Dokument-Nr. 3101
Pacelli, Eugenio an Gasparri, Pietro
, 25. November 1925

Regest
Pacelli berichtet über die Kulturtagung der Deutschen Volkspartei (DVP) vom 14. und 15. November, auf der die Ablehnung von konkordatären Regelungen durch die politischen Parteien des rechten wie des linken Spektrums einen weiteren Ausdruck fand. Der erste Sprecher, der Frankfurter Honorarprofessor und Konsistorialrat Förster, qualifizierte die Schule als ausschließlich staatliche Institution, stellte sich gegen eine geistliche Aufsicht über den Religionsunterricht und bezeichnete Konkordate als Verzicht auf Staatssouveranität, weshalb sie per se abzulehnen sei. Der Berliner Oberschulrat Schepp empfahl die Zurückweisung des Entwurfs des Reichsschulgesetzes durch die Deutsche Volkspartei. Die Parteimitglieder Schuster und Biermann sprachen sich ebenfalls gegen einen Konkordatsabschluss aus und der preußische Landtagsabgeordnete von Campe, der ebenfalls auf dem ausschließlich staatlichen Charakter der Schule insistierte, fügte hinzu, dass allenfalls Länderkonkordate und keinesfalls ein Reichskonkordat zu dulden seien. Auch weitere Redner äußerten sich zugunsten des Liberalismus und gegen die katholische Kirche. Die Partei beschloss eine Resolution, in der sie Konkordate als Form zur Regelung der Beziehungen zwischen Staat und Kirche ablehnte. Mögliche Regelungen sollen sich ausschließlich auf die kirchliche Organisation, die Staatsleistungen an die Kirche sowie, unter Wahrung der staatlichen Schulaufsicht, auf den Religionsunterricht beschränken.
Ferner berichtet der Nuntius über den Reichsparteitag der Zentrumspartei vom 16. und 17. November, auf dem die Garantie des in der Reichsverfassung verbürgten Elternrechts, die kirchliche Kooperation an der religiösen wie moralischen Erziehung der Jugend, die freie Entwicklung der Bekenntnisschule und ein die Bedürfnisse der katholischen Bevölkerung erfüllendes Schulgesetz eingefordert wurden. Der Aufruf an die Zentrumsabgeordneten im Reichstag und in den Länderparlamenten, sich energisch für die ungelösten politisch-kirchlichen Fragen einzusetzen und eine zügige vertragliche Regelung anzustreben, scheint Pacelli wage. Vor allem angesichts der Angriffe auf das Konkordat von Seiten der DVP wären seiner Meinung klarer Worte angemessen gewesen.
Betreff
Lotta dei partiti a riguardo del Concordato
Eminenza Reverendissima,
La lotta degli elementi, così di destra come di sinistra, contro un futuro Concordato col Reich e colla Prussia, sulla quale ho avuto più volte occasione di richiamare l'alta attenzione dell'Eminenza Vostra Reverendissima, ha trovato testé una nuova espressione nel Congresso politico-scolastico della Deutsche Volkspartei , tenutosi in Berlino nei giorni 14 e 15 corrente. È ben noto all'Eminenza Vostra che detto partito di destra corrisponde a quello degli antichi nazionali liberali; esso è capitanato dall'attuale Ministro degli Esteri Dr. Stresemann, al quale, impedito di partecipare alla riunione, il Congresso ha indirizzato un telegramma di saluto ed augurio.
Il primo oratore è stato il Dott. Erich Förster, Consigliere concistoriale e Professore di Università in Francoforte sul Meno, il quale, pur avendo dovuto ammettere essere impossibile per la Deutsche Volkspartei di prendere un [sic] attitudine di assoluta opposizione con-
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tro la Chiesa cattolica, ha 1 ha affermato come incondizionato principio del partito che la scuola deve conservare il carattere di istituzione esclusivamente dello Stato, a cui quindi unicamente appartiene l'ispezione sulla scuola stessa, compreso l'insegnamento religioso. La Costituzione di Weimar ha concesso un gran potere alle Chiese; ma la Chiesa cattolica – ne è prova il Concordato bavarese – pretende una ben più vasta influenza. Alla questione, se l'ordinamento definitivo di tali materie debba essere compiuto per via di un Concordato, il Dr. Förster ha sostenuto non potersi rispondere che negativamente. Un Concordato è e rimane sempre la rinunzia ad una parte della sovranità dello Stato.
Parlò poi il Consigliere superiore scolastico Sig. Schepp di Berlino intorno all'ultimo progetto di legge del Reich sulla scuola, rilevando che la Deutsche Volkspartei, come partito liberale, non può accettare un gran numero delle disposizioni in esso contenute: quel progetto deve essere quindi respinto.
Il Prof. Dr. Schuster, deputato al Landtag prussiano, e la Signorina Biermann si espressero parimenti contro la stipulazione del Concordato. Quindi il deputato Dr. von Campe discorse ampiamente sulla questione scolastica, ripetendo il concetto essere compito dei partiti liberali di sostenere incondizionatamente nella presente lotta l'idea della scuola di Stato. Anch'egli si dichiarò contrario ad un Concordato, aggiungendo che, qualora esso fosse inevitabile, non dovrebbe in
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ogni caso esser mai conchiuso dal Reich(Reichskonkordat), ma soltanto dai singoli Stati particolari (Länderkonkordate).
Poscia il Dr. Bölitz, che fu già Ministro del Culto prussiano, combatté egualmente il mezionato [sic] progetto di legge sulla scuola e la conclusione di un Reichskonkordat, affermando esser venuta la grande ora decisiva del liberalismo e della cultura tedesca; e la deputatessa Signora Matz chiamò il Concordato bavarese una manifestazione della sete di dominazione della Chiesa cattolica, di Roma e del Centro.
Fu infine votata all'unanimità una risoluzione, secondo la quale "i contratti fra Stato e Chiesa non devono avere la forma di Concordato, e le Convenzioni fra gli Stati e le Chiese, qualora siano assolutamente inevitabili, non possono abbracciare se non la questione della organizzazione ecclesiastica e delle prestazioni dello Stato alle Chiese". Fu inoltre deciso che "il regolamento dei rapporti fra Chiesa e scuola non può aver per oggetto che l'insegnamento religioso, nel quale pure deve essere strettamente mantenuta la esclusiva ispezione scolastica dello Stato".
Nei giorni immediatamente seguenti ebbe luogo in Cassel il Congresso del partito del Centro. Il giorno 17 corrente vennero votate varie risoluzioni, una delle quali concerneva le questioni politico-culturali. Per ciò che riguarda la scuola, l'Assemblea richiedeva in essa
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"piena efficacia del diritto dei genitori sancito nella Costituzione, indisturbata cooperazione della Chiesa nella educazione ed istruzione religiosa e morale della gioventù, libero sviluppo della scuola confessionale"; esprimeva il voto che la frazione del Centro nel Reichstag continui a lavorare con forza, "affinché venga presto emanata, sulla base della eguaglianza, una legge scolastica, la quale completamente soddisfi anche le esigenze della popolazione cattolica"; reclamava la "formazione confessionale" dei maestri elementari. Circa la "politica ecclesiastica" fu emessa la seguente mozione: "Il Congresso attende dai rappresentanti del Centro nel Reichstag e nei Parlamenti dei singoli Stati che facciano energicamente avanzare le questioni politico-ecclesiastiche ancora insolute e domanda il sollecito regolamento delle medesime per via di accordo colle competenti Autorità ecclesiastiche."
Dopo che il Congresso della Deutsche Volkspartei aveva così direttamente e fieramente attaccato l'idea del Concordato, sarebbe forse stata conveniente in questa importante materia da parte del Centro una affermazione più chiara ed esplicita di quel che non sia la formula, se non m'inganno, alquanto vaga, con cui trovasi concepita l'anzidetta mozione.
Chinato al bacio della S. Porpora, con sensi di profondissima venerazione ho l'onore di confermarmi
Dell'Eminenza Vostra Reverendissima
Umilissimo Devotissimo Obbligatissimo Servo
+ Eugenio Pacelli Arcivescovo di Sardi
Nunzio Apostolico
1Masch. vermutlich vom Stenotypisten gestrichen.
Empfohlene Zitierweise
Pacelli, Eugenio an Gasparri, Pietro vom 25. November 1925, in: 'Kritische Online-Edition der Nuntiaturberichte Eugenio Pacellis (1917-1929)', Dokument Nr. 3101, URL: www.pacelli-edition.de/Dokument/3101. Letzter Zugriff am: 17.04.2024.
Online seit 20.12.2011, letzte Änderung am 26.06.2019.