Dokument-Nr. 9701
Pacelli, Eugenio an Gasparri, Pietro
München, 29. Januar 1918
Regest
In seinem Bericht über die Seelsorge für die Kriegsgefangenen innerhalb der Diözese München-Freising schreibt Pacelli, dass die Hauptlager fast alle einen Kaplan haben und für die Kriegsgefangenen, die nicht im Lager, sondern bei verschiedenen Arbeiten eingesetzt werden, ein Gottesdienst für Feiertage organisiert worden ist. Der Nuntius bedauert, dass neun von zehn Franzosen nicht am Gottesdienst teilnehmen, dabei aber die Offiziere eine lobenswerte Ausnahme bilden. Die Seelsorge für die russischen, polnischen, litauischen und russisch-deutschen Katholiken ist wirkungsvoll. Den französischen, polnischen und italienischen Kriegsgefangenen hat die Kirchliche Auskunfts- und Kriegshilfestelle in Paderborn Bücher zur Verfügung gestellt.Betreff
Assistenza Religiosa dei prigionieri di guerra nell'Archidiocesi di Monaco –
Frisinga.
Ho l'onore di riferire a Vostra Eminenza Reverendissima le seguenti informazioni fornitemi, dietro mia richiesta, dalla Curia Arcivescovile di Monaco - Frisinga circa l'assistenza spirituale dei prigionieri di guerra che si trovano nel territorio della menzionata Archidiocesi.
Per i prigionieri di guerra riuniti nei campi principali vi è quasi dappertutto un ecclesiastico incaricato specialmente della loro cura e nella maggior parte un sacerdote prigioniero di guerra anche egli appartenente alla rispettiva Nazione. Come cappellani dei Francesi in Puchheim erano incaricati l'Abate Henry Deschamps, più tardi l'Abate Eugen Gérard e Pierre Bonnet, in Landshut l'Abate Rulquin. In Traunstein esercitava quell'ufficio il cappellano Felix Niedermeier. La cura delle anime per i prigionieri italiani del campo di Puchheim è stata affidata al Rev. Giorgio d'Acunzo anch'egli prigioniero.
Quanto, poi, ai prigionieri di guerra, i quali non si
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trovano nei
campi di concentrazione, ma vengono impiegati per vari lavori, si è quasi dappertutto
provveduto ad un servizio religioso nelle Domeniche e nei giorni di festa.Nella ricorrenza delle principali Festività i prigionieri possono accostarsi ai SS. Sacramenti. Sventuratamente i 9/10 dei Francesi non intervengono al servizio religioso, ed anche minore è il numero dei medesimi che si accostano ai Sacramenti. Solamente gli ufficiali fanno una lodevole eccezione con l'osservanza fedele e regolare dei loro doveri religiosi. È stata efficace la cura religiosa pei cattolici russi, polacchi, lituani, russo-tedeschi. Quasi tutte le relazioni dei Parroci dicono che essi con piacere andavano al servizio religioso ed in modo edificante e degno ricevevano i Sacramenti. Parecchi sacerdoti diocesani, particolarmente il Canonico D. C. Julius, si sono prestati con spirito di abnegazione per la cura spirituale di questi prigionieri.
L'ufficio ecclesiastico pei prigionieri di guerra in Paderborn ha messo volentieri e gratis a disposizione dei prigionieri francesi, polacchi ed italiani libri di lettura e di preghiere.
Dopo di ciò, chinato umilmente al bacio della Sacra Porpora, con sensi di profondissima venerazione mi pregio confermarmi
Di Vostra Eminenza Reverendissima
Umilissimo Devotissimo Obbligatissimo Servo
+ Eugenio Arcivescovo di Sardi
Nunzio Apostolico