Dokument-Nr. 865

Erzberger, Matthias: Le misure prese dal S upremo Comando dell'esercito per la protezione delle Opere d'arte nei territori occupati. Una dichiarazione ufficiale del Cancelliere dell'Impero, vor dem 17. Januar 1918

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Il 1 dicembre 1917 il barone von Kerckerink zur Borg, membro della frazione del Centro al Reichstag, rivolse al Cancelliere dell'Impero la seguente interpellanza:
"In seguito alle operazioni militari e ad altre necessità di guerra, preziosi monumenti artistici sono andati distrutti o messi in serio pericolo lungo i vari fronti e dietro di essi.
Può il signor Cancelliere dell'Impero informarci sulle misure che da parte tedesca sono già state prese o lo saranno, per la protezione e il mantenimento dei monumenti architettonici, ecclesiastici e profani, pubblici e privati, e delle opere artistiche mobili, nonché dei monumenti archeologici nei territori occupati, specialmente
a) nel Belgio
b) nella Francia del Nord,
c) nell'Italia,
d) nella Rumenia e Macedonia?
Mi basta una risposta scritta."
A questa interpellanza il Cancelliere dell'Impero ha risposto colla seguente lettera:
Berlino, 30 decembre 1917.
Risposta all'interpellanza dell'1 decembre 1917 – I. 2974 –.br/>Si risponde nel modo che appresso alla interpellanza No. 319 del deputato barone von Kerckerink zur Borg, – No 1189 delle stampe allegate – :
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La protezione delle opere d'arte nei territori da noi occupati in tutti i fronti, cominciò insieme all'avanzata delle nostre armate.
I comandanti delle armate hanno avuto cura dei monumenti architettonici danneggiati, rimasti dietro il loro fronte. Lavori di assicuramento per mezzo di puntelli, costruzione di tetti provvisori e muratura delle brecce aperte nei muri, furono fatti nelle Chiese e negli edifici. Monumenti ed altre opere artistiche immobili sono stati assicurati con assi e con sacchi di sabbia.
Laddove misure positive di protezione fallirono o furono impossibili, si è tentato, per lo meno, di fermare l'idea del monumento architettonico mediante disegni, piante, fotografie ecc. Architetti e storici dell'arte che facevan parte delle truppe, hanno diretti i lavori.
Subentrata la lotta di posizione, il Supremo Comando dell'esercito centralizzò le misure; inviò noti architetti e storici d'arte tedeschi nei territori occupati perché procedessero metodicamente alla protezione dei monumenti d'arte e chiamò a collaborare le Autorità locali rimaste. Colla cooperazione di queste Autorità furon messe specialmente al sicuro le opere d'arte dello Stato e delle città; e, a domanda dei proprietari, anche le opere d'arte in possesso di privati. Così musei e depositi furono installati a Bruges, Valenciennes, Fourmies, Charleville e Sédan. Quando a Maubeuge fu, dal Supremo comandante dell'armata tedesca, solennemente inaugurata un'esposizione consistente in opere d'arte francesi, accanto ai rappresentanti delle Autorità tedesche intervennero anche i Sindaci di San Quintino e Maubeuge, che avevan preso parte all'amministrazione dell'esposizione.
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I monumenti artistici trovati nei paesi nemici eran troppo numerosi per poter essere trasportati tutti al sicuro dietro il fronte. Si dovette quindi, al principio, fare una distinzione fra le opere artistiche e i monumenti di gran valore storico e quelli mediocri e di poco valore. D'accordo col Ministro dei Culti di Prussia, il Supremo Comando incaricò quindi il vice-Direttore dei Musei reali di Berlino, Dottor Demmler, di recarsi al fronte occidentale, osservare i tesori artistici e farne una cernita, dopo la quale si cominciò immediatamente a mettere al sicuro i tesori artistici sotto l'ispezione di ufficiali periti d'arte, presi nei singoli comandi di armate, e che si sono resi specialmente meritevoli nell'ardua bisogna. Nelle Fiandre i tesori artistici vengono messi in salvo colla cooperazione della Commission royale des Monuments e des Sites a Bruxelles.
Laddove il trasporto delle opere d'arte non fu possibile per difficoltà tecniche locali, o per la natura speciale delle opere stesse, si procedette sul luogo a misure di sicurezza, costruendo ripari sotterranei a prova di bomba, approfittando spesso a tal uopo delle volte sotterranee delle chiese. Di speciale valore per la scienza sono le scoperte archeologiche fatte durante l'escavazione delle trincee; per esempio i resti di un castello romano nei pressi della località francese Senon, con preziosi bassorilievi. Sotto la direzione di periti in materia, e inviando sul luogo le forze operaie necessarie sebbene indispensabili altrove, gli scavi sono tanto avanzati da poter metter al sicuro il materiale artistico.
La protezione delle opere d'arte nello scacchiere orientale richiede meno lavoro. Nel territorio russo le opere d'arte erano, in parte già state trasportate via prima che vi penetrassero le truppe degli Imperi centrali, in parte, andaron di-
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strutte negli incendi appiccati metodicamente alle città dalle truppe incendiarie russe prima di ritirarsi. Il poco rimasto è stato messo al sicuro nei luoghi stessi dove fu trovato.
In Rumenia i tesori artistici erano stati in gran parte trasportati a Jassy prima dell'avanzata degli Alleati. Le collezioni abbandonate son rimaste nei Musei e sottoposte colà all'Amministrazione del Prefetto, sotto l'ispezione del Supremo Comandante tedesco. Qual consigliere per il materiale artistico è stato mandato colà il Prof. Braune, direttore della Pinacoteca di Monaco.
La marcia in Italia ci ha messo dinanzi a nuovi compiti; e, d'accordo col Ministro dei Culti di Prussia, il direttore del Museo reale d'Arti e Mestieri di Berlino, Consigliere intimo von Falke, è stato incaricato della direzione generale della protezione delle opere d'arte nella parte dell'alta Italia occupata dalle truppe tedesche.
Al momento non ci è ancora giunto un rapporto al riguardo.
In tutti gli scacchieri di guerra, colonne di salvataggio tedesche hanno cercato di mettere più che fosse possibile al sicuro opere d'arte, lavorando in circostanze difficilissime e spesso con pericolo della propria vita. Laddove importanti opere d'arte rimasero, ciò non ostante, distrutte, ciò avvenne sotto la forza imperiosa ed inevitabile delle necessità di guerra.
Ci riserviamo di completare la risposta relativamente alle misure di sicurezza prese dopo la creazione del Governatorato per il Belgio.
Per il Cancelliere dell'Impero
Wallraf.
Al sig. Presidente del Reichstag.
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Alla risposta data dal Cancelliere all'interpellanza del barone von Kerckerink zur Borg, ha tenuto dietro, da parte dell'Autorità militare, la pubblicazione delle misure che il Supremo Comando dell'esercito germanico ha preso per la protezione dei tesori artistici in Italia, emanando severi ordini all'esercito perché il patrimonio artistico di quel paese sia messo al sicuro e preservato da qualsiasi danno.
Un'ordinanza del 29 novembre diceva:
"Per proteggere le opere dell'arte e della scienza che trovasi nei territori italiani d'occupazione – opere, in parte, pregevolissime, – si ha l'intenzione di mandare in ogni singola zona di Comando periti d'arte coll'obbligo di indicare le opere più pregevoli e di prendere le misure necessarie per evitare che esse abbiano a subire danni o che vadano disperse. Quando le opere d'arte son danneggiate questi periti debbono, d'accordo coll'Autorità militare e chiamando a far da testimoni alcuni cittadini del luogo indicati dall'Amministrazione Comunale, stabilire qual è il loro stato e metter tutto in un protocollo che sarà sottoscritto dagli incaricati e dai testimoni. In questo protocollo si dirà, quando è possibile, a chi risale la colpa della distruzione (se a truppe italiane, a prigionieri italiani, a abitanti, oppure a tedeschi o a truppe alleate). Per l'assicurazione provvisoria degli oggetti d'arte i vari Comandi debbono vietare l'accesso dei non autorizzati negli edifici o in parti d'edifici abbandonati dai cittadini e nei quali trovansi opere pregevoli o collezioni (anche affreschi, stucchi, intagli, ecc.), e, se possibile, impedirne l'uso. Oggetti d'arte rimasti in locali abitati da truppe, debbono, quando è impossibile trasportarli in luogo sicuro, esser ben
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impaccati e protetti. Monumenti danneggiati, o edifici pure danneggiati nei quali trovansi valori artistici o scientifici dovranno essere assicurati e protetti provvisoriamente contro l'ulteriore deperimento."
Il 2 decembre il Comando insiste ancora sulla protezione del patrimonio artistico italiano ordinando:
"Considerato che in una nostra futura avanzata verranno toccate località specialmente ricche di monumenti artistici e storici, di sculture e di tesori d'arte di ogni genere, si insiste ancora una volta sulla necessità di evitare, nei limiti del possibile, la rovina nonché la dispersione dei medesimi. Si deve evitare di assegnare alle truppe e tanto meno ai cavalli, chiese e palazzi di grandissimo pregio. Gli uomini di truppa, specialmente i sopravvenuti, dovranno ricevere istruzioni corrispondenti. Le trasgressioni saranno punite con pene severe.
Tali opere architettoniche dovranno esser vigilate sin dal principio da sentinelle, le quali non saranno tolte dal loro posto finché non sarà avvenuto il cambio. È desiderio speciale delle LL. MM. gli imperatori di Germania e d'Austria-Ungheria che si agisca corrispondentemente."
Il 6 dello stesso mese si lesse il seguente ordine del giorno:
"I Gruppi debbono ordinare alle Divisione di far mettere al sicuro al più presto possibile, incaricandone i vari Comandanti del luogo, gli oggetti d'arte che trovansi in pericolo; in caso di necessità ordinarne il trasporto in luoghi più lontani dal fronte per sottrarli alla distruzione del fuoco nemico. I Comandanti del luogo enumereranno esattamente e faranno la descrizione degli
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oggetti in appositi libri, i quali saranno consegnati, in caso di muta, al successore, e, in caso di soppressione totale dei Comandi, al Comando dell'Armata 14 ."
Inutile dire che questi ordini vengono severamente e scrupolosamente osservati in tutti quanti i territori d'occupazione. Un esempio speciale lo abbiamo nel rapporto sul salvataggio degli arredi del castello di San Salvatore situato nella zona del fuoco. Per ordine del Comando di Divisione in data 30 novembre 1917 (26.3. D. Ib 2333 ) i tesori artistici del castello furono trasportati e messi al sicuro a Conegliano. Il 1.12.17 furono salvati dalla distruzione quindici vagoni di oggetti; il 2.12.17 ventidue, e il 3.12.17 , sei vagoni. Tutti gli oggetti furono ordinati, dettagliatamente repertati e collocati nella grande sala del Municipio di Conegliano.
Empfohlene Zitierweise
Erzberger, Matthias, Le misure prese dal S upremo Comando dell'esercito per la protezione delle Opere d'arte nei territori occupati. Una dichiarazione ufficiale del Cancelliere dell'Impero vom vor dem 17. Januar 1918, Anlage, in: 'Kritische Online-Edition der Nuntiaturberichte Eugenio Pacellis (1917-1929)', Dokument Nr. 865, URL: www.pacelli-edition.de/Dokument/865. Letzter Zugriff am: 28.03.2024.
Online seit 02.03.2011.