Dokument-Nr. 8174
Pacelli, Eugenio an Gasparri, Pietro
[München], 19. Dezember 1917

Schreiber (Textgenese)
PacelliPacelli
Betreff
Tentativi per entrare in negoziati di pace nello scorso Settembre
L'E Senza dubbio con viva att Colla più viva attenzione la pubblica opinione in Germania ha seguito la polemica fra Berlino e Londra circa tutti i tentativi per trattative i piani tentativi per negoziati di pace del verificatisi nel Settembre scorso. Durante tale polemica, i giornali hanno riprodotto un telegramma segreto dell'Incaricato d'Affari di Russia a Londra in data del 6 Ottobre p. p., nel quale in cui si parlava di un passo fatto da un'altissima personalità di Berlino presso il Governo Spagnuolo offrire allo scopo di (nel quale era facile riconoscere il Sig. von Kühlmann, Segretario di Stato per gli Affari Esteri) presso il Governo Spagnuolo, offrire allo scopo di entrare in trattative coll'Inghilterra.
Confesso a V. E. che tale notizia mi produsse penosa impressione, giacché mi sembrò per lo meno scorretto essendomi sembrato da parte del Governo Imperiale per lo meno scorretto che, mentre esso
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dava, colla nella lettera del Sig. Cancelliere dell'Impero in data del 24 Settembre (da me trasmessa col mio rispettoso Rapporto N. 1603), alla S. Sede una risposta dilatoria, per non dire sostanzialmente negativa, iniziava avesse iniziato invece quasi contemporaneamente trattative coll'Inghilterra per il tramite della Spagna. Perciò, come secondo ebbi l'onore di ad annunziare già a V. E. col mio cifrato N. 86, mi credetti in dovere di chiedere immediatemente al Governo Imperiale schiarimenti in proposito; il che feci per mezzo di questa Legazione di Prussia a Monaco.
Le prime risposte avute per lo stesso tramite furono, però, talmente vaghe e confuse, che io pregai cortesemente per una più precisa dichiarazione. Ed infatti stamane il Sig. Conte von Zech, Segretario della suddetta Legazione (trovandosi il Ministro Signor von Treuttler infermo) è venuto alla Nunziatura e mi ha comunicato da parte del Governo Imperiale quanto ho l' compio il dovere di riferire senza indugio qui a e con ogni esattezza qui appresso all'E. V.:
Come è già ben noto, il Governo Imperiale accolse l'Appello Pontificio per la pace con viva soddisfazione e sincera simpatia, ed in conformità di ciò nella sua risposta aderì
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alle brevi proposte ai principi proposti da Sua Santità e che dovevano costituire la servire di base per ulteriori negoziati. Con un Se l'Intesa avesse assunto un atteggiamento egualmente del pari egualmente conciliante, l'Intesa avrebbe assai notevolmente accelerata e promossa l'opera Pontificia di pace; invece essa ha creduto bene di <preferito> non degnarsi non si è degnata di rispondere alla Lettera del Santo Padre ed in tal modo, ha condotto la <se non ha fatto naufragare la> di Lui azione, se non all'insuccesso, almeno l'ha, tuttavia, almeno arrestata. Il telegramma, consegnato dal Ministro Inglese presso la S. Sede e comunicato al Governo Imperiale dal Nunzio Apostolico di Monaco con lettera del 30 Agosto, era concepito in modo maniera assai vaga; esso conteneva soltanto affermazioni negative unilaterali, ma nessuna domanda diretta. Malgrado ciò, nella sua lettera di risposta del 24 Settembre l'allora Cancelliere dell'Impero dell'Impero espresse dichiarò che il Governo Imperiale di Berlino era per parte sua pronto in massima a precisare gli scopi di guerra, comprese le questioni riguardanti il Belgio; tuttavia la effettiva consegna di una tale dichiarazione doveva dipendere dalla dilucidazione di ciò non avrebbe potuto effettuarsi, che se non dopoché fossero rimaste chiarite alcune condizioni preliminari. Nella lettera stessa erano indicate due condizioni essenziali. La prima era la
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sicurezza che nello scambio di vedute predominerebbe quello spirito di oggettività e di rispetto verso il punto di vista dell'avversario, e di oggettività, di cui l'attitudine di Sua Santità ha aveva offerto un così luminoso esempio e che il Governo Imperiale mostrava di esprime avere. La seconda era la revisione dei fini di guerra, che l'Intesa aveva manifestato nella risposta del Presidente Wilson alla Nota. Le conversazioni intorno alla pace avrebbero potuto essere condotte soltanto sulla sarebbero state possibili soltanto, se poste si fosse posto come base che nessuna delle due Parti è vinta e che nessuna deve esigere dall'altra, nell'ordine morale o politico, cose che l'onore di un popolo, anche se vinto, non potrebbe tollerare.
A queste due condizioni deve tuttavia aggiungersi un punto, che non credevano su cui il Governo Imperiale non credette a suo tempo di poter mettere sul tappeto di fronte al entrare in discussione col Nunzio Apostolico. Da una fonte, che la quale, sebbene segreta, fornisce tuttavia generalmente sicure informazioni, era stata data al Governo medesimo la notizia che l'Intesa aveva conchiuso un accordo, in virtù del quale per riguardo all'Italia la S. Sede doveva essere esclusa dalle trattative di pace. Per conseguenza il Il Governo quindi
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aveva naturalmente interesse a conoscere con certezza, se il telegramma del Ministro d'Inghilterra in Roma – alle cui dichiarazioni, secondo la lettera del Nunzio, si era associato il Governo Francese, (quindi perciò non anche altri Stati) – non dovesse forse essere riguardato come una finta manovra.
Queste varie condizioni preliminari il Governo Imperiale voleva Voleva dunque il Governo Imperiale innanzi tutto chiarire queste varie condizioni preliminari, per poi informare il Nunzio (come è detto in fine della surricordata lettera del 24 Settembre), in un tempo (si sperava) non troppo lontano, circa le vedute intenzioni e le necessarie richieste del Governo Imperiale, particolarmente riguardo al Belgio.
Allo scopo di ottenere tale chiarezza circa le intorno alle disposizioni ed alle vedute del Governo Inglese, il Signor von Kühlmann, Segretario di Stato per gli Affari Esteri si valse di una via , che allora gli si offrì offertaglisi. Egli commise cioè ad uno sperimentato ed abile uomo di fiducia, il perfetto conoscitore della situazione e delle persone in Inghilterra, e che si era dichiarato già pronto, a compiere a ciò disposto, di fare al riguardo, un prudente scandaglio, di far ciò in modo non ufficiale, un prudente sondage. Il Governo Spagnuolo non fu da lui né direttamente
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né indirettamente sollecitato al detto fine, e molto meno ancora per una mediazione. Tuttavia, contro il desiderio del Segretario di Stato e anche dell'uomo di fiducia in discorso, sembra che da parte del Governo Spagnuolo la cosa sia stata interpretata in modo non corrispondente alle vedute del Governo di Berlino. Il Segretario di Stato fa sap comunica fa sapere confidenzialmente al Nunzio Apostolico che il suo uomo di fiducia è uno spagnuolo; ma per motivi di discrezione e di lealtà non può comunicare il di lui nome.
Il Sig. Conte von Zech ha aggiunto infine che il Sig. von Kühlmann mi pregava di partecipare quanto sopra alla S. Sede e particolarmente di far osservare al in proposito che egli, ora come prima, rimane pienamente sul terreno della lettera del 24 Settembre. Il Sig. Segretario di Stato è dovuto partito iersera per il Gran Quartiere Generale e deve poi recarsi a Brest-Litowski per intraprendere colà le trattative di pace.
Se egli avesse avuto più tempo a sua disposizione, sarebbe venuto personalmente sarebbe venuto egli stesso a Monaco per farmi egli stesso personalmente le surriferite comunicazioni.
Dopo di ciò, chinato
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Pacelli, Eugenio an Gasparri, Pietro vom 19. Dezember 1917, in: 'Kritische Online-Edition der Nuntiaturberichte Eugenio Pacellis (1917-1929)', Dokument Nr. 8174, URL: www.pacelli-edition.de/Dokument/8174. Letzter Zugriff am: 16.04.2024.
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