Dokument-Nr. 8025

[Erzberger, Matthias][Hertling, Friedrich Georg Graf von]: Discorso pronunziato dal Cancelliere conte von Hertling al Reichstag, nella seduta del 18 marzo 1918, vor dem 21. März 1918

Signori! Allorquando, per la prima volta, parlai da questo posto, e cioè il 29 novembre dell'anno scorso, io potei annunziare al Reichstag che il Governo russo aveva fatto pervenire a tutti gli Stati belligeranti la proposta di entrare in negoziati per un armistizio e una pace generale. Noi, con i nostri alleati, abbiamo accettato la proposta e inviato, poco appresso, delegati a Brest-Litowsk; invece le Potenze sino allora alleate con la Russia non si fecero vedere.
È noto come le trattative si sieno svolte. Voi vi ricordate, o Signori, degli interminabili discorsi destinati non tanto ai delegati raccolti in Brest-Litowsk quanto al gran pubblico e che differirono sempre di nuovo l'accordo ossia lo scopo che si voleva raggiungere, delle ripetute interruzioni, della rottura e della ripresa dei negoziati. A un certo punto fu necessario dire: o esse o enne. (Approvazioni.) Il 3 marzo fu stipulata in Brest-Litowsk la pace; il 16 essa è stata ratificata in Mosca dall'Assemblea competente.
Io non ho intenzione di diffondermi sul giudizio che della pace con la Russia è stato dato dalle Potenze nemiche. Dove l'ipocrisia è divenuta seconda natura (applausi), dove il vizio di mentire è divenuto addirittura brutalità (vivissime approvazioni), dove, nello stesso momento in cui si è in procinto di premere il pugno sopra a uno Stato neutrale, si osa parlare del pieno disinteresse della politica attuata, ogni tentativo di serena discussione, ogni obiettiva considerazione è destinata a fallire. Con un telegramma da Washington si è creduto di dover esprimere all'Assemblea radunata in Mosca la simpatia degli Stati Uniti nel momento in cui, come è detto nel telegramma, la Germania si è intrusa per impedire il successo della lotta per la libertà: ma io aggiungo anche ciò, tranquillamente, a tutto il resto. (Ilarità.) Noi non abbiamo mai pensato un istante, né pensiamo di contrapporci ai legittimi desideri e sforzi della Russia liberata dallo czarismo, noi auguriamo, come io già dissi al 29 novembre, al
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paese duramente provato il prossimo ritorno a condizioni più calme e ordinate, e deploriamo che ciò sembri essere una cosa molto lontana e che presentemente regni in più parti un'anarchia spaventosa.
Ma vengo, senz'altro, al trattato. Come Voi, o signori, avete subito veduto, questo trattato non contiene nient'affatto condizioni disonorevoli per la Russia, niente onerose indennizzazioni delle spese di guerra, nessuna violenta annessione di territori russi. (Approvazioni. Movimento sui banchi dell'estrema sinistra.) Una serie di Stati marginali si stacca dall'organismo statale russo, ma ciò corrisponde alla volontà di questi paesi, riconosciuta dalla Russia. Il nostro punto di vista verso di essi è quello che già ebbi a manifestare, ossia che, sotto il valido patrocinio dell' Impero germanico, essi si diano l'assetto politico-costituzionale che conviene alle loro condizioni e all'indirizzo della loro civiltà, beninteso senza detrimento dei nostri interessi.
Le cose, per ora, sono progredite più che altrove in Curlandia. Com'è noto, alcuni giorni fa, è venuta a Berlino una deputazione inviata dalla Dieta nazionale curlandese, la rappresentante legittima del paese. Essa ha dichiarato che la Curlandia intende sciogliersi dai vincoli che l'hanno stretta sin qui e vuole unirsi intimamente nel campo economico, militare e politico con la Germania. (Applausi.) Nella risposta che Sua Maestà l'Imperatore mi ha incaricato di dare, come rappresentante dell'Impero, io ho riconosciuto l'autonomia della Curlandia, ho preso atto con gioia e soddisfazione del desiderio d'intima unione con l'Impero germanico, naturale se si considerano le antiche secolari relazioni di civiltà, ma riservando l'ultima decisione sull'assetto politico a quando la situazione si sarà, in Curlandia, meglio consolidata e tutti i fattori costituzionalmente competenti si saranno, in proposito, pronunziati. (Applausi.) Per ciò che concerne la Lituania, una deliberazione intorno a una stretta unione con l'Impero germanico, nel campo economico e militare, fu già presa nell'anno passato. Io attendo, nei prossimi giorni, una deputazione di quella Dieta (applausi) che deve confermare la deliberazione: a questa conferma dovrebbe
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parimenti seguire il riconoscimento della Lituania come Stato indipendente. Con calma noi attendiamo l'ulteriore svolgimento politico.
Un po' diversamente stanno le cose nella Livonia e nell'Estonia. Entrambi questi paesi si trovano ad est della linea di confine concordata nel trattato di pace, ma, come dice l'articolo 6 del trattato con la Russia, essi vengono occupati da truppe di polizia tedesche sino a tanto che la pubblica sicurezza non vi sia ristabilita mediante istituzioni locali e la vita statale non abbia ripreso a funzionare. Come ciò sia avvenuto sarà giunta pure per questi paesi l'ora di decidere della loro politica. Noi speriamo e desideriamo che essi pure si dichiarino per una stretta ed amichevole unione coll'Impero germanico, in modo però da non escludere pacifiche ed amichevoli relazioni con la Russia.
Ancora una parola sulla Polonia, che a dir vero, non è esplicitamente nominata nel trattato di pace. È noto che fu la proclamazione dei due Imperatori, del 5 novembre 1916, che ha annunziato a tutto il mondo l'indipendenza della Polonia. Da ciò consegue che l'assetto del nuovo Stato non può avvenire che in base a negoziati fra la Germania e la Monarchia Danubiana da una parte e la Polonia dall'altra. Ultimamente uomini politici polacchi hanno fatto proposte al Governo e a membri del Reichstag intorno ai nostri rapporti futuri. Noi esamineremo volentieri se e in che misura queste proposte siano conciliabili con gli scopi perseguiti da tutt'eddue i Governi, che mirano a vivere col nuovo Stato, assicurati i nostri interessi, in durevoli rapporti di buon vicinato. (Applausi.) Di più su questo argomento Vi sarà detto, o Signori, da S. E. il Sottosegretario di Stato von dem Busche. Io mi affretto a conchiudere.
Signori! Se voi, come non dubito, approverete i trattati che vi sono stati presentati, e se poi anche la pace con la Rumenia non tarderà ad essere stipulata, diverrà un fatto compiuto ciò che il 24 febbraio io fui in grado di dire prossimo ad avverarsi. La pace su tutto il fronte orientale sarà ristabilita. (Bravo!) Ma non ci facciamo illusioni: la pace mondiale non è ancora raggiunta.
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Negli Stati dell'Intesa non si manifesta ancora la minima propensione a metter fine alla guerra spaventosa. La loro volontà sembra che sia sempre quella di persistere nella lotta sino alla nostra distruzione. Non per questo noi ci perderemo di coraggio. (Vive approvazioni.) Noi siamo preparati a tutto. Noi siamo pronti a compiere altri gravi sacrifici (Bravo!) Dio, che fu sin qui con noi, seguiterà ad aiutarci pure in avvenire. Noi confidiamo nella bontà della nostra causa, nel nostro impareggiabile esercito, nei suoi duci e nelle truppe eroiche; noi confidiamo nella fermezza del nostro popolo. Ma la responsabilità dello spargimento di sangue, ricadrà, o Signori, come già dissi il 24 febbraio, sul capo di coloro che vogliono la continuazione delle stragi. (Applausi fragorosi su tutti i banchi, meno quelli dell'estrema sinistra.)
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[Erzberger, Matthias], Discorso pronunziato dal Cancelliere conte von Hertling al Reichstag, nella seduta del 18 marzo 1918 vom vor dem 21. März 1918, Anlage, in: 'Kritische Online-Edition der Nuntiaturberichte Eugenio Pacellis (1917-1929)', Dokument Nr. 8025, URL: www.pacelli-edition.de/Dokument/8025. Letzter Zugriff am: 20.04.2024.
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