Dokument-Nr. 8433

[Engert, Joseph]: Memorandum alla Sua Eccellenza Monsignore al Nunzio Pacelli a Monaco sopra la situazione dei cristiani nel oriente, vor dem 02. Juni 1918

Un soggiorno nella Turchia durante qualche mese del anno 1917 e principalmente nell'interno dell'Asia Minore e della Siria m'offriva un'ispezione <commovente circa la> scuotante nella miseria dei cristiani e nei loro <Stato> impianti, una necessità fisica e morale <di soccorso>, la quale appena <può> esser oltrepassata. Nel medesimo tempo ebbi la convinzione che soltanto un'azione diplomatica circondata li potrebbe aiutare, sia <attualmente come per l'avvenire di maniera radicale e per tutto l'avventura.
<I.> Sarebbe stato La prossima via <più agevole sarebbe stata> di comunicare le mie esperienze al delegato apostolico a Costantinopoli, Monsignore Dolci: <ma> questo <mi fu> m'era impossibile. Sua Eccellenza al mio ritorno a Costantinopoli <non> stava <ivi.> sulle isole dei principi. M'era poi anche proibitop<P>er la mia posizione militare d'allora nella Turchia <mi era difficile> di praticare con monsignor <Dolci,> come Rappresentante d'una potenza neutrale, senza l'accordo dei posti Superiori. Il motivo più importante <che mi muoveva era> era questo: <Ebbi la convinzione> Intesi che soltanto un soccorso della Santa Sede per mezzo della Germania e della Baviera e dell'Austria potrebbe condurre ad uno scopo. Perciò dovevo prima aspettare il mio ritorno nella Germania per esser presentato alle Autorità <competenti.> potente.
Quei passi avevano il successo seguente: Per mezzo del prelato Ehses, stato a Roma, essendo ora a Monaco, mi volge alla Sua Eccellenza il Gran cancelliere tedesco conte Hertling. Di Quest'ultima ricevevo questa risposta per mezzo del prelato Ehses.
"Riguardo al memorandum del Signore professore Engert sopra le sue sperienze, egli deve consegnarla al Nunzio, il quale lo farà seguire a Roma. La santa sede è la guardia ufficiale sopra i pericoli minacciosi al cristianesimo; s'essa si crede di perseguire la cosa e di volgersi forse quivi, io non mancherò di scorrerla. Ad un impulso
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privato solo, da parte mia non potrò prendere mio risoluzione purché questa m'arriva da parte ufficiale.
(Communicazini del Msgr. prelato Ehses Monaco, Öttingenstr. 16 den 30. Marzia 1918). Al presidente del Ministero baverese sua Eccellenza Dr. v. Dandl pervien la Serenità Sua il principe Fugger-Glött e col soccorso del presidente di camera consigliere aulico v. Fuchs sotto posi l'affare. Dalla Sua Eccellenza ebbi l'assicurazione in udienza orale che la Baviera soccorrerebbe l'affare presso la confederazione nel senso del Gran Cancelliere.
II. Ebbene farò seguire il memorandum menzionato della Sua Eccellenza il Gran Cancelliere. A questo aggiungo: Le mie esecuzioni non sono ch'una piccola tagliata della vera necessità; la santa sede e istruita certo meglio da molto tempo per i suoi rappresentati. Spero soltanto di poter dare un nuovo urto alla casa a Berlino ed a Monaco per mezzo delle mie rappresentazioni.
<II.> I cristiani in Oriente.
Le grida di soccorso dei religiosi e religiose Tedesche nell'oriente Turco, mi inducono a dichiarare quanto segue:
1°) La miseria spirituale e fisica degli indigeni Cristiani è orribile! Circa un milione di Armeni perì in seguito a fame, miseria ed epidemie; oppure furono massacrati violentemente; la metà della popolazione del Libano morì affamata; sotto credibili indicazioni in numerali circa 200.000. Cose peggiori sono da attendersi, se non arrivano prontamente soccorsi; seguendo le sicure dichiarazioni di persone Tedesche che mi informarono, <un> quanto segue: Un altro inverno senza soccorsi rappresenta la distruzione dei Cristiani orientali all'oriente dell'Amanus. Anche se gli Armeni furono colpevoli della rivolta, (le prove sono ancora fornite, perché giustamente degli ufficiali tedeschi del fronte, mi assicurarono che: che solamente il grande bisogno <e le> ed incessanti torture spinsero gli Armeni a prender le armi che gli americani loro fornirono) però di che sono colpevoli le donne ed i fanciulli?
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Il destino di questi disgraziati fu ancora più orribile di quello degli uomini: A migliaia furono <trascinati in deserti e steppe, ove furono>1 con intenzione, abbandonati alla sete ed alla fame ed a ogni sorta di sofferenze. I tedeschi ed anche i neutrali furono minacciati dalla giustizia militare quanto volevano loro porger aiuto. Un tenente Z. si imbattì nella pianura kilikia, in due donne nude trascinate da gendarmi. <Quando> Durante2 l'ufficiale volle, in seguito alle preghiere delle donne, <voluto> intervenire in aiuto, venne impedito da un ufficiale di gendarmeria. Migliaia di donne e ragazze furono vendute ai beduini e passarono di possessore <in possessore>3 per la somma di una ventina di Lire. Vennero abbandonate negli Harem e fatte Concubine anche appartenendo a distinti famiglie. I ragazzi vennero abbandonati in ricoveri turchi di orfani e costretti ad abbracciare la religione maomettana.
La religione maomettana viene propagata se incessantemente negli Armeni. È una crudele ironia l'affermazione turco ufficiale<che "la> : La questione Armena è per noi sciolta", in verità ciò avviene con lo sterminio degli Armeni. <Riporto, qui appresso due Le due unite descrizioni: la prima è una lettera di un armeno al suo maestro tedesco, la seconda, se io mi ricordo bene, è un rapporto personale di un austriaco che abita lungamente a Mardin, indirizzato ad un direttore Tedesco, in tono molto più parlante.
A) "I tempi tristi di Antschrti [sic] (tradotto verbalmente). Antschrti appartiene al Wilajet Karput ed al Kaimakamlek di Egie, il governatore è un Mudir. Antschrti è un gran villaggio, ha 200 case, delle quali 120 sono armene, le altre sono turche. Gli uomini armeni di questo villaggio, sono soldati di 17 a 45 anni, solamente 8-10 uomini avevano pagato denaro, per non prestar servizio militare, e vivevano nel villaggio col rimanente degli abitanti. Nel mese di Giugno il governo arrestò uomini di 12 a 90 anni. A Sud di Antschrti si arresto uomini di trova un villaggio Turco chiamato Saradjuch ove abita un ricco Schef [sic] di nome Hadji Mohamed. Costui massacrò nell'anno 1895 molti armeni del Wilajet Karput; ed oggi ancora è entrato coi suoi uomini nei villaggi <armeni> uomini4, riunì tutti gli uomini armeni e li condusse in Antschrti, indi [sic] prese seco gli uomini
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di Antschrti e li guidò all'Eufrate ove vennero massacrati, erano in totale 600 uomini.
Con quest'uomo si trovavano pure dei gendarmi turchi di Antschrti. Dopo 15 giorni i Turchi dissero alle donne Armene: Voi dovete allontanarvi di qua; però se voi abbracciate la religione maomettana, non permetteremo il vostro allontanamento. Le donne accettarono e divennero maomettane, per evitare di abbandonare le loro case. I turchi sposarono alcune di queste ragazze giovani e donne armene. Alcuni giorni appresso dissero alle altre donne armene, che non si erano unite ai Turchi: Il nostro sultano non permette che voi abbracciate la religione mussulmana. Andatevene! Queste donne se ne andarono, e giunsero sino a Malatie, qua attendevano molti turchi con armi.
Costoro dissero alle donne: Dateci i vostri fanciulli: Qua si trova un ricovero Tedesco di orfani. Non conseguiremo tutti i bambini in questo istituto.
Molte donne conseguirono i loro fanciulli. Più tardi passarono per Adiamon ed arrivarono presso gli Arabi e Curdi negli vicinanze di Werandschehir. Durante il camino, i gendarmi condusse [sic] le ragazze e le donne altrove. Rimasero due o tre ore sfogarono ogni loro desiderio, indi fecero ritorno.
I curdi e gli arabi seguirono lo stesso esempio. Sinora ancora molte donne armeni sono in possesso dei curdi e degli arabi. I gendarmi ordinarono agli arabi e curdi di non consegnare né pane né acqua alle donne armeni. Rimasero cosi 3 giorni senza nutrirsi né bere, sino a che giunsero ad una fontana. Quando trovarono le fontane, molte donne si gettarono nell'acqua coi loro fanciulli e perirono. Le altre che sopravissero rimasero in quella località. Gli arabi ed i curdi vennero, e si impadronirono dei loro vestiari e le fecero completamente nude.
Poco appresso <gli arabi ed i curdi>5 ritornarono, armati di bastone e di spada e
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cominciarono a colpire le donne. Molte di queste abbandonarono i loro fanciulli e presero la fuga. Solamente 4 donne fuggirono a Sewerag, ove rimasero 203 giorni.
Più tardi arrivò una colonna di donne armene pure scacciate. Le 4 donne si unirono a questa colonna e giunsero ad Aleppo. Il rimanente non sono [sic] ancora arrivato.
B. Il signore K. arrivò a Mardin il 7 Luglio 1914 come ammalato per la linea Tell-chanzir, ove rimase sino al venerdì 27 Marzo 1916.
Il 1° Maggio 1915 un araldo proclamò che tutti i cristiani devono consegnar le armi. Nel mattino del 7 Maggio passò per Mardin un medico tedesco, in uniforme turca. Nel pomeriggio, quando si era già allontano, si trascinarono i capi di ricche famiglie (Protestanti p. es. Melki Lehacher (?), figlio prot.) fuori del portico, Assiri e poveri cattolici <in numero di> 405 (uno fu strangolato nella città il 1 Maggio alle 4 antimeridiane).
Erano 405 che vennero radunati in 3 giorni. <Il Vescovo> (L'Episcopo armeno Malojan fu imprigionato, maltrattato indi messo in libertà <in seguito fu> per mezzo di oro; indi nuovamente imprigionato e cogli altri venne legato e inviato malfattore.
Fuori del portico Malojan disse: Katalu dschura absan min barra, ana ârif intim(?) bikitulnâ (se ha ucciso ragazzo (?) è meglio che libertà, io so che voi ci uccidete). Allora un soldato lo colpi col calcio del fucile, tanto fortemente nella schiena che cadde in avanti, senza riparo al capo, col petto nudo. (K. vide ciò dalla terrazza della sua abitazione vicina alla strada del portico).
Memduh Beik, un curdo che fu inviato a Diabekr da un certo Wali Rescgîdi Beik (Tcherkesse) e raîs-bala-dija (il capo della città) di nome Chadar Tschelebi, un fanatico nemico dei cristiani a Mardin; eseguirono la cosa. Abd al Kadir Bascha disse nella riunione che i cristiani non <dovevano> devono venire allontanati, essi sono stati tranquilli
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per 1300 anni. Allora Chadar Tschelebi Dschenmandschi, ricche persone in Mardin, minacciarono. Beit Dschaima e Beit Kasbo sono conoscenze di K., bet Hailo-Skender Adan. Non furono trovate armi. Nella fontana del cimitero Assiro sopra l'ospedale, venne gettato un uomo vivo.
La metà dei 400 venne fucilata, a due ore di distanza di Mardin.
Il rimanente fu massacrato presso Scheet-Chan. Prima di questo affare armeno, tutti i soldati e gendarmi cristiani vennero spogliati <ed inviati>6 con Mukarrdschi a Erzerum: Anche costoro vennero massacrati; p. es. Ombaschi Jakob Masso e figlio Assìs. I soldati uccisori erano soldati della milizia, armati dal governo (per lo più erano vecchi curdi).
Il secondo trasporto partì circa 8 giorni appresso per Diabekr; anche degli uomini, della borghesia questa volta, (assiri ed armeni) circa 800, vennero ripartiti in Diabekr in due colonne, la prima colonna ritornò dopo circa 10 giorni a Mardin, ove vennero imprigionati; nella notte vennero condotti a Bab-ez-Zoi (verso Nisibin) e indi massacrati; che i componenti della si dice seconda colonna vennero legati e lanciati nel fiume Tigris, di costoro non si udì più nulla.
Durante un intero mese non venne più persona espulsa; giornalmente arrivarono truppe da Van, Erzerum, Kapsan.
A Bittlis tutti gli uomini furono massacrati, in Diabekr non ebbe luogo nessuna insurrezione come pure a Bittlis. Distinte personalità Turche di Van dissero: che anche in Van non ebbe luogo nessuna rivolta.
A Tell Arman, occupato dopo Mardin, i cristiani non ebbero il permesso di allontanarsi; le persone furono uccise nella chiesa, inzuppati con petrolio ed incendiati. Anche in Gojlije (Oppure Ksor) 500 case Assire (nessuno armeno) furono riuniti nella abitazione di Dschabîri e massacrati.
I feriti si salvarono con ferite gravi alle ossa delle spalle
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ed alle cosce in un ospedale americano a Mardin e furono ricoverati dal dottor Thom, Miss North.
Dopo il massacro nei villaggi, vennero portate via le donne di Mardin. Nessun villaggio cristiano presso Mardin fu risparmiato, i campi sono deserti, il bestiame fu allontanato. Skender, Adam Scharma, Dschenandschi e Kaspo a costoro fu detto da un certo Menduh Beik: Se non riunite 200 Ltg. sarete espulsi.
Il denaro venne consegnato, ciò nonostante dalle 13/14 migliori cose furono nella notte allontanate le donne. Le espulsioni durarono sino al mese d'Ottobre. Una missione americana: In un mattino di Agosto Memduch nel Kornak arrivò con Harun Efdi, ufficiale della gendarmeria, seguito da 20 gendarmi ed occuparono tutto. <Presero> Allontanarono 16 tappeti ecc.; è circa 2000 Ltg.
Il missionario Andres ora in Schivas, ne fu testimonio. Le Signorine Franke, Graf, Signorina Dervy, la signorina Nord furono pure testimoni al fatto.
Dopo ciò Memduch Beik sparì e partì per Diabekr.
23 ore ad occidente, nella montagna, vi e una grande grotta nella quale (agosto) 500 uomini di un trasporto di Trebisonda furono massacrati. Circa 8 uomini si riuscirono a porsi in salvo, costoro, alla loro uscita dalla grotta, vennero colpiti col Khandschar, indi o vivi o morti vennero rigettati nell'interno.
Presso Mar Michael prima di Mardin, furono massacrati o fucilati circa 150 donne, fanciulli e vecchi abitanti in Mardin; fra costoro si trovarono ricche persone di nome Hamoih, Hano Amun; un infermiere dell'ospedale ed altri, Jusef Menachi, infermiere munito della fascia della croce rossa e Maxi Loli. Le proprietà furono confiscate dal governo, e non fu permesso di prender seco oggetti. Il governo non ha ancora oggi venduto tutto. Nelle abitazioni si alloggiarono i profughi Turchi dei territori occupati dei Russi. Nell'inverno del 1915/16 gran numero di soldati venne accettato nell'ospedale Armeno
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di Mardin (costoro provenivano seminudi o ammalati ed affamati dalla frontiera; il medico turco Rifalat Efdi, accettò degli armeni contro pagamento p. es. Grigor Efdi impiegato del Governo dovette versare la somma di 100 Ltg.); di dopo il pagamento li fece allontanare.
Al momento si trovano ancora circa 400 Cristiani a Mardin, costoro vengono risparmiati, perché i Turchi temono la venuta dei Russi; che nell'occupazione di Bitlis massacrarono i Turchi senza eccezione come rappresaglia per l'espulsione dei Cristiani.
Un dottore di nome Naum Karagula, Assiro, possedeva una moglie americana, costui venne mandato a Midiat, per curare i soldati laggiù (1,5 ora di distanza di Mardin,verso Bagdad) venne arrestato, egli disse: Uccidete prima me, poi la mia moglie. Venne ucciso. Il dottore Thom compro il bambo dai curdi, la moglie si trova ancora in loro possesso.
Ismael Agha, Ali Agha, Abden Agha <sono> capitani dei Curdi presso Midiat, con costoro ebbe Memduk Beik avanti al Massacro una conversazione nella prigione di Mardin nella camera di Mudir. Un certo Ali Tschausch, Arnaute, amico di K. che aiutò nella fuga alcuni cristiani, venne arrestato presso Midiat, subì il carcere in Mardin dove K. gli fece visita. Durante la loro conversazione nella camera di Mudir, entrò Memduh e domandò: Kim bu Adam? Memduh disse a K., di essere un Commissario, fece allontanare Ali Tschausch ed ebbe una conversazione in curdo cogli Aghas in presenza di K.
Uno dei quattro Ibn iblâi (di via Haschûch, un villaggio curdo, pericoloso) dopo l'affare armeno <fu> arrestato e nuovamente lasciato libero <sebbene> uccisore di Goilije7, la popolazione del Libano. Senza dubbio questa laboriosa tranquilla popolazione non hanno [sic] meritato questo crudele destino.
A costoro non manca frumento anche se l'importazione fu interrotta come sembra dalla perfidia Franco-Inglese. Il frumento si trovava depositato in Rajak e Homs, e marciva; non era permesso di fornirne ai cristiani.
Io stesso vidi il gran bisogno a Beirut e nel cammino tra
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l'antilibano ed il Libano si <vedevano> incontravano schiere di profughi, che tentavano di sfuggire la fame e la morte sicura vano di sfuggire la8 nel prossimo inverno, ed <andavano> incontro <ai> essi più grandi bisogni fisici e spirituali a Damasco. La cosa giunse ad un punto tale che mi affamarono a Marrasch, ad Aleppo, a Damasco, Beirut, Gerusalemme: "Ognuno sperava con impazienza nell'aiuto del governo Germanico ed in speciale modo nell'aiuto della Baviera cristiania e cattolica. Se non si agisce energicamente, allora il cristianesimo nell'oriente va perso." In modo speciale soffrono i cristiani della mancanza di pane, legumi e vestiario.
2°) Come <cause> motivazione del bisogno mi fu dichiarato quanto segue:
a) La cattiva organizzazione del Governo. Il governo impedisce l'approvvigionamento invece di secondarlo. Questo requisì al principio delle ostilità tutte le provvigioni di burro, o altre sostanze alimentari, legna, carboni ecc,di proprietà cristiane (nulla venne tolto ai mussulmani).
In modo arbitrario si impadronirono delle sostanze, le autorità minori.
Schneller, il presidente del ricovero di orfani assiri a Gerusalemme, si procuro con grandi disturbi, permessi e passaporti per acquistare frumento, contro pagamento in oro, per il suo <istituto. Egli comprò e portò i suoi acquisti>9 sino alle porte di Gerusalemme; dove gli fu confiscato dalle autorità cittadine e gli fu consegnato il prezzo in carta moneta; il cui corso era allora di 1:5; oggi il corso è di 1:6. Sovente capito il fatto che agenti del governo confiscarono e vendettero intascando il profitto, e favorivano l'usura. Il Kaimakam di un piccolo villaggio presso Gerusalemme profittò in un mese più di 100.000 Lire.
b) I negoziati del governo con la carta moneta. Per coloro che non posseggono che carta moneta come gli istituti Tedeschi i prezzi diventano quasi impossibili; bisogna pagare a prezzo 10 volte superiori al reale. Inoltre gli impiegati governativi richiedevano oggi carta, domani metallo, e non riconoscono il medesimo valore. In principio pagarono 90 per 100 di carta; ed oggi non si ricevono marche da bollo, marche doganali e pure sigarette che contro pagamento in metallo.
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Solamente i francobolli postali vengono consegnati con pagamento in carta.
c) Il bisogno in vestiario proviene <dai negoziati degli> dalle negoziazioni di usurai; ed ogni regolamento pubblico non viene osservato.
Il governo teneva i suoi negozianti all'ingrosso come pure i comitati per l'unità<Unione> ed il progresso (Giovani Turchi). Gli armeni del Mar Morto scrissero: di non poter lasciar uscire le loro ragazze dalle tende perché si trovano completamente nude.
Si dice, e questa <è> era la solita risposta del ministero degli esteriori, come pure di tutte le altre personalità competenti: Non si deve immischiarsi nella politica interna dei Turchi.
A. Io riconosco la situazioni delicata dei Tedeschi come pure gli interessi interni del governo turco.
Il governo turco agiva così perché i cristiani educati nelle scuole straniere degli Americani, Inglesi, Francesi, non avevano interessi dell'esistenza dello stato turco; anzi lavoravano, in parte con coscienza ed in parte incoscientemente, alla sua scomparsa. Ogni scuola straniera sostenuta da aiuti <di una> sino potenza straniera, divenne fonte di espirazioni ostili ai Turchi. Allora il governo dei giovani Turchi, <propagò> fondò un forte e severo nazionalismo. Il sentimento di unità nazionale turca deve essere ravvivato, ed ogni aspirazione straniera deve esser soppressa. Con la rottura delle relazioni diplomatiche con l'Inghilterra, la Francia, ecc. i Turchi approfittarono della benvenuta occasione per sopprimere ogni aspirazione straniera. Dapprima vennero abolite tutte le scuole ed istituti ostili come avevano già fatto gli Inglesi ed i Francesi. Poi <in seguito al>la politica (alla rivolta <degli Armeni> dell'esercito nel Caukaso) si rivolse contro le popolazioni cristiane che subivano l'influsso straniero, e che potevano divenire un pericolo per il Regno unito Turco. L'amministrazione cristiana del Libano venne sciolta.
Gli Armeni dovettero essere allontanati della zona di guerra e nel cammino li fecero massacrare. Così vennero soppresse queste <popolazioni> genti che la politica francese ed inglese (valendosi della diversità di religione)
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spingeva contro il governo per render impossibile e <distruggere> rovinare l'unità del governo turco. Difatti gli abitanti cristiani erano completamente sotto questo influsso che si ottenne per mezzo di scuole. Gli Assiri erano animati da scuole francesi, e gli Armeni da scuole anglo-americane.
B) <A causa> In coscienza di questi fatti, può essere stata <posta> una condizione alla conclusione dell'alleanza Tedesco-Turca, di lasciare mano libera ai Turchi nella loro politica interna.
I cristiani d'Oriente vogliono in maggioranza essere sinceri Ottomani. L'arcivescovo greco di Aleppo disse: "Sia sicuro che noi cristiani abbiamo fatto più per la mezza luna rossa che gli altri. Noi non vogliamo separarci dallo Stato Turco." Una separazione sarebbe impossibile giacché le nazionalità e religioni sono tanto miste, che una pura separazione seguente la propria nazione e impossibile. Inoltre i diversi gruppi sono economicamente dipendenti gli uni degli altri, in un modo tale, che venendo diviso verrebbero distrutti. Questo è pure riconosciuto dagli eccellenti rapresentanti delle nazionalità cristiane. Però i cristiani sono forse l'elemento che in futuro subirà il più grande sviluppo nello stato turco; e senza di essi questo non può esistere. Gli Arabi e gli Armeni sono intellettualmente superiori alla razza turca.
Ora i Cristiani chiamano nel loro grande bisogno in aiuto i Cristiani Tedeschi: Senza l'aiuto di questi vedono i cristiani la loro certa distruzione e scomparsa. Uno ha prestato aiuto, con tutte le sue energie, il Maggiore v. W., comandante della città di B. Egli salvò tutto l'Estlibano, le diocesi dell'arcivescovo von Zahle. È però da chiedersi se costui riuscirà pure in questo inverno <al suo intento>.
3°) I mezzi ed i modi per poter <venire in aiuto> senza errori aiutare, sono <quelli dello Stato. Le> i seguenti: donazioni ed <gli> aiuti privati sono impossibili essendo il bisogno troppo grande. Solamente l'aiuto di Stato può salvare.
Le rappresentanze diplomatiche devono insistere in ciò, che
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tutte le popolazioni vengono egualmente approvvigionate di viveri, e che <verranno imposti> i negoziati con la carta moneta vengono ordinati. Ciò può e deve avvenire allo scopo che le popolazioni cristiane dei paesi di<ell'> pon<occid>ente e dell'oriente <salvaguardino> gardano <per i cristiani dell'oriente>10 degli stessi interessi come i Turchi per i mussulmani in Bosnia. Una dichiarazione degli orrori armeni farebbero sorger ginto [sic] di orrore tutta la Germania ed Austria.
Viveri e vestiari vi sono. Il raccolto nei villaggi interni non fu cattivo; io medesimo vidi magnifico grano ammucchiato a Nord ed a Sud di Damasco (Hauran). Le stoffe per il vestiario vengono trattenute dagli speculatori.
Siccome i Beduini e Tedesco e Fellachen non accettano che moneta in metallo, il prossimo <primo> aiuto deve essere con moneta metallo<ica>.
Ciò <È>è possibile ai Tedeschi, di mettere a diposizione delle unioni e delle unioni religiose in <i> mezzo<i> occorrenti, domandando<ne> preciso conto.
Inoltre<,> e con 1'aiuto del governo centrale della forza militare, con ogni energia si deve procurare il sicuro trasporto sino alla destinazione, ove il <del> frumento è di necessità<ario>. Per questo raggiungimento è necessario <A ciò occorre>: 1º. Il permesso di comprare nel Wilajet e negli altri circondari. 2º. Permessi di transito attraverso i diversi sottocomuni con la nomm<t>a di "oggetti non <soggetti> a requirire<sizione>."11 Il trasporto deve aver luogo sotto scorta tedesca con carte che assicurano il trasporto per coloro, che ne fan parte,e per le bestie che appartengono al trasporto. Altrimenti il trasporto viene impedito con il sequestro dei mezzi di trasporto o delle persone che né fan parte. 3 º. Libertà e sicurezza dell'importo<azione> nelle provinc<i>e bisognate<ose> ed in ognuno dei appartenenti <rispettivi> villaggi; altrimenti il trasporto può venire sequestrato alle porte (del villaggio<)> e <venduto> dal Kaimakam venduto il quale si intasca il profitto.
Assoluta libertà e sicurezza nella ripartizione; altrimenti vengono solamente favoriti qualche mussulmano ed i cristiani non ottengono benefici<o> alcuni<o>.
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In fine io ripeto: Se non si aiuta le popolazioni cristiane del<la> parte del ponente ed anche prontamente, allora va perso il cristianesimo nel paese di l<L>evante.
Cristianesimo, civilizzazione domandano energicamente aiuto per i cristiani d'Oriente!
III.
Fin a quel punto per l'istante può e dev'esser aiutata. Ma soggiungo subito e de a <ed a> stesso tempo dichiaro la posizione sopra il circolo ben istruito: Questo e soltanto un aiuto provvisorio, un aiuto solamente pel corpo e solamente per la <il> presenza<te>.
Perciò unisco <aggiungo> i<l> mei<o> [sic] pensieri<parere>, pigliati<(dedotto parte> dalle comunicazioni>notizie>, parti>e> ed<dalle> esperienza, pigliati di uomini, i quali da anni e decenni lavorano nell'oriente, in chiese ed in iscuola<)> per<circa> i mezzi necessari, per procurare ai cristiani nell'oriente una sorte<condizionie> sopportabile, durabile e radicale.
a) La politica Cristiana nelle scuole e missioni nell'oriente era stata cristata <fondata (eretta)> da secoli sopra le capitolazioni e protezioni conve<co>rt<d>ate colle potenze occidentali. Queste avevano il vantaggio incalcolabile che gli istituti cristiani stavano sotto la protezione occidentale e che perciò godevano della sicurezza ben estesa.
<Esse> Giacché furono con ciò trascorse<coinvolte> anche nelle fluttuazioni della politica e negli ultimi decenni diventarono di più in più un istrumento dei potentati dello s<S>tato: Si adoperavano l'idea nazionale dei missionari, favorita del aiuto finanziario, accordato dei mezzi motivi dello stato per fare delle sfere influenze politiche. Così la Turchia <doveva> credeva<re> <che> queste scuole stabilite sul fondamento istruzionale <dell'istruzione> tutta straniera di popolo e di stato, sono piantazioni semplici <istrumenti> dell'inimicizia contro lo state turco.
Succedeva il peggio: Religione e scuola furono abbassate consapevolmente a dei<gli> strumenti della politica. Il clero nativo m'ha descritto con delle parole scuotanti il pericoloso di questa situazione, e gli avvenimenti, entrati nelle seguenze della <in seguito alla> guerra, danno conferma<no>
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alle paure <tali timori>: tutte le scuole ed istituti ecclesiastici stabiliti sul fondamento non turco, furono ritirati <aboliti>.
Ma la guerra ha creata una situazione tutta nuova per i cristiani, per le missioni e scuole, la <quale> nasce dal fatto semplice: <Le> Capitolazioni e <le> protezioni sono quale abolite e se la Turchia non vuole rinunziare ai suoi diritti di sovranità, non potrà mai andar d'accordo ad una <nuova> introduzione specificata <chiara> in qualsiasi modo. I cristiani, anche i missionari forestieri suppongono <saranno sottoposti> alle leggi dello stato, le <i> loro instituti bisogna che c<v>i si adatta<i>no.
b) Ci n<N>ascerà un peggioramento nella situazione? Dal canto dei conoscitori e della mia propria esperienza mai <no>; ma piuttosto le catene disgraziate dovrebbero cadere <le catene>, nelle quali una politica della stato egoista ha battuta <[stretti]> i cristiani e le loro introduzioni <istituzioni>.
Il nuovo diritto costituzionale turco sopprime <tutte> ben tutta l'esteriorità delle instituzioni e delle persone <estere>, ma pero accorda ai cristiani tutti i diritti formali per eriggere le loro scuole. Basta che si adattino alla guardia <sovranità> dell'autorità turca e che diano garanzia di carattere legale. Il diritto turco è costruito sopra il detto "Rajah"-diritto di potere, il quale, sul fondamento di c<C>oran<o>, forma le leggi delle nazioni cristiane sottomesse12; esso come pre<de>cessore ha i privilegi particolari dello stato che Maometto II. accordava ai Greci 1453 nel "Rum milleti" e 1461 agli Armeni nel "Ermeni milleti".
<La S. Sede solo può ottenere l>L'esecuzione legale di queste leggi <ed> ove occorre un di loro miglioramento con questa la protezione dei cristiani nell'oriente, la santa sede sola può eseguire per motivo dei sopra nominati diritti <invase ai suddetti diritti>. I turchi tanto meno obietta<e>ran<n>o [sic] contro questa protezione, perché il s<S>ultano egli stesso nella sua qualità come Califfo eseguiva <esercitava> la protezione dei Musulmani a Bosnia ed altrove. I cristiani nella Turchia debbono dunque prendere i stessi diritti per esser collocati pari passo coi Musulmani a Bosnia.
Giacché la s<S<anta s<S>ede in mancanza di tutti i mezzi di potenza diplomatica<i> non può arrivare a tutto. L<, l>a lettera di Sua Eccellenza del
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<il> Gran cancelliere ci concesse che le potenze cristiane dell'Europa media non negheranno il loro soccorso. Esse tengono ai cristiani tale quale come i Musulmani ai Turchi. Ma vale la proposizione la quale <espressa da> un eminente clerico <ecclesiastico> a Gerusalemme mi fece: "Un diritto di parlare sopra la protezione di cristiani <lo> hanno soltanto gli stati che sono cristiani in verità, e che hanno <la> garanzia del loro confesso<ione> nella loro <stessa> costituzione, ma non quelli che allontanavano il <la> confesso<ione> cristiano<a> dai Fondamenti dello stato."
c) La cosa più importante è bensì la salvezze delle scuole ed instituzioni fondate prima della guerra, e qui bisogna calcolare alla posizione nuova dei cristiani. Siccome queste, secondo le capitolazioni furono iscritti esclusivamente come proprietà d'appartenenza <pertinenti> allo s<S>tato e ai stranieri<o>, il governo turcho secondo l'avvenimento inglese-francese ha sequestrato una gran parte, sia chiusa oppure richesa per se stesso <oppure ordinata la chiusura di ciò che è inglese o francese>.
Ma gl'istituti, non <se> sono ch'una propria formale di appartenenti alle stato straniero, ora ostile, materialmente appartenevano ai cristiani, rapporto al di loro rappresentanti legittimi, alla s<S>ede s<S>anta13.Sarebbe bene di far la diplomatica<mente la> prova nel <di> poter riguadagnare le scuole ai cristiani supposto ch'esse sarebbero stabilite al nuovo, secondo il diritto d'oggi. La Germania e l'Austria v'impresterebbero il loro aiuto.
Un esempio è la stimata u<U>niversità delle<i> Gesuiti a Beirut. Sarebbe un vantaggio per la Turchia di far rinascere queste università in carattere cristiane per poter accordare ai cristiani una possibilità di cultura senza pregiudizio della loro membratura nel<stessa nell'>organismo turco scolare.
Come u<U>niversità cristiana essa sotto le protezione turca, sarebbe ritirata di tutti i sforze < le dipendenze> occidentali ed i cristiani sarebbero obbligati di tenersi <sul terreno> legale. Ad ogni modo bisognerebbe avvicinarsi al governo turco, <(>così mi disse un eminente maestro di scuola<)> nel'interiore, ch'esso <il quale> da parte suo dovrebbe far tutto per accordare ai cristiani una
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cultura cristiana e sufficiente nel interiore<no> dello stato turco e di interessali [sic] così alla sua durata.
In quelle circostanze <d'oggi> nessuna nazione particolare della Turchia sarà possibile di fondare <potrebbe fondare> uno stato indipendente.<,> E<e>conomico, politico, religioso, popolare, e secondo loro domicili, tutti sono mischiati; <essendo tutte mescolate ed> uno<a> dipende<nte> dell'altro [sic] tale ch' <conché> un popolo non può esistere senza l'altro.
Ecco i miei pensieri nati dallo studio di quelle circostanze: Iddio le faccia prosperare al meglio della cristianità afflitta.
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6Hds. im ersten Korrekturdurchgang eingefügt.
7Hds. eingefügt: "La popolazione del Libanon"; Zeile hds. rot unterstrichen und am linken Seitenrand hds. eingefügt: "[ein Wort unleserlich]".
8Hds. in erstem Korrekturdurchgang gestrichen.
9Hds. in erstem Korrekturdurchgang eingefügt.
10Hds. im ersten Korrekturdurchgang eingefügt.
11Absatz hds. gestrichen, vermutlich vom Empfänger.
12"sottomesse cristiane" geändert in "cristiane sottomesse", vermutlich vom Empfänger.
13"sede santa" geändert in "Santa Sede", vermutlich vom Empfänger.
Empfohlene Zitierweise
[Engert, Joseph], Memorandum alla Sua Eccellenza Monsignore al Nunzio Pacelli a Monaco sopra la situazione dei cristiani nel oriente vom vor dem 02. Juni 1918, Anlage, in: 'Kritische Online-Edition der Nuntiaturberichte Eugenio Pacellis (1917-1929)', Dokument Nr. 8433, URL: www.pacelli-edition.de/Dokument/8433. Letzter Zugriff am: 24.11.2024.
Online seit 17.06.2011.