nel progetto, perché la solvibilità della Germania vien messa in pericolo. La Germania ha bisogno della navigazione per poter vivere economicamente. La confisca delle nevi tedesche internate nei porti nemici è inconciliabile col diritto delle genti. La richiesta consegna della flotta commerciale tedesca, come pure le misure stabilite
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nel trattato sulla navigazione commerciale, rendono inimmaginabile come possa esser possibile che la flotta commerciale tedesca trovi, nella sua rinascita dopo un lungo periodo di anni, condizioni conciliabili col principio dell'assoluta libertà di navigazione. La confisca dei cavi tedeschi è una limitazione ingiustificabile del servizio telegrafico della Germania coll'estero e quindi da respingere. Coll'abolizione dei diritti e pretese tedeschi e colla liquidazione della proprietà privata tedesca nei paesi esteri nemici, anche dopo la conclusione della pace, il commercio estero della Germania resta escluso da qualsiasi attività e vien tolta, anche qui, a qualsiasi commerciante tedesco dell'estero la possibilità di preparare il lento lavoro di ricostruzione. Tutte le misure contro i diritti e gli interessi tedeschi all'estero, previsti nel trattato di pace non si possono giustificare dal punto di vista delle riparazioni. Esse permettono bensì grandi vantaggi ai negozianti avversari, ma non sanano i danni che la Germania si è impegnata a riparare. Si deve abbandonare ogni idea di voler pregiudicare il commercio estero tedesco. La richiesta della consegna della flotta commerciale d'oltremare è inaccettabile, la delegazione tedesca è però pronta, in vista dei vuoti causati dalla guerra, a partecipare agli sforzi resi necessari nel servizio dei trasporti, a vantaggio della generalità, facendo navigare le sue navi in un monopolio mondiale, che assicuri a tutte le bandiere che vi partecipano, una cooperazione uniforme e identica nella direzione. La Germania è pronta a assumersi l'obbligo di costruzione di navi mercantili, e si rimette all'arbitrio degli Alleati d'entrare in negoziati per stabilire se sia possibile una partecipazione reciproca di interessi marinari alleati e tedeschi nelle imprese concernenti la navigazione.
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Nella questione delle riparazioni, la Germania, per ciò che concerne il suo dovere di risarcimento, si attiene al messaggio di Wilson dell'8 gennaio e alla nota di Lansing del 5 novembre 1918. Il dovere di riparazione sussiste soltanto per i danni causati alla popolazione civile degli Alleati e alla loro proprietà, dall'attacco della Germania per terra, per mare e per l'aria. Tale dovere era accettabile per parte della Germania, perché essa ha portato la guerra in paese straniero con un'azione contraria al diritto delle genti, violando cioè la neutralità del Belgio. In tal modo la Germania s'assunse la responsabilità soltanto per l'aggressione al Belgio. La responsabilità, l'Intesa vuole estenderla però anche al nord della Francia, perché gli eserciti tedeschi raggiunsero il territorio della Francia settentrionale passando per il Belgio. La Germania respinge ogni indennità all'Italia, al Montenegro, alla Serbia, alla Romania e alla Polonia, perché qui, essa, non ha aggredito. Il progetto del trattato di pace degli Alleati va oltre l'accordo stipulato nell'anno 1918. Qualora si dovesse abbandonare il terreno degli accordi stabiliti contrattualmente, anche la Germania avrebbe allora da formulare una nota per danni molto considerevole. Riferendosi alle contribuzioni finanziarie per il risarcimento dei danni, la Germania si basa sul principio della reciprocità e ricusa il pagamento delle spese immediate di guerra e il rimborso delle spese per l'esercito d'occupazione; poiché la Germania è, sotto ogni rapporto, inerme, non è necessaria una sicurezza mediante truppe d'occupazione.
La Germania acconsente che l'ammontare dei danni da risarcirsi da parte sua, venga fissato definitivamente fino al 1 maggio 1921, però non esclusivamente pei mezzo della Commissione per le riparazioni, sibbene colla cooperazione di Commissioni tedesche. È necessario che fra i due gruppi
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di commissioni venga stabilito l'ammontare di comune accordo. In casi di divergenza d'opinione deciderà un tribunale d'arbitraggio misto, presieduto da un neutrale. La Germania acconsente, nella misura della sua forza finanziaria, a concedere in pagamento annuale una percentuale degli introiti complessivi derivanti dalle imposte e dai sopravanzi dei servizi pubblici della Germania, e dei singoli Stati. La Germania riconosce il principio che il sistema tributario tedesco non debba imporre ai contribuenti tasse, che nel loro complesso, siano inferiori a quelle imposte nello stato maggiormente colpito, rappresentato nelle commissioni per le riparazioni, a condizione però che essa non venga smembrata col trattato di pace definitivo, che non le si distruggano le basi per il suo sviluppo industriale, che non le si neghi la ripresa delle sue relazioni transoceaniche, né la restituzione delle sue colonie e dei punti d'appoggio per le sue relazioni d'oltremare; che le si lasci una flotta sufficiente di navi di grande tonnellaggio e che le si permetta di imporre, coll'aiuto di mezzi giuridici internazionali, tributi sui patrimoni allontanati dai territori dello Stato. Al risarcimento dei danni dovranno prender parte anche tutti quei territori che col trattato di pace verranno distaccati dalla Germania. L'ammontare dell'annuità da pagarsi verrà fissato dalle commissioni per le riparazioni d'accordo con una commissione di periti tedesca. In tal maniera verrà stabilita in modo obbiettivo e imparziale in qual misura la capacità finanziaria della Germania possa venir sfruttata, senza che la sua vita sociale e industriale ne resti distrutta. Secondo le proposte germaniche, una commissione tedesca entrerebbe in funzione 1) per stabilire l'ammontare del danno, 2) per stabilire il valore delle contribuzioni in natura, 3) per stabilire un accordo
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sugli importi da dedurre dal valore delle contribuzioni in natura, per l'approvvigionamento della Germania con viveri e materie prime, 4) nello stabilire la capacità della Germania quale contribuente, allo scopo di fissare la percentuale delle imposte delle entrate dello Stato. La Germania è pronta a emettere un'obbligazione per l'ammontare di 20 miliardi di marchi-oro, da pagarsi al più tardi il 1 maggio 1926 a fornire altresì obbligazioni per il rimanente della somma totale del danno da fissarsi; e di effettuare dal 1 maggio 1927 pagamenti annuali in rate esenti d'interessi, colla limitazione però che il danno complessivo da stabilire non superi in alcuna maniera l'ammontare di 100 miliardi di marchi-oro, compresi tanto gli obblighi verso il Belgio per gli importi anticipati dalle Potenze alleate e associate, quanto i 20 miliardi di marchi-oro già menzionati. Sulla prima obbligazione di 20 miliardi devono venire calcolate tutte quelle contribuzioni che la Germania ha già soddisfatto e soddisfarà in conformità alle condizioni cui la Germania si sottoporrà in base al trattato di pace e che le saranno messe a credito del suo conto di riparazioni. L'annuità da pagarsi a cominciare dal maggio 1926, non supererà nei primi dieci anni il valore momentaneo corrispondente a 1 miliardo di marchi-oro. Due anni prima che sian decorsi 10 anni si dovrà negoziare di nuovo in quanto al fissare la somma massima. Il pagamento delle annuità potrà venire assicurato per mezzo di una cassa di garanzia. Soltanto nel caso che la Germania indugiasse nel pagamento di un'annuità, ai Governi alleati e associati spetterebbe il diritto di controllo su detta cassa non però di prendere misure arbitrarie e ciò fino all'eliminazione dell'indugio. La delegazione si riserva il diritto di presentare altre dichiarazioni e propone negoziati orali sui dettagli.
Nel susseguente paragrafo 3. che riguarda la "forza economica della Germania" e per ciò che concerne la consegna
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della flotta tedesca si fa notare che la Germania vuol cooperare con tutta la sua forza economica alla ricostruzione di ciò che la guerra ha distrutto e che quindi essa non può consegnare mezzi di produzione così potenti come sono le sue navi commerciali. Per contro vengono fatte le proposte già menzionate concernenti un monopolio mondiale con partecipazione reciproca. Per ciò che riguarda la richiesta consegna delle navi pescherecce, in considerazione della insufficiente quantità di carne a disposizione della popolazione tedesca, il Governo tedesco la dichiara impossibile nell'interesse di quest'ultima. Vengono inoltre fatte proposte particolareggiate sulla consegna di battelli fluviali tedeschi e la loro messa a conto delle riparazioni.
In quanto alla consegna e alla sostituzione delle macchine industriali il memoriale afferma che le misure necessarie a questo scopo devono esser prese rispettando la sovranità economica del governo tedesco, e che la commissione per le riparazioni proposta dall'Intesa, deve essere, quindi, altrimenti composta e dotata di altri poteri. Per evitare ogni parzialità nelle decisioni e nei diritti di controllo spettanti alla commissione, deve venir creata una commissione tedesca che lavori d'accordo coll'Intesa. L'ordinamento a tal uopo dovrà venire stabilito con accordo speciale. In caso di necessità spetterà a un tribunale d'arbitraggio, sotto la presidenza di un neutrale, il decidere sulle questioni controverse. Con queste premesse, la delegazione tedesca è pronta ad acconsentire alle pretese dell'Intesa e a passare alla discussione dei particolari. In modo speciale bisogna sopprimere qui la disposizione, che una disorganizzazione della vita economica della Germania provocata dalla consegna forzata di materiali debba essere evitata per quel tanto necessario affinché ciò non possa pregiudicare le capacità della Germania nel riparare ai danni causati. Siccome la Ger-
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mania non vive soltanto per risarcire i danni, ma anche per risollevarsi, si deve quindi evitare completamente la sua disorganizzazione. Oltracciò bisognerà che le espropriazioni necessarie a tal uopo vengano effettuate dal Governo tedesco in quella misura permessa dalle possibilità economiche.
Per rimediare alle differenze di produzione delle m i niere di carbone distru tte d urante la guerra e quella variabile dei prossimi dieci anni, la Germania è pronta a consegnare nei primi anni un massimo di 20 milioni di tonnellate, e in 5 anni 8 milioni di tonnellate all'anno. Il progetto contempla altresì che le imprese minerarie tedesche cooperino alla ricostruzione di dette miniere, oppure che se ne assumino esse stesse la ricostruzione. Pel resto vien provato che i calcoli statistici che servirono di base al progetto dell'Intesa, non danno un quadro giusto della reale produttività dell'industria carbonifera tedesca. Si richiede inoltre che in cambio alle forniture di carbone e cok, si consegnino minette dalla Lorena e dalla Francia, e che per le forniture tede e che si concedano i prezzi di concorso, stabiliti in base ai prezzi tedeschi e inglesi. I particolari di tali proposte devono venire regolati da sottocommissioni di periti. Si fa inoltre la proposta di creare una Commissione internazionale, che controlli la distribuzione del carbone, che con un sistema di compensazione ottenga dei rispar-mi nei mezzi di trasporto. Il memoriale tedesco fa poi controproposte dettagliate per la consegna di derivati di carbone tedeschi. Riguardo all'industria chimica si fa osservare che fra le pretese dell'Intesa e lo scopo di riparazione manca un nesso qualsiasi. Ciononostante il Governo tedesco acconsente a tali pretese. Deve però ricusare che la Commissione per le riparazioni si arroghi il diritto di controllare i prezzi di costo delle fabbriche di colori e di prodot-
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ti chimici e giunga in tal modo in possesso di segreti commerciali. Finalmente è da evitare che dall'ulteriore vendita della aeree così fornita ne derivino dei vantaggi che non vengono registrati nel conto delle riparazioni quale contribuzione tedesca.
Il memoriale, concludendo, afferma che su questo argomento son necessari ulteriori negoziati e precisamente negoziati verbali. Sarebbe qui da chiarire se il principio della partecipazione di imprese tedesche all'industria carbonifera, possa venire esteso ad altre industrie oltre a quella menzionata. La Germania ha accettato al pari degli Alleati le disposizioni dei punti di Wilson che si riferiscono alla politica commerciale, e ha quindi diritto all'assoluta equiparazione colle altre nazioni. Essa potrà sopportare i pesi che si è imposti soltanto nel caso che le sia concessa la libertà di politic a commerciale che possedeva prima della guerra. La Germania deve quindi insistere per venire subito accolta nella Società delle nazioni. Essa propone che invece dei diritti unilaterali che i Governi alleati e associati si sono riservati nel progettato trattato di pace per un breve periodo di anni, venga concesso reciprocamente il trattamento della nazione assolutamente più favorita e ciò in tutti i rapporti economici di ogni natura, con poche eccezioni oggettivamente adeguate. Ciò vale in modo speciale pel maneggio della dogana. La Germania è pronta a adoprarsi, d'accordo colle altre nazioni, allo scopo di evitare ogni concorrenza illecita e a cooperare alla creazione di un diritto internazionale del traffico, che escluda per quanto possibile ogni privilegio. È pronta anche, qualora le si conceda la reciprocità, di trasportare le merci degli alleati e associati sulle proprie ferrovie, accordando il trattamento più favorevole. La cessione di materiale ferroviario non può venir effettuata che nella misura del materiale esistente e
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nella sua reale condizione. Non si può riconoscere l'obbligo di cedere alla Polonia materiale ferroviario. La Germania si impegna di costruire nuove linee ferroviarie secondo le prescrizioni degli Alleati; non permette, né lo può, che Stati stranieri costruiscano in Germania impianti ferroviari senza che prima si sta stabilito su ciò un accordo.
Le disposizioni contenute nel progetto di pace che si riferiscono alla navigazione interna sono inconciliabili col mantenimento della sovranità tedesca e quindi inaccettabili. La Germania è pronta a concedere a tutti gli Stati il libero accesso al traffico dei fiumi tedeschi, ma all'amministrazione dovranno prender parte soltanto gli Stati rivieraschi. La Germania si dichiara disposta a entrare in trattative separate colla Czecoslavia per concludere un accordo con la medesima, che le conceda il diritto di usare il porto di Amburgo; per ciò che riguarda la cessione del tonnellaggio fluviale, la Germania è pronta a negoziare cogli Stati interessati. La disposizione del trattato di pace, che sottopone praticamente il canale di Kiel a una Commissione internazionale, sarebbe accettabile soltanto nel caso che tutte le altre vie di comunicazione marittime fossero sottoposte al medesimo trattamento.
Le clausole del trattato di pace riferentesi a accordi collettivi di natura economico-tecnica da stabilirsi fra la Germania e le Potenze alleate e associate, sono per la Germania inaccettabili. In loro vece la Germania propone che le parti contraenti, colla ratificazione del trattato di pace, ritornino per principio in vigore quei trattati che prima della guerra vigevano fra le parti contraenti; ciascuna parte resterebbe poi libera di indicare entro un dato termine quei trattati che si trovassero in disarmonia coi cambiamenti intervenuti in seguito alla guerra; la sostituzione di detti trattati con nuovi verrebbe affidata a Commissio-
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ni speciali. La Germania non può acconsentire in generale all'annullamento dei trattati conchiusi coi suoi antichi Alleati, nemmen di quelli colla Russia e colla Rumania, nel modo come è contemplato nel trattato di pace. In quanto alle pretese di concedere agli Alleati certi vantaggi accordati a mezzo trattati alle sue Alleate o a Potenze neutrali, la Germania propone di entrare in negoziati.
La Germania chiede che tutti i prigionieri di guerra e tutti g li internati civili che furono condannati in seguito a delitti o reati commessi prima della prigionia o durante la medesima, su territorio nemico, vengano messi in libertà.
Per ciò che riguarda il loro trattamento e il loro trasporto in patria, devono venire concesse contrattualmente tutte quelle facilitazioni che furono accordate dalla Germania, al momento dell'armistizio, ai prigionieri dì guerra e civili degli Alleati. Su questo punto, come sulla questione dei sepolcri, deve regnare la reciprocità. Ai prigionieri di guerra e civili nati nei territori occupati, deve venir concesso per il loro ritorno in patria, un tempo meno ristretto di quello previsto nel trattato.
Il progettato procedimento penale contro l'ex Impera tore germanico è privo di ogni fondamento giuridico. Non esiste un tribunale che sia competente per decidere sull'accusa sollevata contro di lui. Il Governo tedesco non può ammettere che l'Imperatore di Germania venga chiamato davanti ad un tribunale d'eccezione straniero, e giudicato in base a leggi d'eccezione, non secondo massime giuridiche, ma politiche, e punito per un fatto che al momento della sua esecuzione non era punibile. Il Governo tedesco non acconsente che si presenti all'Olanda una petizione per la consegna dell'Imperatore, nemmeno può la Germania assumersi l'impegno di lasciar giudicare dal nemico quelle persone che esso accusa di aver violato le leggi di guerra, perché il codice penale tedesco
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proibisca la consegna di tedeschi a Governi stranieri. La Germania è pronta a lasciar giudicare in merito alla questione pregiudiziale di diritto internazionale, se cioè un'azione compiuta in guerra vada considerata come una violazione delle leggi di guerra, da un tribunale internazionale composto di neutrali, davanti al quale possano venir sottomesse da tutti i membri contraenti, violazioni delle leggi di guerra, a condizione però che la Germania partecipi in misura uguale agli Alleati alla formazione del tribunale, che la competenza di detto tribunale si limiti alla decisione della questione di diritto internazionale e che le punizione spetti poi ai tribunali nazionali.
Passando quindi alle questioni del lavoro, il memoriale afferma che i progressi raggiunti dai lavoratori tedeschi dopo lunghi unni di lotta, vengono annientati dalle condizioni di pace e che per contro le condizioni medesime rappresentano per i lavoratori tedeschi la più grande miseria e sfruttamento della loro forza di lavoro. La conseguenza sarà che la Germania resterà eliminata dall'economia mondiale. Siccome le condizioni di lavoro dei vari paesi sono fra loro dipendenti, ne deriverà che un peggioramento in Germania delle condizioni di lavoro provocherà anche negli altri paesi un peggioramento nella vita degli operai. Risultato finale sarebbe che la pace verrebbe conclusa a spese della classe operaia di tutti i paesi. Gli operai tedeschi non sono disposti a lavorare soltanto affinché oppressori stranieri raccolgano poi i frutti del loro lavoro. Le organizzazioni operaie tedesche si ribellano all'idea che, colla cessione di territori, i loro fratelli di lavoro tedeschi passino sotto il dominio di paesi che, come la futura Polonia, posseggono disposizioni soltanto rudimentali per il benessere degli operai. I Governi alleati e associati non hanno il diritto
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di cagionare brutalmente dei danni agli operai appartenenti al popolo tedesco. Le disposizioni del progettato trattato di pace sulla legislazione operaia, tratta gli operai come se fossero semplici parti del patrimonio; una pace che non sanzioni l'equiparazione degli operai non può essere durevole. La delegazione tedesca, d'accordo coi lavoratori di tutti i paesi, propone nuovamente la convocazione di una conferenza di tutte le organizzazioni operaie, che deliberi sia sulle proposte di pace degli Alleati, sia sulle controproposte tedesche, che sulle decisioni della conferenza tenuta dalle maestranze di Berlino. I risultati di dette deliberazioni dovranno venire accolti nel trattato di pace e verranno così elevati tanto in riguardo ai diritti materiali dei lavoratori, quanto in quello delle organizzazioni operaie internazionali, a diritto mondiale.
Nell'ultimo paragrafo del memoriale tedesco si dichiarano inaccettabili le garanzie fissate nel progettato trattato di pace per la sua esecuzione. È esclusa la possibilità d'un attacco tedesco. La Germania non esita a rinunziare alle fortificazioni del suo confine occidentale, e anche per mare la Germania è assolutamente inerme. L'occupazione aggraverebbe se anche non lo impedisse affatto l'adempimento degli obblighi assunti per le riparazioni; causerebbe alla Germania spese enormi, e disturberebbe all'interno della Germania il movimento della sua vita economica. Alla popolazione dei territori occupati verrebbero posti ogni sorta di impedimenti nelle sue relazioni collo Stato tedesco. La Germania s'attende che i territori occupati vengano evacuati al più tardi sei mesi dopo la firma della pace; e, cioè, anzitutto le teste di ponte. Durante detto periodo di tempo devono venir stipulati accordi sull'occupazione, perché la situazione attuale non può assolutamente durare a lungo.
L'occupazione deve assumere un carattere puramente militare;
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ai comandanti delle truppe d'occupazione non dovrebbero spettare che diritti simili a quelli che spettavano ai comandanti tedeschi in tempo di pace. Alla popolazione dovrebbe venir garantito l'esercizio dei suoi diritti privati e civili, il potere amministrativo e giuridico dovrebbe venire esercitato esclusivamente da organi tedeschi competenti, e i rapporti fra i territori occupati e le altre parti della Germania non subire inceppamenti di sorta. Tutti i decreti e prescrizioni emanati dalle autorità d'occupazione durante l'armistizio, opposizione alle condizioni suindicate, dovrebbero venire immediatamente revocati alla firma del trattato di pace.
Concludendo, il memoriale afferma che agli Alleati si offrono mezzi migliori di garanzia che non siano quelli della coercizione e della forza; ben imperfettamente il rimanente del mondo s'è reso conto della grande evoluzione che s'è operata nello Stato tedesco. Per volontà di popolo la Germania è divenuta una democrazia e una repubblica, è escluso un ritorno a una costituzione che non prendesse in considerazione la volontà del popolo tedesco. Coll'odierno concatenamento di tutti i rapporti internazionali, nessun popolo può restare isolato nel suo sviluppo, ma ciascuno ha bisogno dell'appoggio fiducioso dei suoi vicini. La nuova Germania è convinta di meritare tale fiducia, e può quindi chiedere di venire accolta nella Lega dei popoli. Il fatto già d'appartenere alla Lega dei popoli costituirebbe di per sé la più forte garanzia della fedeltà ai trattati di ogni Governo tedesco. Il valore estrinseco e intrinseco di detta garanzia ammonterà [sic] considerevolmente, se i vincitori si presteranno a aiutare la Germania nel ricostruire la sua vita economica.
Le proposte del Governo tedesco sono state dettate dal desiderio di assicurare una pace duratura; dipende però soltanto dalle Potenze alleate e associate il creare per l'umanità quella pace, che da sola porta in sé la garanzia del-
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la durevolezza. Per quanto poco la Germania sia in grado di far pressione per l'ottenimento di una simile pace, mancherebbe però al suo dovere se essa non ammonisse ancora una volta sulle conseguenze di una pace imposta colla violenza. Il destino della Russia parla una lingua assai eloquente. Il popolo lavoratore tedesco volle sempre la pace e la giustizia e ancor ora lo vuole; in ciò la Germania si sente solidale con tutta l'umanità. In ogni parte della terra gli spiriti più eletti aspirano a una pace della giustizia. Se tale brama delusa [sic], allora l'idea della giustizia rimarrà distrutta per una generazione e sarà impossibile un ordinamento del mondo basato sulla moralità. La nuova pace deve essere una pace del diritto, basata quindi su accordi solennemente stabiliti nello scambio di note del 3 ottobre e del 5 novembre 1918. La giustizia e il libero consenso di tutte le parti contraenti saranno le più forti, anzi, nel corso del tempo, le uniche garanzie dei contratti da stipulare. In procinto di creare una Repubblica basata sulla libertà e sul lavoro, il popolo tedesco si rivolge ai suoi avversari di prima; esso chiede una pace alla quale esso nell'interesse di tutte le nazioni e di tutti i popoli, possa dare con intima convinzione, il proprio consenso.
Empfohlene Zitierweise
Erzberger, Matthias, La seconda parte del memoriale tedesco vom vor dem 28. Juni 1919, Anlage, in: 'Kritische Online-Edition der Nuntiaturberichte Eugenio Pacellis (1917-1929)', Dokument Nr. 2685, URL: www.pacelli-edition.de/Dokument/2685. Letzter Zugriff am: 29.03.2024.
Online seit 04.06.2012.