Dokument-Nr. 3875
Schioppa, Lorenzo an Gasparri, Pietro
[München], 29. Januar 1919

Regest
Schioppa übersendet Gasparri das Ergebnis der Wahlen zur deutschen Nationalversammlung. Die meisten Stimmen erhielt die sozialistische Partei, gefolgt vom Zentrum, der Deutschen Demokratischen Partei, der Deutschnationalen Volkspartei, den unabhängigen Sozialisten und der Deutschen Volkspartei. Außerdem gehören elf Abgeordnete keiner Fraktion an. Das Wahlergebnis und besonders das gute Abschneiden der Sozialisten spiegelt die aktuelle Stimmung in Deutschland wieder, obwohl die Sozialisten gehofft hatten, eine absolute Mehrheit erreichen zu können. Folgende Koalitionen sind möglich: Die Sozialisten könnten mit der Zentrumspartei und der Deutschen Demokratischen Partei oder nur einer von beiden regieren. Abschließend erläutert Schioppa die Gründe für die Umverteilung der Stimmen.
Betreff
Dopo le elezioni dell'Assemblea Nazionale Germanica
Facendo seguito al mio cifrato N. 294 ho l'onore di riferire a V. E. R. intorno alla prossima Assemblea Nazionale Germanica, quale si presenta in seguito alle recenti elezioni del 19 corrente.
Il risultato delle elezioni dato dall'Agenzia Wolff e che si può ritenere come definitivo, è quello che trasmisi a V. E. col menzionato telegramma e che qui, per maggiore chiarezza, ripeto.
1 Partito socialista mandati 164
2 Partito popolare cristiano (Christliche Volkspartei – ossia il Centro) mandati 88
3 Partito democratico tedesco (Deutsche demokratische Partei – Freisinn – ossia la vecchia fusione di quello che appellavasi partito popolare coi liberali nazionali di sinistra) mandati 77
4 Partito popolare nazionale tedesco (Deutsch-nationale Volkspartei – ossia il vecchio partito conservatore mandati 34
5 Partito dei socialisti indipendenti mandati 24
6 Partito popolare tedesco (Deutsche Volks-partei – ossia i vecchi liberali nazionali di destra) mandati 23
Sono stati eletti inoltre 11 deputati non appartenenti a frazione alcuna, che vanno così suddivisi:
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Guelfi,
1 rappresentante dei democratici contadini sterratori,
4 affiliati alla lega dei contadini bavaresi
2 rappresentanti della lega württembergese dei contadini e cittadini [sic].
Dei deputati al Reichstag della scorsa sessione sono stati rieletti dal partito del Centro, fra gli altri:
il segretario di Stato Erzberger,
il presidente del Reichstag Fehrenbach,
l'on.  Gröber,
l'on.  Trimborn,
l'on. Dr.  Spahn,
l'on.  Stegerwald,
l'on.  Herold,
l'on. Dr.  Pfeiffer.
Quest'ultimo è stato eletto a Berlino, ed è la prima volta che la Capitale ha scelto un deputato del Centro.
Il risultato delle elezioni corrisponde generalmente alle previsioni fatte. (°) Certamente il carattere dei tempi si manifesta nel forte aumento dei deputati socialisti; tuttavia il passaggio delle masse a sinistra non è stato così rumoroso come lo stesso partito socialista aveva ritenuto e sperato.
I socialisti credevano di poter contar su una maggioranza assoluta, e ciò che non è stato. La Germania si trova dinanzi non ad una maggioranza socialista ma ad una maggioranza borghese. Siccome i deputati all'Assemblea Costituente saranno 421, la maggioranza assoluta è di 211. Ora gli elementi radicali nell'Assemblea Costituente
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dispongono soltanto di
164 voti dei socialisti maggioritari,
24 voti dei socialisti minoritari,
4 voti degli affiliati alla lega contadini bavaresi,
ossia di un totale di 192 seggi.

È vero peraltro che anche i partiti di destra non possono formare una maggioranza assoluta, disponendo essi dei seguenti seggi:
88 Partito popolare cristiano
34 Partito popolare nazionale tedesco
23 Partito popolare tedesco
4 Guelfi
2 rappresentanti della lega württemberghese dei contadini e cittadini
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Fra questi due gruppi si trova il Partito democratico tedesco il quale può, con i suoi 77 deputati, dare la preponderanza ai partiti di destra o a quelli di sinistra.
Dal risultato delle elezioni si deve rilevare inoltre che i socialisti non possono da soli avere nelle mani il potere. Formeranno tuttavia il maggior nucleo del Governo, costituendo essi il più forte partito nell'Impero, e saranno sempre in grado di scegliersi i loro collaboratori del partito borghese. Sarebbe però anche possibile un blocco borghese contro il partito socialista, poiché esso disporrebbe di 260 voti contro 192; avrebbe cioè la maggioranza. Però tutto dimostra che non si deve contare troppo su una tale probabilità, non essendo possibile di escludere dal Parlamento il Partito so-
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cialista che è il più forte di tutti.
Sono possibili le seguenti combinazioni:
1º) che il Partito socialista, come avvenne più volte nell'ultimo scorcio della guerra, formi col Centro e il Partito democratico tedesco una maggioranza di 361 voti
o 2º) che il Partito socialista vada insieme con un [sic] solo dei due partiti, sia esso il Centro con i suoi 88 voti o il Partito democratico tedesco con i suoi 77 voti.
In quanto ai singoli partiti occorre dire che i partiti spiccatamente di destra, conservatori e liberali nazionali, hanno enormemente perduto, come dimostrano le cifre del Partito popolare nazionale tedesco e del Partito popolare tedesco. Questo regresso lo debbono soprattutto alla loro politica bellica pangermanista e all'atteggiamento reazionario che ha alienato loro la fiducia della maggioranza della popolazione. L'aumento del Partito democratico tedesco si deve principalmente al fatto che hanno votato per esso i liberali nazionali di sinistra.
Il Centro, ossia il Partito popolare cristiano ritorna integro, anzi rinforzato nell'Assemblea nazionale, attraverso la pace, la guerra e la rivoluzione. Esso costituisce il secondo più forte partito della Germania, dopo quello socialista. Prima della rivoluzione possedeva 89 mandati, e oggi ne occupa 88. È questa una costatazione davvero consolante se si pensa che questa volta le elezioni si sono svolte con un sistema (il proporzionale) diverso da quello usato sin qui. Se nelle ultime elezioni al Reichstag prima della guerra, nel 1912, si fosse proceduto secondo il sistema proporzionale, il Centro non avrebbe avuto allo-
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ra 89 seggi, ma, a un dipresso, 70. Il sistema proporzionale è di straordinario vantaggio alle grandi città dove alberga di solito l'elemento radicale, e nelle quali si poteva calcolare in una diminuzione dei mandati del Centro.
Orbene, questa diminuzione non si è avuta; al contrario, comparando le elezioni per il Reichstag, si viene alla constatazione che il Centro ha guadagnato dei seggi, e, comunque ha mantenuto il suo effettivo. A questo risultato hanno cooperato anche le donne cattoliche, le quali hanno adempiuto in mossa [sic] serrata il loro dovere elettorale. Se, oltre a ciò, qualche cosa ha contribuito a fare affluire al Centro nuovi elettori è stato il modo sconsiderato col quale l'ex Ministro dei Culti in Prussia, Adolf Hoffmann, ha creduto di poter risolvere la questione della separazione dello Stato dalla Chiesa. Il tentativo di imporsi con la prepotenza contro il sentimento religioso ha avuto il risultato di indurre gli ambienti religiosi a votare compatti per il Centro; e non sono mancati i cosiddetti "tiepidi" che, indignati per il tentativo del Ministro, gli hanno risposto dando il loro voto al partito popolare cristiano.
In quanto alle prospettive per la Chiesa cattolica si deve anzitutto constatare quale fatto positivo che i socialisti non posseggono una maggioranza, e che in seno al socialismo il radicalismo assoluto è debolmente rappresentato. Inoltre si deve tener presente che il Centro è il secondo partito dell'Impero in quanto al numero dei suoi deputati. Per ciò che riguarda la questione della separazione dello
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Stato dalla Chiesa, una questione che riguarda i singoli Stati confederati, è impossibile fare previsioni sicure; tuttavia anche ad elezioni fatte si può contare sulla probabilità che esposi nel mio citato rapporto N. 11646, che cioè se si addiverrà alla separazione essa non sarà in una forma radicale, ma moderata.
Del resto l'Assemblea Nazionale, che si adunerà il 6 del prossimo Febbraio a Weimar s'occuperà presto della importante questione.
Inchin.
23.1.1919
(°) Cf. Rapporto N. 11646 del 10 corr. e Cifrato N. 293
Empfohlene Zitierweise
Schioppa, Lorenzo an Gasparri, Pietro vom 29. Januar 1919, in: 'Kritische Online-Edition der Nuntiaturberichte Eugenio Pacellis (1917-1929)', Dokument Nr. 3875, URL: www.pacelli-edition.de/Dokument/3875. Letzter Zugriff am: 28.03.2024.
Online seit 04.06.2012, letzte Änderung am 29.09.2014.