Dokument-Nr. 6605
Gasparri, Pietro an Hartmann, Felix von
Vatikan, 23. März 1918

Copia
Emo Signor mio Ossmo,
Non so adeguatamente esprimerLe quanto mi sia giunta gradita la venerata lettera del 23 Febbraio scorso, piena di così devoti sentimenti verso il Santo Padre ed ispirata al vivo desiderio di contribuire a dissipare le prevenzioni recentemente sorte contro la S. Sede in Germania.
L'Augusto Pontefice, Cui non ho mancato di far conoscere la lettera medesima, ha provato grande soddisfazione nel rilevare che Vostra Eminenza ben comprende la difficilissima situazione della Santa Sede, e Gli è tanto vicino col pensiero e colla preghiera. Particolarmente consolante Gli è giunta la notizia che Ella non cessa di invitare i suoi diocesani ad implorare sul Padre Comune le più elette benedizioni del Cielo.
Sua Santità ha pure espresso il suo più vivo compiacimento per l'mpegno con cui S. E. il Signor Conte de Hertling, Cancelliere dell'mpero, si adopera, da parte sua, per eliminare i malintesi anzidetti, e per mettere in luce la cura della Santa Sede di mantenere, in mezzo alle crescenti difficoltà, l'assoluta imparzialità di fronte ai belligeranti, adottata dal
5v
principio della guerra. Su queste benemerenze del sullodato Signor Cancelliere anche Mgr. Nunzio Apostolico di Monaco mi aveva fornito interessanti notizie.
Ed a questo nobile intento Vostra Eminenza potrà senza dubbio valersi della mia precedente comunicazione: anzi ritengo opportuno aggiungere al riguardo alcuni schiarimenti, specialmente per ciò che concerne la linea di condotta della Santa Sede, relativamente ai bombardamenti aerei, erroneamente giudicata anche da qualche giornale cattolico della Germania.
Per quanto siano grandi i progressi tecnici raggiunti nell'uso degli aerei, tuttavia, attesa specialmente la loro grandissima velocità, è assai difficile che essi possano colpire con certezza il bersaglio loro assegnato. E quindi accade che quando si tratta non di fortezze (di cui gli obiettivi militari formano la parte principalissima), ma di città aperte (nelle quali tali obbiettivi sono commisti e contigui a gran numero di abitazioni private), le bombe, cariche di potentissimi esplosivi, colpiscono quasi sempre gli abitanti, causando dolorosissimi lutti fra gli inermi cittadini, ed irreparabili rovine di preziosi monumenti.
Di fronte a tali constatazioni di fatto, non poteva la S. Sede non accogliere le pressanti e ripetute invocazioni di aiuto giuntele dalle città italiane, funestate da stragi e da rovine, e non esprimere la sua riprovazione per questi metodi di guerra. La Santa Sede però, nelle sue proteste, usò termini generali, ed appunto per ciò fu fatta segno ai più malevoli commenti della stampa italiana, come Vostra eminenza potrà ad es.
6r
rilevare dall'accluso numero del "Corriere della Sera".
Dal canto loro i giornali tedeschi, anche organi del Centro, recentemente attaccarono la santa Sede, come quella che sarebbe uscita dalla neutralità, perché avrebbe avuto parole di condanna per le incursioni aeree su città italiane, ed invece non avrebbe mai protestato contro le incursioni di aeri francesi od inglesi su città germaniche. È facile rispondere che la S. Sede ha dichiarato espressamente di riprovare, per le ricordate ragioni, siffatti bombardamenti, da qualunque parte essi siano operati: Che se di fatto protestò in occasione delle incursioni su città italiane, ciò dipese dalle numerose, vivissime, insistenti richieste di aiuto e di protezione giunte immediatamente al Santo Padre da parte dei Vescovi, delle Autorità e delle popolazioni colpite, insieme coll'ndicazione autentica e particolareggiata del numero delle vittime innocenti e dei gravi danni prodotti ai monumenti religiosi.
Per ciò che concerne la Germania dopo il bombardamento aereo di Treviri, avvenuto il 3 Giugno 1917, S. E. il Signor Ministro di Prussia si rivolse alla Santa Sede con Nota del 24 d. m (giunta nel successivo mese di Luglio) per rilevare i danni arrecati al celebre Duomo ed all'artistica Chiesa della SSma Vergine, esprimendo in pari tempo la speranza che il Santo Padre si sarebbe interessato in loro favore. Ed infatti, per venerato incarico di Sua Santità, in data 15 d. m. mi rivolsi all'Emo Sig. Cardinale Arcivescovo di Parigi nell'ntento desiderato, e Vostra Eminenza troverà, qui acclusa, la copia della
7r
mia lettera e della risposta del sullodato Emo. – In seguito poi alla lettera, in data 17 Settembre, inviata allo stesso scopo da Mons. Vescovo di Treviri al Santo Padre, rinnovai tali premure all'Emo Arcivescovo di Parigi, con mio scritto del 5 Ottobre.
Per ciò che concerne l'ntervista Marshall, mentovata nella lettera diretta a Vostra Eminenza da S. E. il Signor Cancelliere, mi occorre significarLe in conformità di quanto già comunicai a Mgr. Nunzio Apostolico di Monaco, ed a Mgr. Marchetti-Selvaggiani, che in realtà si tratta di una brevissima Udienza Pontificia, concessa dietro lettere di raccomandazione dell'Emo Arcivescovo di Baltimora. La relazione pubblicata sulla stampa non rispecchia interamente il pensiero del Santo Padre ed anzi in qualche traduzione dall'nglese vennero omesse delle parole che modificano non poco il senso. Sua Santità, riguardo alla guerra si tenne sulle generali, e, fedele alla sua imparzialità di fronte ai belligeranti, non disapprovò, ma neppure approvò menomamente l'entrata dell'America nel conflitto.
Siccome l'Udienza ebbe luogo nello scorso Dicembre, non sembra opportuno alla Santa Sede dopo sì lungo lasso di tempo, e dopo che si sono verificati tanti nuovi avvenimenti, di fare una pubblica smentita, la quale non mancherebbe di suscitare nuove polemiche su di un fatto ormai quasi dimenticato. Se però l'mperiale Governo Tedesco, nonostante questo modo di vedere della S. Sede, volesse rendere pubbliche, per conto suo, l'anzidette spiegazioni, la Santa Sede non si opporrebbe.
8r
Infine mi è grato ringraziare Vostra Eminenza del venerato foglio in data del 9 corr. e della caritatevole premura colla quale Ella si è adoperata a favore delle povere popolazioni della Francia occupata. Ho pure il piacere di communicarLe che l'Augusto Pontefice accorda alle nuove Conferenze di S. Vincenzo de Paoli le grazie implorate nella Supplica di Vostra Eminenza, e di compiegarLe il relative rescritto.
Profitto ben volentieri dell'ncontro per rinnovarLe i sensi della profonda venerazione con cui Le bacio umilissimamente le mani e mi confermo
di Vostra Eminenza
Empfohlene Zitierweise
Gasparri, Pietro an Hartmann, Felix von vom 23. März 1918, Anlage, in: 'Kritische Online-Edition der Nuntiaturberichte Eugenio Pacellis (1917-1929)', Dokument Nr. 6605, URL: www.pacelli-edition.de/Dokument/6605. Letzter Zugriff am: 28.03.2024.
Online seit 20.12.2011.