Dokument-Nr. 8419

[Erzberger, Matthias]: La fallita controffensiva francese fra l'Aisne e la Marna, 29. Juli 1918

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Allorché il Comando supremo dell'esercito germanico stabilì il piano per le grandi battaglie decisive nell'Ovest non si nascose sin dal principio che sarebbe stato necessario sostenere una grave lotta e che pure ritorni alla guerra di posizione avrebbero potuto avverarsi. L'Intesa è un nemico ostinato, che sa che cosa è in gioco per essa e che sino all'ultimo non cesserà dal tentare di volgere a suo favore la fortuna delle armi.
Gli attacchi tedeschi ai due lati di Reims hanno dato origine, in una gran parte del fronte occidentale, ad una serie di grandi battaglie che presentemente sono scemate di violenza ma che certo non sono terminate. Delle intenzioni d'attacco tedesche ai due lati di Reims, l'Intesa, come è ormai chiaro, ebbe per tempo conoscenza. Né essa lo nega, anzi se ne vanta come di un suo merito speciale. In che modo essa vi sia riuscita non si può dire con sicurezza. Istruita prima del tempo delle intenzioni d'attacco tedesche, l'Intesa ebbe modo di prendere efficaci contromisure; scansò l'urto tedesco ad est di Reims, sicché il piano d'offensiva tedesco non poté essere svolto interamente. Né l'Intesa si contentò di concentrare truppe sufficienti alla difesa dei settori minacciati ma passò essa stessa all'offensiva fra l'Aisne e la Marna. Il Comando supremo germanico si era atteso questa puntata di fianco, ma il modo della sua attuazione fu tuttavia una sorpresa. L'Intesa attaccò senza la consueta preparazione dell'artiglieria, facendo grande affida-
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mento in numerose squadre di tanks che vennero sferrate innanzi alle colonne di fanteria. Prigionieri catturati poco prima avevano avuto l'incarico di suscitare l'impressione che su questo settore l'Intesa non pensava ad agire tanto presto. La sorpresa locale ebbe per effetto che i Francesi riuscirono a penetrare nella prima linea tedesca, a guadagnare un po' di terreno e a fare anche un certo numero di prigionieri e una certa quantità di bottino. Con l'intervento animoso delle divisioni di riserva tedesche questa puntata di fianco dell'Intesa venne tuttavia parata: ciò che l'Intesa ha ottenuto è insignificante paragonato alle perdite straordinarie patite. Il generalissimo Foch non ha potuto integrare i suoi successi iniziali, sebbene abbia lanciato nella lotta sempre nuove masse, che s'infransero sanguinosamente contro la diga tedesca.
La grande offensiva del generale Foch fu diretta dapprincipio soltanto contro la linea che va dall'Aisne fino a nord di Château-Thierry, ma poi, a poco a poco, fu trasformata in un'azione simultanea da tre parti contro le posizioni tedesche spingentisi a mo' di cuneo in direzione della Marna. Il piano non era malamente concepito e per la sua attuazione il generale Foch aveva preparato ogni cosa. Egli fece tutto il possibile per concentrare nei punti voluti grandi masse di truppe scelte, coadiuvò, come meglio poté, gli Americani e riconobbe esattamente il suo vantaggio, che consisteva nel fatto che i Tedeschi si trovavano nel settore più avanzato col lar-
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go fiume alle spalle e che ai due lati di Reims i Tedeschi avevano alle spalle il fronte d'attacco nemico. Adescato da queste condizioni favorevoli Foch non valutò esattamente la forza di resistenza dei Tedeschi e la capacità delle sue proprie truppe. Tutti i vantaggi furono per l'Intesa. La natura del terreno, le vaste zone boscose e il tracciato del fronte le permisero la concentrazione di forti nuclei di truppe nella regione di Compègne-Villers-Cotterets. La rete ferroviaria dietro il fronte francese agevolò ogni dislocamento di truppe. La linea tedesca era sorta in conseguenza dei vari successi locali e non per effetto dello sfruttamento strategico del terreno. Essa presentava incavi e rilievi non scelti per motivi tattici, inoltre la continua attività aveva impedito qui le opportune correzioni. Nonostante questi vantaggi dell'Intesa le masse di soldati che Foch lanciò di continuo, senza risparmio, nella mischia, riuscirono ad avanzare solo pochi chilometri, sebbene coadiuvate da innumerevoli automobili corazzate, da uno straordinario fuoco d'artiglieria e da un grande impiego di gas. La diga granitica delle truppe tedesche fu sì incavata ma non sfondata. E questo è l'essenziale. I moderatori tedeschi della battaglia mirarono specialmente a sostenere la lotta con il più piccolo numero possibile di soldati, a non aggrapparsi a questo o quel punto, ma a valutare sempre esattamente il valore d'ogni tratto di terreno in connessione con il tutto. Essi ordinarono, quindi, il ritiro delle truppe che avevano passato la
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Marna ad est di Château-Thierry e si trovavano colà in critica condizione. La mossa venne eseguita con tanta abilità che i Francesi non se ne addiedero punto e attaccarono furiosamente, il giorno appresso, le posizioni sgombrate. L'urto sfumò nel vuoto, ma ciò non impedì ai Francesi di gabellarlo per un grande successo. La stampa parigina parlò di una seconda vittoria sulla Marna, ma presto si levarono voci ad ammonire che non si doveva aver troppa fretta nel giudicare. Questo ammonimento francese corrisponde alla giusta opinione che nelle grandi battaglie decisive nell'Ovest non si tratta tanto di guadagni territoriali quanto e assai più della distruzione delle forze combattenti per il conseguimento di una decisione definitiva. Per tale decisione il guadagno o la perdita di un tratto di territorio non ha soverchio peso. Il Comando supremo germanico non si è ostinato a conservare la posizione a sud della Marna appunto perché esso non perde di vista lo scopo principale. Basterà ricordare come lo Stato Maggiore germanico non esitò, a suo tempo, di ordinare in Polonia una ritirata perché così ebbe modo di prepararsi ad un nuovo colpo. E che ai Tedeschi riuscì di vincere, nonostante questa ritirata in Polonia, gli eserciti russi, nessuno oggi vorrà dubitarne.
Lo scopo precipuo del Comando supremo tedesco è, per ripeterlo ancora una volta, la progressiva distruzione delle forze dell'Intesa. Al raggiungimento di questo scopo la Germania si è di nuovo avvicinata pure colla ma-
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niera in cui il Comando del suo esercito ha parato gli assalti in massa dell'esercito di Foch. Il generalissimo Foch ha, dal 15 luglio, condotto al fuoco, fra Soissons e Tahure, 70 divisioni, fra cui sei americane, quattro inglesi, due italiane ed una polacca. Tutte le altre 57 divisioni furono composte di unità francesi, che di nuovo dovettero fare i maggiori sacrifici di sangue. L'Italia non ha in Francia più delle due divisioni impegnate nella battaglia. Le sei divisioni americane sono quanto presentemente gli Stati Uniti hanno di pronto e allenato a combattere. Aggiungendo nel conto le unità di artiglieria e d'altre armi, che parteciparono alla controffensiva, si ha che Foch, nel breve spazio di due settimane, ha messo in azione un milione e mezzo di uomini in cifra tonda, senza raggiungere nemmeno lontanamente il suo obiettivo: lo sfondamento delle linee tedesche. Con il nuovo grave salasso la forza combattiva dell'Intesa è rimasta straordinariamente indebolita.
Di fronte alla immensa superiorità dei nemici le truppe tedesche hanno dimostrato una magnifica intrepidezza, opponendo una resistenza indomabile e facendo fallire il colpo di Foch. Questo fallimento è tanto più notevole in quanto che il Comando tedesco non fu costretto a riversare nella battaglia le sue riserve strategiche. Per lo più sono state sufficienti le riserve assegnate ai singoli settori per tener testa alla controffensiva dell'Intesa. A ciò si aggiunge che il ritiro del fronte tedesco sulla sponda settentrionale della Marna e la correzione dell'an-
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golo di Château-Thierry hanno reso disponibili forze considerevoli per altri impieghi. E poiché il Supremo Comando germanico, non ha intaccato le sue riserve, la settimana dal 18 al 26 luglio è stata di grande importanza per l'offensiva tedesca. L'Intesa ha consumato in questa settimana grandi masse di truppe per uno scopo che non ha raggiunto. La Germania ha ancor oggi intatte le sue riserve strategiche. La sconfitta dell'Intesa, nella sua controffensiva fra l'Aisne e la Marna, è quindi, doppiamente grave. Ciò rimane innegabile nonostante il fatto che il Supremo Comando germanico, per preparare le sue future grandi mosse strategiche, nella notte dal 26 al 27 luglio, ha fatto ripiegare di alcuni chilometri da Soissons a Reims, le sue truppe, che sgombrarono le posizioni più avanzate di questo settore senza che il nemico se ne accorgesse e si trasferirono fra l'Ourcq e l'Ardre nella zona di Fère-en-Tardenois-Ville en Tardenois. Con questo ripiegamento il fronte è stato raccorciato. Esso è ora quale il Comando dell'esercito tedesco vuole che sia per i suoi scopi. Molte truppe sono di nuovo disponibili, cosicché i Tedeschi hanno piena libertà d'azione per le loro nuove operazioni.
Empfohlene Zitierweise
[Erzberger, Matthias], La fallita controffensiva francese fra l'Aisne e la Marna vom 29. Juli 1918, Anlage, in: 'Kritische Online-Edition der Nuntiaturberichte Eugenio Pacellis (1917-1929)', Dokument Nr. 8419, URL: www.pacelli-edition.de/Dokument/8419. Letzter Zugriff am: 28.03.2024.
Online seit 02.03.2011.