Dokument-Nr. 6609
[Simons, Walter]: [Kein Betreff]. [Berlin], vor dem 26. September 1920
Se pure la Commissione Interalleata non abbia avuto l'intenzione, di lasciare andare le cose fin qui, pare nondimeno, che non si possono eseguire delle misure energiche contro dei ribelli polacchi con truppe francesi, supposta pure la buona volontà della Commissione Interalleata. Si capisce facilmente, che i francesi vedono nei polacchi, coi quali unitamente combattono sul teatro di guerra nella Russia, i loro amici ed alleati. E s'intende, umanamente parlando, che essi, come è accaduto sovente e come è costatato chiaramente, hanno favoreggiato gli insurgenti polacchi invece di resistere loro colle armi. Bisogna però conchiudere di questo, che le truppe francesi non sono idonee ai compiti di neutralità, i quali dovrebbero compiere nel territorio di plebiscito.
L'insurrezione polacca si fondava evidentemente su un'organizzazione militare secreta da lungo preparata e frattanto scoperta in tutte le sue particolarità. Questa, in quanto si vede, perdura finora non impedita per niente. I suovi [sic] capi non vengono incomodati affatto. La Commissione Interalleata non procede contro essi, benché i loro nomi le siano stati notificati da parte del governo tedesco. Le armi non sono state rimesse se non che per la menoma parte. Sono date quindi tutte le condizioni per il rinnovamento della ribellione
12r
presentandosi l'occasione favorevole, tanto più, che il contegno debole della Commissione Interalleata usato nel tempo della prima insurrezione non era tale, che potesse scoraggiare gli insurgenti.È assolutamente necessario il prendere con energia delle misure profilattiche contro questo pericolo. Specialmente bisogna chiudere i confini finora quasi totalmente aperti verso la Polonia, per tagliare il vivo commercio fra gli insurgenti e la loro base di rinforzamento. Pur questo non può farsi naturalmente secondo il suddetto dalle truppe francesi. Ad adempiere questo compito i soldati italiani sarebbero i più idonei, la dei quali attitudine energica ed animata dallo studio di far giustizia a tutti senza eccezione, si è provata nei giorni dell'insurrezione spaventosa.
La popolazione tedesca si trova in una condizione desolata in diverse regioni dell'Alta Silesia. Il terrorismo d'una minorità armata contro la popolazione inerme perdura quasi colla stessa veemenza. Assassinamenti e saccheggi continuano i delitti [sic] orribili della ribellione appena passata e non lasciano sparire l'odio, anzi l'aumentano di giorno in giorno. Con gran rammarico deve essere notato specialmente il fatto, che è stato tentato di privare una vittima tedesca di violenza polacca degli estremi conforti della S.ta Chiesa.
Si vede senz'altro, che in quest'atmosfera d'odio le devastazioni sul campo morale e religioso fanno spavento. Le autorità ecclesiastica e civile sono sottominate; il popolo dell'Alta Slesia prima tanta [sic] pio ed animato di spirito ecclesiastico sta dirimpetto alla rovina totale sì religiosa, sì morale. Il diritto viene calpestato, la violenza trionfa. Non fa meraviglia quindi che nella popolazione tedesca accresce la convinzione che è senza aiuto e senza diritto. Sempre più si propaga il pensiero, che attento la totale mancanza d'appoggio da parte della Commissione Interalleata, l'unico rimedio rimane la difesa privata. Ecco che gli orrori della guerra civile s'avvicinano rapidamente.