Dokument-Nr. 450

Erzberger, Matthias: Continuano le profanazioni di tombe da parte dei francesi. II, 08. Juni 1918

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In rapporto alle profanazioni di tombe e lapidi mortuarie di soldati tedeschi su suolo francese, perpetrate da soldati francesi e di cui riferimmo il mese scorso, è notevole rilevare che un anno fa il noto scrittore francese Henri Lavedan, in un articolo apparso nella Rivista "L'Illustration", incitò il suo popolo e il suo esercito a distruggere i monumenti mortuari che i soldati germanici avevano eretto in terra di Francia ai loro camerati caduti. Già nell'estate dell'anno passato voci su tali distruzioni erano giunte all'orecchio del Governo tedesco; il quale pregò il Governo svizzero di indagare sulla faccenda e, in caso affermativo, di protestare energicamente presso il Governo francese. Le autorità francesi fecero passare più di 6 mesi prima di far pervenire una risposta al Governo svizzero. E quando questa risposta finalmente giunse, essa conteneva non solo la confessione delle profanazioni commesse, ma i soliti vituperi contro le truppe tedesche seguiti dalla dichiarazione:
"I soldati francesi non hanno potuto sopportare la presenza di monumenti mortuari su terra di Francia, per così dire a gloria delle violazioni dei sacri principi della civiltà e del diritto, commessi incessantemente dalle truppe tedesche."
La risposta francese proseguiva affermando essersi la distruzione estesa soltanto a monumenti adorni di figure simboliche. È caratteristico che il Governo fran-
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cese faccia una distinzione fondamentale fra monumenti mortuari grandi e piccoli. Sotto questi e sotto quelli riposano i morti. Un cristiano rispetta in ogni caso le tombe dei trapassati; sia che questi dormano il loro sonno eterno sotto un monumento grande sia che riposino sotto una modestissima croce. Ma il Governo francese è di ben diverso parere; esso concede, in principio, ai suoi soldati il diritto di distruggere i monumenti mortuari più grandi.
Rimane tuttavia il fatto concreto, inoppugnabile, che la rabbia di distruzione dei soldati francese non si è sfogata soltanto sui monumenti mortuari più grandi, adorni di figure simboliche. Le croci semplici e modeste sulle tombe dei caduti sono state troncate, mutilate e lordate in modo sistematico. Le truppe francesi volevano documentare così il loro odio feroce contro i Tedeschi, anche oltre la tomba; perché altrimenti non avrebbe avuto senso alcuno quel separare le tombe tedesche da quelle francesi mediante pareti di cartone catramato alte più di 2 metri.
Come già riferimmo, specialmente il cimitero di Nesle era ridotto a un mucchio di macerie. Da un rapporto particolareggiato del comandante tedesco di quel luogo rileviamo:
"Le tombe dei soldati tedeschi sono state separate dalle altre mediante una parete alta più di 2 metri fatta con cartone catramato. Le tombe hanno un aspetto lacrimevole. È raro incontrarne una in cui croce o lapide o monumento mortuario non sia profanato. Nella maggior parte dei casi sono state spez-
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zate le braccia alle croci, oppure queste son ridotte in frantumi sparsi qua e la. Quelle rimaste intere, sono state sradicate dal suolo e gettate attraverso le fosse; dimodoché non si può stabilire a quali tombe appartenessero le singole croci divelte. Le lapidi son quasi tutte abbattute; molte ridotte in pezzi. In singoli casi le lastre di marmo con l'iscrizione sono spezzate, o da esse allontanate a forza, evidentemente con picche o scalpelli, le iscrizioni plastiche e gli ornamenti. I monumenti mortuari più grandi, eretti sui fossoni, son ridotti a mucchi di rovine. Nelle croci di legno tutte quante le croci di ferro sono state cancellate con vernice nera. Nelle lapidi tanto le croci di ferro come gli ornamenti rappresentanti corone d'alloro e di quercia, sono state scalpellate. Osserviamo che il cimitero non può aver subito danni da operazioni militari. Le distruzioni si debbono a brutale violenza e a metodica profanazione."
Come si vede, i soldati francesi non hanno fatto distinzione alcuna nel trattamento tra monumenti mortuari grandi e piccoli, lapidi, ecc., perché non hanno risparmiato nemmeno le croci di legno. Che i monumenti mortuari in pietra brutalmente distrutti sieno i più, dipende naturalmente dal fatto che i Tedeschi tennero occupato questo territorio per molto tempo ed ebbero quindi agio di erigere ai loro camerati monumenti degni e durevoli. Una prova evidente che le distruzioni venivano fatte con metodo, e che molti monumenti sono stati fatti saltare in
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aria con la dinamite, risulta anche dal seguente rapporto sul cimitero di Chauny:
"Nel cimitero dei soldati tedeschi a Chauny un monumento di pietra è stato completamente distrutto. Si possono riconoscere ancora benissimo i buchi scavati col trapano per la carica della dinamite. Le iscrizioni sono rese irriconoscibili a forza di scalpello. Anche il monumento mortuario all'ingresso del cimitero è completamente rovinato. Dai frammenti si è potuto rilevare che un'iscrizione: "Sei getreu bis in den Tod" (Sii fedele fino alla morte) era stata scalpellata. In un'altra parte del cimitero, una grande lapide di pietra coi nomi dei caduti, è ridotta in frantumi. La lapide era sormontata dalle parole "Den für das Vaterland gestorbenen Kameraden" (ai camerati morti per la patria) e dalla croce di ferro. Da un fossone è stato portato via una specie di zoccolo coi nomi dei caduti. Da 82 croci di legno sono state grattate via le croci di ferro impressevi a fuoco. Una lapide è stata mutilata della croce. Altre 17 lapidi sono rovesciate e infrante. I due monumenti mortuari sono stati fatti saltare in aria come si riconosce esattamente dai fori per la carica della dinamite. È escluso che siano stati bombardati dall'artiglieria."
Dai rapporti successivamente giunti togliamo quanto appresso:
"Nel camposanto di Lagny vi son due monumenti; l'uno un blocco di granito con suvvi scol-
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pita in rilievo l'iscrizione: "2. Garderegiment zu Fuss" (Secondo reggimento della Guardia a piedi) e, in alto, la stella della Guardia. Questa stella è stata scalpellata, come ben si riconosce; l'iscrizione invece è salva. Nell'altro monumento sono state scalpellate egualmente croce e iscrizione. In parte le lapidi son rovesciate ed infrante; in parte scalpellate le sole iscrizioni.
Nel più grande cimitero di Pargny alla Somme un gran numero di tombe sono state danneggiate in modo veramente sacrilego. Un monumento in granito sormontato da una figura, è totalmente distrutto. Cippi, lapidi e ricordi marmorei in gran numero rovesciati; le singole tombe danneggiate, mutilate e contaminate. Tutti gli ornamenti e nomi delle croci di legno, verniciati o resi illeggibili; nelle lapidi di pietra scalpellati o spezzati."
I medesimi rapporti son giunti dai cimiteri di Ognolles, Amy, Mesnil St. Nicaise, Languevoisin. In un rapporto sul camposanto di Croix Moligneaux si legge:
"In un angolo del cimitero, vicino al viale trovai molti cippi eretti alla memoria di soldati tedeschi, ammonticchiati alla rinfusa. Le lapidi erano infrante; le croci e una parte delle iscrizioni grandemente danneggiate a furia di scalpello."
Il quadro tipico dei cimiteri tedeschi, passati per un certo tempo nelle mani dei Francesi, è dunque, questo: che lapidi e croci son rovesciate e distrutte; che i Francesi volevano, è vero, asportare tutte le figure sim-
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boliche ed i nomi, ma che questa profanazione costituiva soltanto una parte del loro compito infame, mirante a distruggere sistematicamente le tombe dei soldati tedeschi caduti, e a dimostrare che l'odio vive in essi anche oltre la tomba. Davanti ad un tale stato di cose il tentativo francese di giustificazione fallisce completamente anche dinanzi al Governo svizzero.
Empfohlene Zitierweise
Erzberger, Matthias, Continuano le profanazioni di tombe da parte dei francesi. II vom 08. Juni 1918, Anlage, in: 'Kritische Online-Edition der Nuntiaturberichte Eugenio Pacellis (1917-1929)', Dokument Nr. 450, URL: www.pacelli-edition.de/Dokument/450. Letzter Zugriff am: 28.03.2024.
Online seit 02.03.2011.