Dokument-Nr. 5472
Gasparri, Pietro an Pacelli, Eugenio
Vatikan, 21. Dezember 1921

Regest
Gasparri weist Pacelli an, bei seinem bevorstehenden Aufenthalt in Berlin bei der Reichsregierung in Erfahrung zu bringen, weshalb sein Vorschlag zur Regelung der wirtschaftlichen Lage Europas abgelehnt wurde. Er legt seine Ideen in einer beigefügten Denkschrift dar und zeichnet die Entwicklung der Ereignisse nach. Der Apostolische Delegat in Washington Bonzano habe die neue US-amerikanische Regierung Harding auf die Situation Europas hingewiesen und diese habe sich zur Hilfe bereit erklärte. Gasparri habe seine Ideen zur Rettung Europas dem deutschen Botschafter beim Heiligen Stuhl von Bergen vorgelegt, der sie befürwortet habe. Daraufhin sei von Bergen, dem Gasparri klare und kurze Vorschläge seitens der Reichsregierung für die US-amerikanische Regierung ans Herz gelegt habe, mit Reichsaußenminister Simons zu mehrwöchigen Beratungen in der Schweiz zusammen gekommen; währenddessen sei in der deutschen Presse die Nachricht einer Intervention des Heiligen Stuhls durchgesickert, was zu heftigen Reaktionen Frankreichs geführt habe. Die Antwortnote der Reichsregierung sei ein langes und unverständliches Sammelsurium gewesen, das Gasparri zusammengefasst und mit seinen Ideen ergänzt hat. Die Reichsregierung habe diese Fassung allerdings abgelehnt und dem Kardinalstaatssekretär einen eigenen Vorschlag in 12 Punkten zukommen lassen. Gasparri habe diesen erneut als unverständlich zurückgewiesen und sich geweigert, ihn dem Weißen Haus zu übersenden, was die Reichsregierung daraufhin selbständig tat. Die US-amerikanische Regierung habe die Reichsregierung als Reaktion dazu aufgefordert, klarere und präzisere Vorschläge vorzulegen, was Gasparri für eine wohlverdiente Antwort hält. Weder von Bergen noch der bevollmächtigte Minister Bayerns beim Heiligen Stuhl von Ritter hätten Gasparri sagen können, aus welchem Grund seine Vorschläge zurückgewiesen worden seien. Er habe gegenüber von Bergen erklärt, dass das Reich die größte Dummheit seiner Geschichte begangen habe. Viele kompetente Personen, denen er seine Ideen nicht als seine eigene vorgestellt habe, hätten sie als "das Ei des Kolumbus" bezeichnet. Nach Auskunft Cramer-Kletts existiere in Bern eine jüdisch-freimaurerische Gesellschaft, die über Einfluss im Berliner Ministerium verfügen solle und habe verhindern wollen, dass die wirtschaftliche Erholung Europas auf Vorschläge des Heiligen Stuhls zurückgehe. Sollte das der Wahrheit entsprechen, so Gasparri, habe Deutschland das bekommen, was es verdiene.
[Kein Betreff]
Personale
Mons. Carmo,
Prima di tutto augurii sincerissimi di ogni bene nelle prossime feste e nel nuovo anno. Abbiatevi riguardo alla salute e seguitate a lavorare con lena, come avete fatto finora.
Andando a Berlino per restarvi alcuni giorni, procurate di sapere <conoscere>1 con certezza da quei Signori la vera ragione per la quale respinsero una mia idea di sistemazione della caotica situazione economica europea. Ho esposto in succinto la mia idea nei fogli annessi, la storia delle trattative che corsero è la seguente.
Il Del. Ap.lico  per ordine della S. Sede aveva raccomandato vivamente al nuovo Governo americano
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la situazione della povera Europa; ed il Governo si mostrò molto ben disposto. Io feci vedere all'Ambasciatore i dispacci ricevuti e se ne mostrò contentissimo. Allora gli esposi la mia idea e la trovò eccellente.
Fu chiamato in Svizzera per concertare, insieme a Simons, una proposta da farsi dalla Germania all'America; si era convenuto che noi l'avremmo caldamente appoggiata presso il Governo l'av 2 trasmessa per telegrafo al Del. Ap.lico , il quale l'avrebbe caldamente appoggiata. Io raccomandai all'Ambasciatore, prima delle sua partenza per la Svizzera di esser chiari e brevi.
I colloquii in Svizzera durarono parech 3 parecchie settimane. Frattanto alcuni giornali tedeschi annunziarono l'int 4 (con 5 imprudenza enorme da parte del Governo!) l'intervento della Santa Sede in proposito, senza però dire in che consisteva quest'intervento: inde irae della Francia.
Finalmente tornato a Roma l'Ambasciatore, mi
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rimise un zibaldone in quattro pagine in folio: era il risultato dei colloquii e la proposta tedesca. Io dissi all'Ambasciatore che non l'avrei trasmesso al Del. Ap.lico 1º perché troppo lunga; 2º perché io non ci capisco un acca [sic]. Domandai il permesso, subito accordato, di riassumerlo ed esporre chiaramente la mia idea.
L'Ambasciatore man 6 inviò a Berlino il mio riassunto; non fu accolto e ritornò la proposta in dodici punti, nella quale io di nuovo non capii nulla [ne dall]7.Io dissi all'Ambasciatore che non potevo trasmettere la proposta; pensasse il Governo a farla giungere alla Casa Bianca; noi per mezzo del Del. Ap.lico avremmo raccomandato di fare buon viso e buona accoglienza alle proposte che farà la Germania.
In seguito io domandai all'Ambasciatore quale era stata la risposta dell'America: mi disse che l'America aveva risposto: la Germania faccia proposte più chiare e più precise. Ed io trovai che la risposta era ben meritata.
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Così ebbero termine le trattative. Io ho richiesto più volte all'Ambasciatore e al Ministro di Baviera quale era stata la vera ragione per la quale la Germania non aveva accolto la mia 8 il mio suggerimento. Né l'uno né l'altro seppero dirmela. L'Ambasciatore mi disse che l'America non aveva accettato; <ciò>9 è vero, se si tratta della proposta in 12 punti sopra indicata oscura e imprecisa; ma non è vera <falso>10 se si tratta del mio progetto. Mi aggiunse l'Ambasciatore che sarebbe venuto in Roma un banchiere di Amburgo che forse mi avrebbe spiegato la cosa, ma non è venuto. Cosicché io varie volte ho ripetuto all'Ambasciatore: se mi si dà una seria ragione, sta bene; io rinunzio molto facilmente al mio progetto; altrimenti io ritengo che la Germa nia ha commesso la più grossa bê tise della sua storia. Varie persone competenti alle quali io ho accennato la idea, non come mia, ma come di altri, l'hanno trovata buona, qualificandola come l'uovo di Colombo.
Debbo aggiungere che il Barone Cramer Klett mi disse un cosa ben grave, anzi gravissima se fosse vera.
<Mi disse che in Berna vi è <una> società ebraico-massonica che ha la longa manus nel Ministero di Berlino; ebbe notizia del mio suggerimento ed affinché non potesse dirsi che la situazione economica dell'Europa si era aggiustata per un suggerimento della S. Sede, fece sì che del suggerimento ne parlasse qualche giornale tedesco, quindi la Francia alzasse le grida e finalmente la Germania non lo accogliesse. Io non aggiungo nulla; se ciò fosse vero, la Germania avrebbe ciò che si merita. Saluti affettuosi. Pietro Cardinale Gasparri.> 11
1Hds. gestrichen und eingefügt von Gasparri.
2 Hds. gestrichen von Gasparri.
3Hds. gestrichen von Gasparri
4Hds. gestrichen von Gasparri
5Hds. gestrichen von Gasparri
6Hds. gestrichen von Gasparri
7Hds. gestrichen von Gasparri
8 Hds. gestrichen von Gasparri
9Hds. eingefügt von Gasparri
10Hds. gestrichen und eingefügt von Gasparri.
11Hds. eingefügt am linken Seitenrand von Gasparri.
Empfohlene Zitierweise
Gasparri, Pietro an Pacelli, Eugenio vom 21. Dezember 1921, in: 'Kritische Online-Edition der Nuntiaturberichte Eugenio Pacellis (1917-1929)', Dokument Nr. 5472, URL: www.pacelli-edition.de/Dokument/5472. Letzter Zugriff am: 28.03.2024.
Online seit 14.05.2013, letzte Änderung am 20.01.2020.