Dokument-Nr. 8621

La prima raccolta delle manifestazioni di papa Benedetto XV sulla pace mondiale, vor dem 20. November 1917

Ornata del pregevole ritratto di Benedetto XV, disegnato dal professor Leo Samberger, è uscita, in questi giorni con i tipi dell'editore Herder di Friburgo in Brisgovia, l'annunziata e molto attesa raccolta delle manifestazioni sulla pace mondiale del Pontefice felicemente regnante.(1) Compilatore della raccolta è il dottor Arnold Struker, privato docente all'Università di Muenster in Vestfalia; suggeritore e promotore il "Comitato di difesa degli interessi tedeschi e cattolici nella guerra mondiale" (presieduto dal nuovo Cancelliere conte von Hertling e da Monsignor Mausbach), ma soprattutto l'eminente deputato del Centro Matthias Erzberger, il quale fornì pure il danaro necessario per la rapida impressione e diffusione del volume, sicché suo è il merito precipuo della buona riuscita dell'impresa.
Noteremo ancora, prima di entrare nell'esposizione particolareggiata del contenuto, che l'invocazione "Domine Rex Pacifice" e l'annunzio "In Terris appare Princeps Pacis", che ricorrono in quasi tutti i più importanti documenti della raccolta (cfr. l'Enciclica "Ad beatissimi apostolorum Principis" del 1 novembre 1914; l'Allocuzione nel Concistoro del 24 dicembre 1914, l'Orazione per la pace fatta recitare per la prima volta il 7 febbraio 1915; l'Allocuzione nel Concistoro del 6 dicembre 1915, ecc.) sono stati scelti, con squisito senso di opportunità, dal compilatore ad epigrafe del volume.
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Delle tre parti in cui la raccolta è suddivisa, la prima comprende tutte le manifestazioni ufficiali della Santa Sede, di carattere generale, concernenti la questione della pace, dall'Esortazione "Ubi primum", dell'8 settembre 1914, alla lettera ai Capi dei popoli belligeranti del 1 agosto 1917; la seconda altre manifestazioni della Santa Sede sul medesimo argomento, pure ufficiali, ma di carattere particolare, dalla Lettera di Papa Benedetto XV al Cardinal von Hartmann, arcivescovo di Colonia (litteris officiisque tuis), del 28 dicembre 1914, alla Lettera di ringraziamento del Papa a Monsignor Julian Wilhelm Conan, arcivescovo di Porto Principe e agli altri arcivescovi e vescovi della Repubblica di Haiti (Confirmantur consilia), del 7 maggio 1917; la terza, oltre l'ammonimento di Pio X di santa memoria ("Dum Europa"), del 2 agosto 1914, i più importanti documenti sulla questione della pace, d'altra fonte che la Santa Sede, a partire dall'offerta della Quadruplice alleanza del 12 dicembre 1916.
Come si vede, non si tratta a rigore di un "Libro giallo" della Santa Sede sopra la sua attività durante la guerra mondiale; di quel "Libro giallo" che, nonostante i ripetuti annunzi della stampa (cfr. "Deutsche Kirchenzeitung", anno I, pag. 167, "Ecclesiastica", supplemento ai "Petrusblätter", No. 95, pag. 349; "Westfälischer Merkur" No. 482), non è ancora comparso, ma di una raccolta la quale, oltre ai documenti diplomatici propriamente detti, abbraccia pure le manifestazioni specificamente religiose del Santo Padre nella questione della pace, sulla cui importanza è superfluo insistere. Sebbene privata, essa dovrebbe quindi appagare, come nota a ragione, il compilatore, nella prefazione, non soltanto un bisogno momentaneo, ma conservare valore duraturo. Tanto più che, come avverte pure il compilatore, manca alla raccolta una propria tendenza, giacché né documenti, né fatti possono avere di per sé una tendenza all'infuori di quella di offrire ad ognuno il materiale per l'esame diretto, la riflessione e il giudizio.
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Il compilatore ha fornito l'opera sua con molta cura. Per convincersene basta dare uno sguardo all'indice del volume, nel quale, in modo che risaltino subito chiaramente all'occhio, è citato il titolo di ogni documento con l'esatta indicazione della fonte cui si è ricorso per la riproduzione del testo originale e della traduzione tedesca; la data di pubblicazione e il numero di successione nell'ordine cronologico.
Apre la serie dei dodici documenti della prima parte l'Esortazione "Ubi primum" che Benedetto XV, richiamandosi alle ultime parole del suo predecessore d'immortale memoria e avanti ancora di rivolgersi, con un'enciclica, ai vescovi, in conformità della tradizione, diresse, l'8 settembre 1914, a tutti i cattolici del mondo per invitarli a supplicare Dio, moderatore e signore di tutte le cose, a metter fine al "flagellum iracundiae", e ai sovrani degli Stati belligeranti per scongiurarli a posporre, senza indugio, ogni loro dissidio alla salute dell'umana società, a pensare che questa nostra vita mortale è già di per sé misera e irta abbastanza di spine, sicché non bisogna renderla ancor più dura e triste; a riflettere alle rovine già seminate in una gran parte d'Europa, al sangue cristiano già sparso; a rivolgere, quindi, sollecitamente il pensiero alla pace e alla riconciliazione.
Per il testo originale latino dell'Esortazione il dottor Struker si è servito degli "Acta Apostolicae Sedis". Quanto alla traduzione tedesca di questo come di tutti gli altri documenti essa è data nella metà inferiore d'ogni pagina, seguendo il testo a mo' di glossa perpetua, sicché il lettore non sufficientemente esperto della lingua latina può comodamente farvi subito ricorso.
Segue l'enciclica "Ad beatissimi Apostolorum Principis", del 1 novembre 1914, dove, con efficacia commovente, il Papa descrive l'orrore della guerra immane che devasta le più belle
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regioni d'Europa e " [sic] aumenta ogni giorno più [sic] il numero delle vedove e degli orfani, paralizza il commercio, desola i campi, spopola le scuole, mette in ansia i ricchi, getta i poveri nel più nero squallore, affligge tutti. Ai capi dei popoli belligeranti è rivolta nuovamente la calda preghiera di affrettarsi a restituire ai popoli la pace, a dare ascolto alla sua voce di padre e d'amico. "Audiant nos ii, rogamus, quorum in manibus fortuna civitatum sita est...Ne sinant igitur hanc amici et patris vocem in irritum cadere." Ma non pago di ciò il Papa addita ed esamina le quattro cause principali del grave turbamento dell'umana società, ossia la mancanza di caritatevole reciproco amore fra gli uomini, il disprezzo dell'autorità, l'ingiusta lotta di classe e la cupida brama di beni passeggeri.
La comune profonda radice di tutti questi mali è però, – afferma il Papa, – l'avidità "senza svellere la quale non è possibile ottener ciò che Ci sta tanto a cuore, ossia assicurare per sempre all'umana società la pace."
Di questa enciclica non solo il testo ma altresì la traduzione autentica è tolta dagli "Acta Apostolicae Sedis."
Segue l'Allocuzione pronunziata da Benedetto XV ricevendo per la prima volta il Sacro Collegio, il 24 dicembre 1914. Il Papa, ringraziando degli auguri offertigli in occasione del Natale e accogliendo con particolare sollecitudine quello della pace, deplora che la sua cristiana iniziativa di una breve tregua natalizia non sia stata coronata di successo. "Oh, la cara speranza che avevamo concepito di consolare tante madri e tante spose con la certezza che, nelle poche ore consacrate alla memoria del Divino Natale, non sarebbero i loro cari caduti sotto il piombo nemico: oh, la dolce illusione che Ci eravamo fatta di ridare al mondo almeno un assaggio di quella pacifica quiete che ignora omai da tanti mesi!"
Il testo originale italiano dell'Allocuzione, tratto come
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i precedenti dagli "Acta Apostolicae Sedis", è riprodotto nella sua integrità meno il brano finale non necessario allo scopo della raccolta.
Il quarto documento è il decreto pontificio del 1 gennaio 1915 sulla celebrazione di apposite funzioni per impetrare dalla misericordia divina la sospirata pace e per invitare i fedeli a far penitenza e compiere qualche opera di mortificazione espiatoria, con annessa quella Preghiera per la pace che, da omai tre anni, si ripete quotidianamente nelle chiese cattoliche di tutto il mondo.
Le Allocuzioni "Convocare vos", "Nostis profecto" e "Quandoquidem" pronunciate da Benedetto XV nei Concistori del 22 gennaio 1915, del 6 dicembre 1915 e del 4 dicembre 1916, sono riprodotte sotto i numeri V, VIII e X. Il dottor Struker ne riferisce però soltanto i brani che si riconnettono alla questione della pace segnando, ben inteso, l'omesso con i puntini di norma.
Il sesto documento della raccolta, la lettera che il Santo Padre diresse il 25 maggio 1915 al cardinal Serafino Vannutelli, decano del Sacro Collegio, intorno ai calamitosi tempi odierni è stampata, invece, per intero nell'originale italiano, tratto, secondo il solito, dagli "Acta Apostolicae Sedis."
A questa lettera tien dietro la seconda Esortazione generale del Papa ai popoli belligeranti e ai loro Capi, che reca la data del 28 luglio 1915, coincidendo così con il primo anniversario della dichiarazione di guerra dell'Austria-Ungheria alla Serbia. Come è noto, in questa Esortazione il Papa non solo ricorda quanto già fece dal principio del suo pontificato per giungere a por termine al tremendo conflitto; non solo leva più alto il suo paterno grido di pace, l'invito "Depongasi il mutuo proposito di distruzione!" ma rivela, altresì,
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di aver fatto, appena asceso al trono apostolico, solenne promessa al Divin Salvatore di dedicare ogni sua attività, ogni suo potere a riconciliare i popoli combattenti.
Il numero IX della raccolta ci rimette sott'occhio la lettera che Benedetto XV diresse al suo vicario, cardinal Basilio Pompilj, il 4 marzo 1916, per insistere ancora una volta sugli sforzi compiuti allo scopo d'indurre le nazioni contendenti a concludere una pace giusta e duratura e per esortare, nell'imminenza della Sacra Quaresima, le famiglie cattoliche e specialmente le madri, le spose, le figlie e le sorelle dei soldati al fronte a stringersi in unione spirituale di preghiera e di mortificazione per impetrare più facilmente dalla infinita misericordia di Dio la cessazione dell'orribile flagello.
Degli ultimi due documenti di questa prima parte, l'undecimo è la lettera di Benedetto XV al suo Segretario di Stato cardinal Gasparri sulla impetrazione della pace da Gesù Cristo per l'intercessione di Maria santissima e che ordina l'inserzione definitiva nelle Litanie lauretane, a cominciare dal 1 di giugno 1915, l'invocazione "Regina pacis – ora pro nobis:" il dodicesimo la Lettera del Papa ai Capi dei popoli belligeranti sul limitare del quarto anno della guerra. I consigli, gli inviti, i suggerimenti dell'Esortazione del 28 luglio 1915, ripetuti pure negli scritti al cardinal Pompilj e al cardinal Gasparri, sono qui svolti in maniera più larga e precisa. "Mais pour ne plus Nous renfermer dans des termes généraux, comme les circonstances Nous l'avaient conseillé par le passé. Nous voulons maintenant descendre à des propositions plus concrètes et pratiques, et inviter les Gouvernements des peuples belligérants à se mettre d'accord sur les points suivants qui semblent devoir être les bases d'une paix juste et durable, leur laissant le soin de les préciser et de les compléter." E il Papa non solo indica la via – l'unica – per risolvere il mostruoso conflitto (esporre una buona volta, con chiarezza, in modo diretto o indiretto, i desideri di ciascuna parte, e tener conto, nella
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misura del giusto e del possibile, delle aspirazioni dei popoli, accettando, ove occorra, in favore dell'equità e del bene comune del gran consorzio delle nazioni, i doverosi e necessari sacrifici di amor proprio e d'interessi particolari), ma traccia pure le basi sulle quali dovrà posare, per essere duraturo, il futuro assetto degli Stati: restaurazione dell'impero del diritto; diminuzione degli armamenti; soluzione delle divergenze non più con la spada ma per via d'arbitrato obbligatorio; libertà vera e comune appartenenza dell'alto mare.
Anche di questo documento il dottor Struker dà una fedele traduzione dell'originale francese.
Delle manifestazioni della Santa Sede concernenti la pace mondiale, pure ufficiali, ma non di carattere generale, la seconda parte della raccolta si restringe a darne una scelta di dodici, le più importanti a giudizio del compilatore. Il quale, per il testo, si giova, di solito, anche qui, degli "Acta Apostolicae Sedis", sopprimendo i passi inutili allo scopo e aggiungendo, dove occorra, come già fece nella prima parte, qualche noterella illustrativa o qualche opportuno richiamo. La traduzione tedesca è tolta in tre casi dal "Kirchlicher Anzeiger für die Erzdiöcese Köln" e in uno, come più sotto indicheremo, dalle "Neue Zürcher Nachrichten".
Ma ecco, senz'altro, l'elenco dei dodici documenti: Lettera di Papa Benedetto XV al cardinal Felix von Hartmann, arcivescovo di Colonia ("Litteris officiisque tuis"), del 28 dicembre 1914; – lettera di Papa Benedetto XV al Direttore generale dei Missionari del Prezioso Sangue, P. Giacinto Petroni, in occasione del primo centenario dalla fondazione della sua Congregazione ("Optima nos"), del 20 luglio 1915; – lettera di Papa Benedetto XV al cardinal Andrea Ferrari, arcivescovo di Milano, in occasione della conferenza episcopale della provincia ecclesiastica mediolanense ("Testem vestrae in Nos"), del 15 agosto 1915; – lettera
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di Papa Benedetto XV ai vescovi della Svizzera in occasione della loro conferenza annuale ("Officiosissimis litteris"), del 17 agosto 1915; – lettera di Papa Benedetto XV al cardinal Johannes Csernoch, arcivescovo di Gran, in risposta a un suo scritto ("Haerent animo") del 30 agosto 1915; – lettera di Papa Benedetto XV al cardinal Felix von Hartmann, arcivescovo di Colonia, e ai vescovi partecipanti alla conferenza di Fulda ("Fuldae, sicut vobis"), del 6 settembre 1915; – lettera di Papa Benedetto XV a Joseph Torras y Bages, vescovo di Vigo, di congratulazione per il suo libro "El internacionalismo papal" ("Perfecta iam diu"), del 25 novembre 1915; – lettera di Papa Benedetto XV al cardinal Felix von Hartmann, arcivescovo di Colonia e agli altri arcivescovi e vescovi tedeschi raccolti a Fulda ("Legentes vestram"), dell'8 settembre 1916; – lettera di ringraziamento di Papa Benedetto XV a Natale Bruni, arcivescovo di Modena e abate di Nonantola, e agli altri vescovi della provincia dell'Emilia raccolti per la loro conferenza annuale ("Communis Epistola") del 30 ottobre 1916; lettera di risposta di Papa Benedetto XV al cardinal Pietro La Fontaine, patriarca di Venezia, e ai vescovi della Venezia raccolti nella loro conferenza annuale ("Legislatricem caritatis") del 14 febbraio 1917; – risposta del cardinal Segretario di Stato Gasparri alla lettera della "Conferenza internazionale cattolica" in Zurigo del 2 marzo 1917 (testo e traduzione sono tolti dalle "Neue Zürcher Nachrichten", anno XIII No. 90); – lettera di ringraziamento di Papa Benedetto XV a Julian Wilhelm Conan, arcivescovo di Porto Principe, amministratore apostolico di Gonaives, e agli altri arcivescovi e vescovi della Repubblica di Haiti raccolti per la loro conferenza annuale ("Confirmantur consilia"), del 7 maggio 1917.
Ci rimane a dare un cenno della terza parte o appendice del volume nella quale, a prescindere dall'Ammonimento che Pio X,
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di venerata memoria, diresse, pochi giorni prima di morire, ai cattolici di tutto il mondo ("Dum Europa"), sono riportati, come già dicemmo in principio, i più importanti documenti sulla questione della pace d'altra fonte che la Santa Sede, a cominciar dalla Dichiarazione dei Governi della Quadruplice Alleanza del 12 dicembre 1916.
Il dottor Struker, nella sua scelta, ha giustamente dato la preferenza a quei documenti che, direttamente o indirettamente, si riconnettono con l'azione pontificia per la pace. Noi troviamo quindi, fra l'altro, oltre la menzionata Dichiarazione, con la lettera di accompagnamento del Ministro di Prussia presso la Santa Sede, barone von Muehlberg, al cardinal Segretario di Stato, e quella del Ministro degli Esteri austro-ungarico al Nunzio apostolico in Vienna, monsignor Valfrè di Bonzo, la Nota per la pace del Presidente Wilson (21 dicembre 1916); le risposte delle Potenze centrali e di quelle dell'Intesa a questa Nota; la dichiarazione di ripulsa dell'Offerta di pace dei dieci Stati alleati contro la Germania (30 dicembre 1916); la "risoluzione" per la pace votata dal Reichstag germanico il 19 luglio 1917; infine le risposte degli Stati Uniti e della Quadruplice Alleanza alla Lettera del Papa ai Capi degli Stati belligeranti e il discorso pronunziato in Budapest il 2 ottobre 1917, dal Ministro degli Esteri austro-ungarico conte Czernin, sulla pace e il nuovo assetto mondiale. Quanto alla fonte da cui è tolto il testo di tutti questi documenti, essa è, in molti casi, il "Deutscher Geschichtskalender", pubblicato da F. Purlitz; in altri la "Norddeutsche Allgemeine Zeitung", la "Kölnische Volkszeitung" e il "Westfälischer Merkur".
Scopo di questa appendice è, occorre appena notarlo, integrare e illustrare il contenuto vero e proprio del volume. Mentre, da un lato, nulla di più adatto – specie a considerarli tutti insieme, a rileggerli successivamente nell'ordine cronologico – dei documenti della prima e della seconda parte a mettere in risalto, a presentare nella sua interezza ed organicità, a far sentire la
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grandezza e bellezza di ciò che costituisce innegabilmente l'opera precipua, centrale, se così possiamo esprimerci, di Benedetto XV, da quando fu chiamato a succedere sul Trono apostolico al mitissimo Pio X; l'opera fervida, incessante, perseverante di condanna della carneficina che "disonora l'Europa", di perorazione della pace, di alleviamento delle tristissime conseguenze della guerra; – nulla, dall'altro, di più adatto dell'appendice in parola a dimostrare l'eco diversa, il diverso effetto di quest'opera nei vari Stati belligeranti.
"Benedetto colui, che primo alzerà il ramo d'olivo e stenderà al nemico la destra offrendo ragionevoli condizioni di pace", esclamò il Papa rinnovando, nel primo anniversario dello scoppio del tremendo conflitto, il suo grido paterno, l'appendice, con i documenti riferiti sotto i numeri 1, 2 e 10, 11, risponde alla domande chi siasi meritato questa benedizione; chi abbia meglio cercato di dare ascolto agli inviti e ai consigli del Papa; chi abbia meglio assecondato le sue sagge proposte le sue caritatevoli iniziative.
Ma pure alla domanda più generica da chi, oltre che dal Papa, e come e con quale successo, fra l'imperversare dell'uragano di Marte, sia stato rivolto il pensiero alla pace, sia stato tentato di porre termine alla lotta mostruosa, risponde, almeno sino a un certo segno, l'appendice. E il confronto riesce tutto a vantaggio del Padre della cristiana famiglia, che, sin dall'inizio del suo pontificato, non dimenticò di essere venuto a continuare l'opera di Gesù Cristo, Principe della pace.
"Quiconque a suivi Notre oeuvre pendant ces trois douloureuses années, qui viennent de s'écouler, a pu facilement reconnaître que si Nous sommes restés toujours fidèles à Notre résolution d'absolue impartialité et a Notre action de bienfaisance, Nous n'avons pas cessé non plus d'exhorter peuples et Gouvernements belligérants à redevenir frères, bien que la publicité n'ait pas été donnée à tout ce que Nous avons fait pour atteindre ce très noble but."
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Nelle loro risposte alla Lettera pontificia del 1 agosto 1917 gl'Imperatori di Germania e d'Austria-Ungheria hanno riconosciuto solennemente l'azione assidua, tenace, imparziale di Benedetto XV: la raccolta compilata dal dottor Struker, per iniziativa del deputato Erzberger, e che in una posteriore edizione verrà certo purgata da qualche lieve menda, offre adesso a ciascuno, in Germania, il modo di farsi un'idea esatta, oggettiva di quest'azione. Auguriamoci che il bell'esempio trovi solleciti imitatori negli altri paesi.
(1)Ecco, per disteso, in italiano, il titolo del volume: Le manifestazioni di Papa Benedetto XV sulla pace mondiale, edite nel testo originale e nella traduzione tedesca dal dottor Arnold Struker, privato docente all'Università di Muenster in Vestfalia. Friburgo in Brisgovia. Libreria editrice Herder, 1917, pagg. XII–143." [sic]
Empfohlene Zitierweise
Anlage vom vor dem 20. November 1917, Anlage, in: 'Kritische Online-Edition der Nuntiaturberichte Eugenio Pacellis (1917-1929)', Dokument Nr. 8621, URL: www.pacelli-edition.de/Dokument/8621. Letzter Zugriff am: 28.03.2024.
Online seit 24.03.2010, letzte Änderung am 10.09.2018.