Dokument-Nr. 2999

Erzberger, Matthias: Ulteriore sviluppo dell'offensiva Aisne-Marne. Con una cartina. II, 08. Juni 1918

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La vittoriosa avanzata tedesca (27 maggio-2 giugno) che mosse dal fronte Noyon-Reims, sorpassò l'Aisne giungendo fino alla Marna e di cui riferimmo ultimamente, portò ai Tedeschi la conquista di 3000 chilometri quadrati, e creò un nuovo fronte il quale, partendo dall'Oise ad est di Noyon, si spinge in arco piatto fino a Château Thierry alla Marna, costeggia questo fiume per 35 chilometri in direzione ovest fino a Verneuil, e di là, proseguendo in direzione nordest, va fino a Reims. Negli ultimi giorni del maggio i Francesi avevano tentato di ristrappare Soissons ai Tedeschi. L'assalto francese sferratosi ai due lati della grande strada Parigi-Soissons, non raggiunse l'intento prefissosi, come non lo raggiunse una colonna d'attacco francese sulla strada Château Thierry-Soissons e composta precipuamente di cavalleria. L'assalto delle fanterie francesi languì ad una distanza di 3 km. da Soissons e fallì completamente sebbene eseguito da truppe francesi sceltissime.
Da allora l'avanzata tedesca ha preso decisamente la direzione ovest e verso questa direzione è andata a poco a poco slargandosi. I combattimenti sul fronte che va da Noyon a Château Thierry, comprovano che l'offensiva tedesca lungo l'Aisne, dopo essere stata condotta fino alla Marna e dopo aver prodotto una fitta nel fronte francese profonda circa 54 km., sta per svolgere la seconda parte del suo grande compito: la marcia, cioè, su questo fronte, ributtando e frustrando i contrattacchi francesi che in questo settore si hanno e più si avranno in
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seguito.
Il generalissimo dell'Intesa, Foch, ha iniziato al principio della seconda settimana della battaglia Aisne-Marne la controffensiva nella quale i Francesi ripongono tutte le loro speranze. Sua prima cura doveva esser quella di portare anzitutto la sua armata di contrassalto ad un'efficenza corrispondente alle esigenze. Nella prima settimana dell'offensiva dell'Aisne egli aveva dovuto, per arginare l'avanzata presso Reims e Soissons, attingere largamente alle riserve dei settori finitimi. Queste riserve ora sono esaurite, come pure un gran numero di divisioni appartenenti alla sua armata di riserva concentrata a nord di Parigi e stimata ascendere originariamente a circa 60 divisioni. Per porgere manforte agli Inglesi in Francia è provato che Foch mandò 18 delle sue divisioni, oggi completamente disperse; mentre gli Inglesi non hanno aiutato Foch fin qui, fra l'Aisne e la Marna, nemmeno con una sola divisione. I vuoti aperti dall'offensiva tedesca nelle armate di operazione francesi dovevano esser tappati, dunque, sguarnendo settori lontani del fronte e affrettando l'adunata delle truppe americane, italiane e coloniali. In questa serra si guardarono le cose tanto poco per la sottile, si procedette tanto poco alla scelta delle truppe, che nella primissima linea venne a trovarsi persino un battaglione di lavoratori, abitanti del Madagascar. Reims vien tenuto presentemente soltanto da truppe coloniali nere e gialle, che i Francesi mandano di preferenza là ove si conta su gravi perdite. I rincalzi francesi, – inviati in fretta per mezzo delle poche ferrovie rimaste, e spesso dopo lunghi giri viziosi, – fu-
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rono mandati al fuoco alla spicciolata, senza attendere che si operassero formazioni omogenee; ciò che determinò un mostruoso mescolamento delle varie unità di truppe. In un breve settore furon fatte prigioniere dai Tedeschi – per dare un esempio – truppe nemiche appartenenti a 5 diverse divisioni francesi. Falliti, con gravi perdite, i contrassalti parziali dei Francesi presso Soissons, il generale Foch si veniva a trovare davanti a questo punto interrogativo: in qual settore dell'ampio arco d'invasione tedesca avrebbe egli dovuto menare il suo contrattacco principale.
Il fronte tedesco non può esser paragonato più ad un cuneo; considerato che la sommità più spinta dell'arco misura già una lunghezza di 25 chilometri. Il fronte avanzato tedesco è protetto adesso della Marna. Un attacco francese oltre la larga corrente del fiume apparve subito a Foch un ardimento temerario, e lo scartò quindi dai suoi calcoli. Il corpo di penetrazione tedesco doveva venir dunque attaccato di fianco, o dall'est, o dall'ovest. Attaccarlo dall'est non era consigliabile, perché allora l'armata tedesca si sarebbe venuta a trovare fra gli attaccanti francesi e Parigi; e questi ultimi avrebbero dovuto battersi, in certo qual modo, colla fronte diretta verso Parigi, o, meglio ancora, su due fronti.
Ai Francesi non rimaneva altra scelta che attaccare dall'ovest; molto più perché l'attacco da questa parte era favorito da più favorevoli comunicazioni ferroviarie e dalla circostanza che si veniva a mantenere il contatto cogli Inglesi. Foch ha dunque iniziato questa specie di controffensiva, più precisamente su un fron-
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te di circa 70 chilometri dai pressi di Noyon all'ala sinistra e da Château Thierry dall'ala destra. Or ecco che una diversità enorme dalle passate offensive salta subito all'occhio. Il fronte d'attacco francese non è ininterrotto; ma si suddivide in tanti settori parziali separati l'uno dall'altro da lacune o da corsi d'acqua, punto idonei a favorire un simultaneo e comune successo. E siccome le armate tedesche, raggiunta la Marna su largo fronte, potevano iniziare lo svolgimento della seconda parte del loro compito e muovere coll'ala destra verso occidente, ne è risultato che il contrattacco francese si è incontrato col proseguimento dell'offensiva tedesca e ne sono risultate battaglie aventi tutti i caratteri della guerra di movimento e non di posizione. Il risultato di queste battaglie di movimento è il seguente: esse hanno determinato un rallentamento dell'avanzata tedesca, come è ovvio; ma un rallentamento soltanto; ché le truppe tedesche procedono ancora e irresistibilmente su tutti i punti del fronte, ad onta del contrattacco francese.
I singoli settori di battaglia possono esser fissati nei loro contorni generali, anche se certe parti del fronte non sono ancora esattamente delineate. Il centro di lotta più a nord è l'angolo formato dalle due correnti dell'Oise e dell'Aisne, nel cui punto di confluenza a sud dell'Aisne trovasi la città di Compiègne. L'occupazione di questo territorio è specialmente importante, perché qui si potrebbe, con uno spostamento di parte del fronte tedesco a sud, arrotolare il nuovo fronte d'attacco francese a sud dell'Aisne ed appoggiare di fianco l'assalto tedesco contro Villers-Cotterets; un nodo ferroviario nel pos-
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sesso del quale il Comando francese pone grandissimo valore. Le truppe tedesche sono penetrate fino all'angolo formato dai due fiumi fino a Carlepont. Compiègne trovasi sotto il fuoco dei cannoni di grande calibro tedeschi. L'ala sinistra del gruppo d'esercito tedesco che colà opera si appoggia all'Aisne presso Fontainay. Davanti ad essa ala si aprono valli boscose continuamente interrotte, e spaccature del terreno di una scabrosità sorprendente. A sud dell'Aisne la zona di terreno ad ovest di Soissons è stata teatro di accanitissimi combattimenti. In questo settore le truppe tedesche hanno preso Le Soulier a 10 km. da Soissons. A sudovest di Soissons i successi tedeschi sono ancor più evidenti. Le linee tedesche furono portate qui fino a Dommiers e fu raggiunto il limitare est della grande foresta di Villers-Cotterets. Il Savières, un affluente dell'Ourcq è stato sorpassato dopo fiera lotta; quel tratto dell'Ourcq che corre dal nord al sud, è vicino al fronte tedesco di 6 km. presso Passy; e, più a sud, di 10 km. Di qui l'ala sinistra tedesca si ritira verso Château Thierry ed attraversa, precedendo a forma d'uncino, Neuilly e Lucy, conquistate. Ad ovest di Château Thierry, Bourèsches è il punto di partenza per il proseguimento del movimento offensivo tedesco.
Se questo movimento offensivo sarà continuato con energia nei prossimi giorni, non sembra assolutamente sicuro. Forse è nell'interesse del Supremo Comando tedesco che gli assalti parziali dei Francesi, tanto micidiali per questi, si ripetano, e che subentri un ulteriore indebolimento di tutte le forze dell'Intesa. Il supremo intento dell'offensiva tedesca è, dal 21 marzo, l'annienta-
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mento dell'armata campale nemica, risparmiando più che sia possibile il sangue tedesco.
Nello stato attuale delle operazioni risalta in modo strano la cocciutaggine colla quale Foch si irretisce a voler tenere la città di Reims. Questa città è accerchiata dai Tedeschi ormai da tre parti e si trova sotto un terribile fuoco concentrico di granate. Reims va caratterizzandosi come una posizione avamposta francese oltremodo pericolosa. Il generale Foch cerca di procurare aria alla città portando aiuto dal sud; e i combattimenti che si svolgono attualmente anche lungo l'Ardre sembrano esser destinati allo sgravio della città di Reims. Il generalissimo Foch non può rinunciare che con grave suo danno alle truppe impegnate in questo settore e che gli sarebbero molto più utili sul fronte principale di battaglia. Se Foch non riesce a tenere indietro le straripanti onde germaniche, la guarnigione francese di Reims è vicina alla catastrofe.
È assai probabile che nei giorni seguenti subentri una pausa relativa nelle operazioni. La stampa dell'Intesa si dà già dattorno fin d'ora per fare della rallentata offensiva germanica sull'Aisne-Marne un… grande successo francese. È il solito metodo che non si smentisce, praticato ormai, nei paesi dell'Intesa, fin dal principio della guerra: Fare, a forza di …chiacchiere, fulgide vittorie delle più spaventose catastrofi; e questo per tranquillizzare i relativi popoli con l'esposizione sofistica, arzigogolata e confusa del vero stato di cose. Ogni volta che, anche in quest'offensiva, i Tedeschi riuscivano a vibrare formidabili colpi di maglio con successi più
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che tangibili, la stampa dell'Intesa si confortava e confortava i suoi lettori parlando di intenti ben più grandi perseguiti dallo Stato Maggiore tedesco; e questo per poter affermare, passato qualche giorno, che l'assalto tedesco era fallito non avendo raggiunto l'intento prefissosi. Quando i Tedeschi picchiavan sodo ed avanzavano in Fiandra si diceva che volevano arrivare a Calais. Calais non essendo stato raggiunto, i Tedeschi avevano …perduto, ora la stampa francese non avendo altre argomentazioni valide, ricorre al solito ferrovecchio; e per svalutare gli enormi successi ottenuti dai Tedeschi, dice che essi volevano arrivare a Parigi, e che, non essendoci arrivati, hanno ottenuto uno scacco. Noi non sappiamo se è nelle intenzioni del Supremo Comando di mirare alla capitale francese; siam certi, però, che se Parigi cadesse, il giorno dopo la stampa di tutta l'Intesa proclamerebbe una strepitosa vittoria… francese, per esser giunti i Tedeschi soltanto a Parigi, e non più in là, come, naturalmente, desideravano. A questo modo i Francesi vinceranno sempre.
Il Supremo Comando tedesco non ha mai perseguito un preciso intento geografico. Il suo scopo precipuo è sempre stato l'annientamento della forza combattiva dell'Intesa. Nella lotta contro la Russia ha dimostrato come si possa, in verità, raggiungere questo scopo; in occidente gli intenti sono identici. Ognuna delle tre gran di operazioni tedesche di questa primavera mirava a questo fine. Ognuna di esse, tanto separatamente come nel complesso, erano poste a servizio di un'idea strategica: l'indebolimento delle forze dell'Intesa e dei suoi mezzi
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bellici. Secondo calcoli del colonnello svizzero Egli nelle "Basler Nachrichten", l'Intesa ha perduto in occidente, dal 21 marzo al 31 maggio, 200.000 prigionieri e 2.000 cannoni. Procedendo nella stessa proporzione ci si può immaginare quali saranno le altre perdite, in morti, feriti, materiale, ecc., ecc. Calcolando 600.000 uomini messi fuori di combattimento e sottratti all'Intesa, si dice poco, certamente. Quello che i Francesi hanno perduto in ufficiali e sottufficiali esercitati alla guerra, non potranno surrogarlo – sempre secondo il calcolo del critico militare svizzero – nemmeno gli Inglesi, per tacere degli Americani. Valori incommensurabili ha poi perduto l'Intesa in materiale da guerra. Il fronte, dal mare a Reims, costituiva un pregevolissimo e prezioso sistema di trincee della lunghezza di 250 chilometri. A poco per volta quattro quinti di questo fronte di battaglia sono stati conquistati dai Tedeschi. Eccettuati i settori Arras-La Basée e Ypres fino al mare, l'Intesa è stata costretta a cedere ben 200 km. di fronte, comprendente un immane lavoro di tutta la sua industria di guerra e del suo esercito. Materiale da costruzione e metalli, oggetti d'equipaggiamento e d'uso; enormi parchi di munizione, d'approvvigionamento e del Genio qui costruiti e pieni zeppi di roba; tutto, tutto, è andato perduto per l'Intesa. Questo salasso economico, che, unito alle continue perdite subite nei mari, vale a scuotere anche il blocco economico più grande del mondo, qual è oggi l'Intesa, costituisce un vantaggio da parte tedesca. L'Intesa deve sviluppare un enorme energia di lavoro e impiegare montagne di materiale per essere, in certo qual modo, pre-
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parata alla prossima difesa non scevra di grandi pericoli. Risulta così sul suo bilancio un pauroso passivo. Orbene: accrescere ancor più questo passivo delle forze combattenti, del materiale da guerra e del denaro, fino al punto che l'Intesa cominci a riconoscere esser per essa il proseguimento della guerra una speculazione fallita e priva di speranze, – questo sarà lo scopo del Supremo Comando tedesco.
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67r Kartenzeichung mit Illustration der alten und neuen Front beim Angriff an Aisne und Marne.
Empfohlene Zitierweise
Erzberger, Matthias, Ulteriore sviluppo dell'offensiva Aisne-Marne. Con una cartina. II vom 08. Juni 1918, Anlage, in: 'Kritische Online-Edition der Nuntiaturberichte Eugenio Pacellis (1917-1929)', Dokument Nr. 2999, URL: www.pacelli-edition.de/Dokument/2999. Letzter Zugriff am: 29.03.2024.
Online seit 02.03.2011.