Dokument-Nr. 6795
Pacelli, Eugenio an Merry del Val, Raffaele
[Berlin], 15. November 1926

Schreiber (Textgenese)
PacelliPacelliCentoz
Betreff
Sull'L'" Alta Chiesa Ecumenica" ed il periodico "Una Sancta" – Atteggiamento deii Pericolose tendenze di alcuni circoli cattolici riguardo alla medesima in Germania
Insieme al relativo Allegato mi pervenne regolarmente il venerato Dispaccio dell'E. V. R. N. 723/26 del 30 Luglio c. a., nel quale l'E. V. R. mi ordinava di riferire a cotesta Suprema Sacra Congregazione intorno all'"Alta Chiesa Ecumenica" ed al periodico "Una Sancta".
L'Alta Chiesa Ecumenica rientra nel movimento di unione della cristianità in Germania. cristiana. Esso è in Germania di duplice genere, specie, corrispondentemente allo scopo – pratico o relig più strettamente religioso –, che si prefigge.
La "Lega mondiale di azione amichevole delle Chiese" (Weltbund für Freundschaftsarbeit der Kirchen) e la "Lega per il cristianesimo pratico" (Bund für praktisches Christentum)
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non si occupano di questioni dogmatiche, ma aspirano alla pacificazione delle Nazioni dei popoli; promuovono quindi il disarmo generale, la Lega delle Nazioni, la protezione delle minoranze nazionali e religiose, la ricostituzione delle missioni devastate a causa della guerra, il perfezionamento del diritto internazionale, la moralità internazionale, la soluzione della questione sociale. La sede centrale di detta Lega per la Germania trovasi in Berlino (O.17, Früchtstrasse 64 II). Il suo organo è il periodico "Die Kirche Eiche". I cattolici non vi sono La Chiesa cattolica non vi è rappresentatia, sebbene, secondo l'op la sentenza del la rino mata la rinomata Rivista dei PP. della Compagnia di Gesù "Stimmen der Zeit" (vol. 106, 1923/24, pagg. 99-101), trattan abbia espresso l'opinione che, trattandosi di associazione con scopo piuttosto civile, , che religioso, non sembrerebbe sollecita la colla non osterebbe alla collaborazione dei cattolici co alla nella medesima lo stesso impedimento che per le Leghe con fine religioso.
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Il movimento [unisce] di unione religiosa si è manifestato in Germania da da parte sia dei cattolici che degli acattolici.
Da parte dei cattolici il Winfriedbund , lega associazione fondata nel 1920, con sede in Paderborn, aspira per mezzo della preghiera, dell'esempio e dell'istruzione a ricondurre i protestanti nel seno della Santa Madre Chiesa cattolica (cfr. Krose, Kirchliches Handbuch Handbuch, t. 12, 1924/25, pag. 152; t. 13, 1925/26, pag. 146).
Nel vasto campo In alcuni circoli del protestantesimo tedesco tre fenomeni hanno provocato un movimento unitario. Il primo è lo sgretolamento della massa protestante in innumerevoli diversissime sette (nel 1907 si contavano in Germania non meno di 235 società ecclesiastiche protestanti), effetto inevitabile del principio fondamentale del protestantesimo, il quale pone la Scrittura come fonte unica, non viva, della fede e della libertà soggettiva nel pensiero religioso (cfr. Pfeilschifter, Die kirchlichen Wiederverei-
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nigungsbestrebungen der Nachkriegszeit , München 1923, pag. 8 e segg.). Il secondo è l'enorme discrepanza nella fede e nella vita pratica fra protestanti "ortodossi" e "liberali". Il terzo è la profonda scissura, religiosa e perciò anche intellettuale e culturale, che separa la parte cattolica del popolo tedesco dalla protestante. Per rimediare al primo ed al secondo di questi mali si è formata la cosiddetta "Unione dell'Alta Chiesa" (Hochkirchliche Vereinigung); per ov ovviare a tutti e tre si è costituita la "Lega dell'Alta Chiesa Ecumenica" (Hochkirchlich-ökumenischer Bund).
L'"Unione dell'Alta Chiesa" fu fondata in Berlino nel 1918 secondo le idee di F. G. Stahl, G. Löhe, A. Vilmar, L. Schöberlein, e T. Kliefoth, pastori protestanti del secolo scorso. Il suo organo è "Die Hochkirche", pubblicato prima a Siegen ed ora a Charlottenburg. Il programma di
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detta Unione può riassumersi come segue: (Die Hochkirche, Dic. 1924, p. 240 [sic]):
Il fondamento della fede della Unione dell'Alta Chiesa sono i Simboli Apostolico e Niceno e la Confessione di Augustana del 1530. La Chiesa deve essere libera dall'ingerenza della potestà civile. L'Unione riconosce l'istituzione divina della Gerarchia, ossia dell'episcopato con successione apostolica, il "carattere oggettivo" (= dottrina dell'opus operatum) de i sSacramenti, la presenza reale di Gesù Cristo nell'Eucaristia. Perciò si celebra la "messa solenne" secondo il rito di Lutero (di cui il succitato periodico dà una descrizione, – l. c. pagg. 243-246). L'Unione Essa vuole introdurre altresì le missioni popolari, la confessione particolare segreta, sebbene non obbligatoria, la visita delle chiese, la vita monastica, il breviario, ecc. – L'Unione richiede dai suoi membri il riconoscimento della Confessione di Augustana e nega per
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ciò e con ciò espressamente di essere un movimento tendente verso la Chiesa cattolica romana, anzi si professa come strettamente luterana ("gut lutherisch"; cfr. Die Hochkirche, Febbr. 1925 pag. 34-36). – Per più particolareggiate notizie si possono confr [ein Wort unlesbar] consultare: "Was will die Hochkirchliche Vereinigung? Eine Erläuterung ihrer Grundsätze, ein Wort zur Aufklärung und Verständigung" Heckelberg bei Oberbarnim 1922; "Die hochkirchliche Bewegung in Deutschland – ihr Wollen und ihre Bedeutung für das protestantische Kirchentum. Vortrag, gehalten auf der hochkirchlichen Tagung in Havelberg, 22/23 Sept. 1925, von Heinrich Weddig Mosel" nella "Hochkirche" Ottobre 1925, pagg. 287-292, Novembre 1925, pagg. 335-338.
Avendo l'Unione dell'Alta Chiesa preso, come si è visto, la Confessione di Augusta come base di fede ed espressione
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di recisa opposizione contro la Chiesa Romana, una parte dei suoi membri, che non approvava questo atteggiamento, si staccò da essa, riunendosi in una separata associazione, che si chiamò denominò "Lega dell'Alta Chiesa Ecumenica" (Hochkirchlich-ökumenischer Bund – cfr. "Die Hochkirche" 1925, pag. 290) della quale.
La "Lega dell'Alta Chiesa Ecumenica" è ancora ben piccola. Secondo Se è esatta la è esatta la notizia privatamente data ad un religioso di Berlino da uno dei suoi membri, essa non conterebbe che 100 acattolici e 15 cattolici. È presieduta dal Professore Alfredo von Martin di Monaco, protestante credente. Egli apparteneva anzi al partito del Centro, in cui era entrato "affine di agire <in <seno a>> questo partito, che è l'unico il quale si basi in massima sul Cristianesimo, per nel senso della cooperazione ecumenica di cattolici ed evangelici per la penetrazione dello spirito e dei principi del Cristianesimo nella vita pubblica"; ne uscì però dopo un discorso pronunziato nel Landtag prussiano dal deputato <del Centro,> Canonico Wildermann, il quale nella seduta del 30 Aprile 1925 qualificò il protestantesimo come una "dottrina erronea", aggiungendo essere impossibile "una comunanza di sentimenti nel campo religioso" fra le due confessioni (cfr. Una Sancta ann. 1, pagg. 100 e 164). – Anche altri dei suoi associati membri della Lega, sebbene lontani dal concetto della vera Chiesa, rivelano sentimenti religiosi, come sembra apparire, ad esempio, dagli articoli pubblicati sull'"Una Sancta" dal pastore protestante G. A. Glinz sul
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culto dei santi (ann. 1, fasc. 2, pagg. 21-24), sull'Ascensione di Nostro Signore (ibid., fasc. 5, pagg. 70-73), sulla festa del Corpus Domini (ibid., fasc. 8, pagg. 118-121), sul culto della SS. Vergine e sull'Immacolata Concezione (ibid., fasc. 9, pagg. 133-135, fasc. 10, pagg. 149-151), come pure da quelli di del pastore Paolo Schorlemmer sulla liturgia (ann. 2, fasc. 1, pagg. 58-67, fasc. 2, pagg. 154-161).
L'organo della Lega, – il quale è però al tempo stesso una Rivista però non è <vuol essere> esclusivamente tale (Bundeszeitschrift), ma al tempo stesso una Rivista di indole generale per la pubblica discussione del problema della riunione dei cristiani –, è, come si è più volte ricordato, l'"Una Sancta", periodico, mensile, il quale rivista, ha co iniziò le sue pubblicazioni che apparve cominciò nel Gennaio dello scorso anno col 1925 col titolo come periodico mensile: Zeitschrift des Hochkirchlich-ökumenischen Bundes (Geschäftsstelle: Charlottenburg, Kantstrasse 129 A) ed ha continuato le sue pubblicazioni nel 1926 come periodico trimestrale: " Ein Ruf an die Christenheit – Vierteljahrsschrift… in Verbindung mit... …herausgegeben von Alfred von Martin (Fr. Frommaus Verlag, Stuttgart). Tra i nomi dei co-e-
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ditori figura quello di un cattolico laico: Hermann Platz, Professore a Bonn. , del quale si discorrerà in seguito.
Sembra che abbia nel movimento abbia una [un apo] notevole influenza il sacerdote cattolico apostata Friedrich Heiler, Professore a nella Università di Marburg. Egli ha recentemente raccolto in un volume vari suoi scritti e conferenze sull'argomento in un volume: Evangelische Katholizität – Gesammelte Aufsätze und Vorträge, Band I, 1926, München, Verlag Ernst Reinhardt, dedicato "ai martiri della cattolicità evangelica degli ultimi cinquanta anni, Ignazio von Döllinger (+ 10.1.1890), Herman Schell (+ 31.5.1896), Giorgio Tyrell (+ 15.7.1909), Eduard Herzog (+ 26.3.1924), Friedrich von Hügel (+ 27.1.1925)".
Il programma Lo scopo della Lega, indicato nel primo fascicolo dell'"Una Sancta", è la riunione di tutti i credenti cristiani sulla base dell'antica ed indivisa cChiesa. La Lega co riconosce 1º) una Chiesa visibile fondata da Gesù Cristo, 2º) la Sacra Scrittura come regola e norma della fede e della vita, 3º) i simboli
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ecumenici come espressione della fede della Chiesa universale. Difende perciò la ricostituzione dell' l'autorità del magistero della Chiesa, l'episcopato con successione apostolica, il "carattere oggettivo" dei Sacramenti, la liturgia della Chiesa antica, la vita monastica, gli esercizi spirituali, ecc.
La dottrina della Lega sembra che possa riassumersi nei punti seguenti:
1º) La Chiesa, a cui essa ten aspira, è una nuova Chiesa "evangelico-cattolica" in opposizione alla Chiesa cattolica romana. Scrive il l'Heiler (Evang. Kathol., pagg. 151-153) che la Chiesa romana possiede valori preziosi, ma corrotti nel medio evo e nell'età moderna da un sincretismo difficilmente afferrabile, nel quale in cui si trovano insieme tutte le forme di religione, le più alte e le più basse, le più grossolane e le più pure, nel quale il paganesimo, il giudaismo ed il cristianesimo si sono uniti in una strana mescolanza. Occorre, in opposizione alla cattolicità romana, ritornare a quella cattolicità
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evangelica, in cui il Vangelo ha quella la posizione centrale, che ad esso spetta. La Chiesa vecchio-cattolica sarebbe stata in qualche modo il modello di tale cattolicità:
Fasst man Se si prende (così il citato Autore, pag. 25) Katholizität nicht in dem vereinseitigten und verengten Sinne der römischen Hierarchie, sondern in ihrer ursprünglichen, weltweiten, allumfassenden Bedeutung, wie sie von den Kirchen des Ostens, von der Kirche Englands, ja, auch von vielen freiheitlichen Gliedern der römischen Kirche festgehalten wird, dann tritt der katholische Charakter der altkatholischen Kirche ins hellste Licht. la cattolicità non nel senso unilaterale e ristretto della Gerarchia romana, ma nel suo significato originario, mondiale, universale, come essa viene fermamente tenuta tenuta costantemente intesa ne<da>lle Chiese dell'Oriente, della Chiesa d'Inghilterra ed anzi anche da molti membri liberali della Chiesa romana, allora il carattere cattolico della Chiesa vecchio-cattolica appare nella più splendida luce".
2º) D'altra parte, la nuova Chiesa è in opposizione anche col protestantesimo. (cfr. H. Hansen, Die Lehre von der sichtbaren Kirche, in Una Sancta, ann. 2, fasc. 4, pagg. 386-404; Erich Sinz, Lutherische Kirche und Priesteramt, ibid. pagg. 405-413). A questo, infatti, da un lato, mancano il concetto della Chiesa visibile, di origine divina, ed altri e molti preziosi beni conservati nella Chiesa cattolica, d'alt dall'altro, esso si è troppo legato cogli Stati particolari (Landeskirchentum). Ad esso Al medesimo fa totalmente difetto il concetto della universalità. pensiero ecumenico, ossia il concetto della universalità. universalità.
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"Keiner Kirche und keinem Volk ist der ökumenische Gedanke so neu und fremd wie der deutschen evangelischen Kirche und dem durch sie geprägten Teile der des deutschen Volkes". Per nessuna Chiesa e per nessun popolo il pensiero ecumenico è così nuovo e sconosciuto come per la Chiesa evangelica tedesca e per la parte del popolo tedesco, che da essa ha <avuto> l'impronta".
Die nationalistische und die nur unsichtbare Kirche kennt nicht den ökumenischen Gedanken. Und ganz unmöglich wird er im deutschen Vulgärprotestantismus, wo nationalistisches Staatskirchentum und Entwirklichung der Kirche ins Nichtsichtbare hinein sich brüderlich die Hand gegeben haben". La Chiesa nazionalista e soltanto invisibile non conosce il pensiero ecumenico. È Esso riesce del tutto impossibile [ein Wort unlesbar] per il protestantismo volgare tedesco, in cui l'organizzazione della Chiesa nazionale [e l] della Chiesa e lo svanire di questa nell'invisibile si sono dati fraternamente la mano".
(Hans Ehrenberg, Der ökumenische Gedanke, in Una Sancta, ann. 2, fasc. 1, pagg. 14, 16).
3º) La nuova Chiesa vuol essere una unione di elementi cat elementi cattolici e protestanti. Respingendo le impostazioni Abbandonando i contrasti confessionali, che hanno diviso in cieca lotta fratricida la cristianità nel dal tempo della Riforma, i fautori del movimento dell'Alta Chiesa Ecumenica vogliono riunire le società religiose cristiane nella comune difesa dei beni comuni. Perciò essi respingono anche la letteratura apologetica (apologetisch-konfessionelle) cattolica. (cfr. Una Sancta, ann. 2, fasc. 1, "Zum neuen Jahrgang", in Una Sancta ann. 2 fasc. 1 pagg. 1-4); fasc. 3 Georg Boss, Der zerrissene Glaube, ibid.,
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fasc. 3, pagg. 225-253).
Questo elemento comune è La base comune è la fede della Chiesa antica. La Chiesa antica è la Chiesa della S. Scrittura; gli antichi dogmi e le antiche professioni di fede sono ecumenici. Accanto ad essi stanno dogmi e professioni di fede particolari; la Confessio Augustana, che non è un simbolo ecumenico, ma soltanto particolare, precisamente come i canoni del Tridentino (Heiler, Evang. Kathol., pag. 215). Elementi comuni si trovano così nella Chiesa cattolica come nel protestantesimo, ma [ein Wort unlesbar] in forma più pura e perfetta nella Chiesa "ortodossa" orientale.
4º) Dalla Chiesa cattolica, di cui ammira la prospera situazione (cfr. Una Erich Sinz H. Hansens H. Hansen, Die Lehre von der sichtbaren Kirche, in Una Sancta, ann. 2, fasc. 4, pag. 386 e seg.), il movimento ecumenico prenderebbe dovrebbe<,> (cfr. Heiler, Evang. Kathol. pagg. 178-179): a) come espone il l'Heiler (Evang. Kathol., pag. 157), prendere cinque elementi d'incomparabile valore, che esso deve perfezionare nel senso evangelico. "Il Cristianesimo evangelico non potrebbe combattere più efficacemente l'organizzazione della Chiesa romana che assorbendo in sé appropriandosi
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quei valori ideali, mediante i quali il cattolicismo stringe lega a sé le anime". Detti elementi sono i seguenti:
a) l'idea dell'unità: Ecclesia una. Nell'unica Chiesa dovrebbero trovar posto l'alta Chiesa anglicana come il calvinismo, le chiese strettamente organizzate come quelle senza forma determinata. "L'ideale sarebbe bensì una Chiesa cristiana universale, che abbracciasse anche la cristianità romana; ma questo ideale è inattuabile, giacché Roma nella sua presunzione d'infallibilità, nella sua pretesa di potenza e nella sua strettezza settaria esige sottomissione incondizionata e non stringe alcuna comunanza con quei cristiani, che non riconoscono le sue pretese. Tano più importante è perciò di lavorare per la unione di tutte le Chiese cristiane indipendenti da Roma. Non deve esser però esser creato nessun rigido sistema ecclesiastico con stretti ordinamenti giuridici, ma una comunità viva, la quale, al di sopra di tutte le particolarità separanti proprie delle singole corporazioni cri-
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stiane, abbia la coscienza della unità con Cristo, suo Capo" (ibid., pag. 160-161).
b) il principio di autorità (ibid., pag. 161-164); non però un'autorità gerarchico-istituzionale, come nella Chiesa romana, ma carismatico-profetica, l'autorità della imponente e viva personalità religiosa, guida, e sostegno e pastore del dei fedeli; non l'autorità papale, la quale identifica una cChiesa parziale (Teilkirche) colla cChiesa universale ( (ibid., pag. 26), ma l'autorità vescovile. L'episcopato è necessario ed essenziale alla Chiesa; ma la consacrazione vescovile per mezzo della imposizione delle mani di un Vescovo validamente consacrato non è necessaria per la conservazione della successione apostolica (ibid., pag. 219). Nella Chiesa romana si ha il vincol amentoo legamento delle coscienze per da parte di una autorità istituzionale; nella cattolicità evangelica la libera dire direzione delle anime da parte di un'autorità personale; là una presun-
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tuosa dominazione sopra gli uomini, un comandare ed un e proibire, un legare e sciogliere in forza di potestà divina, qui un servire servire umilmentee, un aiutare e confortare disinteressato.
c) la direzione spirituale delle anime mediante la confessione, purificata liberata e purificata dalla casuistica e degli abusi, che l'hanno deformata che l'hanno snaturata e deformata nella Chiesa romana (ibid., pagg. 165-167).
d) la [ein Wort unlesbar] liturgia, che tanta ammirazione attira al cattolicismo alla Chiesa cattolica, anche presso da parte di coloro, che non ne sono membri, in confronto colla col nudo e freddo servizio divino dei protestanti. Essa però deve essere introdotta nella forma in uso presso le Chiese vecchio-cattolica, anglicana o svedese, le quali, in opposizione alla Chiesa romana, hanno ripreso l'alto ideale della liturgia del Cristianesimo primitivo (ibid. pag. 167-175).
e) la mistica, ossia la vita interiore di preghiera, che manca al protestantesimo, naturalmente riformata anch'essa, grazie allo spirito a deal Cristianesimo personale evangelico, in una sana pietà in uno spirito di sana pietà, in
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opposizione alle forme patologiche, e pericolose ed anticristiane [assurte] apparse nei Santi cattolici, (ad es. in Teresa di Gesù), in una sana pietà (ibid., pagg. 175-178).
5º) Dal protestantesimo il nuovo movimento deriva:
a) l'idea della posizione centrale della Bibbia. "Non vi può essere una Bibbia senza Chiesa, né una Chiesa senza Bibbia… Nella storia i due principi fondamentali del Cristianesimo, Vangelo e Bibbia, Chiesa, vennero in rapporti di sempre crescente tensione, che divenne alla fine aperta opposizione (al tempo della Riforma) aperta opposizione" – Questi due inseparabili principi debbono ora riunirsi. "La Chiesa, corrispondente al Vangelo, come a grandezza che tutto abbraccia, ossia "'cattolica'", è per noi la Una Sancta, la Una Sancta Chiesa Universale" (Glinz, Una Sancta, ann. 1, fasc. 1, pagg. 3-5). – "Se alla prima Riforma era riservato (così lo stesso
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Glinz, Vom Wiedererwachen der Ökumenischen Kirche, in Una Sancta, ann. 2, fasc. 1, pag.  34) 34-35) di tornare alla fede (circa la salvazione) della Scrittura e di dichiararla come principio della santificazione, così dovrà esser compito di una seconda Riforma di aggiungere alla fede della Scrittura la Chiesa della Scrittura e di elevarla a principio della unità cristiana… Non vi è bisogno del resto di dire che su questa base unica base biblica si potrebbero erigere div varie Chiese, fra loro diverse… Tale metodo non importa per le Chiese neppure alcuna cattolicizzazione in un senso storicamente e psicologicamente impossibile, ma la liberazione dalle catt catene della loro del loro carattere anticattolico e non ecumenico".
b) l'idea l'id la dottrina luterana della giustificazione luterana (cfr. Glinz, l. c., pag. 30). "Il "L'elemento genuino (vale a dire, la giustificazione secondo Lutero) nella fede della Riforma appartiene agli elementi immortali del Cristianesimo": così
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Hans Ehrenberg nell'articolo Der ök già citato Der ökumenische Gedanke in Una Sancta, ann. 2, fasc. 1, pag. 18. E secondo Rodolfo Schlunck (ibid., fasc. 3, pag. 254) "la Riforma è un necessario interno sviluppo nel possesso religioso della Chiesa"; è il principio di unione (Sammlungsprinzip) della Croce contro il Papa (ibid., pag. 260).
Il Prof.  A.lfredo von Martin tratta questo argomento nell'articolo Mysterium, Reformation und Gegenwartskrisis (Una Sancta, ann. 2, fasc. 2, pag. 161-178). Egli L'autore prende le mosse da un'opera un recente opuscolo, "piccolo, ma di straordinario valore", egli dice, del Revmo P. D. Ildefonso Herwegen O. S. B., Abate di Maria Laach, intitolato "Kirche und Seele" (Münster-Aschendorf [sic], 1926), che egli riassume in sostanza così:
La forma primitiva, antica, del Cristianesimo, come quella che è ancor vicina alla fonte del Cristianesimo, alla rivelazione di Dio, può ben rivendicare per sé una speciale autorità ed è stata perciò a buon diritto considerata sempre anche dalla Chiesa come norma e modello.
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Ora all'essenza della religione cristiana sin dal principio ed alla più intima essenza del Cristianesimo di tutti i tempi appartiene l'idea sacramentale, ossia il conferimento conseguimento della grazia divina ed e della santità mediante i misteri della Chiesa, giacché il mistero riposa in ultima linea sulla incarnazione di Dio in Cristo. In questo senso il mistero è per l'antichità cristiana il centro della vita cristiana. L'oggettivo, il reale, l'esistente, prevale al soggettivo, al psicologico, la relazione verso Dio a quella verso il prossimo. Tutto è azione di Dio, effetto della grazia divina. La morale [ein Wort unlesbar] è in q certo modo riguardata come qualche cosa di che s'intende da sé, a cui però non viene riconosciuta alcuna esistenza propria. In tal guisa, sebbene la Chiesa fosse sin dal principio maestra e custode della vita morale, tuttavia rimaneva immutabilmente fisso il primato del Logos sull'Ethos nella dottrina e nel culto. – Ciò venne a mutarsi, allorché "il mondo" entrò nella
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Chiesa. Allora si ebbe accanto all'azione divina l'opera umana, accanto al mistero la morale come scopo fine proprio, al accanto alla grazia il libero arbitrio. Giacché presso i giovani popoli di razza germanica, i quali, ancor fortemente radicati nella natura, entrarono nella Chiesa, la parte morale – istruzione e formazione personale del carattere – richiedeva una cura del tutto speciale. Così prevalse sempre più la pietà soggettiva, meditante, e la moralità individuale, personale; sempre più aumenta la esuberanza di forme private di devozione, di una pietà popolare non-liturgica; in altri termini, un progressivo allontanamento dall'elemento oggettivo e dalla comunità, che come organismo compatto prende parte ad un atto di culto, ed una tendenza verso l'isolamento soggettivo. – Anche dalla storia delle immagini di devozione l'Abate Herwegen mostra, riferendosi allo storico dell'arte Guglielmo Pinder, Pinder,
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come i sentimenti lirici isolati di una pietà privata contemplativa soppressero man mano ogni riferimento all'oggettivo-sacramentale, come dapert ovunque il sentimento puramente psicologico, l'esperienza soggettivo-mistica, il senso umano dessero il tono. A ciò corrisponde anche il tipo del Cristo delle immagini devote; esso è l'Ecce Homo, il riflesso del sentimento soggettivo della autocompassione. Lo sviluppo dell'immagine del Cristo dall'antichità cristiana all'arte gotica, la trasformazione del Re Salvatore trionfante nel Figlio dell'uomo sfigurato dal dolore, assoluta opposizione alla Majestas Domini, nel quale anche l'ultimo resto del divino è tramontato nel puro umano, mostra l'enorme mutamento dello spirito religioso dall'oggettivo-sacramentale al soggettivo-psicologico. La religione del mistero nel Cristianesimo primitivo dà all'anima una forma di esistenza sopranna-
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turale, santa; , la realtà divina; la pietà soggettiva del medio evo aspira piuttosto a valori morali, a sentimenti di amore divino personale. Tale profonda trasformazione, che, cominciata verso l'epoca carolingia, ha condott condusse nel secolo decimoterzo alla indipendenza dell'elemento soggettivo, al primato dell'Ethos, ha conservato sino ai nostri tempi la supremazia nella vita ecclesiastica. Su questa linea, secondo l'Herwegen, si trovano così la Riforma come la contro-riforma, la quale non fu una reazione verso il mistero, ma soltanto un attenuamento delle tendenze soggettive mediante l'ordinamento della nella fede cattolica e la soggezione alla gerarchia. Senza dubbio si trattava in Lutero ed in Ignazio di diverse specie di individualismo, ma individualismo era sempre pur sempre nell'uno e nell'altro. Il medio evo, l'arte gotica, Lutero, il barocbarocco si trovano sotto questo punto di vista sulla stessa linea. Il mistero è ridotto al puro compimento di un dovere; ma
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ma le devozioni individuali al di fuori del mistero sono quelle, che hanno una efficacia decisiva nella [escatol] vita spirituale dei fedeli. – Oggi noi ci troviamo dinanzi ad un esaurimento delle tendenze religiose soggettive, e ciò costituisce la odierna crisi religiosa. del nostro tempo. L'oggettivo, il sacramentale, deve di nuovo ottenere la prevalenza sul soggettivo ed etico, e perciò è necessaria una più profonda penetrazione della vita interna ecclesiastica del nostro tempo coll'antica ed eternamente nuova forza cristiana del mistero.
Dopo aver così riprodotto il contenuto dello scritto dell'Abate Herwegen, in cui egli trova un "puro pensiero evangelico" ed un "merito ecumenico", il Prof. von Martin prosegue osservando come Lutero la Riforma di Lutero e la sua dottrina sulla giustificazione non importava affatto una continuazione del della pietà personale del medio evo, descritto ma piuttosto la reazione contro il mondo del medio evo e del rinascimento. Essa voleva precisamente affermare escludere che accanto
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accanto all'azione divina sussista l'opera umana, accanto al mistero la morale come fine proprio, accanto alla grazia l'affermazione del libero arbitrio. Lutero con ammette soltanto il servum arbitrium, perché Dio è tutto in tutto. Non il sentimento soggettivo è il pensiero fondamentale della Riforma, ma la rivelazione oggettiva; non la nostra fede, vale a dire qualche cosa di psicologico, ma la fede. La Riforma fu in tutto una reazione contro la mondanizzazione della Chiesa del medio-evo e del rinascimento e contro la umanizzazione della religione, ed un ritorno all'oggettivo primordiale, al mysterium fidei. L'antica professione cristiana della sola fides, che sola garantisce la salvezza e la vita eterna, è anche la professione di Lutero. Lutero significa il ritorno al cristianesimo primitivo. Herwegen ci descrive un medio evo protestante; Lutero rappresenta la reazione cattolica contro questo protestantismo medioevale. Soltan-
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to in un punto - come osserva l'Herwegen - è rimasto realmente imprigionato all'individualismo e soggettivismo del medio evo: nel suo atteggiamento aliturgico. – L'ideale, soggiunge conclude il Prof. von Martin, è nella giusta connessione congiunzione di oggettivo e di soggettivo. , di pietà liturgica e di cristianesimo pratico, di fede evangelica e cattolica. La nuova Una [ein Wort unlesbar] gioventù cattolica deve oggi lamentare – e doveva farlo anche prima del "caso Wittig" – che, esagerandosi unilateralmente il principio oggettivo, si ponga la "Chiesa" per "Regno di Dio" e la Gerarchia per Chiesa, e la Chiesa stessa come qualche cosa che si manifesta e si esaurisce nel clero, nel diritto ecclesiastico, nelle istituzioni amministrative, – che, nella strettezza di uno spirito settario ed anticattolico, nell'orgoglio di una depravata coscienza di autoritaria, la quale nulla più ha dell'umile spirito del Vangelo, si sospetti l'amore per una Chiesa più grande ed universale Chiesa come una eresia, invece di riconoscere che molto di ciò, che si trova nella Chiesa, è contro Cristo.
Conformemente a ciò, i capi del movi-
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mento ecumenico richiedono dai cattolici un più favorevole diverso giudizio su Lutero contro e combattono quello dato non solo dal Denifle, ma anche dal Grisar (cfr. Una Sancta, ann. 1, fasc. 11, pag. 173; Georg Boss, Der zerrissene Glaube, in Una Sancta, ann. 2, fasc. 3, pagg. 244-245). "La grande colpa [storica] storica della Chiesa cattolica, fu (afferma il più volte menzionato Prof. von Martin) fu di non essersi saputa mostrare, in quell'ora storica decisiva nella vita della cristianità dell'Ooccidentalee, abbastanza grande e larga da mantenere nelle sue file Lutero ed accogliere nel proprio organismo la di lui pura e per sé in nessun modo nuova dottrina (Una Sancta, ann. 1, fasc. 11, pag. 172). – Per ciò anche essi esaltano la dottrina del Wittig (cfr. Erich Sinz in Una Sancta, ann. 2, fasc. 1, pag. 96). La condanna di vari scritti di questo infelice sacerdote viene qualificata dalla redazione dell'Una Sancta (ann. 2, fasc. 2, pag. 179, nota) come la "vittoria di un integralismo esclusivo contro la larghezza veramente cattolica", come "un colpo dato alla coscienza ecumenica ed alle aspirazioni ecumeniche". "Wittig
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è del numero uno di quei cristiani, i quali, per così dire, vivono ancora nell'epoca precedente alla scissione fra le Chiese e sono insieme evangelici e cattolici".
6º) Non è necessario che i membri dell'Una Sancta abbandonino la propria confessione religiosa. "Le tre Chiese – romana, orientale ed evangelica – sono nella costruzione ecumenica tre parti, equivalenti ma diverse, del mistico corpo dell'Una Sancta". Così Hans Ehrenberg nell'articolo già citato Der öku ökumenische Gedanke (in Una Sancta, ann. 2, fasc. 1, pag. 13 – cfr. il volume dello stesso Autore "Die Heimkehr des Ketzers", 1920). "Le vie (prosegue il medesimo scrittore) corrono separate, ma pur una accanto all'altra, vicine, e ci si saluta dall'una all'altra. Le singole parti della vigna son divise da cancellate, ma pure è Una sola vigna, in cui tutte le parti rientrano… Nella mentalità ecumenica non scompaiono le opposizioni ed i punti controversi. Ma nella lotta ecumenica le parti si sentono fra di loro solidalirie; esse sanno che, quando due combattono, giammai non è
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uno solo colpevole; esse fanno a gara nell'amore e nella generosità. Ogni contrasto interno cristiano è un dolore per il cristiano ecumenico, che lo risente come un colpo contro Cristo stesso" (ibid., pagg. 18-19).
"Le singole Chiese e confessioni sono radicate nell'Una ed indivisa Chiesa come nella Madre comune, ma nessuna di esse è la Chiesa ecumenica stessa. La odierna Riforma non sopprime Il pensiero ecumenico, ossia la odierna Riforma abbracciante tutte le Chiese, non sopprime la natura propria di ognuna, ma cambia fondamentalmente la loro mentalità, inducendole a riconoscersi come pa semplici particelle dell'Una ed unica Chiesa. In tal guisa il nefasto vizio di negare per amore della propria verità e di sopprimere polemicamente per amore della propria verità quella degli altri, creando così un sistema di mezze verità bisognose di complemento, come è stato finora il caso, viene a cessare. La chiara comprensione, non essere la propria sostanza il proprio possesso del tutto sufficiente, spinge per proprio interesse a prender contatto
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cogli altri e desta il bisogno di integrare ciò che manca dal dal comune tesoro. Così In questo modo sorge una nuova teologia, che si potrebbe chiamare la teologia del tutto (die Theologie des Ganzen)". Così il Glinz nell'articolo Vom Wiedererwachen der ökumenischen Kirche (in Una Sancta, ann. 2, fasc. 1, pagg. 27-29). E nel Franz fascicolo "Franz von Assisi" dell'Una Sancta lo stesso Autore aggiunge: "Ogni (Chiesa particolare) rappresenta una speciale emanazione di determinate parti dell'unico Cristo; ognuna ha quindi diritto alla propria esistenza" (pag. 70). "Le (singole) Chiese non debbono fra di loro confondersi. Il rapporto personale intimo colla propria confessione viene <è> anzi, grazie all'opera del pensiero ecumenico, accresciuto e rinforzato, ma spogliato dalle <delle> tendenze assolutiste: la Chiesa orientale viene introdotta nello spirito della vita dell'Occidente senza perdere la sua propria natura. La Chiesa cattolica, malgrado la resistenza del curialismo, viene pneumatizzata e con ciò riformata. La Chiesa evangelica, nonostante il pietismo e la "Lega evangelica", viene sottomessa all'autorità ecclesiastica, e così facendola così rientrare nella universale tradizione. Scopo comune è un Corpus christianum, ben diverso dal medioevale" (Una Sancta, ann. 2, fasc. 1, pag. 12). E Max Heinz (Von dem lLeidvollen wahrer Katholizität, in Una Sancta, ann. 2, fasc. 2, pag. 119) paragona "il tentativo di una unione delle odierne confessioni, specialmente fra il cattolicismo ed il protestantismo, al compito della Chiesa primitiva, che tentò ed in parte rese anche possibile una unione fra l'ellenismo ed il
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giudaismo".
Tipi di uomini ecumenici sarebbero il Barone Friedrich von Hügel, il vescovo vecchio-cattolico Edoardo Herzog (cui si riferisce il primo capitolo del succitato libro dell'Heiler "Evangelische Katholizität"), Sadhu Sundar Singh (cfr. Nikolaus Hackl in Una Sancta, ann. 2, fasc. 3, pagg. 285-289), in qualche modo anche S. Francesco d'Assisi, sebbene figlio ossequente della Chiesa romana (cfr. Heiler nel citato Franziskusheft dell'Una Sancta, pagg. 50-53, 57-59).; Glinz, ibid., pagg. 69-70).
Gli scrittori della Una Sancta parlano con molta simpatia della Chiesa (scismatica) orientale (cfr. ann. 2, fasc. 1, pag. 13). – Invece, quanto alla Chiesa romana, essi respingono la genui il genuino concetto del primato del Sommo Pontefice. Essi riconoscono forse un primatus honoris, excellentiae et auctoritatis, ma non un primatus iurisdictionis (Heiler, Evangelische Katholizität, pag. 246).
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"Quando la Chiesa romana come la più grande Chiesa particolare eleva la pretesa di dominare ed uniformare la Chiesa intiera, abolisce la cattolicità. La plenitudo potestatis e la infallibilità non possono mai secondo la dottrina veramente cattolica riposare ne essere in mano di un singolo solo Vescovo; le decisioni ca cattedratiche del Papa non possono giammai pretendere un valore universale nella Chiesa ex sese come dice il Concilio vaticano, ma unicamente ex consensu ecclesiae. Finché Roma non riconoscerà queste verità cattoliche, non potremo mai unirci con essa" (ibid., pagg. 246-247). – Cfr. anche Una Sancta, ann. 1, pagg. 83-84, 147-148. È tuttavia dov doveroso altresì di si segnalare la energica difesa, che il più volte nominato Prof. von Martin fa del Concordato fra la S. Sede e la Baviera contro gli attacchi della "Lega evangelica" in Una Sancta, ann. 1, fasc. 1, pag. 19.
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Come si è più sopra accennato, il membri dell del movimento dell'Alta Chiesa ecumenica sono ancora ben pochi. – Per ciò che riguarda i membri protestanti, essi, sebbene lontani dal concetto della vera Chiesa, sono, contano, almeno in parte, di sentimenti fra i più religiosi. Tuttavia, a giudizio dell' secondo quanto scrive l' Ehren ha conta t ancora ben pochi [ad] aderenti, né sembra che esso sia destinato ad avere un grande avvenire. Secondo quanto scrive lo stesso A quanto mi è stato riferito, molti membri della Lega comincerebbero ad essere insoddisfatti, ed anzi negli ultimi mesi tre di essi si sarebbero convertiti alla vera Chiesa; un altro farà la sua abiura il 5 del prossimo mese di Decembre. – A confessione dello stesso Ehrenberg (nel citato articolo Der ökumenische GedankeUna Sancta, ann. 2, fasc. 1, pagg. 15-16) il detto movimento ecumenico avrebbe assai scarsa possibilità probabilità di successo nella massa dei protestanti tedeschi. I capi intellettuali del protestantesimo in Germania (Jülicher, Harnack, Loofs) sembrano essere dello stesso parere: essi affermano infatti che né la Bibbia, né il cosiddetto "consensus quinque-saecularis" (vale a dire la fede comune dei primi cinque secoli), nelle tre professioni di fede ecumeniche di fede (l'apostolica, la nicena, l'atanasiana), costituiscono una base atta a riunire tutti i cristiani in una sola Chiesa (cfr. Max Pribilla S. J., Um die Wiedervereinigung im Glauben,
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Freiburg im Breisgau, 1926, pagg. 7-8). Anzi si ha l'impressione che la lotta ed i contrasti confessionali aumentino in questa Nazione per l' a causa dell' agitazione e si inaspriscano in Germania, come dimostra anche l'agitazione sempre crescente della Lega Evangelica (Evangelischer Bund). – Lo stesso P celeberrimo Prof. Adolfo Harnack in una polemica contro la Lega dell'Alta Chiesa Ecumenica scrive: "Le Chiese del protestantismo tedesco sono bisognose di riforma, giacché la forma, che esse ebbero nel secolo decimosesto, era condizionata storicamente e non può quindi essere la definitiva. In questo punto convengo colla Lega, come anche in ciò che noi in questa Rifor riforma abbiamo molto da imparare dalla Chiesa cattolica e dobbiamo ripristinare molte cose perdute. Ma almeno altrettanto necessaria è una riforma del Protestantesimo, che derivi da un rinvigorimento dei suoi principi fondamentali, e che deve quindi condurlo ad una ancor più aspra opposizione verso l'odierno cattolicismo" (cfr. Pribilla, op. cit., pag. 43). – Il periodico "Der Zusammenschluss – Politische Monatsschrift zur Pflege der Deutschen Eintracht", nel suo ultimo fascicolo di Ottobre 1926, pagg. 79-80, si è espresso con viva calda simpatia a riguardo del movimento ecumenico rappresentato caldeggiato promosso dall'Una Sancta, però piuttosto sotto il punto di vista politico, e non dissimulando le difficoltà di una unione sul terreno dogmatico.
I promotori della Lega ecumenica cercano sembrano desiderareno vivamente la collaborazione dei cattolici . (cfr. Una Sancta gli <l'>articolio della redazione de "Ökumenizität und römischer Katholizismus" in Una Sancta, ann. 1, fasc. 5, pag. 83); cfr. pure ibid. fasc. 2, pag 27 nota). Essi condannano perciò, come la "strettezza del cattolicismo ufficiale" (ibid.),, pag. 83), così pure gli attacchi fanatici della "Lega Evangelica" e sperano, promovendo "la "vera, pura e completa cattolicità", di costringere "la Gerarchia romana ad uscire dal suo isolamento" (Heiler,
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Evangelische Katholizität, pag. 248). Essi considerano come in qualche modo come segni di riavvicinamento il movimento liturgico (liturgische Bewegung), cui si riferisce l'opuscolo surricordato del Revmo Abate di Maria Laach, (cfr. anche Una Sancta, ann. 2, fasc. 2, pag. 125 nota 1), il movimento giovanile della giovane generazione cattolica, fra la quale spira "un altro vento" (cfr. Una Sancta ann. 1, fasc. 5, pag. 83), in modo speciale quello del Quickborn (cfr. Una Sancta, <ann. 2, fasc. 2, pag. 123, nota 1;> ann.  3<2>, fasc. 3, pag. 282), le correnti rappresentate dai periodici "Hochland" (la nota rivista pubblicata in <edita in Monaco><)> da Carlo Muth), "Vom frohen Leben" e "Das heilige Feuer" (Thrasolt, Ehler ed altri). (cfr.  Una Sancta, ann. 1, fasc. 5, pagg. 83-84), nonché dal giornale "Rhein-Mainische Volkszeitung" (Una Sancta (cfr. Una Sancta, ann. 1, fasc. 11, pagg. 173 sg.). – Secondo l'affermazione <privata> di un membro della Lega ecumenica, questa nutre avversione contro la Compagnia di Gesù. Tuttavia l'Una Sancta cita spesso ripetute volte scritti specialmente dei PP. <Lippert,> Pribilla e Przywara S. J., collaboratori della nota Rivista "Stimmen der Zeit" (cfr., ad esempio, <ann. 1, fasc. 11, pag. 178;> ann. 2, fasc. 1, pag. 87 e segg., 91 e segg; fasc. 2, pag. 125, not. 2; fasc. 3, pag. 283, not. 9, pag. 318 nota, pag. 320).
I cattolici, che finora hanno collaborato nell'Una Sancta, sono alcuni ecclesiastici, altri laici. – Nessuno di loro, se pur non m'inganno, hanno espresso chiaramente il punto di vista cattolico. ha espresso ed affermato la verità cattolica, vale a dire che l'unica possibile unione dei cristiani è il ritorno degli erranti alla vera Chiesa. Una parte degli articoli da essi scritti è, per così dire, neutrale. Così quello del Sac. Giovanni P. Steffe della diocesi di Treviri, nato il 27 Agosto 1885, nominato nel 1920 professore in Münster, poi nel 1922 Weltanschauungsprofessor a Francoforte ed a Göttingen, attualmente Professore di filosofia della religione e di scienza comparata delle religioni nell'Università cattolica di Nimega in Olanda. È stimato come alquanto inclinato verso le opinioni più liberali. È autore delle seguenti opere: Hauptprobleme der Philosophie 1919. Einführung in das Seelenleben 1919. Hellas und Rom 1920. Eduard von Hartmanns Religionsphilosophie des Unbewussten 1921. Repräsentanten religiöser und profaner Weltanschauung 1922. Das Wesen des Gnostizismus und sein Verhältnis zum katholischen Dogma 1922. Religionsphilosophie 1925. Die Staatsauffassung der Moderne 1925., come pure di vari articoli sullo "Staatslexikon" e sul "Pastor Bonus". , attualmente Professore nella Università cattolica di Nimega in Olanda: "Die Weihnachtsbotschaft im Licht der Religionsgeschichte" (Una Sancta, ann. 2, fasc. 1, pag. 67 e segg.). del Sac. Giovanni P. Steffes, della diocesi di Treviri, nato il 27 Agosto 1885, nominato nel 1920 professore in Münster, poi nel 1922 Weltanschauungsprofessor a Francoforte ed a Göttingen, attualmente professore di filosofia della religione e di scienza comparata delle religioni nell'Università cattolica di Nimega in Olanda. È stimato come alquanto inclinato verso le opinioni più liberali. È autore delle seguenti opere: Hauptprobleme der Philosophie 1919. Einführung in das Seelenleben 1919. Hellas und Rom 1920. Eduard von Hartmanns Religionsphilosophie des Unbewussten 1921. Repräsentanten religiöser und profaner Weltanschauung 1922. Das Wesen des Gnostizismus und sein Verhältnis zum katholischen Dogma 1922. Religionsphilosophie 1925. Die Staatsauffassung der Moderne 1925., come pure di vari articoli sullo "Staatslexikon" e sul "Pastor Bonus".
Lo stesso sembra possa dirsi dei due articoli
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pubblicati dal Sac. Roberto Grosche "Franz von Assisi und Benedikt" e dal Rev. P. Erhard Schlund O. F. M., residente nel Convento di S. Anna in Monaco, "Das christliche Sozialproblem und seine franziskanische Lösung" nel fascicolo speciale dell'Una Sancta su S. Francesco d'Assisi (Franz von Assisi-Sonderheft der Vierteljahrsschrift Una Sancta – 1926), in cui hanno collaborato anche il Wittig: "Der heilige Troubadour" ed il più volte già menzionato sacerdote apostata Heiler: "Der heilige Franz von Assisi und die katholische Kirche". Il Grosche, sacerdote dell'archidiocesi di Colonia, nato nel 1888, ordinato sacerdote nel 1912, è <ha> fin dal 1920 il delicatissimo ed importante ufficio è attualmente incaricato della cura spirituale degli studenti cattolici. in Colonia (Universitätsprediger). Egli pronunziò in a nel nel Congresso del Verband der Vereine katholischer Akademiker zur Pflege der kath. olischen Weltanschauung tenutosi in Rek Recklinghausen nel Dicembre Natale del dal 28 al 31 Dicembre 1925 un discorso teologico, a quanto mi è stato riferito, confuso e poco soddisfacente. Nel citato articolo del
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P. Schlund si riscontrano espressioni, le quali, se non erro, potrebbero essere, forse, in un simile periodico, essere interpretate in senso men retto, come, ad esempio, le seguenti: "Jede grosse Persönlichkeit muss im Grunde religiös sein; religiös, wenn auch nicht unter allen Umständen kirchlich" , e " "Ogni grande personalità deve essere in fondo religiosa; religiosa, sebbene non necessariamente praticante" aderente alla Chiesa". (l. c. pag. 77), e "Aber die Religion des Heiligen ist nicht die fürchtende und nicht die richtende und nicht die sklavische dienende und nicht die rubrizistische frömmelnde Religion, sondern die liberale Religion". "Ma la religione del Santo non è la timorosa, non la giudicante, non la servilmente schiava, non la religione bigotta secondo le rubriche, ma la religione amante" (pag. 83).
Il P. Ugo Lang O. S. B. <risiede, se non erro, nell'Abazia di S. Bonifazio in Monaco> ha pubblicato nello stesso Franziskusheft dell'Una Sancta pagg. 91-91 una recensione di un dell' opuscolo "Bescheidene Männer" dei PP. del sunnominato P. Erhard Schlund.
Il P. Ugo Lang O. S. B, residente nell'Abazia di S. Bonifazio in Monaco, ha pubblicato nello stesso Franziskusheft dell'Una Sancta (pagg. 91-92) una recensione dell'opuscolo dell'opuscolo "Bescheidene Männer" del sunnominato P. Erhard Schlund.
Il sacerdote Arnoldo Rademacher, professore nella Facoltà teologica dell'Università di Bonn (archidiocesi di Colonia), ben noto a cotesta Suprema, ha pubblicato sull'Una Sancta ann. 2, fasc. 2, pag. 213 e segg. una relazione sull'anzidetto sul menzionato Congresso di Recklinghausen., nella quale pure, a mio umile avviso, non mancano equivoche espressioni, come, ad esempio, e concetti conformi, secondo il modo proprio usitato del detto Professore. Detta relazione figura sotto la rubrica "Cronaca ecumenica" (Oekumenische Kronik), contenente anche due altri articoli, uno sulla condanna delle opere del Wittig e l'altro, sulla del Prof. von Martin, sulla
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riunione della Lega dell'Alta Chiesa Ecumenica in Berlino del 24 Febbraio 1926. Lo scritto del Rademacher presenta, a mio modesto parere, le consuete espressioni equivoche ed e le idee confuse proprie dell'Autore; si ritrovano anzi in esso, se pur non m'inganno, le traccie, assai coperte e mitigate, sebbene in termini assai più cauti e mitigati, dellae suae teoriae sui intorno ai rapporti della fra la natura e la grazia, che egli espose già largamente nel libro, stampato ma non più pubblicato, "Der Einheitsgedanke in der Theologie und der Parallelismus von Gnade und Natur", di cui cotesta la sullodata Suprema ebbe ad occuparsi. Il sacerdote Giuseppe Mattia Tressel (scrive sotto lo pseudonimo Ernst Thrasolt), <già parroco> della diocesi di Treviri, nato il 12 Maggio 1878, ordinato il 19 Marzo 1904, dimorante <attualmente> in Berlin-Weissensee nel "Josephsheim" delle Religiose Carmelitane (Gürschstraße 8), noto per le sue tendenze di <estrema> sinistra, <fisicamente malaticcio e psicologicamente anormale, condannato già per atti disonesti verso ragazze minorenni (in seguito a che dovette rinunziare alla sua parrocchia nell'anzidetta diocesi di Treviri), riammesso quindi, dopo salutare penitenza, dalla Delegatura vescovile di Berlino alla celebrazione della S. Messa, ma non all'ufficio di confessore, autore di varie opere poetiche in diversi punti censurabili,> è editore del periodico sopra nominato "Vom frohen Leben", il quale <che> si avvicina alle idee del Wittig ed è diffuso nei circoli del Quickborn berlinese. Egli ha pubblicato nell'ultimo fascicolo <(quarto)> del corrente anno dell'Una Sancta, testé uscito, un articolo dal titolo "Die unsichtbare Kirche" (pagg. 413-418), che <il quale> fa la stessa impressione degli <di quasi tutti gli> altri [ein Wort unlesbar] scritti dai cattolici in questa detta Rivista, vale a dire che questi hanno paura di affermare <professare> apertamente [ein Wort unlesbar] la verità cattolica. Anche nell'articolo in discorso non mancano espressioni per lo meno equivoche, ad es. pag. 416 in nota: "Dopo Cristo, nell'era cristiana, la via della salute per l'umanità mediante la Chiesa visibile non è divenuta più stretta, vale a dire essa non è l'unica via". Ed in fine parla della casa "con molte mansioni, lingue e direzioni", "la quale in tutto ciò, che è essenziale e dato da Cristo, non è disunita e perciò non crolla; nella quale tutti si trovano e siedono intorno alla stessa mensa di Cristo e nel frangimento del pane si riconoscono come fratelli di Cristo nell'Una Sancta"; parole queste, che sem sembra difficile di intendere altrimenti che come un'adesione alla idea del movimento dell'Alta Chiesa Ecumenica.
Ancor maggiori riserve esigono gli articoli di vari laici cattolici apparsi sull'Una Sancta. Tali sono quelli di Heinrich Getzeny (Stuttgart), "Der deutsche Katholizismus nach dem Kriege" (Una Sancta, ann. 2, fasc. 3, pagg. 277 e segg.);, e di Hermann Platz, già più sopra nominato, Professore a Bonn, "Seelische Wege zum ökumenischen Denken" (Una Sancta, ann. 2, fasc. 1, pag. 22 e segg.)., Ernesto Non è stato quindi senza mia <una qualche> sorpresa che ho letto nella Kölnische Volkszeitung N. 825 del 7 corrente come in una Schul
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Schulungswoche o "settimana di istruzione" sul tema "L'idea cattolica dello Stato" (Die katholische Staatsidee), promossa dalla lega di studenti cattolici" Goerresring" e che si terrà in Bad Griesbach (Renchtal-Baden) dal 2 al 7 Gennaio 1927, tra gli oratori figura il nome del Prof. Platz, il quale <(sebbene, (a quanto mi si dice), si <si> tratti di <di> una materia prevalentemente politica)> non sembra <essere> il più adatto ad impartire ai giovani accademici sani concetti sulla dottrina cattolica. L'E. V. giudicherà se sia conveniente di fare qualche passo al riguardo, per es. presso l'Eminentissimo Sig. Cardinale Arcivescovo di Colonia. <Idee e tendenze pienamente "ecumeniche" manifestano Ernesto" Michel di Francoforte si esprime pienamente secondo le idee "ecumeniche" (cfr.  Una Sancta, ann. 1, fasc. 11, pag. 173 sg.) ed il Dr Franz Müller e, con deplorevoli ed irriverenti espressioni contro la Chiesa romana, il Dr  Franz Müller , dimorante in Berlin-Neukölln, (cfr. Una Sancta, ann. 1, fasc. 1, pagg. 83-84). – Il Müller è autore anche dell'articolo "Aus dem geistigen Leben des deutschen Katholizismus" in Una Sancta, ann. 2, fasc. 1, pag. 85 e segg.).
Il noto pastore protestante convertito, Dr Giovanni Albani ha scritt pubblicato sull'Una Sancta (ann. 1, fasc. 2, pagg. 27-28) un articolo dal titolo "Alleinseligmachend". Gli scritti del sunnominato sSignore sono generalmente in senso cattolico, (cfr. Reden zur Wiedervereinigung im Glauben: I. Die Stockholmer Weltkonferenz und die katholische Kirche. – II: Katholisches Deutschland 1925; ambedue editi editi, coll'Imprimatur della Curia vescovile di Paderborn, da dalla Ditt presso Schöningh = Paderborn). Anche in lui, tuttavia, non si riscontrano talvolta espressioni censurabili. Così, ad esempio, in un suo articolo, apparso sull'"Allg. Rundschau" N. 36 del 3 Settembre 1925, "Die Wiedervereinigung im Glauben un Martin Luther", egli ha affer-
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mava che "potrebbe sperarsi in un miglioramento dell'atmosfera interconfessionale ed in un giusto apprezzamento della Chiesa cattolica da parte degli acattolici soltanto se si rende giustizia alla persona ed all'opera di Lutero" e che "l'ultima parola" dovrebbe essere un "amorevole" riconoscimento "del sacrificio di sé stesso, fatto da Lutero in una opera senza esempio, e della forza della di lui potente vita religiosa"; solo così si può "compensare la parte di colpa, che di cui organi della Chiesa si resero già responsabili colla loro condotta nella scissione religiosa" (cfr.  Una Sancta, ann. 1, fasc. 11, pag. 172); ann. 2, fasc. 1, pagg. 94-95, fasc. 2, pag. 123).
Ma le più aspre espressioni fra i usate dai collaboratori cattolici dell'Una Sancta sono forse quelle, che si riscontrano nell'articolo della Signorina Hedwig Brey, di Francoforte sul Meno: "Non evacuetur Crux Christi" (ann. 2, fasc. 2, pag. 179 e segg.). Secondo lei, nel caso Wittig "la Chiesa romana colla sua decisione arbitraria ha dato il colpo di grazia al popolo cattolico". cattolico". Giacché... E ancora: "Le dottrine comuni a Wittig ed a Lutero sono beni religiosi un deposito di fede cattolicio, generale. Esse risalgono a Paolo e ad Agostino". "L'importanza di Wittig per il pensiero ecumenico consiste in ciò: egli è l'espressione vivente dell'idea che del fatto che "luterano" e "cattolico" non rappresentano alcuna opposizione, finché si trovano l'edificio del tutto totale li contiene sotto la sua volta". Ed infine: "Nel più bello del movimento di rinnovazione religiosa iniziato emanante dal Wittig viene ora il giudizio di Roma. Noi possiamo dire al riguardo soltanto: noi non comprendiamo la Chiesa romana, ed ancor più, noi abbiamo l'amaro sentimento che essa non ci comprende, ed anzi che essa ha un atteggiamento di rigidamente chiuso di fronte ai bisogni del vivo popolo cristiano". Cfr. anche Una Sancta, ann. 2, fasc. 3, pagg. 291-292. Queste insane affermazioni sono tanto più caratteristiche, perché, come mi consta da varie informazioni di ecclesiastico degno di fede, il Wittig ha ancora larghe simpatie nel mondo femminile, di [ein Wort unlesbar] specialmente fra le maestre cattoliche; simpatie, di cui si riscontranoerebbero pur troppo talvolta traccie anche in in conventi delle di religiose.
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È superfluo di rilevare quanto una tale simile collaborazione da parte dei cattolici, sia – massime date le tendenze liberali di quasi tutti quelli, i quali hanno finora scritto sull'Una Sancta  –, sia non solo infruttuosa, ma grandemente nociva. La Lega ecumenica non vuole che stornare della Chiesa <del resto, secondo la confessione dell'Heiler nel passo sopra riportato (Evang. Katholiz., pag. 157), vuole stornare della Chiesa> cattolica la corrente di tutti quei protestanti, i quali cercano la Chiesa universale colla liturgia ed i Sacramenti. Essa specula specula sul malcontento e sulle tendenze di insubordinazione alla legittima Autorità ecclesiastica, che serpeggiano pur troppo in non pochi circoli cattolici.
Cotesta Suprema S. Congregazione con decreto del 4 Luglio 1919 (Acta Apostolicae Sedis, vol. XI, 1919, pag. 309) proibì la partecipazione dei cattolici ai movimenti promossi dagli acattolici ad procurandam christianitatis unitatem, in conformità coi principi enunciati già nelle due lettere della sullodata medesima Suprema ad omnes Angliae episcopos del 16 Settembre 1864 e ad quosdam Puseistas anglicos dell'8 Novembre 1865 (ibid. pagg. 310-316).
La somiglianza fra il Puseyismo e l'attuale movimento Lega ecumenicoa sembra evidente. Anche il movimento Puseyistico (Association for promoting the Unity of Christendom) aspirava ad una Chiesa universale, costituita
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dalle tre comunità cristiane, la romano-cattolica, la greco-scismatica e l'anglicana, sebbene fra di loro separate e divise.A quanto mi si assicura, sulla Rivista dei PP. Gesuiti Stimmen der Zeit sarà pubblicato quanto prima prossimamente sul movimento ecumenico qualche articolo del P. Pribilla, il quale è in relazione col Prof. von Martin. Giova sperare che ciò valga a chiarire le idee ed a dissipare perniciosi equivoci in tale materia.
In obbedienza alle venerate istruzioni dell'E. V., inviai sin dal 10 Settembre scorso una prima Circolare ai Revmi Ordinari della Germania<, eccettuata la Baviera,> (di cui una copia trovasi unita al presente rispettoso Rapporto), per richiamare la loro attenzione sul pericolo rappre rappresentato dal movimento dell'Alta Chiesa ecumenica e dal suo organo Una Sancta, pericolo reso ancor più grave dal fatto della collaborazione a questa rRivista da parte di note personalità cattoliche, anche ecclesiastiche.
Il Revmo Mons. Ludovico Maria Hugo, Vescovo di Magonza, già alunno del Pontificio Collegio Germanico-Ungarico in Roma, nell'accusarmi ricevimento di detta Circolare, mi significava che nella sua diocesi la menzion Una Sancta è, si può dire, sconosciuta; aggiungeva tuttavia che in un recente viaggio per le il conferimento della S.   Cresimea nell'Assia Superiore aveva udito con sorp sua meraviglia come colà, nella vicinanza della radicale Facoltà di Giessen, vari giovani ecclesiastici
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protestanti erano entrati nel movimento dell'Alta Chiesa.; Un un pastore protestante in Lich aveva apertamente deplorato in una conferenza che Lutero avesse abolito la Messa, e che era affermando che con ciò aveva era cominciata l'agonia della liturgia protestante. Il sullodato Vescovo lamentava poi l'indebolimento dello spirito di obbedienza, che si manifesta palesa non solo in in non pochi <molti> cattolici, giornali ed associazioni cattoliche. Si è potuto constatare, ad esempio, in occasione della condanna delle opere del Wittig. come come nei loro giornali e nelle loro organizzazioni (corporazioni di studenti, gruppi locali di aAccademici cattolici).<, ecc.).> "L'autorità della Chiesa, anche la suprema, ha subito danni. Può essere che il movimento liturgico (die liturgische Bewegung) da parte cattolica, nel quale movimento in cui si adunano vari elementi, i quali non hanno un orientamento strettamente dogmatico, faccia sorgere d'al dad'altra parte simpatie per il movimento dell'Alta Chiesa".
I lamenti del Revmo Mons. Hugo non sono pur troppo privi di fondamento. In un non piccolo numero di non pochi cattolici si manifesta un [ein Wort unlesbar] affievolimento del sentire cum Ecclesia ed un senso di sfiducia vero l'aAutorità, anche suprema,
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della Chiesa, la quale, a loro giudizio, non comprende le nuove correnti della vita religiosa. Questo doloroso fenomeno di insubordinazione si è reso ancor più palese evidente in occasione della condanna delle opere del Wittig. Secondo, ad esempio, Co Secondo quanto mi è stato riferito da un religioso degno di fede, in una adunanza di studenti cattolici (Festkommers) in Monaco di Baviera un oratore av ebbe ha avuto l'audacia di mandare, presente il Nunzio Apostolico, un caldo saluto al Wittig, aggiungendo dure espressioni contro coloro che l'hanno condannato; il che, tuttavia, avrebbe prodotto nella maggioranza dei presenti penosa impressione.
L'umile sottoscritto non ha mancato, nei pr come di dovere, – sia nei privati colloqui, sia cercando d'influire sulla pubblica stampa, sia anche nei frequenti, per quanto poveri, discorsi, che ha avuto occasione di pronunziare in pubblico , massime negli ultimi tempi, occasione di pronunziare in varie parti della Germania dietro invito di Revmi Vescovi, di associazioni cattoliche, ecc. – di inculcare [zwei Wörter unlesbar] combattere così pericolose tendenze, inculcando continua incessantemente l'obbedienza all'autorità della Chiesa, l'attaccamento, la fiducia e l'amore verso la S.  Sede Apostolica e verso l'Augusta Persona del Vicario di Cristo; si sforzerà di farlo ancor più nell'avvenire secondo le sue debolissime forze forze, fiducioso tuttavia nell'efficacia e [ein Wort unlesbar] può dire che, grazie all'aiuto divino, malgrado le sue insufficienze, malgrado le sue personali deficienze, tale azione non è rimasta, grazie all'aiuto divino, del tutto priva di efficacia. Nell'assicurare V.E. che mi sforzerò darò premura di proseguirla ed intensificarla nell'avvenire secondo le mie debolissime forze, e pronto sempre ad eseguire quelle ulteriori istruzioni, che all'Eminenza Vostra piacesse di impartirmi, m'inchino
30r, links oberhalb des Textkörpers hds. von unbekannter Hand, vermutlich von einem Nuntiaturangestellten, notiert: C".
Empfohlene Zitierweise
Pacelli, Eugenio an Merry del Val, Raffaele vom 15. November 1926, in: 'Kritische Online-Edition der Nuntiaturberichte Eugenio Pacellis (1917-1929)', Dokument Nr. 6795, URL: www.pacelli-edition.de/Dokument/6795. Letzter Zugriff am: 28.03.2024.
Online seit 30.10.2012.