Dokument-Nr. 9998

[Erzberger, Matthias]: La condizione del cattolicis mo in un'Alsazia-Lorena divenuta francese. Monito di un neutrale, vor dem 29. Juni 1918

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In un giornale neutrale, le Neue Züricher Nachrichten, apparve il 5 giugno u. s. un articolo intitolato A bas la calotte! che tratta della condizione in cui verrebbe a trovarsi la Chiesa e il cattolicismo nell'Alsazia-Lorena se questo paese tornasse alla Francia e che, considerata la situazione politica in Francia, giunge alla conclusione che il raggiungimento dello scopo di guerra francese equivarrebbe alla rovina della fiorente vita cattolica nell'Alsazia-Lorena.
Ma ecco, letteralmente tradotto, l'articolo:
Se nell'esame della domanda quali ragioni, dal generale punto di vista culturale, parlino contro o a favore di una soluzione della questione alsaziano-lorenese secondo il desiderio della Francia, i cattolici manifestarono presso la pubblica opinione neutrale, nell'interesse del cattolicismo, gravi timori contro l'incorporazione dell'Alsazia-Lorena allo Stato francese, questi timori vennero spesso tacciati di esagerazione ed affettazione. Si disse: certo il Governo e la legislazione francesi sono ostili alla Chiesa e l'Alsazia è un fiorente paese cattolico – l'87 % degli abitanti sono cattolici – ma è certo pure che il Governo francese rispetterebbe il sentimento religioso degli Alsaziano-Lorenesi e lascerebbe il paese, nei riguardi ecclesiastici, in un certo stato d'eccezione; in ogni caso la Francia si dimostrerebbe oltremodo arrendevole verso le tradizioni cattoliche e il culto cattolico dell'Alsazia-Lorena guardandosi bene dal ridurre l'effica-
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cia della religione sulla scuola e sulla vita pubblica.
Ma che tale speranza sia figlia di un ottimismo interamente infondato risulta innegabile dalla discussione che, prendendo le mosse dalle condizioni nel piccolo lembo di Alsazia occupato, si è, in Francia, svolta sulla questione dell'avvenire religioso di un'Alsazia ritornata francese. Il radicalismo francese sta in agguato per combattere già di prima l'opinione che le leggi francesi in vigore rispetto alla Chiesa potrebbero essere modificate ne' riguardi dell'Alsazia. Il radicalismo fiuta nella cattolica Alsazia-Lorena un ricco bottino e si sente sicuro, consapevole di avere un appoggio nella legislazione francese, di fronte a quei cattolici che osano affermare essere nell'interesse politico della Francia non offendere l'Alsaziano cattolico e il non toccare le istituzioni, nella scuola e nella Chiesa, divenute a lui care. Del resto, che in Francia alcuni cattolici abbiano creduto di alzare la voce in tal senso è di per sé un indizio che spira un forte vento radicale.
Quanto alla condizione presente della scuola nel territorio alsaziano occupato, l'istinto politico ha fatto sì che il programma scolastico francese, nella scelta e nella disposizione della materia d'insegnamento come nel riguardo del metodo, sia stato adattato alle condizioni alsaziane. Ma sta di fatto che nel programma per le scuole alsaziane non è stato tenuto conto alcuno dei bisogni cattolici né si è avuto alcun riguardo delle condizioni esistenti riguardo all'insegnamento della religione. Il programma si adatta in materie come la storia, come la geografia e il disegno allo stato di cose presen-
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te nell'Alsazia, sia quanto al contenuto che al metodo, ma quanto all'istruzione religiosa non si discosta punto dal programma scolastico francese.
Alla importazione dell'areligiosità, dell'anticlericalismo nell'Alsazia cattolica è già adesso lasciata aperta una porta.
Sicuro, le autorità francesi non mancano d'intelligenza sicché non vietano per ora assolutamente l'istruzione religiosa nella scuola. Esse lasciano, per ora, le monache attendere tranquillamente all'opera loro. Ma il grido à bas la calotte, emesso dalla stampa massonica allorché nella Revue pédagogique fu stampato in un cantuccio, timidamente, che le Suore della Divina Provvidenza (Casa madre di Rappoldsweiler) sono state lasciate al loro posto nell'Alsazia occupata, dovrebbe far pensare come rapidamente le suore dovrebbero smettere d'insegnare appena la Francia, in possesso definitivo dell'Alsazia-Lorena, non avesse più motivo di aver riguardo al sentimento della popolazione. Non conviene ingannarsi sulla disposizione d'animo degli uomini più autorevoli del Governo e della Camera francesi. Proprio ultimamente, nelle disposizioni regolamentari della legge sui pupilli, i cattolici francesi hanno patito una grave delusione. Nella discussione del disegno di legge alla Camera e al Senato il Governo aveva promesso ai cattolici domandanti garanzie per gli orfani di padre cattolico la più liberale applicazione della legge, ma la Camera, come si trattò di delegare quattro membri per la compilazione particolareggiata delle disposi-
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zioni, non elesse un solo cattolico e nemmeno un solo liberale moderato, ma quattro socialisti radicali. Il trattamento degli orfani cattolici s'immagina.
È lecito attendere più intelletto per il cattolicismo alsaziano-lorenese? Cattolici francesi hanno discusso la questione d'uno speciale statuto per l'Alsazia-Lorena, ma la stampa radicale, come ubbidendo ad una parola d'ordine, si scagliò contro questa idea per demolirla. Con tutte le insinuazioni possibili e immaginabili si mosse all'attacco dei propugnatori di essa. Si rimproverò loro l'intenzione di violare le leggi francesi; li si qualificò cattivi francesi, perché avevano osato di toccare la costituzione francese. Dal rimprovero di voler mutare la costituzione a quello di fare gl'interessi del nemico non ci fu che un passo, sicché il vescovo di Langres, Monsignor Herscher, venne, fra gli altri, accusato di agire proprio come se fosse un "fido agente dell'eretico Imperatore di Berlino", perché la sua domanda di un particolare statuto religioso per un'Alsazia-Lorena tornata francese implicava il riconoscimento delle fiorenti condizioni del cattolicismo nell'Alsazia-Lorena.
Ma non v'è punto bisogno di essere un "agente dell'Imperatore di Berlino" per riconoscere che l'Alsazia-Lorena, proprio come parte integrante dell'Impero germanico, ha potuto sviluppare, in piena libertà, il suo cattolicismo sino all'altezza nel quale esso oggi si trova e dalla quale precipiterebbe se venisse a cadere sotto la signoria della Francia radicale. Monsignor Herscher conosce benissimo i pericoli che sorgerebbero per la chiesa e i cattolici alsaziano-lorenesi da un tale mutamento, e se
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il suo nazionalismo la vince sui suoi timori culturali e religiosi, ciò va attribuito al suo ottimismo che si aspetta dalla Francia radicale il miracolo d'un improvviso totale cambiamento di rotta.
Il freddo osservatore delle cose, che alla questione alsaziano-lorenese non è politicamente interessato, non può abbandonarsi a tali speranze. Tutto indica che la rinascita religiosa della Francia, di cui durante la guerra si è, di quando in quando, parlato, altro non è che un'utopia, per lo meno se su di essa furono fondate speranze in un mutamento dei rapporti esistenti fra Stato e Chiesa, e che, liberata che sia la nazione dell'incubo della guerra, l'elemento radicale si farà sentire anche più di prima.
Ma pure ammesso che si accordasse all'Alsazia-Lorena un'autonomia politico-ecclesiastica, essa sarebbe in pratica nulla, giacché, alla lunga, una parte del territorio dello Stato, in un sistema amministrativo accentrato come quello della Francia, non può essere escluso dall'applicazione e specialmente dagli effetti della legislazione ecclesiastica. Prima o poi, un'Alsazia-Lorena francese diverrebbe una vittima del vuoto che esiste nello Stato francese di fronte alla Chiesa; la fiorente vita del cattolicismo alsaziano-lorenese si trasformerebbe presto in quel lento deperire cui il dominante libero-pensiero radicale condanna l'organismo della Chiesa.
"Vita fiorente" non è un'esagerazione: Monsignor Herscher, negli Annales politiques et littéraires (10 marzo 1918) traccia della situazione del cattolicismo
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nell'Alsazia-Lorena tedesca, specialmente del clero cattolico, un quadro assai roseo. La parrocchia alsaziana è per lui la casa di Dio, un centro di divozione e di attività benefica. Il parroco alsaziano è ai suoi occhi un uomo bene istruito, illuminato, che si adopera per il bene spirituale e morale dei suoi parrocchiani, né trascura il loro interesse economico. Monsignor Herscher ricorda in proposito le casse Raiffeisen, le cooperative rurali di compra e vendita. La stima in cui la Chiesa e i suoi rappresentanti sono presso lo Stato, gli ordinati e buoni rapporti fra Stato e Chiesa, la rimunerazione sufficiente degli ecclesiastici ha procurato loro il primo posto nei Comuni. Un vinculo di fiducia, fondato sulla stima, stringe clero e fedeli, è la fonte e la garanzia della religiosità della popolazione.
In un'Alsazia-Lorena divenuta francese queste condizioni si muterebbero presto, se si riflette che già ora vien lanciato il grido "à bas la calotte!" Il clero cesserebbe affatto dall'avere qualsiasi efficacia se la passeggera occupazione di una parte del territorio alsaziano si trasformasse nel possesso duraturo dell'intero paese. Chi si rende conto dell'importanza del clero per la religiosità di una popolazione sa che cosa ciò significhi, sa che con ciò viene a cadere il baluardo che si oppone alla penetrazione delle idee dissolvitrici. Verrebbe allora il tempo in cui pure in Alsazia-Lorena accadrebbe ciò che Monsignor Herscher dice che accade sin troppo di frequente in Francia, e cioè che se un parroco s'incontra a passare dinanzi ad un'osteria o ad un gruppo di operai gli capita di sentirsi cantare dietro canzoni con ritornelli ingiuriosi contro il
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clero. Naturalmente ciò non dovrebbe attendersi da oggi a domani, ma la propaganda radicale sa, com'è noto, corrompere anche i migliori costumi, e si lasci che una generazione sia cresciuta su attraverso la scuola atea e sotto l'impressione dell'esclusione della Chiesa e del clero dalla vita pubblica e si finirà per non poter più distinguere la condizione del cattolicismo nell'Alsazia-Lorena da quella del cattolicismo in Francia.
Nel riguardo politico si può pensare come si vuole sulla questione alsaziano-lorenese, ma è sicuro che il cattolicismo avrebbe vissuto in Alsazia-Lorena i suoi giorni migliori, se il desiderio della Francia di una ripresa di possesso dell'Alsazia-Lorena venisse soddisfatto.
Empfohlene Zitierweise
[Erzberger, Matthias], La condizione del cattolicis mo in un'Alsazia-Lorena divenuta francese. Monito di un neutrale vom vor dem 29. Juni 1918, Anlage, in: 'Kritische Online-Edition der Nuntiaturberichte Eugenio Pacellis (1917-1929)', Dokument Nr. 9998, URL: www.pacelli-edition.de/Dokument/9998. Letzter Zugriff am: 29.03.2024.
Online seit 02.03.2011.