Dokument-Nr. 4176
Pacelli, Eugenio an Gasparri, Pietro
Berlin, 19. März 1924

Regest
Pacelli berichtet von seiner Reise nach Berlin, um die Prüfung des definitiven Textes des Bayernkonkordats durch die Reichsregierung zu beschleunigen. Gemäß der Vereinbarung vom 13. November 1920 soll lediglich die Vereinbarkeit des Konkordatsentwurfs mit der Reichsverfassung sicher gestellt werden. An dem Treffen, das direkt am Tag nach Ankunft des Nuntius stattfand, nahmen Reichskanzler Marx, Staatssekretär Bracht und der Zentrumsabgeordnete Kaas teil. Zunächst wurden 10 bis 15 Tage als benötigter Zeitraum für die Prüfung angesetzt, aber als der Nuntius wegen der anstehenden Wahlen in Bayern auf einen rascheren Abschluss drängte, sagte Marx zu, alles in seiner Macht Stehende dafür zu tun. Wie Pacelli zu seiner Überraschung erfuhr, wurde die Lage dadurch erschwert, dass die preußische Regierung, auf Basis eines vom ehemaligen Reichskanzler Fehrenbach gemachten Zugeständnisses, davon ausging, in der Diskussion zur Prüfung des Konkordatstextes intervenieren zu können. Der Nuntius befürchtete eine Verzögerung und vielleicht gar eine Sabotage des Konkordatsabschlusses, zumal er auch um die mit der Schulfrage verbundene Opposition des Staatsekretärs im preußischen Kultusministerium Becker gegenüber dem Bayernkonkordat wusste. Aus politischem Kalkül, auch mit Blick auf ein künftiges Preußenkonkordat, sprach Pacelli diese Befürchtungen aber nicht offen aus. Mit Erleichterung stellte er dann fest, dass auch die Vertreter der Reichsregierung keine Einmischung der preußischen Regierung wünschten.
Im Anschluss besuchte der Nuntius den Staatssekretär im Auswärtigen Amt von Maltzan, der keine Einwände zur Verfassungsmäßigkeit des Konkordatsentwurfs hatte und Gasparri wie Pacelli für ihr Eintreten gegen die Behandlung der päpstlichen Friedensinitiative im parlamentarischen Untersuchungsausschuss für die Schuldfrage des Ersten Weltkriegs dankte. In Abwesenheit von Reichsinnenminister Jarres traf der Nuntius anschließend den protestantischen, jedoch juristisch sachkundigen Staatssekretär Zweigert. Von diesem erfuhr er, dass die Abteilung für Bildung und Schulfragen unter Leitung des Sozialdemokraten Schulz Einwände gegen Artikel 5, § 1 des Konkordatsentwurfs wegen Verletzung des Artikel 149, Absatz 2 und gegen Artikel 8, § 1 wegen Verletzung des Artikel 149, Absatz 1 der Reichsverfassung erhob. Wenngleich es Pacelli gelang, die Einwände für Zweigert überzeugend zu entkräften, blieb ungewiss, welche Position der Innenminister selbst einnehmen würde. Als dieser nach Berlin zurückkehrte, kam es im Innenministerium zu einer erbitterten Auseinandersetzung, die den geplanten Abschluss der Konkordatsprüfung am Montag unmöglich machte. Daraufhin traf sich Pacelli erneut mit Reichskanzler Marx, um einen zügigen Abschluss der Prüfung zu erreichen. Dabei erfuhr er von erneuten Einmischungsversuchen Preußens, die der Reichskanzler jedoch abwiegeln konnte. Der Nuntius führt aus, dass das preußische Kultusministerium Informationen über den Konkordatsinhalt erhalten habe und erschrocken darüber sei, wie sehr das Konkordat die Kirche begünstige. Weil das Konkordat einen Präzedenzfall für die Verhandlungen mit dem Reich und mit Preußen schafft, sei die Opposition so groß.
Nachfolgend schildert Pacelli die Reigerungsaussprache über das Bayernkonkordat. Da Staatssekretär Schulz und Innenminister Jarres das Konkordat für verfassungswidrig hielten und in keiner Weise von ihrer Position abrücken wollten, wurde bereits angedacht, den Abschluss der Prüfung zu verschieben und Gutachter mit der Überprüfung der Verfassungsmäßigkeit der beanstandeten Artikel zu betrauen. In letzter Minute gelang es Marx doch noch, Innenminister von seiner Opposition abzubringen, sodass der Reichskanzler die Erklärung der Verfassungsmäßigkeit des Konkordats vor seiner Abreise aus Berlin unterzeichnete. Pacelli lobt Marx' Agieren ausdrücklich angesichts der Risiken, die eine Verschiebung mit sich gebracht hätte.
Betreff
Il progetto di Concordato colla Baviera ed il Governo del Reich
Eminenza Reverendissima,
Come ebbi già l'onore di riferire all'Eminenza Vostra Reverendissima, – dopoché il Consiglio dei Ministri in Baviera ebbe approvato il progetto di Concordato, partii la sera di venerdì scorso 14 corrente da Monaco per Berlino, affine di sollecitare e facilitare l'esame, che di esso avrebbe dovuto fare il Governo del Reich . L'accordo da me concluso in Berlino il 13 Novembre 1920 dava per buona sorte a tale esame un carattere puramente negativo, limitando la competenza del Reich a constatare se il progetto in discorso contenesse eventualmente disposizioni in contraddizione colla Costituzione germanica, ed escludendo così qualsiasi giudizio, ad es. sulla opportunità o meno delle
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disposizioni del medesimo.
La mattina del Sabato fui subito ricevuto dal Sig. Marx, Cancelliere del Reich, ed ebbi con lui sull'argomento un colloquio, al quale presero pure parte il Segretario di Stato Sig. Bracht ed il Deputato al Reichstag Mons. Kaas. Dopo aver ricordato i termini del succitato accordo e circoscritto così il campo dell'esame da parte del Governo del Reich, espressi il mio <vivo>1 desiderio che esso venisse effettuato al più presto possibile. Il Sig. Cancelliere ed il menzionato Segretario di Stato, pur dichiarandosi personalmente favorevoli ad un pronto disbrigo della cosa, manifestarono nondimeno l'opinione che occorrerebbero a tale scopo fra i dieci ed i quindici giorni. Da parte mia feci però notare che un sì lungo differimento della decisione non sarebbe potuto tornare gradito alla S. Sede, essendo assolutamente necessario che il Concordato venisse firmato prima delle imminenti elezioni del Landtag in Baviera. In tal guisa riuscii ad ottenere dal Cancelliere l'assicurazione che avrebbe fatto ogni sforzo, affinché tutto fosse terminato il Lunedì seguente, tanto più che la sera di <del>2 Martedì egli doveva<sse>3 partire per Vienna, rimanendo assente da Berlino per circa una settimana.
A complicare tuttavia la situazione si aggiunse il fatto che, come nello stesso colloquio mi comunicò, non senza mia sorpresa, il Segretario di Stato Bracht, il
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Governo prussiano, basandosi su di una promessa avuta già dal Cancelliere Fehrenbach, pretendeva di intervenire nei dibattiti per l'esame del progetto di Concordato colla Baviera. Contro un tale intervento, il quale importava la intromissione di un elemento estraneo nelle trattative fra la S. Sede e la Baviera, avevo in realtà le più serie preoccupazioni, aumentate dalla circostanza che le insistenze per siffatta partecipazione provenivano precisamente dal Ministro<ero>4 del Culto prussiano. Mi era invero ben noto come il Segretario di Stato in detto Ministero, Sig. Dr. Becker, avverso in massima alla inclusione della questione scolastica nei Concordati della Germania colla S. Sede, fosse contrario al Concordato bavarese, e temevo perciò che quelle insistenze non avessero altro scopo che di tentare all'ultima ora di "sabotarlo" od almeno di ritardarne la conclusione. Per varie ragioni di prudenza dovetti tuttavia astenermi dal manifestare apertamente simili timori, giacché una opposizione da mia parte avrebbe gravemente offeso il Governo prussiano, rendendo in tal guisa ancor più difficili le eventuali future trattative per un Concordato colla Prussia; mi limitai quindi a notare che trattavasi di una questione costituzionale interna, a cui preferivo di rimanere estraneo, e la quale doveva essere risolta dal Governo del Reich
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d'intesa colla Baviera. Con mia soddisfazione rilevai, del resto, che né al Sig [sic] Cancelliere né, a quand<t>o5 sembrava, alle altre Autorità competenti del Reich riusciva troppo gradita questa intromissione della Prussia in un affare costituzionalmente riservato al Reich stesso.
Terminata la conferenza col Cancelliere, mi recai a visitare il Segretario di Stato de<a>gli6 Affari Esteri, Sig. Barone von Maltzan, il quale mi dichiarò senz'altro che quel Dicastero non soltanto non aveva alcuna obbiezione contro il progetto di Concordato in discorso sotto il punto di vista della Costituzione, ma anzi, nei riguardi della politica estera, non poteva che esserne soddisfatto. In pari tempo egli mi ringraziò dell'appoggio dato al Ministero degli Esteri sia dall'Eminenza Vostra che dalla Nunziatura contro la deliberazione della nota Commissione d'inchiesta relativamente alla pubblicazione dei documenti concernenti l'azione Pontificia per la pace nel 1917.
Sicomme però la decisione circa la costituzionalità del Concordato colla Baviera era principalmente di competenza del Ministero dell'Interno del Reich, stimai opportuno di mettermi anche con questo in rapporto diretto. Durante un abboccamento avuto nel pomeriggio di quello stesso giorno, in assenza del Ministro Sig. Jarres, col Segretario di Stato Sig. Zweigert, protestante, ma esperto
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giurista, potei constatare che la Sezione per la scuola nel detto Ministero, a capo della quale si trova come Segretario di Stato il socialista Schulz, aveva mosso varie eccezioni contro il testo delle progettate disposizioni concordatarie. Soprattutto si era voluto vedere nel § 1 dell'art. 5 del progetto ("L'istruzione ed educazione dei fanciulli nelle scuole elementari cattoliche sarà affidata unicamente a maestri e maestre, che siano atti e disposti ad istruirli in modo sicuro nella dottrina cattolica e ad educarli nello spirito della fede cattolica") una violazione dell'articolo 149 capov. 2 della Costituzione del Reich, ove è detto che "l'impartire l'istruzione religiosa ed il compiere atti religiosi è lasciata<o>7 alla dichiarazione di volontà dei maestri". Mi fu tuttavia facile di ribattere tale obbiezione, notando come nessuna disposizione della Costituzione dà diritto ad un maestro di essere impiegato in un determinato genere di scuola. Quei maestri quindi, i quali non siano disposti ad istruire i fanciulli nella dottrina cattolica e ad educarli secondo lo spirito della fede cattolica, potranno essere addetti ad una scuola non confessionale-cattolica, ed in tal guisa essi non risentiranno alcuna menomazione della libertà loro attribuita dalla Costituzione. Il contrario (aggiunsi) sarebbe invece anticostituzionale, giacché, qualora nelle
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scuole cattoliche potessero essere adibiti insegnanti ostili alla religione, il carattere confessionale delle medesime rimarrebbe di fatto distrutto. Un'altra difficoltà si muoveva contro la parola "Beaufsichtigung" dell'articolo 8 § 1 del progetto, la quale, – essendo il diritto di ispezione (Aufsichtsrecht) riservato allo Stato in virtù dell'art. 149 capov. 1 della Costituzione, – si voleva mutare in "Ueberwachung"; ma io notai che il senso di quel termine risultava del tutto chiaro dal testo italiano, egualmente ufficiale, del Concordato, ove leggevasi appunto "so<r>veglianza"8. Con mia soddisfazione potei constatare che il menzionato Sig. Zweigert, come anche il relatore Consigliere ministeriale Dr. Kaisenberg, aderivano alle mie idee, sebbene rimanesse ancora incerto quale fosse l'opinione del Ministro stesso Sig. Jarres.
Tornato questi a Berlino, si svolse nel Ministero dell'Interno dietro le quinte una seria lotta, la quale impedì che l'attesa risoluzione venisse presa, come si era sperato, il Lunedì stesso. Preoccupato, d'altra parte, dal fatto, 9 che il Cancelliere sarebbe partito (come ho già accennato) la sera dell'indomani Martedì 18 corrente, mi recai alle ore 10 del mattino nuovamente dallo stesso Sig. Marx, sia per informarmi con certezza a qual punto stessero le cose, che allo scopo di insistere per una decisione im-
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mediata, e feci considerare a lui, uomo senza dubbio di grande pietà, quale merito avrebbe acquistato dinanzi a Dio col condurre a buon termine un'opera così utile per la Chiesa e per le anime. In tale occasione appresi che il Governo prussiano aveva rinnovato le sue insistenze per partecipare alla discussione e che il menzionato Segretario di Stato Dr. Becker aveva due volte telefonato a tal fine. Il Cancelliere però mi disse che avrebbe dato una risposta evasiva ed avrebbe trattato colla Prussia soltanto dopoché la decisione del Governo del Reich fosse stata definitiva. – Sembra invero che il Ministr<er>o10 del Culto prussiano avesse avuto da qualche parte informazioni circa il contenuto reale del progetto di Concordato e fosse costernato dalle disposizioni di esso così favorevoli alla Chiesa. Finora i dirigenti del Ministero anzidetto, come rivelavano certe frasi quasi sprezzanti uscite dalla loro bocca, avevano creduto che un Concordato colla Baviera, quale era desiderato dalla S. Sede, non sarebbe venuto mai a capo, e ad ogni modo avevano dal canto loro fatto del tutto per suscitare anche in Monaco difficoltà ed ostacoli. Essendone ora invece imminente la conclusione, e poiché esso avrebbe costituito un precedente, tutto a vantaggio della Chiesa, per le future trattative col Reich o colla Prussia, è ben spiegabile l'allarme suscitatosi
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in quei circoli ed il loro tentativo di offensiva, mascherato col pretesto dell'esame intorno alla costituzionalità del medesimo.
Checché sia di ciò, il fatto è che, malgrado l'impegno spiegato dal Cancelliere, fu assai ardua fatica il vincere la opposizione degli avversari. Erano per la costituzionalità del progetto il Cancelliere col suo Segretario di Stato Bracht, il Ministr<er>o11 degli Esteri, il Ministro della Giustizia per il Reich Sig. Emminger, anch'esso interpellato al riguardo, il Segretario di Stato Zweigert ed il Consigliere ministeriale Dr. Kaisenberg del Ministero dell'Interno. Dalla parte contraria stavano invece il Segretario di Stato Schulz, che si può considerare come il più spiccato rappresentante della politica scolastica del partito socialista, ed il Ministro stesso Sig. Jarres, il quale, liberale e protestante, si era lasciato influenzare dallo Schulz e mantenesse<va>12 un atteggiamento inflessibile. Alle ore 8, vale a dire soltanto un'ora prima della partenza del Cancelliere per Vienna, la situazione era divenuta (come appresi con mia viva preoccupazione da una comunicazione telefonica) estremamente critica, giacché la resistenza del Sig. Jarres persisteva colla medesima forza. Egli anzi, rifiutandosi di apporre, come Vicecancelliere, in assenza del Sig. Marx, la firma alla re-
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lativa dichiarazione del Governo del Reich, aveva finito col proporre di differire la decisione sino al ritorno del Cancelliere e di fare esaminare nel frattempo da periti la costituzionalità degli articoli contestati. È evidente quanto pericolosa sarebbe stata una simile dilazione, la quale avrebbe aperto la porta a nuove inframmettenze da parte dei nemici del Concordato e del Ministero del Culto prussiano, che sarebbe riuscito pressoché impossibile di tenere più a lungo in disparte.
Tanto più lodevole è stata quindi l'azione del Cancelliere, il quale, coadiuvato dal Bracht, riuscì a condurre la cosa in porto, pur in tanta ristrettezza di tempo. In tutta fretta furono mandati a prendere in automobile e condotti alla residenza del Cancelliere i due Ministri dell'Interno e della Giustizia, il Segretario di Stato Zweigert ed il Consigliere ministeriale Kaisenberg. In seguito ad una nuova esposizione dello Zweigert, il Ministro dell'Interno ritirò le sue obbiezioni e diede il suo assenso ad una dichiarazione, in cui si diceva che "contro il progetto di Concordato tra il Governo bavarese e la S. Sede non vi sono da muovere eccezioni in base alla Costituzione del Reich". Il Cancelliere firmò il documento e montò poi immediatamente in automobile per recarsi alla stazione. Alle ore 9 ebbi per telefono comunicazione che
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tutto era felicemente concluso!
Chinato umilmente al bacio della Sacra Porpora, con sensi di profondissima venerazione ho l'onore di confermamrmi [sic]
Di Vostra Eminenza Reverendissima
Umilissimo Devotissimo Obbligatissimo Servo
+ Eugenio Pacelli Arcivescovo di Sardi
Nunzio Apostolico
1Hds. gestrichen und korrigiert von Pacelli.
2Hds. gestrichen und korrigiert von Pacelli.
3Hds. korrigiert von Pacelli.
4Hds. korrigiert von Pacelli.
5Hds. korrigiert von Pacelli.
6Hds. korrigiert von Pacelli.
7Hds. korrigiert von Pacelli.
8Hds. korrigiert von Pacelli.
9Hds. gestrichen von Pacelli.
10Hds. korrigiert von Pacelli.
11Hds. korrigiert von Pacelli.
12Hds. korrigiert von Pacelli.
Empfohlene Zitierweise
Pacelli, Eugenio an Gasparri, Pietro vom 19. März 1924, in: 'Kritische Online-Edition der Nuntiaturberichte Eugenio Pacellis (1917-1929)', Dokument Nr. 4176, URL: www.pacelli-edition.de/Dokument/4176. Letzter Zugriff am: 29.03.2024.
Online seit 18.09.2015, letzte Änderung am 20.01.2020.