Dokument-Nr. 4051
Pacelli, Eugenio an Gasparri, Pietro
München, 06. September 1920

Regest
Pacelli übermittelt Gasparri den Inhalt eines Briefes des Erzbischofs von Köln. In diesem berichtet Schulte vom Besuch des Freiherrn von Kerckerinck zur Borg bei Kaiser Wilhelm II. Letzterer glaube, dass der Heilige Stuhl 250 Millionen zur Verfügung stellen wolle, um den habsburgischen Kaiser Karl wieder an die Macht zu bringen. Von Kerckerinck zur Borg habe es nicht geschafft, Kaiser Wilhelm von der Absurdität dieser Behauptung zu überzeugen. Daher bittet er darum, dass sich eine Autoritätsperson des Heiligen Stuhls in dieser Sache an den Kaiser wenden möge. Der Urheber des Gerüchtes sei ihm allerdings unbekannt. Leider habe es dem Unmut des Kaisers gegen den Heiligen Vater neue Nahrung gegeben und er vermutet, dass in der protestantischen Presse bald eine entsprechende Meldung erscheinen wird.
Betreff
Sull'ex-Imperatore di Germania
Eminenza Reverendissima,
Mi è pervenuta oggi una lettera di Monsignor Arcivescovo di Colonia, la quale, tradotta dal tedesco, è del seguente tenore:
"Il Signor Barone von Kerkering-Borg [sic], benemerito cattolico e già deputato del Centro, di ritorno da un suo viaggio in Olanda, ove egli ha visitato nella settimana scorsa S. M. l'Imperatore Guglielmo II, mi ha comunicato quanto appresso:
'Ho trovato il Kaiser, nonostante il recente triste avvenimento nella sua famiglia, relativamente bene ed anche mentalmente equilibrato, – molto più dell'ultima volta. Si occupa assai di politica, anche retrospettiva. Egli affermò di aver ricevuto sicure notizie che la Santa Sede ha messo a disposizione 250 milioni per reintegrare la potenza cattolica degli Asburgo (Imperatore Carlo). Io cercai di togliergli tale idea, ma inutilmente. – Crederei opportuno che qualche ben informato ed autorevole personaggio, eventualmente in base a notizie assunte presso la S. Sede, spiegasse al Kaiser che si tratta di una favola. Egli dice: "Il traditore Imperatore Carlo
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vale per la Chiesa 250 milioni; per me, l'eretico, essa non fa naturalmente nulla. La mia caduta le riuscì gradita". Il di lui malcontento, per quanto ingiusto, contro il Papa ha avuto nuovo alimento da quella fiaba. Non ho potuto scoprire chi ha inventato la storia dei 250 milioni. Naturalmente io ho insistito energicamente nell'asserire i veri sentimenti del Santo Padre e la Sua abile e leale politica, appoggiandomi all'uopo sul giudizio del Signor von Bergen e dell'Abate Primate von Stotzingen, che egli stima molto. Malgrado ciò tornava sempre di nuovo ai 250 milioni.'
Lascio a Vostra Eccellenza di giudicare se alla cosa debba annettersi importanza oppur no. Credo però che la favola dei 250 milioni apparirà presto con ostili commenti nei giornali protestanti".
Nel riferire alla mia volta quanto sopra all'Eminenza Vostra Reverendissima per Sua notizia e per quelle disposizioni che Ella eventualmente stimasse di prendere al riguardo, m'inchino umilmente al bacio della Sacra Porpora e con sensi di profondissima venerazione mi pregio confermarmi
Di Vostra Eminenza Reverendissima
Umilissimo Devotissimo Obbligatissimo Servo
+ Eugenio Pacelli Arcivescovo di Sardi
Nunzio Apostolico
30r, oberer Seitenrand, hds.: "Acc. ric. col N. 11054, del 7 ottobre 1920".
Empfohlene Zitierweise
Pacelli, Eugenio an Gasparri, Pietro vom 06. September 1920, in: 'Kritische Online-Edition der Nuntiaturberichte Eugenio Pacellis (1917-1929)', Dokument Nr. 4051, URL: www.pacelli-edition.de/Dokument/4051. Letzter Zugriff am: 29.03.2024.
Online seit 14.01.2013, letzte Änderung am 10.03.2014.