Dokument-Nr. 342
Pacelli, Eugenio an Gasparri, Pietro
München, 12. Februar 1921

Regest
Bei den Verhandlungen der Reichsregierung mit den Ministerpräsidenten der Länder am 5. Februar in Berlin über die Reparationen und die Entwaffnung habe sich der Konflikt zwischen dem Reich und Bayern über die Einwohnerwehr entzündet. Der Position des Reichsaußenministers Simons, dass die Pariser Beschlüsse der Alliierten zur Entwaffnung sowie die Auflösung der Einwohnerwehr anzunehmen, die Reparationsforderungen jedoch abzulehnen seien, habe diejenige des bayerischen Ministerpräsidenten von Kahr entgegen gestanden, dass die Forderungen der Alliierten untrennbar und deshalb beide Punkte abzulehnen seien. Die Reichsregierung beabsichtige, durch die loyale Durchführung des Versailler Vertrags und des Abkommens von Spa über die deutsche Entwaffnung Konzessionen bei den Reparationsforderungen anlässlich der bevorstehenden Konferenz von London sowie innenpolitisch die Unterstützung der Sozialdemokraten zu erlangen. Von Kahr sehe die Konferenz von Berlin als Demütigungsmanöver gegen Bayern als Land des Separatismus an. In den Tagen nach seiner Rückkehr nach München haben verschiedene Sitzungen des Kabinetts und der Koalitionsparteien stattgefunden. Während die Bayerische Volkspartei und die Bayerische Mittelpartei die Einwohnerwehr haben erhalten wollen, sei die Position der Deutschen Demokratischen Partei, die nach Pacellis Ansicht Sympathien für die Sozialisten habe, weniger eindeutig und sie habe unter Druck gesetzt werden müssen, um der im Zitat wiedergegebenen Note der bayerischen Regierung an die Reichsregierung vom 10. Februar, in der die Position von Kahrs wiederholt worden sei, zuzustimmen. Der Ministerpräsident habe für seine beiliegende Rede vor dem Landesausschuss der Bayerischen Volkspartei begeisterte Zustimmung erhalten.
Der Nuntius erhielt vertraulich von von Kahr die Note der bayerischen Regierung an die Reichsregierung vom Vortag, in der sie ihre Position erläuterte, dass erstens die Forderung nach Auflösung der Einwohnerwehr keine Begründung im Versailler Vertrag finde und dass zweitens deren Entwaffnung in Betracht gezogen werden könne, aber ihre Durchführung in dem von den Alliierten vorgeschriebenen Zeitmaß nicht möglich sei aus Rücksicht auf die Bedrohungen der staatlichen Ordnung und auf den notwendigen Selbstschutz der Bevölkerung. Die bayerische Regierung sehe in der Trennung der Entwaffnungs- und Reparationsfrage die Preisgabe der konservativen Prinzipien der Einwohnerwehr und einen Schlag gegen die Staatsidee. Sie sei außerdem davon überzeugt, dass der Forderung nach Auflösung der Einwohnerwehr eine falsche Auffassung über ihr Wesen und ihre Ziele als Selbstschutzorganisation und Hüterin von Ruhe und Ordnung in Bayern zu Grunde liege. Völlig unbegründet sei der Verdacht, sie sei ein Instrument reaktionärer oder monarchistischer Restaurations- oder Revanchebestrebungen. Da die Reichsregierung jedoch die Trennung der beiden Fragen und den Vollzug der Entwaffnung beschlossen habe, weise ihr die bayerische Regierung die volle Verantwortung für die Folgen zu. Von Kahr habe Pacelli mündlich mitgeteilt, dass Bayern die Einwohnerwehr als lebensnotwendige Frage für Bayern betrachte und dass es bei deren Entwaffnung nicht kooperieren und passiven Widerstand leisten werde. Streng vertraulich teilt Pacelli mit, dass die Einwohnerwehr neben den angemeldeten Waffen - ähnlich wie die Revolutionäre - auch über versteckte Waffen verfügt, die sie, wie der Kampf gegen die kommunistische Regierung im Mai 1919 gezeigt habe, auch benötigt. Für die Verteidigung Münchens reichten diese, sollte die Einwohnerwehr zur Abgabe der angemeldeten Waffen gezwungen werden, allerdings nicht aus.
Betreff
Sul conflitto fra il Governo del Reich e quello bavarese circa la questione della Einwohnerwehr
Eminenza Reverendissima,
Nel mio rispettoso Rapporto N. 19544 del 5-7 Febbraio corrente ebbi l'onore di riferire all'Eminenza Vostra Reverendissima intorno alla divergenza sorta fra il Governo del Reich e quello bavarese circa la questione della guardia civica o Einwohnerwehr . Tale conflitto si manifestò apertamente nella Conferenza dei Ministri Presidenti dei vari Stati della Germania, tenutasi in Berlino il 5 corrente sotto la presidenza del Cancelliere Fehrenbach. Detta Conferenza, invero, alla quale parteciparono anche i Ministri del Reich, ed in cui la Baviera era rappresentata dal Sig.  von Kahr insieme al Segretario di Stato Dr.  Schweyer ed al Ministro bavarese in Berlino Dr.  von Preger, doveva servire a render note ai Governi degli Stati federati le vedute del Governo del Reich sulle
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decisioni di Parigi e dar così a questo la sicurezza che anche essi ne appoggiavano, non meno del Reichstag, la politica. Il punto di vista del Governo di Berlino, esposto dal Ministro degli Esteri Dr.  Simons, era il seguente: per ciò che concerne il disarmo, leale e pronta esecuzione del trattato di pace e della Convenzione di Spa; nella questione invece delle riparazioni, il Governo medesimo considerava come ineseguibili le proposte della Conferenza di Parigi, ma avrebbe cercato mediante opportune controproposte di trovare una base per nuove trattative nel prossimo Convegno di Londra. L'attitudine del Governo del Reich circa il disarmo era dettata, sia dalla speranza di ottenere in tal modo migliori condizioni nell'argomento delle riparazioni, sia anche dal bisogno in cui si trova il Governo stesso, al quale manca una propria maggioranza, di aver riguardo al partito socialista.
Esso ebbe in massima nella suddetta Conferenza di Berlino l'approvazione concorde dei rappresentanti degli Stati federati, ad eccezione della Baviera, il cui Ministro Presidente sostenne solo, si può dire, (1) la tesi che la Nota dell'In-
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tesa doveva essere trattata come un tutto indivisibile, così per ciò che riguarda le riparazioni, come in ciò che si rife-
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risce al disarmo, e quindi che il rifiuto della medesima da parte della Germania doveva comprendere ambedue i punti. La Conferenza di Berlino è stata quindi considerata dal Sig. von Kahr e dal suo partito, secondo che affermava ieri la Bayerische Volkspartei=Correspondenz , quale una manovra tesa contro il Ministro Presidente bavarese per stringere ed umiliare la Baviera, riguardata dal Governo del Reich come il Paese della separazione e della reazione, ove si riuniscono le forze intente a rovesciare la costituzione democratica della Germania ed a ristabilire l'ordine politico anteriore al 1914.
Un simile stato di cose ha provocato in questi giorni una situazione assai critica per il Gabinetto bavarese. – Dopo il ritorno del Sig. von Kahr da Berlino la mattina del 7 corrente, hanno avuto luogo in Monaco varie e laboriose riunioni del Consiglio dei Ministri e dei partiti formanti l'attuale coalizione. Fra questi sostenevano fermamente l'atteggiamento del Sig. von Kahr sulla necessità del mantenimento ad ogni costo della Einwohnerwehr, come indispensabile mezzo di difesa per la tutela dell'ordine pubblico, la Bayerische Volkspartei o partito popolare bavarese, e la Mittelpartei o partito medio, composto per la massima parte da conservatori protestanti. Meno chiara invece è stata l'attitudine dei democratici, sempre inclinati ad intendersi coi socialisti, ed i quali anzi fecero tante difficoltà, che la Bayerische Volks-
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partei fu costretta alla fine a dare loro una specie di Ultimatum, a cui essi dovettero sottomettersi. Così fu raggiunta una formula definitiva d'accordo, il cui testo, pubblicato ieri mattina, era del seguente tenore:
"Le discussioni, durate parecchi giorni, fra il Governo bavarese ed i partiti della coalizione hanno avuto termine la sera del 10 Febbraio coll'approvazione, da parte di tutti i fattori interessati, della dichiarazione che il Gabinetto bavarese deve indirizzare al Governo del Reich.
Il Governo ed i partiti della coalizione hanno tenuto pienamente conto dell'importanza e della gravità del momento. Se quindi, malgrado ciò, il risultato delle suddette discussioni, le quali si sono svolte con soddisfacente concordia e sono state sostenute con lodevole compattezza dalla maggioranza della stampa, ha mantenuto e confermato il punto di vista dal Governo bavarese, ciò mostra nuovamente come il popolo della Baviera ed il suo Governo veggono anche oggi nella conservazione dei mezzi indispensabili per la propria difesa una questione vitale.
Il Governo bavarese ha coerentemente sostenuto sin dal principio la tesi che il Governo del Reich, come respin-
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geva le esorbitanti richieste circa le riparazioni, così non doveva nemmeno acconsentire alle impossibili imposizioni relative al disarmo, costituendo le une e le altre un tutto inseparabile; riconosce però che l'ultima decisione e la responsabilità degli eventuali provvedimenti spetta al Governo del Reich.
Il Governo bavarese ed i partiti della coalizione nelle loro deliberazioni si sono lasciati guidare esclusivamente dagli interessi della Patria. Il Governo bavarese ha messo tutto il suo studio a rinforzare la posizione del Governo del Reich di fronte alla volontà compatta delle Potenze alleate. Con questo spirito sono state condotte tutte le discussioni. È spiacevole che la controversia non sia stata ovunque trattata, – ponendo da banda quanto poteva creare scissioni, – con eguale obiettività e riserva, giacché ciò ha molto contribuito ad inasprirla".
Lo stesso Giovedì 10 corrente, vi fu una seduta della Commissione della Bayerische Volkspartei, nella quale il Sig. von Kahr, freneticamente applaudito, pronunziò un discorso, che ho l'onore di trasmettere in separato plico all'Eminenza Vostra ( Allegato I ) insieme alla traduzione italiana ( Allegato II ).
Infine venne approvata all'unanimità la seguente risoluzione proposta dal Dr.  Heim:
"La Commissione del Partito popolare bavarese espri-
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me al Ministero e particolarmente al Presidente del Consiglio Dr. von Kahr gratitudine e riconoscenza per l'instancabile lavoro compiuto sinora nell'interesse della Baviera e della Germania, ed unisce la preghiera di proseguire con ogni decisione nel cammino intrapreso. Soltanto in questa fermezza la Commissione scorge la garanzia di un progressivo risanamento delle nostre condizioni interne. L'attitudine del Governo bavarese di fronte alle imposizioni di Parigi incontra la più piena approvazione della Commissione del Partito popolare bavarese".
Ieri fu spedita anche la Nota del Governo bavarese al Governo di Berlino, che stamane è stata consegnata al Cancelliere da quel Ministro di Baviera Sig. von Preger. Essa, a quanto si afferma, non verrà pubblicata, perché contiene alcuni apprezzamenti circa la tattica che la Germania dovrebbe seguire di fronte alle Potenze dell'Intesa; ma il Sig. von Kahr me ne ha favorito cortesemente e riservatamente una copia.-
La Nota comincia col rilevare come il Governo bavarese abbia tenuto finora irremovibilmente nella questione delle guardie civiche o Einwohnerwehren il seguente punto di vista, cioè 1º) che la richiesta dello scioglimento delle medesime non ha alcun fondamento nel trattato di pace e che perciò le Potenze alleate non possono con diritto imporlo al Governo germanico, e 2º) che il loro disarmo deve bensì esser preso in
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considerazione, ma non può venire attuato nel termine prescritto dalle Potenze suddette, poiché, a causa dei pericoli minaccianti l'ordine pubblico e, d'altra parte, in vista delle insufficienti forze di cui dispone lo Stato, non possono essere tolte alla popolazione le attuali organizzazioni di difesa, tanto più che ogni tentativo a tale scopo incontrerebbe resistenza da parte della popolazione medesima.
Il Governo bavarese mantiene questo punto di vista anche dopo la Nota sul disarmo della Conferenza di Parigi. Esso stima che debba energicamente respingersi tutto ciò che oltrepassa le prescrizioni del trattato di pace e che non sia conveniente di separare la questione dal disarmo da quella delle riparazioni, eseguendo sin da ora le imposizioni relative al primo punto. Ciò importerebbe un abbandono dei principii ideali e conservatori rappresentati dalla Einwohnerwehr a vantaggio degli interessi puramente materiali; il che costituisce<rebbe>1 una colpa contro l'idea dello Stato, di cui nessun Governo può rendersi responsabile. D'altra parte, vi è motivo di temere che un tale sacrificio rimarrebbe senza giovamento per le prossime trattative intorno alle riparazioni.
Il Governo bavarese è inoltre convinto che le esigenze delle Potenze alleate derivano da un falso concetto circa la natura e lo scopo delle Einwohnerwehren e che deve farsi ogni sforzo per eliminare un tale errore. La Einwohnerwehr ba-
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varese è una organizzazione di autodifesa, la quale non mira ad altro se non a garantire la sicurezza delle persone e della proprietà ed a tutelare la tranquillità e l'ordine nello Stato. Assolutamente infondato è il sospetto (nutrito dalle Potenze dell'Intesa anche per opera degli elementi interni interessati alla soppressione della Einwohnerwehr) che essa sia uno strumento al servizio di tendenze reazionarie di restaurazione monarchica ovvero di politica militarista di revanche. Il Governo bavarese spera anzi che gli imminenti colloqui circa le riparazioni offrano una ultima occasione per mostrare la falsità di quella idea ed ottenere cosi una mitigazione delle esigenze che da essa derivano; il che invece non sarebbe più possibile, se si scindesse la questione del disarmo da quella delle riparazioni.
Contro tale modo di vedere del Governo bavarese il Governo del Reich ha invece risoluto di separare i due punti e di procedere sin da ora alla esecuzione della Nota sul disarmo, senza attendere il risultato della Conferenza di Londra. Il Governo bavarese, per riguardo non meno agli interessi del Reich e della unità nazionale della Germania che a quelli del proprio Paese, stima fatale una simile decisione. Le discussioni finora tenute sull'argomento non hanno pur troppo condotto ad un'intesa né sono valse a scongiurare un passo, da cui il Governo bavarese teme i più gravi danni non meno per il Reich che per la Baviera.
La Nota prosegue: "Quanto alle misure, che il Governo del
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Reich crede di dover ora prendere per l'attuazione del suo punto di vista, e che esso stesso, come suppone il Governo bavarese, porterà ad esecuzione, questo lascia al Governo del Reich la intiera responsabilità" e conchiude: "Il Governo bavarese si è ritenuto nell'obbligo di fare la surriferita dichiarazione, in vista della particolare situazione della Baviera, senza pregiudizio della posizione di questa di fronte al Reich e del principio da esso costantemente affermato, che cioè la sorte creata al popolo tedesco dal trattato di Versailles forma oggetto di comune sollecitudine per i Governi di tutti gli Stati della Germania".
Con questa Nota, come mi ha dichiarato verbalmente lo stesso Signor Ministro Presidente, il Governo bavarese ha voluto mantenere fermo ed inalterato il suo principio sulla imprescindibile necessità della Einwohnerwehr, che considera come una questione vitale per la Baviera. Tuttavia, siccome il disarmo, sia di fronte all'Intesa che in base alle leggi, è affare del Governo del Reich, il Governo bavarese lascia a questo la esecuzione e la responsabilità dello scioglimento e del disarmo della Einwohnerwehr, senza alcuna cooperazione da sua parte. Né i Presidenti delle provincie, né la Reichswehr bavarese né la polizia presteranno il loro concorso; onde è da prevedere che di fronte a tale resistenza passiva sarà ben difficile al Commissario del Reich per il disarmo di portare ad effetto l'opera sua.
Per un completo giudizio sulla situazione mi occorre <di aggiungere in modo riservatissimo che la guardia civica Bavarese, oltre i 42 cannoni e le altre armi denunziate, a norma della legge sul disarmo, ha anche essa (come si afferma ne abbiano in notevoli quantità i rivoluzionari) depositi segreti d'armi, compresi cannoni e mitragliatrici, la cui necessità apparve manifesta in occasione della lotta contro il Governo comunista nel Maggio 1919; ma sembra che specialmente per la città di Monaco le armi suddette non sarebbero sufficienti, qualora dovessero essere consegnate tutte quelle già denunziate>.2
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[Zehn Zeilen geschwärzt]
Ad ogni modo il Ministero presieduto dal Signor von Kahr è uscito rinforzato dalle difficoltà dei giorni scorsi, di guisa che, per ora, ogni pericolo di crisi è eliminato.
Dopo di ciò, chinato umilmente al bacio della Sacra Porpora, con sensi di profondissima venerazione mi pregio di confermarmi
Di Vostra Eminenza Reverendissima
Umilissimo Devotissimo Obbligatissimo Servo
+ Eugenio Pacelli Arcivescovo di Sardi
Nunzio Apostolico
(1) Anche la stampa del Centro si è dimostrata contraria alla tesi bavarese. Così la Kölnische Volkszeitung del 10 corrente (N. 112) scriveva: "Noi temiamo che la Germania provocherebbe un grave conflit-
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to con le Potenze nemiche, nel quale la grande maggioranza del popolo tedesco non sarebbe disposta a sostenere il Governo del Reich, se questo volesse far proprio il punto di vista della Baviera e prenderlo come base di azione nella Conferenza di Londra. – Per quanto ai Bavaresi possa star a cuore la loro Einwohnerwehr, riuscirebbe tuttavia ad essi difficile di persuadere il Paese e l'estero della ragionevolezza ed accettabilità della loro tesi. Vogliono essi davvero affermare che la conservazione della Einwohnerwehr ed il pericolo di una schiavitù economica di tutto il popolo tedesco per ben quarantadue anni siano due questioni della stessa importanza? Vogliono essi asserire che la Germania ha nell'uno e nell'altro punto una base giuridica egualmente solida?... Non è vero che la posizione della Germania in Londra sarebbe indebolita, se essa si mostrasse pronta alla condiscendenza nella questione del disarmo. Che anzi la nostra resistenza alle richieste degli Alleati nella questione delle riparazioni guadagnerà di forza, se nei punti, in cui il trattato di pace di Versailles non è stato di fatto intieramente adempito, mostreremo la nostra prontezza a riparare a ciò che, certo non per mancanza di buona volontà, ma per la forza delle circostanze, ed in parte anche d'intesa colle Potenze Alleate, non è stato ancora eseguito."
66r, hds. am rechten oberen Seitenrand von unbekannter Hand notiert, vermutlich vom Empfänger: "R. col. N. 17526".
1Hds. gestrichen und korrigiert, vermutlich von Pacelli.
2Hds. eingefügt von Pacelli.
Empfohlene Zitierweise
Pacelli, Eugenio an Gasparri, Pietro vom 12. Februar 1921, in: 'Kritische Online-Edition der Nuntiaturberichte Eugenio Pacellis (1917-1929)', Dokument Nr. 342, URL: www.pacelli-edition.de/Dokument/342. Letzter Zugriff am: 28.03.2024.
Online seit 14.05.2013.