Dokument-Nr. 8005

I documenti segreti pubblicati dal Governo dei Bolschewiki, vor dem 09. Januar 1918

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La pubblicazione dei documenti segreti da parte del Governo dei Bolschewiki.
I documenti segreti pubblicati saltuariamente e irregolarmente dal Governo rivoluzionario dei Bolschewisti e dalla stampa russa, vengono riprodotti qui appresso nella loro traduzione letterale italiana, e disposti secondo l'ordine cronologico.
1.
Schema di una convenzione colla Germania.
(Letto a Sua Maestà lo Zar il 17 maggio 1909. N. Tscharikow.)
I. Corrispondentemente al desiderio della Germania, devesi distruggere la diceria nonché il malinteso sorti fra la Russia e la Germania durante il conflitto austro-serbo, e questo in modo che non subentri un inasprimento dei rapporti fra i Governi di Pietroburgo e di Vienna.
II. La Germania entra a far parte della convenzione russa-austriaca del 1897 accettando anche le varianti corrispondenti agli ultimi avvenimenti.
III. La Germania garantisce che l'Austria-Ungheria adempirà gli impegni assunti in base alla convenzione suddetta; di astenersi, cioè, da qualsiasi piano mirante ad ingrandire i suoi possessi nella Penisola Balcanica. Nel caso contrario la Germania non considererà quale casus foederis la marcia di truppe russe nell'Austria-Ungheria.
IV. Nell'attesa che le Potenze firmatarie del trattato di Berlino sanzionino formalmente le varianti ri-
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sultate necessarie, la Germania presterà un efficace appoggio diplomatico alla Russia per determinare la soluzione degli Stretti in senso favorevole a quest'ultima.
V. La Germania appoggerà validamente anche la rapida costruzione della linea ferroviaria Danubio-Adriatico.
VI. Nella Persia la Germania riconosce i diritti che risultano alla Russia dal trattato russo-inglese del 1907.
Paragrafo segreto. Nel caso che l'Inghilterra attacchi improvvisamente la Germania, la Russia si manterrà neutrale.
Italia, Inghilterra e Francia entreranno a far parte di questa convenzione.
(Lo schema che sopra è sempre stato completamente sconosciuto alle autorità tedesche.)
2.
Memorandum. Convenzione concernente Costantinopoli e gli Stretti.
Il 19 febbraio (4 marzo) 1915 il Ministro degli Esteri consegnò agli ambasciatori francese ed inglese un memorandum nel quale erano esposti i desideri della Russia circa l'annessione, dopo la guerra, dei seguenti territori: città di Costantinopoli; costa occidentale del Bosforo, del Mar di Marmara e dei Dardanelli; Tracia meridionale sino alla linea Enos-Midia; costa dell'Asia Minore fra il Bosforo, il fiume Sacaria e un punto del Golfo d'Ismid da determinarsi più tardi; isole del Mar di Marmara e isole d'Imbro e Tenedo. Gli speciali privilegi della Francia e dell'Inghilterra nei territori indicati devono rimanere inalterati.
Sia il Governo della Francia, sia quello dell'Inghil-
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terra manifestarono la loro disposizione ad appagare i nostri desideri a condizione che la guerra avesse buon esito e che si facesse buona accoglienza a tutta una serie di richieste francesi ed inglesi riferentisi in parte a territori dell'Impero ottomano, in parte ad altri territori.
Le richieste concernenti la Turchia, furono le seguenti:
Costantinopoli è dichiarata porto franco per il transito di merci che non provengono dalla Russia, né sono ad essa destinate; le navi mercantili devono avere libero passaggio attraverso gli Stretti;
All'Inghilterra e alla Francia sono riconosciuti, nella Turchia asiatica, diritti da determinarsi in un accordo speciale tra Francia, Inghilterra e Russia.
I Luoghi santi dei maomettani e l'Arabia devono essere sottoposti a signoria maomettana indipendente.
La zona della Persia, neutralizzata dal trattato anglo-russo del 1907, deve ascriversi alla sfera d'interessi dell'Inghilterra.
Il Governo russo, che, in principio, riconobbe che era giusto accogliere queste richieste, fece, tuttavia, alcune riserve:
Nella manifestazione dei nostri desideri circa i Luoghi santi dei maomettani doveva mettersi subito in chiaro se questi Luoghi dovessero rimanere sotto la sovranità turca oppure costituire nuovi Stati indipendenti, e se non fosse opportuno separare il Califfato dalla Turchia. La libertà dei pellegrinaggi andava, ad ogni modo, garantita.
La Russia acconsente a riconoscere la zona neutrale in Persia come facente parte della sfera d'interessi del-
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l'Inghilterra, ma ritiene opportuno fare la riserva che i territori delle città d'Ispahan e di Jesda vengano assicurati alla Russia e che la parte della zona neutrale incastrata come un cuneo fra il confine russo e l'Afganico, e che si avvicina presso Sulgafar alla frontiera russa, sia assegnata alla sfera d'interessi russa.
Il Governo russo ritiene desiderabile che si decida contemporaneamente la questione dell'Afganistan settentrionale, confinante con la Russia, in conformità dei desideri manifestati dal Governo nelle trattative del 1914.
Dopo l'entrata dell'Italia nel novero degli Stati belligeranti gli scopi da noi definiti desiderabili vennero comunicati pure al Governo italiano, che li approvò a condizione che la guerra terminasse con la vittoria; che i desideri dell'Italia, in generale, e nell'Oriente, in particolare, venissero appagati, e che noi riconoscessimo all'Italia, nei territori che ci venissero assegnati, gli stessi diritti che alla Francia e all'Inghilterra.
Costantinopoli e gli Stretti.
3.
Telegramma segreto del Ministro degli Esteri all'Ambasciatore a Parigi. 18 marzo 1915, No. 1226.
L'8 marzo l'ambasciatore francese mi dichiarò a nome del Governo che la Francia è pronta a comportarsi nel modo più benevolente riguardo ai desideri della Russia relativi agli Stretti e a Costantinopoli; desideri da me esposti nel mio telegramma No. 937 a Lei diretto, e col quale La incaricai di esprimere a Declassé i miei più vivi rin-
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graziamenti. Nel suo colloquio con Lei, Declassé espresse più volte, anche nel passato, la persuasione che noi avremmo potuto contare sull'approvazione della Francia, e si riferì soltanto alla necessità di mettere in sodo qual sarebbe stato il contegno dell'Inghilterra, dalla quale egli teneva opposizioni, prima che egli potesse darci assicurazioni precise in questo senso.
Frattanto il Governo inglese ha pronunciato in iscritto il suo completo assentimento per la riunione degli Stretti e di Costantinopoli alla Russia; e, cioè, nella misura da noi concordata. Si è riservato soltanto di assicurare i suoi interessi economici ed un contegno egualmente benevolente da parte nostra dinanzi ai desideri politici dell'Inghilterra su altri territori.
Per me personalmente, data la più grande fiducia che ripongo in Declassé, basta completamente l'assicurazione da lui datami; ma per il Governo imperiale occorre che la Francia dichiari in modo esatto e formale di essere d'accordo col più completo adempimento dei nostri desideri; e, cioè, nel modo stesso di come ha fatto il Governo inglese.
Sasonoff.
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4.
Archivio politico
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Copia 7
403 Spec.
Telegramma segreto del Ministro degli Esteri all'ambasciatore a Parigi.
20 marzo 1915. No. 1265.
Riferendosi al memorandum in data 12 marzo di questa ambasciata inglese voglia, La prego, esprimere a Grey la profondissima riconoscenza del Governo imperiale per essere l'Inghilterra pienamente e definitivamente d'accordo in quanto alla soluzione del problema degli Stretti e di Costantinopoli, corrispondentemente ai desideri della Russia. Il Governo imperiale sa pregiare in tutta la loro grande portata i sentimenti del Governo inglese, ed è persuaso che il reciproco riconoscimento sincero degli interessi dei due paesi assicurerà per sempre un'amicizia durevole fra la Russia e l'Inghilterra. Il Governo imperiale, dopo aver già fatto promesse riguardanti le condizioni commerciali negli Stretti e Costantinopoli, non ha nulla in contrario ad esprimere il suo consenso: primieramente sull'introduzione della libertà di transito attraverso Costantinopoli per merci che non vengono dalla Russia e non sono destinate alla Russia; secondariamente la libertà di passaggio di navi mercantili attraverso gli stretti.
Per facilitare lo sfondamento dei Dardanelli, iniziato dagli alleati, il Governo imperiale è pronto a indurre quei paesi, la cui cooperazione sembra opportuna alla Gran Bretagna e alla Francia, a partecipare alla
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guerra su basi ragionevoli.
Il Governo imperiale divide completamente le opinioni del Governo inglese che i Luoghi santi dell'Islam rimangano anche in futuro sotto un Governo maomettano indipendente. È desiderevole metter subito in sodo se si intende lasciare questi territori sotto la signoria della Turchia mantenendo il Califfato da parte del Sultano turco, o se si vogliono formare nuovi Stati indipendenti; poiché soltanto in rapporto a questa o a quella soluzione il Governo imperiale sarà in grado di formulare i suoi desideri, da parte sua il Governo imperiale riterrebbe oltremodo desiderabile separare il Califfato dalla Turchia. La libertà di pellegrinaggio verso i Luoghi santi deve essere, naturalmente, assicurata.
Il Governo imperiale conferma la sua approvazione coll'incorporazione della zona neutrale della Persia nella sfera d'interessi inglesi. Ritiene, però, giusto osservare che i territori comprendenti le città Ispahan e Jesel formanti con queste un tutto inseparabile, siano lasciate alla Russia essendo sorti colà interessi russi.
La zona neutrale si incunea adesso fra i confini russi e quelli dell'Afganistan, e si avvicina ai confini russi presso Sulfager. Sarà quindi necessario unire una parte di questo cuneo alla zona d'influsso russa.
Importanza essenziale ha per il Governo imperiale la questione dei tronchi ferroviari da costruirsi nella zona neutrale; questione che richiederà un ulteriore ed amichevole scambio d'opinioni.
Il Governo imperiale calcola che si riconosca in futuro la sua completa libertà d'azione nella sfera dei suoi
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interessi, specialmente colla cessione della preferenza nello sviluppo delle sue intenzioni finanziarie ed economiche in questa sfera.
Il Governo imperiale ritiene, infine, desiderevole che, contemporaneamente, anche le questioni relative all'Afganistan del nord confinante con la Russia vengano risolte nel senso che il Ministero imperiale dichiarò desiderevole durante i negoziati dell'anno scorso.
Sasonoff.
5.
Convenzione del 1915 coll'Italia. (Strettamente confidenziale)
Già fin dall'inizio della guerra furono fatti tentativi per staccare dalla Triplice Alleanza l'Italia, e determinarla ad unirsi alle Potenze coalizzate. Ma questi tentativi fallirono. Il principe di Bülow a Roma riuscì a ritardare di sei mesi il salto di traverso delle … italiane. Ma nella seconda metà del febbraio 1915 si presentò nuovamente la possibilità di tirare l'Italia dalla parte della coalizione.
In quel tempo il concorso dell'Italia non sembrava assolutamente necessario al Governo russo per la causa degli alleati. Il Ministro degli Affari esteri espresse il timore che la partecipazione alla coalizione di una quarta Potenza potesse complicare i rapporti reciprochi degli alleati. Senza opporsi al piano di un'adesione dell'Italia all'Intesa, Sasonoff opinava tuttavia che l'iniziativa sarebbe dovuta venire in ogni caso dall'Italia stessa.
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I negoziati furono formalmente avviati a Londra al principio del febbraio (vecchio stile) dietro iniziativa dell'ambasciatore d'Italia. Furono proseguiti, quindi, fra Sir Edward Grey, l'ambasciatore di Francia Paul Cambon, l'ambasciatore di Russia conte Benckendorff, e l'ambasciatore d'Italia suddetto.
I negoziati furon complicati da una parte dagli sforzi del principe di Bülow intesi a determinare il Governo di Vienna a concessioni in favore dell'Italia; dall'altra dalla concordanza di un viluppo d'interessi che i rappresentanti delle grandi Potenze erano incaricati di difendere a Londra.
Francia e Russia consideravano alquanto esagerate le pretese dell'Italia. La Francia soprattutto perché toccavano le coste sudorientali del Mar Adriatico; la Russia perché toccavano i territori situati a nordest dell'Adriatico.
Sei settimane ci vollero per fissare tutti i dettagli relativi all'avvenire della zona albanese e dalmatina. Il Ministro russo degli Affari esteri insisteva tenacemente nella tutela degli interessi degli Slavi del sud, reclamava per la Serbia il sicuro possesso dell'accesso verso un porto, e respingeva punto per punto tutte le rivendicazioni dell'Italia che domandava un'ampia striscia di terra e la neutralizzazione dei territori riconosciuti alla Serbia. Durante tutte queste discussioni gli avvenimenti bellici cominciarono a persuadere i comandanti d'armata della necessità che l'Italia entrasse, senza ulteriore ritardo, a far parte della coalizione degli alleati. Al principio d'aprile (vecchio sti-
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le) il Ministero degli Affari esteri, al quale il desiderio degli alleati di sottoscrivere una convenzione coll'Italia non sembrava troppo opportuno, cominciò ad avanzare nuove richieste tendenti a sollecitare la prontissima partecipazione del Regno d'Italia alle operazioni attive.
Il 26 aprile (nuovo stile) la convenzione fu sottoscritta a Londra dai diplomatici suddetti. Negli ultimi giorni che avevan proceduto la firma della convenzione si era riusciti ad ottenere dall'Italia qualche concessione in favore della Serbia e del Montenegro.
6.
Estratto della convenzione conclusa fra l'Inghilterra, la Francia e la Russia coll'Italia per assicurarsi il concorso di quest'ultima.
L'ambasciatore italiano a Londra, marchese Imperiali, ha l'onore di comunicare il seguente atto al Segretario di Stato Sir E. Grey, al signor Cambon, ambasciatore di Francia a Londra, e al signor conte Benckendorff, ambasciatore di Russia a Londra:
Articolo 1. Fra gli Stati Maggiori francese, inglese, russo e italiano sarà immediatamente conclusa una convenzione militare la quale stipulerà il minimo degli effettivi che la Russia dovrà inviare contro 1'Austria-Ungheria nel caso che questa Potenza diriga tutte le sue forze contro l'Italia, e nel caso che la Russia si decidesse, quindi, a portare il suo attacco principale contro la Germania. La convenzione militare in questione determinerà egualmente le condizioni relative a una sospensione d'armi, in
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quanto che queste possano dipendere dal generalissimo.
Articolo 2. Da parte sua l'Italia s'impegna di partecipare con tutti i mezzi a sua disposizione, insieme alla Francia, alla Gran Brettagna e alla Russia, alle operazioni militari, contro le Potenze in guerra con esse.
Articolo 3. Le forze navali della Francia e dell'Inghilterra presteranno all'Italia un concorso effettivo permanente fino a che la flotta austriaca non sarà distrutta e fino alla conclusione della pace. Una convenzione navale sarà immediatamente conclusa a quest'effetto fra la Francia, la Gran Bretagna e l'Italia.
Articolo 4. Nella futura conclusione della pace l'Italia riceverà: Il territorio del Trentino; tutto il Tirolo meridionale fin alla sua frontiera naturale, il Brennero essendo considerato come tale; la città di Trieste e i suoi dintorni; la contea di Gorizia e di Gradisca; tutta l'Istria fino al Quarnero colle isole d'Istria e di Lussin; nonché le piccole isole di Plavniod, Unie, Cacki, Doli, Palazzuolo, San Pietro dei Nembi, Asmello e Grunica e i territori circostanti. (Un paragrafo speciale fissa i dettagli della frontiera)
Articolo 5. L'Italia riceve inoltre la provincia di Dalmazia nella sua estensione attuale colla aggiunta di Lissarica e Trebinia al nord; e, al sud, tutto il territorio fino a una linea che partendosi dalla punta di Plankala va verso l'est fino alla linea spartiacque, e che metta l'Italia in possesso di tutte le vallate dei fiumi sfocianti a Sebenico; e cioè, Cicolo, Chera e Butisniza con tutti gli altri corsi d'acqua. Allo stesso modo entrano in possesso dell'Italia tutte le isole a nord e a ovest
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delle coste della Dalmazia, ecc.…
Articolo 6. L'Italia riceve col pieno diritto di possesso Valona, le isole Sasseno e un territorio sufficientemente esteso per assicurare militarmente questa occupazione; – per esempio la zona compresa fra il fiume di Vopizia al nord e all'est e il confine del distretto di Chiamara al sud.
Articolo 8. L'Italia riceve col pieno diritto di possesso tutte le isole del Dodecaneso che attualmente occupa.
Articolo 11. L'Italia riceve una parte di contribuzione di guerra corrispondente ai suoi sacrifici e ai suoi sforzi.
Articolo 13. Per il caso d'una estensione dei possessi coloniali francesi e inglesi in Africa a spese della Germania, la Francia e la Gran Bretagna riconoscono in principio il diritto dell'Italia di reclamare compensi sotto forma d'un'estensione dei suoi possessi in Eritrea, nella Somalia, in Libia e nei territori limitrofi delle colonie francesi ed inglesi.
Articolo 15. Francia, Inghilterra e Russia s'impegnano ad appoggiare l'Italia per impedire alla Santa Sede di intraprendere qualsiasi passo diplomatico inteso al raggiungimento d'una pace e a regolare le questioni che stanno in rapporto colla guerra attuale.
Articolo 16. La presente convenzione sarà tenuta segreta. Quanto all'adesione dell'Italia alla dichiarazione del 5 decembre 1915, questa dichiarazione sarà pubblicata soltanto quando l'Italia avrà dichiarato la guerra o avrà ricevuto una dichiarazione di guerra. L'Italia dichiara di prendere al più presto possibile parte attiva alle operazio-
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ni, in ogni caso non più tardi di un mese dopo la firma del presente documento da parte di tutti i contraenti.
Fini di guerra.
7.
Telegramma segreto all'ambasciatore di Parigi.
Pietroburgo 9 marzo 1916. No. 948.
Mi riferisco al mio telegramma No. 6063 dell'anno 1915:
Nell'imminente conferenza Ella può prendere a norma della sua condotta le seguenti direttive generali. Le convenzioni politiche strette durante la guerra fra gli alleati devono rimaner inalterate e non essere sottoposte ad alcuna revisione. Ciò vale per il nostro accordo con la Francia e l'Inghilterra riguardo a Costantinopoli, gli Stretti, la Siria e l'Asia Minore, come pure per il patto di Londra con l'Italia. Ogni proposta che riguardi la determinazione dei futuri confini dell'Europa Centrale è per ora prematura. In generale va tenuto a mente che noi siamo disposti a lasciare alla Francia e all'Inghilterra piena libertà di fissare i confini occidentali della Germania, giacché noi contiamo che gli alleati ci lascino, dal canto loro, piena libertà di determinare i nostri confini verso la Germania e l'Austria. È necessario soprattutto, di esigere che la questione polacca venga esclusa dagli oggetti di trattative internazionali e d'impedire ogni tentativo di mettere l'avvenire della Polonia sotto il controllo delle Potenze. Riguardo agli Stati scandinavi si deve cercare
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di trattenere la Svezia dall'assumere un contegno ostile verso di noi e passare pure a tempo al da farsi per indurre la Norvegia a schierarsi dalla nostra parte nel caso che non si riuscisse a evitare una guerra con la Svezia. Alla Rumenia sono già stati promessi tutti i vantaggi politici che possono piegarla a prendere le armi e però è interamente inutile di ricorrere a nuovi allettamenti. La questione dell'esclusione dei Tedeschi dal mercato cinese ha grandissima importanza, ma poiché non è possibile deciderla senza il concorso del Giappone sarà opportuno rinviarne la discussione sino alla conferenza economica alla quale prenderanno parte rappresentanti del Governo di Tokio. Ciò non toglie che in proposito sia desiderabile uno scambio preliminare di vedute per via diplomatica, fra la Francia e l'Inghilterra.
Gli sforzi della Germania per mantenere la pace.
8.
Telegramma segreto dell'11 maggio 1916 agli ambasciatori a Londra, Parigi e Tokio (No. 1956).
Personale. Strettamente confidenziale. Il Governo giapponese mi ha informato che il Ministro della Germania in Stoccolma si è rivolto due volte al Ministro del Giappone per cercare di convincerlo della convenienza di una pace fra la Germania, la Russia e il Giappone. Io dissi a Motono che sarei disposto a esaminare le proposte di pace della Germania a condizione che queste proposte fossero contemporaneamente fatte alla Russia, alla Francia, all'Inghilterra e al Giappone. Per ciò che si riferisce all'Italia
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essa, per il momento, non è in guerra colla Germania, quindi non esiste la necessità di esigere che la Germania si rivolga anche a lei. Noi però la informeremo intorno a simili proposte giacché il contegno degli alleati verso di essa non può venir stabilito che da tutti in comune.
(Aggiunta per Tokio. Ringrazi, La prego, il Governo giapponese, della sua preziosa informazione.)
Memoriale sulla questione greca.
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No. 1. L'offerta dell'Albania meridionale alla Grecia.
Il 5 decembre 1914 i Ministri di Russia, d'Inghilterra e di Francia hanno dichiarato in Atene al Governo greco che la parte meridionale dell'Albania, eccettuata Valona, verrebbe assegnata alla Grecia se questa portasse colle armi aiuto alla Serbia.
Venizelos esigette per un immediato intervento della Grecia la "sicura garanzia della Rumenia" contro un'aggressione dei Bulgari. Questa garanzia la Rumenia non la diede, quindi la Grecia non venne in soccorso della Serbia e l'offerta perdette il suo valore.
No. 2. L'offerta di territori dell'Asia Minore alla Grecia.
Il 25 gennaio 1915 il Ministro inglese in Atene dichiarò a Venizelos, per ordine del suo Governo, che se la Grecia, nel momento di una nuova offensiva della Germania contro la Serbia, prestasse aiuto a quest'ultima, i Governi
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dell'Intesa si dichiarerebbero favorevoli all'acquisto di importanti territori sulla costa dell'Asia Minore da parte della Grecia.
Il 28 gennaio 1915 i tre Ministri di Grecia a Pietrogrado, Parigi e Londra consegnarono la risposta del Governo greco alla proposta dell'Inghilterra, risposta che conteneva tutta una serie di condizioni.
Il 2 febbraio Venizelos, in un colloquio con il Ministro d'Inghilterra, precisò i desideri della Grecia nell'Asia Minore.
Le trattative già incominciate vennero interrotte da quelle per un intervento della Bulgaria a fianco delle Potenze dell'Intesa (una delle condizioni dei Greci) e quindi abbandonate per il ritiro di Venizelos (6 marzo 1915).
Il 22 marzo 1915 il Ministro degli Esteri greco, Zographos, consegnò ai rappresentanti diplomatici esteri in Atene una nota nella quale il Gabinetto Gunaris manifestava il desiderio di riprendere le trattative rotte per il ritiro di Venizelos. Il 12 aprile i Ministri delle Potenze dell'Intesa diedero quindi principio a nuove trattative colla dichiarazione che i Governi della Russia, dell'Inghilterra e della Francia sarebbero disposti a garantire alla Grecia, se scendesse in campo contro la Turchia, acquisti territoriali nella provincia di Aidin, e aggiunsero, a voce, che quest'offerta cadrebbe se la Grecia non si dichiarasse subito disposta a intervenire.
In una nota di risposta il Gabinetto Gunaris si dichiarò il 24 aprile 1915 d'accordo con un intervento immediato se le Potenze dell'Intesa fossero pronte a iniziare, insieme colle truppe greche, le operazioni militari contro
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la Turchia. L'intervento nella guerra fu fatto dipendere dalla garanzia formale dell'integrità territoriale della Grecia, compreso l'Epiro settentrionale e le isole, per tutta la durata della guerra e per un determinato spazio di tempo dopo di essa. Gli acquisti territoriali della Grecia nell'Asia Minore e in altri luoghi avrebbero dovuto essere argomento di un esame posteriore.
Le trattative per tutto un mese non vennero riprese, e il 14 marzo il Ministro degli Esteri greco dichiarò che, siccome le Potenze dell'Intesa non avevano evidentemente l'intenzione di garantire l'integrità della Grecia, il Gabinetto Gunaris aveva deciso di persistere anche in futuro nella neutralità.
No. 3. La questione della cessione di Cavala alla Bulgaria.
Il 2 febbraio 1915 Venizelos incaricò il Ministro dell'Inghilterra in Atene di informare Grey che egli, d'intesa con il Re, non sarebbe contrario alla cessione di Cavala ai Bulgari a condizione che la Bulgaria scendesse in campo a fianco della Triplice Intesa.
Dopo il ritiro di Venizelos il modo di vedere del Governo greco, intorno a questa cessione, cambiò, e in una nota del 31 maggio 1915 esso protestò perché in una dichiarazione fatta in Sofia a Radoslawoff, da tre Ministri dell'Intesa, il 29 maggio, si era affermato che i Governi di Londra, di Parigi e di Pietrogrado avrebbero compiuto ogni sforzo per assicurare alla Bulgaria la cessione di Cavala e si era accennato alla buona disposizione della Grecia. Tale protesta rimase senza risposta.
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Il 3 agosto 1915 i Ministri di Russia, d'Inghilterra, di Francia, d'Italia comunicarono al Ministro degli Esteri greco parte di una dichiarazione fatta contemporaneamente dal Ministro d'Inghilterra a Sofia al Governo bulgaro e che concerneva la questione della cessione di Cavala con il suo retroterra ai Bulgari. La grandezza del retroterra si faceva dipendere dalla grandezza degli acquisti territoriali della Grecia nell'Asia Minore.
Il 12 agosto il Governo greco consegnò una nuova nota di protesta contro la cessione di Cavala alla Bulgaria.
No. 4. La questione della cessione del distretto di Doiran da parte della Serbia alla Grecia.
In un colloquio col Ministro di Serbia in Atene, il 21 settembre 1915, Venizelos chiese che se la Grecia desse aiuto alla Serbia, quest'ultima cedesse alla Grecia il distretto di Doiran e Gewgeli e che, ottenendo gli alleati successi contro i Bulgari, non accampasse più diritti su Strumnitza.
Il 24 settembre 1915 il Governo serbo si dichiarò disposto alla cessione di Doiran insieme all'accennata rinunzia riguardante la Strumnitza nel caso di una guerra vittoriosa.
Dopo il ritiro di Venizelos e il mantenimento della neutralità da parte della Grecia, nell'ottobre 1915 venne risollevata la questione dell'occupazione del distretto di Doiran da parte di truppe greche dopoché i Serbi l'avevano sgombrato.
Quest'occupazione non ebbe luogo perchè la Grecia
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non si volle immischiare nella guerra serbo-bulgara, e il 24 ottobre 1915 il Re di Grecia dichiarò priva d'ogni fondamento la voce che la Grecia pensasse a occupare Monastir, Gewgeli e Doiran o un'altra parte qualsiasi del territorio serbo, giacché la Grecia continuava a considerarsi alleata della Serbia.
No. 5. Offerta dell'Isola di Cipro alla Grecia.
Il 20 ottobre 1915 il Ministro d'Inghilterra in Atene manifestò al Ministro degli Esteri greco la disposizione dell'Inghilterra a cedere alla Grecia l'Isola di Cipro se essa venisse senza indugio, con tutto il suo esercito, in aiuto della Serbia.
Il 25 ottobre 1915 il Governo britannico dichiarò che considerava come avente perduto ogni valore quest'offerta perché la Grecia non aveva voluto muoversi in aiuto della Serbia.
No. 6. Le obbligazioni delle Potenze dell'Intesa rispetto a Salonicco.
Il 23 novembre 1915 ebbe luogo un passo dei rappresentanti dell'Intesa in occasione dell'occupazione di Salonicco e dintorni per opera delle truppe intesiste. In questa nota le Potenze si obbligano a restituire tutti i territori occupati e a risarcire tutti i danni cui l'occupazione desse origine.
Di questa dichiarazione il Governo greco prese atto con una sua nota del 24 novembre 1915.
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No. 7. La situazione dell'Epiro settentrionale.
La crescente anarchia nell'Epiro indusse al principio dell'ottobre 1914 Venizelos a chiedere al Governo di Londra di appoggiare le trattative della Grecia col Governo italiano sulla istituzione di un servizio di polizia delle truppe greche nell'Epiro settentrionale senza pregiudizio della decisione futura sull'avvenire di questo territorio. All'Italia Venizelos voleva accordare l'istituzione di un analogo servizio nel distretto di Valona. Il Governo italiano si dichiarò d'accordo. Il 27 ottobre le truppe greche cominciarono ad occupare Santi Quaranta, Premeti e Argirocastro.
Il 27 febbraio 1915 i tre rappresentanti dell'Intesa in Atene diffidarono il Governo greco da compiere nuove occupazioni nell'Albania. Venizelos assicurò i rappresentanti di non aver intenzione di fare conquiste nell'Albania.
Rumenia.
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Rapporto No. 240 concernente la Rumenia e gli alleati, le circostanze dell'intervento della Rumenia nella guerra e gli ultimi avvenimenti al fronte rumeno.
Dallo scoppio della guerra europea la Rumenia aveva dichiarata ufficialmente la neutralità, che però oscillò in conseguenza dell'andamento delle operazioni militari, e notevolmente, verso una parte o verso l'altra. Le ragioni principali furono due: desiderio di non arrivare troppo
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tardi alla spartizione dell'Austria e quello di guadagnare il più possibile alle spalle dei belligeranti. I nostri successi nella Galizia e nella Bucovina, nel 1914 e sul principio del 1915, (presa di Leopoli e di Przemysl) e l'apparizione delle nostre avanguardie di là dai Carpazi mise all'ordine del giorno la questione dell'intervento della Rumenia. Le trattative intavolate andarono per le lunghe, perché le nostre autorità militari vollero determinare nella Bucovina il confine strategico in modo che tutto questo territorio rimanesse in possesso della Russia. Alla fine di maggio del medesimo anno si avverò la nostra ritirata dalla Galizia e dalla Polonia e l'abbandono della Bucovina. L'umore delle sfere dirigenti rumene si mutò in conformità di questi fatti e le trattative per un intervento della Rumenia nella guerra si arenarono da sé. Alla fine del 1915 e al principio del 1916, dopo lo schiacciamento della Serbia e la scesa in campo della Bulgaria, la politica della Rumenia inclinò notevolmente verso i nostri nemici. Il Governo rumeno concluse in quel tempo tutta una serie di trattati commerciali assai vantaggiosi coll'Austria-Ungheria e la Germania riguardanti la vendita di cereali e la fornitura di altre merci, e ricevette, in compenso, oro e i desiderati manufatti. Ciò costrinse le nostre autorità militari, finanziarie e commerciali alla massima prudenza nella questione della esportazione di oggetti di equipaggiamento militare come anche di altre merci dalla Russia in Rumenia perché avrebbero potuto finire in mano dei nostri nemici. In realtà quasi tutta l'esportazione venne sospesa.
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La magnifica offensiva del generale Brussiloff nella primavera e nell'estate 1916 fece piegare di nuovo la neutralità rumena verso le Potenze dell'Intesa e rese possibile la ripresa delle interrotte trattative per l'intervento della Rumenia. Va notato che sin dal principio il capo di Stato Maggiore del comandante supremo [sic] ritenne più vantaggioso per noi, per considerazioni militari, il mantenimento della neutralità della Rumenia alla sua attiva partecipazione alla guerra. Più tardi il generale Alexejeff si convertì al modo di vedere degli alleati che consideravano 1'intervento della Rumenia come il colpo decisivo per l'Austria e la fine della guerra. Nell'agosto 1916 fu stipulato con la Rumenia un accordo politico-militare che le assegnò acquisti territoriali (Bucovina e tutta la Transilvania) che non corrispondevano nient'affatto alla misura di una sua partecipazione alle operazioni militari essendosi obbligata a dichiarare la guerra soltanto all'Austria-Ungheria e ad agire solamente nella Transilvania. I fatti che seguirono dimostrarono quanto i nostri alleati si fossero ingannati esagerandosi l'importanza dell'intervento della Rumenia. Presentemente l'andamento delle operazioni militari al fronte rumeno ha cacciato in seconda linea tutte le questioni politiche. Tra esse la più interessante è lo sgombro della Moldavia, nel caso che militarmente si dimostrasse necessario. A questo proposito era stata costituita una speciale commissione sotto la presidenza del Senatore Sasjadko. Sciolta che fu questa commissione tutta la questione dello sgombro fu rimessa al plenipotenziario straordinario Sterligoff. È previsto il trasferimento del Governo, del Parlamento e delle autorità munici-
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pali a Cherson colla concessione del diritto di estraterritorialità per il Governo rumeno sull'esempio del Belgio. Il tesoro è già stato trasportato a Mosca. Circa il trasporto dei feriti, fuggiaschi, fabbriche ecc. la commissione è in trattative con le autorità competenti. Sotto l'impressione della catastrofe si manifestano in Rumenia stessa correnti contrarie alla continuazione della guerra e che si adoperano per una prossima conclusione della pace anche separata. Solo la decisione del Re e del suo Governo di sopportare sino alla fine la prova, è incrollabile. I mutamenti negli ultimi tempi nel Ministero Bratianu, nel senso di un accordo fra il partito conservatore e il partito liberale, hanno dato a tutto il Governo un carattere più nazionale e rinsaldata la sua posizione.
La sciagura che ha colpito la Rumenia è una conseguenza naturale dell'assoluta impreparazione militare sotto la politica bilaterale di Bratianu. Le facili vittorie del 1913 e il successo diplomatico ottenuti dalla Rumenia dopo la guerra balcanica hanno contribuito in misura notevole a rendere popolo e Governo eccessivamente presuntuosi. Tanto nel riguardo politico che militare i Rumeni si sono esagerata la propria capacità e patiscono adesso un'amara delusione. Per ciò che si riferisce agli interessi russi noi dobbiamo giudicare la presente situazione in Rumenia tenendo presente che se le cose fossero svolte così da tradurre interamente in atto la convenzione politico-militare con la Rumenia del 1916 sarebbe sorto nei Balcani uno Stato assai forte composto della Moldavia, Valacchia, Dobrugia (l'odierna Rumenia), Transilvania, Banato e Bucovina (acquisti in conformità del trattato 1916) con una popola-
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zione di quasi 13 milioni d'abitanti. In avvenire questo Stato sarebbe stato difficilmente ben disposto verso la Russia e difficilmente avrebbe dimenticato di adoperarsi per ottenere l'attuazione del sogno nazionale circa la Bessarabia. Nei Balcani si sarebbe egualmente sforzato di opporsi all'influenza della Russia e, considerato il carattere prevalentemente romanico della sua popolazione, non sarebbe sfuggito a un forte influenzamento politico da parte dell'Italia e della Francia. Dato ciò, il crollo degli accennati piani megalomani della Rumenia non è contrario agli interessi politici della Russia. Questa circostanza dev'essere utilizzata da noi per rinsaldare il più a lungo possibile i vincoli che uniscono la Russia con la Rumenia. Ma se per noi non è di vantaggio la formazione di Stati potenti nei Balcani non è nemmeno vantaggioso la piena distruzione e l'indebolimento degli esistenti organismi politici. Preservare la Rumenia da una totale rovina costituisce, quindi, presentemente, uno dei nostri principali compiti politico-militari. I nostri successi al fronte rumeno hanno per noi un'importanza straordinaria essendo questa la sola possibilità di decidere una volta per sempre, conforme al nostro desiderio, la questione di Costantinopoli e degli Stretti. Gli avvenimenti odierni in Rumenia hanno mutato radicalmente le condizioni del trattato del 1916. Invece dell'appoggio militare relativamente modesto che la Russia si era obbligata di fornire nella Dobrugia, la difesa del territorio rumeno fu dovuta affidare quasi esclusivamente a truppe russe. Questo aiuto militare della Russia ha preso adesso proporzioni tali che la promessa delle compensazioni territoriali alla Russia per la sua entrata
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nella guerra, nel trattato summenzionato, deve, senza dubbio essere riesaminata. Anche se nelle condizioni del momento non è opportuno muovere la questione, essa deve, tuttavia, essere posta, alla prima occasione favorevole, all'ordine del giorno.
(Conforme all'originale.)
Polivanoff, 7 (20) novembre 1915.
Libertà alla Francia e alla Russia di rimaneggiare i confini orientali e occidentali della Germania.
11.
Telegramma segreto all'ambasciata a Parigi,
Pietrogrado, 12 febbraio 1917, No. 507.
Mandata copia a Londra.
Segreto. Ricevuto in udienza dallo Zar, il signor Domergue ha comunicato a Sua Maestà il desiderio della Francia di assicurarsi al termine della guerra attuale la restituzione dell'Alsazia-Lorena ed una posizione privilegiata nel bacino del Saar; inoltre la separazione politica dalla Germania del territorio che si stende sulla riva sinistra del Reno, e l'ordinamento di questo territorio su una base tutta speciale perché il Reno costituisca in avvenire il confine strategico sicuro contro un'irruzione tedesca. Domergue ha espresso la speranza che il Governo imperiale russo non si rifiuti di pronunciare subito il suo formale accordo con queste proposte. Essendosi Sua Maestà degnato di esprimersi, in linea di principio, favorevole, ho pregato Domergue di mettersi in relazione col
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suo Governo e di presentarmi lo schema di un accordo che potesse concludersi formalmente fra l'ambasciata francese e me, mediante uno scambio di note. Nel momento in cui noi, in tal modo, accondiscendiamo ai desideri del nostro alleato, ritengo mio dovere ricordare il punto di vista scelto dal Governo imperiale nel telegramma del 9 marzo 1916 No. 948; cioè che: "e noi lasciamo alla Francia e all'Inghilterra piena libertà di fissare i confini occidentali della Germania, contiamo che i nostri alleati, dal canto loro, ci riconoscano la medesima libertà per ciò che si riferisce alla delimitazione dei nostri confini colla Germania e coll'Austria-Ungheria". L'imminente scambio di note sulla questione agitata da Domergue, ci porge, quindi, l'occasione di pregare il Governo francese di confermarci il suo consentimento; che lascerà, cioè, piena libertà d'azione alla Russia in quanto alla delimitazione dei suoi futuri confini occidentali. A suo tempo forniremo al Gabinetto di Parigi indicazioni precise su ciò. Inoltre riteniamo necessario di avanzare una riserva relativamente all'accordo della Francia sull'abolizione della servitù delle isole Aaland dopo la fine della guerra. Voglia, La prego, esprimersi con Briand nel senso che sopra e riferirmi telegraficamente sul risultato.
Pokrowski.
146r
12.
Telegramma segreto dell'ambasciatore a Parigi.
13 febbraio 1917 No. 88.
Copia a Londra.
Mi riferisco al suo telegramma No. 507.
Segreto. In questo momento ho comunicato per iscritto il contenuto del telegramma a Briand, il quale mi ha detto che non mancherà di rimettermi la risposta ufficiale del Governo francese; che, però, egli può già fin d'ora dichiararmi in suo nome, che i desideri espressi nel di Lei telegramma non incontreranno difficoltà veruna.
Iswolski.
I piani francesi ai danni della Germania approvati dal Governo russo .
13.
Copia della nota del Ministro degli Esteri del 14 febbraio 1917 N. 26, all'Ambasciatore di Francia a Pietrogrado.
Nella nota odierna Vostra Eccellenza ha avuto la compiacenza di comunicare al Governo imperiale russo che il Governo della Repubblica intende di includere fra le condizioni di pace da dettarsi alla Germania anche le seguenti ingiunzioni e garanzie di natura territoriale:
1. L'Alsazia-Lorena vien restituita alla Francia.
2. I confini verranno allargati almeno fino all'ampiezza dell'ex-Granducato di Lorena, e fissati secondo
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il desiderio del Governo francese in modo che prendano in considerazione le necessità strategiche affinché tutta quanta la zona mineraria della Lorena e tutto il bacino carbonifero del Saar vengano incorporati nel territorio francese.
3. I rimanenti territori a sinistra del Reno che formano oggi parte integrale dell'Impero tedesco verranno staccati completamente dalla Germania e liberati da qualsiasi dipendenza politica ed economica di fronte alla Germania stessa.
4. I territori a sinistra del Reno che non verranno incorporati nel territorio francese, formeranno uno Stato autonomo e neutrale e rimarranno occupati dalle truppe francesi finché i Governi nemici non avranno corrisposto definitivamente a tutte le condizioni e garanzie imposte col trattato di pace.
Vostra Eccellenza mi ha dichiarato che il Governo della Repubblica sarebbe felice se potesse contare nell'appoggio del Governo imperiale russo nell'adempimento delle sue intenzioni. Per ordine di Sua Maestà imperiale, mio supremo signore, ho l'onore di comunicare a Vostra Eccellenza colla seguente nota a nome del Governo russo che il Governo della Repubblica può calcolare sull'appoggio del Governo imperiale nella effettuazione delle sue intenzioni sopra specificate.
Gradisca, ecc.
147r
Lo smembramento dell'Asia.
14.
Memoriale sulla questione dell'Asia Minore.
6 marzo 1917.
Dopo le trattative che ebbero luogo, nella primavera 1916, in Londra e Pietrogrado, i Governi alleati d'Inghilterra, di Francia e di Russia stipularono un accordo intorno alla futura determinazione delle loro sfere d'influenza e agli acquisti territoriali nella Turchia asiatica, inoltre sulla costituzione di un regno arabo indipendente o di una confederazione di Stati arabi entro i confini dell'Arabia odierna.
Le linee generali di questo accordo sono le seguenti:
La Russia ottiene i distretti di Erzerum, Trebisonda, Wan e Bitlis, inoltre il Curdistan meridionale sino alla linea Muscha-Sert – Ibn-Omar – Amalia – confine persiano. Sulla costa del Mar Nero gli acquisti territoriali russi avranno termine in un punto a ponente di Trebisonda da determinarsi più tardi.
La Francia ottiene il litorale della Siria, la provincia di Adana e un territorio circoscritto a sud dalla linea Aintab-Mardin sino al futuro confine russo e, a nord, dalla linea Ala-Dag-Cesarea-Ak-dag-Ildys-Dag-Sara-Ogin-Charput.
L'Inghilterra riceve la parte meridionale della Mesopotamia con Bagdad e, in Siria, conserva i porti di Haifa e Akka.
Secondo un accordo tra la Francia e l'Inghilterra,
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la zona fra il territorio francese e l'inglese costituisce una confederazione di Stati arabi o uno Stato arabo indipendente per il quale saranno determinate contemporaneamente pure le sfere d'influenza.
Alessandretta è dichiarata porto libero.
Per assicurare gl'interessi religiosi dei paesi alleati, la Palestina con i Luoghi Santi vengono tolti dalla Turchia e sottoposti ad uno speciale regime in conformità di un accordo tra la Russia, la Francia e l'Inghilterra.
In regola generale le Potenze si obbligano reciprocamente di riconoscere le loro concessioni e privilegi nei territori da esse acquistati.
Le Potenze dichiarano di accollarsi la parte del debito pubblico ottomano corrispondente ai loro acquisti.
Costantinopoli e gli Stretti.
15.
Telegramma segreto dell'ambasciatore a Parigi dell'11 marzo 1917 (No. 168).
La mia risposta al telegramma No. 167.
No. 2. Per confermare tutta l'importanza dei trattati che sono stati conclusi nel 1916 col Governo russo, allo scopo di regolare, dopo la fine della guerra presente, la questione di Costantinopoli e degli Stretti in conformità dei desideri della Russia, da un lato, dall'altro per assicurare ai suoi alleati, nel riguardo militare e industriale, tutte le garanzie desiderabili per la sicurezza e lo sviluppo economico dello Stato, il Governo della
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Repubblica francese riconosce alla Russia piena libertà nella determinazione della sua frontiera occidentale.
Iswolski.
Branting
16.
Telegramma segreto del Ministro di Russia a Stoccolma del 18 agosto 1917 (No. 445).
Branting, che da principio, in conseguenza della situazione creata dal rifiuto dei passaporti ai socialisti da parte dei Governi alleati, era assai adirato, si è, a poco a poco, calmato. In una conferenza privata e strettamente segreta egli mi ha dichiarato: "Se Kerenski, senza giovarsi egli stesso dell'idea della conferenza, comunicasse che egli la ritiene presentemente inopportuna, il Comitato scandinavo-olandese si rassegnerebbe a ciò." Se Ella desidera di far uso di questa notizia io La prego di mantenere segreta la fonte, per non mettere Branting in cattiva luce e perdere, così, una fonte preziosa.
Gulkiewicz.
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Condizioni interne della Russia dopo la mossa di Korniloff.
17.
Telegramma segreto agli ambasciatori di Parigi, Londra, Tokio, Washington e all'incaricato d'Affari a Stoccolma.
Il moto rivoluzionario del generale Korniloff è definitivamente represso: tutto è finito senza spargimento di sangue perché le truppe da lui mandate contro Pietrogrado si son ricusate di rivolgersi contro il Governo provvisorio al quale hanno dichiarato la loro sottomissione. Korniloff si è dichiarato pronto ad arrendersi al generale Alexejeff che è già partito per il Quartier generale. I generali che hanno preso parte alla sommossa verranno processati. Si è assodato che in tutta la malaugurata faccenda una lunga serie di malintesi reciproci hanno rappresentato una grandissima parte; malintesi provocati in gran parte dalla partecipazione alla ribellione di vari mediatori inabili e sospetti fra il Quartier generale e il Governo. La colpa maggiore ricade su quel cerchio di persone strettesi attorno a Korniloff. Presentemente è subentrata la più completa tranquillità e il più perfetto ordine, astrazion fatta da una certa agitazione fra i cosacchi provocata nella regione del Don dal generale Kaledin, ma che non avrà conseguenza alcuna. Il nuovo Governo è già formato. Kerenski rimane presidente dei Ministri ed è stato nominato generalissimo; ciò che era assolutamente necessario per tranquillizzare gli elementi democratici e i soldati. Il comando reale
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delle operazioni militari l'avrà il generale Alexejeff nominato capo dello Stato Maggiore. Nell'armata si sta procedendo ad un certo numero di nomine che mirano a riportare l'ordine nell'armata. La nuova formazione del Gabinetto corrisponderà completamente alle esigenze del momento attuale. Il generale Werchowski è stato, infatti, nominato Ministro della Guerra e l'ammiraglio Werderewski Ministro della Marina. Altri cambiamenti avranno luogo. Definitivamente esclusi sono Tschernoff, alcuni cadetti e Nekrassoff. Entreranno a far parte del Governo il cadetto Kischkin e alcuni rappresentanti del ceto industriale. Insieme agli altri Ministri io ho presentato le mie dimissioni, e la questione della mia partecipazione al nuovo Ministero non è stata ancora decisa. Il nuovo Governo si assumerà il compito di impedire tutte quelle agitazioni, cozzi e disordini nell'esercito che potessero esser determinati dalla sfiducia verso i vari comandi. Per raggiungere questo intento saranno prese le misure più energiche. Insieme alla proclamazione dello stato d'assedio a Pietrogrado e a Mosca son entrate in vigore colà tutte le leggi necessarie per riportare l'ordine nell'intero del paese. Presentemente e in connessione coll'affare Korniloff la potenza dei Bolschewiki è straordinariamente aumentata. I Bolschewiki domandano che tutti gli arrestati del 18 luglio siano immediatamente rilasciati. Tuttavia la posizione del Governo dopo la vittoria riportata si è grandemente rinforzata, ciò che ci dà speranza che il movimento bolschewistico possa essere combattuto efficacemente. In generale si può dire che i tristi avvenimenti degli ultimi giorni non ci
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abbiano, grazie alla loro pronta soluzione, indeboliti dinanzi al nemico esterno, ma provato invece esistere unità di opinione e il desiderio generale di concentrarsi in questa lotta senza lasciarsi deviare da lotte interne e da controversie. Quali siano per essere in futuro i tentativi di destra o di sinistra per influenzare il corso politico deciso dal Governo, si può ben sperare che incontreranno nel paese un'opposizione generale. Il Governo procederà con mano forte e in ogni caso nella via della prosecuzione della guerra, e con rinnovata energia si porrà al lavoro per la rinascita e il risanamento dell'esercito.
Spedito il 12 settembre.
Terestschenko.
No. 4059 cifrato.
Presunto incontro di finanzieri dei due gruppi belligeranti.
18.
Telegramma segreto dell'agente diplomatico russo in Berna del 4 (17) settembre 1917 No. 707:
Nella stampa locale è comparso un ballon d'essai secondo il quale alcuni finanzieri dei due gruppi belligeranti avrebbero di recente tenuto insieme lunghe conferenze nella Svizzera. Quali siano stati i partecipanti alla conferenza e quale lo scopo delle discussioni è tenuto rigorosamente segreto. Senza dubbio alle conferenze hanno preso parte questi signori: Jacques Stern della "Banca olandese" in Parigi; Tuckmann della filiale parigina della "Lloyd Bank"; Fürstenberg, direttore della
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"Deutsche Disconto Gesellschaft". Inoltre un rappresentante della "Deutsche Bank" e una banca austriaca (l'''Austrobank"). Gl'Inglesi hanno negato la loro partecipazione agli abboccamenti, ma il 2 (15) settembre giunse in Ginevra da Londra il direttore della "Lloyd Bank", Bell, col pretesto di voler fondare una filiale in Svizzera. Corre voce che come base di un accordo siano state discusse queste possibilità: L'Alsazia-Lorena dovrebbe venir restituita alla Francia; le richieste dell'Italia dovrebbero venire in gran parte appagate. Nulla di preciso è stato stabilito intorno alla Russia: si è solo accennato che le Potenze Centrali possono ottenere nell'est una serie di compensi. I partecipanti tedeschi alla conferenza chiesero soprattutto che le province baltiche fossero assegnate alla Germania e che la Finlandia fosse dichiarata indipendente.
(Nota dell'Agenzia Wolff. Il fatto di questo incontro fu già smentito dalla Germania.)
Polemiche su Costantinopoli e gli Stretti.
19.
Telegramma segreto all'incaricato d'Affari in Parigi.
Trasmesso pure a Londra e a Roma.
11 (24) settembre 1917 No. 4225.
Con riferimento ai suoi telegrammi No. 947 e 952. Le assicurazioni a Lei fatte da Ribot, in occasione della sua dichiarazione alla Camera sull'accordo di febbraio, concernente i confini orientali della Francia, peccano, purtroppo, di poca sincerità. Né nello scambio di note con Paléologue,
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né nella mia dichiarazione orale a Noulens è stata sollevata la questione di un rapporto di questo accordo con quello su Costantinopoli e gli Stretti. Noulens mi ha proposto di pubblicare i trattati stipulati prima della guerra ossia le convenzioni militari della Russia propriamente dette. Io gli ho osservato che questa pubblicazione di un trattato generalmente conosciuto non sarebbe compresa nient'affatto dalla pubblica opinione e provocherebbe la richiesta della pubblicazione pure dei trattati conclusi durante la guerra. Senonché una pubblicazione di questi e, in particolare, dei trattati rumeni ed italiani è considerata evidentemente inammissibile dai nostri alleati. Ad ogni modo noi non abbiamo punto l'intenzione di creare inciampi alla Francia e di cacciare Ribot in una situazione anche più difficile. Allo scopo, tuttavia, di evitare per l'avvenire malintesi, come già per due volte sono sorti per le sue comunicazioni alla Camera, io La invito a dichiarare ufficialmente al Governo francese che da parte della Russia non si fa alcuna opposizione alla pubblicazione di tutti i trattati conclusi sia prima sia durante la guerra a condizione che ciò sia approvato da tutti gli altri alleati in causa. Quanto alla questione dell'accordo concernente l'Asia Minore, io Le comunicherò il mio pensiero con un telegramma integrante il presente.
Terestschenko.
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Le convenzioni sull'Asia Minore su Costantinopoli e gli Stretti.
20.
Telegramma segreto all'incaricato d'Affari a Parigi.
25 settembre 1917.
Mi riferisco al Suo telegramma No. 947. Secondo il punto di vista degli interessi russi, la convenzione sull'Asia Minore non può essere presa in considerazione separatamente. La sua effettuazione dipende dall'effettuazione della convenzione sugli Stretti. Questo pensiero è espresso nel primo telegramma del 4 marzo 1915 No. 937, ultimo capoverso, sulle nostre intenzioni riguardo a Costantinopoli, e ripetuto nel memoriale sulla Convenzione dell'Asia Minore rimesso all'ambasciatore inglese e francese a Pietrogrado il 17 marzo 1916 sotto il No. 205. In quest'ultimo documento si legge: "Indubbiamente il consenso della Russia in quanto ai punti che sopra, dipende dall'effettuazione dell'accordo fra la Francia e l'Inghilterra riguardo a Costantinopoli e gli Stretti."
Essendo le dichiarazioni che sopra state accettate senza nessuna obbiezione dal Governo francese, ne consegue che la convenzione sull'Asia Minore non può esser presa in considerazione separatamente dalla convenzione su Costantinopoli e gli Stretti, e viceversa; e qualsiasi cambiamento in quest'ultima deve inevitabilmente esercitare, in un modo o in un altro, i suoi effetti sulla prima.
Se, d'accordo con Ribot, non deve esser considerata come definitiva la convenzione sull'Asia Minore, tanto meno essa potrà avere forza impegnativa.
151v
Mantenga, La prego, questo punto di vista senza punto derogarvi, nel caso di un ulteriore scambio d'opinioni col Governo francese.
Copia a Londra. La fine soltanto per Londra.
Il testo del telegramma Sewastopulos col No. 947 Le verrà trasmesso a parte.
Terestschenko.
La Questione dei trasporti ferroviari in Russia.
21.
Telegramma segreto del 30 settembre 1917 No. 4303 ai rappresentanti russi a Parigi e Londra.
Basandomi sui colloqui avuti qui cogli ambasciatori dell'Intesa, e specialmente col più sincero fra essi, l'ambasciatore americano, giungo alla conclusione che in una delle ultime conferenze di Parigi, i nostri alleati conclusero, evidentemente, fra di sé, una convenzione relativa alla determinazione dei confini di quei territori nei quali essi volevan farci segno, in futuro, ad aiuti materiali ai fini di una buona prosecuzione della guerra. Sembra, per dare un esempio, che gli Americani si siano assunto l'incarico di mettere in ordine in Russia i trasporti ferroviari. Tutto ciò è per noi di interesse enorme, poiché appunto le questioni tecniche e materiali assumono, alle condizioni attuali, un carattere minaccioso relativamente alle possibilità di poter realmente condurre la guerra a buon fine. Sarei quindi pronto a favorire i nostri alleati incaricandomi di proporre ad essi una partecipazione assai più at-
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tiva che sin qui all'organamento della nostra industria e dei trasporti, qualora da parte loro si possa realmente provare la ferma decisione di agire subito. La prego di sondar cautamente il terreno in questo senso e di comunicarmi subito il di Lei parere.
Terestschenko.
Nuovo Ministero, scioperi e lotta di partiti in Russia.
22.
Telegramma segreto agli ambasciatori di Parigi, Londra, Roma, Washington e Tokio; nonché all'incaricato d'Affari di Stoccolma. 9 ottobre 1917. No. 4436.
Dopo lunghi e difficili negoziati coi rappresentanti della Conferenza democratica da una parte, e coi cadetti e gli industriali dall'altra, è stato creato un Ministero di coalizione, la cui formazione Le fu già comunicata. Caratteristica principale di questi negoziati è stata la grande arrendevolezza da parte dei capi della democrazia, i quali riconoscono che il passaggio del potere nelle mani dei socialisti sarebbe, adesso, molto sfavorevole per essi. Il significato di questa arrendevolezza risulta, però, diminuito, in quanto che i capi dei socialisti relativamente assai potenti, han perduto in grande misura il controllo sulle masse animate da idee ultra spinte e che possono esser trattenute solo con grandissima pena. In rapporto a ciò si osserva una scissione nei circoli democratici. Gli elementi statali di tutti i partiti, animati da idee più misu-
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rate, cominciano a raggrupparsi attorno alle autorità amministrative dei Semstwo e delle Città; autorità legalmente elette in base al suffragio universale. La partecipazione dei consorzi a questo movimento accresce il significato del movimento stesso, poiché dietro i consorzi trovasi tutto il ceto organizzato dei contadini. D'altra parte le correnti bolschewistiche ed anarchiche padroneggiano sempre più il Consiglio degli Operai e dei Soldati, come è avvenuto a Pietrogrado e come sta avvenendo in molte città. Questi Consigli degli Operai e dei Soldati entrano in un rapporto di sempre maggiore ostilità ed insubordinazione dinanzi al Governo; perdono però, appunto per questo, la loro influenza in cerchia sempre più grandi della popolazione. Molto importante sarà la parte del Parlamento preparatorio, il quale ha la funzione di surrogare la rappresentanza popolare fino alla convocazione della Costituente. In questo Parlamento preparatorio vi sarà una maggioranza socialista, ma i socialisti moderati, uniti ai rappresentanti dei partiti liberali, sapranno senza dubbio opporsi al bolschewismo. E non si deve lasciare nemmeno inconsiderato che il paese udirà la voce dei partiti moderati, il cui contegno patriottico non può rimanere senza influsso. In quanto al programma del Governo, esso consiste di questi tre capisaldi: accrescere la capacità di combattimento dell'esercito; mantenere l'ordine elementare nel paese; combattere il dissesto economico. Ieri cominciò lo sciopero generale dei ferrovieri. Contro questo sciopero saranno prese misure atte a riprimerlo, in parte soddisfacendo i desideri dei ferrovieri, in parte usando la forza. Lo sciopero, che non si estende al fronte, non potrà prendere grande estensione, poiché non incontra
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l'approvazione del paese.
Terestschenko.
Pressioni degli Alleati sul Governo russo perché ristabilisca la forza combattiva dell'esercito.
23.
Telegramma segreto all'ambasciatore a Washington.
9 ottobre 1917 No. 4559.
Gli ambasciatori inglese, francese e italiano sono stati ricevuti stamane dal Presidente dei Ministri, al quale essi han fatto dichiarazione in nome dei relativi Governi sulla necessità di prender misure per ristabilire la forza combattiva del nostro esercito. Questo passo doveva fare una penosissima impressione nel Governo provvisorio, molto più perché tutti i nostri alleati conoscono gli sforzi del Governo per continuare incondizionatamente la lotta contro il nemico comune. La prego di comunicare in modo strettamente confidenziale a Lansing che il Governo provvisorio russo pregia altamente il ritegno dell'ambasciatore americano, il quale non ha preso parte al passo collettivo suddetto.
Terestschenko.
Risultati della pressione.
24.
Telegramma segreto ai rappresentanti a Parigi, Londra e Roma, del 9 ottobre 1917 No. 4460.
Gli ambasciatori francese, inglese e italiano avevano
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manifestato il desiderio di venir ricevuti contemporaneamente dal Presidente del Consiglio al quale fecero una comunicazione in cui si affermava che gli ultimi avvenimenti destano timori sulla forza di resistenza della Russia e la sua capacità di continuare la guerra. L'opinione pubblica dei paesi alleati può quindi esigere di essere dai Governi illuminata sull'aiuto materiale dato alla Russia. Per dar modo ai Governi alleati di tranquillare l'opinione pubblica e istillare ad essa nuova fiducia, il Governo russo è tenuto a mostrare coi fatti la sua decisione d'impiegare ogni mezzo per reintegrare la disciplina nell'esercito, riaccendere in questo un vero spirito combattivo e per assicurare il regolare funzionamento della macchina governativa al fronte e dietro di esso. I Governi alleati manifestano, infine, la speranza che il Governo russo assolverà questo compito e si assicurerà così l'aiuto degli alleati. Nella sua risposta ai tre ambasciatori il Ministro fece notare che il Governo provvisorio si adopera perché il passo degli ambasciatori non venga interpretato dal pubblico così da suscitare malcontento contro gli alleati. Egli accennò che la presente difficile situazione della Russia è connessa in gran parte con l'eredità raccolta dal vecchio regime che, a suo tempo, ottenne all'estero un appoggio e una fiducia forse non corrispondente ai suoi meriti. Egli richiamò pure l'attenzione sulle conseguenze pericolose che avrebbe di necessità una esitazione degli alleati nella questione dei rifornimenti dell'esercito, conseguenze che si manifestano due o tre mesi dopo che un tal fatto si è avverato. Per ciò che si riferisce alla guerra Kerenski fece notare che essa è considerata ancor sempre
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in Russia come una faccenda nazionale e che perciò gli sembrava inutile di sottolineare particolarmente i sacrifizi compiuti dal popolo russo. L'imperialismo delle Potenze Centrali costituisce il massimo pericolo per la Russia e la lotta contro questo imperialismo dev'essere condotta in stretta unione con gli alleati. La Russia, che ha sofferto più di tutti per la guerra non può mettervi termine senza aver assicurata la sua integrità territoriale e la sua indipendenza e continuerà la lotta a qualunque costo. Intorno ai provvedimenti per rimettere l'esercito in condizione di combattere efficacemente il Presidente del Consiglio disse che essi sono l'oggetto della maggior sollecitudine del Governo e che il viaggio intrapreso il giorno stesso dal Ministro della Guerra e dal Ministro degli Esteri al fronte era stato causato dalla necessità di compilare un apposito programma. Da ultimo Kerenski, in considerazione del carattere collettivo del passo degli ambasciatori, ricordò che la Russia è sempre una grande Potenza.
Terestschenko.
Proteste.
25.
Telegramma segreto all'ambasciatore a Roma e ai Ministri a Londra e a Parigi. Pietrogrado 11 ottobre 1917 No. 4481.
La dichiarazione collettiva dei tre ambasciatori ci ha fatto un'impressione penosa, tanto per il suo contenuto
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quanto per la forma in cui fu rivestita. I nostri alleati conoscono benissimo i grandi sforzi che fa il Governo provvisorio per ristabilire nell'esercito la capacità bellica. Né gli insuccessi militari, né i moti interni, né, infine, le enormi difficoltà materiali, hanno potuto, negli ultimi sei mesi, spezzare la incrollabile risoluzione del Governo russo di condurre a termine la lotta contro il nemico comune. Stando così le cose, noi siamo davvero molto sorpresi e non sappiamo quali motivi possano aver indotto i nostri alleati a fare il passo che sopra, né quali risultati positivi se ne attendevano. Voglia comunicare, La prego, il contenuto di questo telegramma al Ministro degli Esteri. Gli esprima ancora la mia urgente preghiera di rendere di pubblica ragione il passo degli alleati solo dopo avvenuto accordo con noi, e questo per evitare un pericoloso eccitamento della nostra opinione pubblica.
Terestschenko.
Svezia.
26.
Telegramma segreto del Ministro di Russia in Stoccolma del 15 ottobre 1917 (No. 629).
L'incaricato d'Affari in Madrid mi comunica che, offrendosene l'occasione, si ha intenzione di aprire, facendo credere ad un errore, il bagaglio del corriere svedese. Per le circostanze da me accennate nel telegramma No. 628, come per la disposizione del Ministro, cui di recente fu accennato, di volersi mostrare verso di noi accondiscendente nella questione in parola, io La prego caldamente di
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prendere tutti provvedimenti atti ad impedire che avvenga ciò che Solojeff ha intenzione di compiere. Data la vanità morbosa degli Svedesi noi rischieremo che il nuovo Ministero prenda un contegno più sfavorevole verso di noi del passato, e di perdere di sicuro i vantaggi che ci siamo attesi dal cambiamento di Governo.
Gulkiewicz.
Crepe nella sacra unione e necessità di rimediarvi.
27.
Telegramma segreto all'incaricato d'Affari a Londra comunicato ai rappresentanti a Parigi e Roma, del 16 ottobre 1917 (No. 4797).
Mi riferisco al Suo telegramma No. 365.
Relativamente al Suo colloquio con Balfour, ritengo necessario confermare che, secondo la nostra opinione, l'imminente conferenza interalleata dovrà aver per compito lo studio della situazione generale e il ristabilimento della completa solidarietà fra gli alleati in quanto ai loro diversi punti di vista sulla situazione. Contemporaneamente la conferenza dovrà stabilire i mezzi e il modo per continuare la guerra e per porgersi reciprocamente l'aiuto necessario. In quanto alla partecipazione alla conferenza d'una persona che goda la fiducia della nostra democrazia, bisognerà che questa persona appartenga alla Delegazione del Governo russo, nel cui nome può parlare ufficialmente soltanto il suo capo.
Il Ministro degli Esteri: Terestschenko.
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Comunicazioni dell'incaricato d'Affari a Berna al Governo russo.
28.
Telegramma segreto del 14 (17) ottobre 1917 No. 815.
Un influentissimo finanziere inglese israelita, che prese parte alla conferenza suddetta, ha detto che la Germania mira a promuovere con tutte le sue forze il separatismo in Russia, perché questa ne risulti divisa in tanti piccoli Stati. Per la Germania sarebbe, allora, facile concludere trattati commerciali con Stati più deboli; colla Lituania, colla Curlandia, ecc. ecc. Mantenere l'unità della Russia equivale lasciarla nella sfera economica degli alleati, ciò che sarebbe, soprattutto, vantaggioso per l'America. Per l'Inghilterra il mercato russo non è di un interesse speciale, perché il Regno unito è assorbito quasi completamente colle sue colonie e il suo commercio marittimo. Per questo la suddivisione della Russia in tanti piccoli Stati sembra accettabile all'Inghilterra; molto più perché indebolita che fosse la Russia, l'Inghilterra verrebbe ad aver sempre più mano libera in Asia. Nella Russia spezzettata l'industria e il commercio tedeschi avranno da fare per molto tempo. La concorrenza dell'America colla Germania sul mercato russo sarà, anzi, più vantaggiosa all'Inghilterra che non la preponderanza dell'influsso di una sola delle due Potenze. Dalle parole del mio informatore si deduce che appunto queste proposte formarono la base per lo scambio di vedute coi Tedeschi nelle conferenze tenute in Agosto e in Settembre. Si può, tuttavia, ritenere che sia stato concluso un accordo politico in questo
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senso colle diramazioni anglo-franco-tedesche della cricca finanziaria internazionale. Una partecipazione della diplomazia alleata non è assolutamente provata. È esclusa del tutto quella della signora Andrus; e solo per distogliere l'attenzione può darsi che siano state decise alcune combinazioni, alla quale poté esser presente.
(Firma)
La flotta britannica non può aiutare la Russia.
29.
Telegramma segreto dell'incaricato d'Affari a Londra del 22 ottobre 1917 (No. 353).
Con riferimento al Suo telegramma No. 6630. Questo telegramma io l'ho ricevuto soltanto oggi. L'addetto navale che aveva ricevuto la medesima istruzione, già quattro giorni addietro, ha dato, col suo telegramma No. 10520, al nostro Stato Maggiore della marina la risposta del capo di questo Ammiragliato e comunica adesso, per mio invito, altri dati. Da questi dati risulta che nelle presenti circostanze è impossibile alla flotta britannica di alleviare la nostra situazione del Mar Baltico attirando navi tedesche nel Mar del Nord. Le condizioni presenti sono molto differenti da quelle che resero possibile di provocare a battaglia la flotta germanica nel maggio 1916. Io non mancherò di sollevare ancor una volta questa questione in via diplomatica: debbo però avvertire che il Ministro degli Esteri non ha alcun potere, per ciò che si riferisce a questioni strategiche sul mare, di mutare le deci-
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sioni dell'Ammiragliato.
Nabokow.
Discordia di partiti.
30.
Telegramma segreto del Ministro degli Esteri ai rappresentanti a Parigi, Londra, Roma, Washington, Tokio e Stoccolma. Pietrogrado 22 ottobre 1917.
Ieri fu inaugurato il Parlamento preparatorio. La prima seduta trascorse senza che si rivelassero speciali contrasti, astrazion fatta dalla scenata di cui i Bolschewiki furono gli eroi, e che consiste nell'aver abbandonato la seduta previa dichiarazione che non avrebbero più partecipato ad una tale adunanza. Si è constatato che i rappresentanti dei gruppi non socialisti formeranno insieme ai socialisti moderati, ai Menschewiki e ai socialisti rivoluzionari, una stragrande maggioranza che sarà in grado di appoggiare il Governo. I Bolschewiki si preparano per l'imminente congresso dei Consigli degli Operai e dei Soldati indetto per il 12 novembre e nel quale essi credono con sicurezza di potere avere con sé la maggioranza. Attualmente nei circoli democratici si fa una attiva campagna nella questione della conferenza di Parigi. Ciò non pertanto si deve tener presente che nella questione della pace non regna concordia nemmeno fra i partiti di sinistra. Così, per esempio, l'incarico dato da Skobeleff alla Commissione centrale consecutiva del Consiglio degli Operai e dei Soldati solleva aspre critiche fra gli stessi socialisti.
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Contro la candidatura di Skobeleff ha scritto articoli violentissimi, la "Nowaja Shisn" e il bolschewistico "Rabotschi Puti". Contemporaneamente occorre rilevare lo strano patriottismo e persino lo spirito belligero dimostrato presentemente da alcuni elementi dell'estrema sinistra. La linea direttiva principale in questo senso è determinata dalla persuasione che, se noi proporremo il programma della pace democratica desiderato dai socialisti gli imperialisti tedeschi forse non l'accetteranno e noi saremo costretti allora a continuare a combattere per la nostra difesa. Questo pensiero, poco chiaramente espresso nella stampa dell'estrema sinistra, ha trovato eco, in quest'ultimo tempo nei marinai. I quali nei loro appelli mirano, dopo gli insuccessi nel golfo di Riga, a rilevare l'eroismo della marina nella lotta contro il nemico esterno, e a mettere in confronto ad essa la insufficiente resistenza delle truppe terrestri. Dicono che la lotta non è rivolta soltanto contro i Tedeschi, sibbene, e soprattutto, contro gli oppressori della rivoluzione in tutto il mondo. Questo atteggiamento è, però, rivolto contemporaneamente contro la borghesia e contro il Governo, accusati dai Bolschewiki di aver abbandonato Riga al nemico, e di voler abbandonare ad esso anche Pietrogrado per metter fine alla rivoluzione. La notizia dell'intenzione del Governo di sgombrare Pietrogrado provoca un nervosismo speciale nei circoli dell'estrema sinistra i quali minacciano di impedire colla forza un tale sgombro. Naturalmente non si deve annettere esagerata importanza a questi sintomi del Giacobinismo. Il loro significato positivo consiste soltanto nel richiamare l'attenzione sul risveglio patriottico delle grandi masse colle
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quali gli internazionalisti dovranno fare i loro conti.
Terestschenko.
Rivolgimenti democratici, e i pericoli di destra e di sinistra.
31.
Telegramma segreto dell'incaricato d'Affari a Parigi in data 28 ottobre 1917 (No. 1071).
Rubanowic mi prega di comunicare quanto appresso al Presidente dei Ministri:
Il 22 ottobre fui coll'incaricato d'Affari presso il Ministro degli Esteri Ribot, prima che desse le sue dimissioni. Il colloquio ebbe luogo alla presenza di Sewastopulo. Il contenuto del colloquio fu da me riferito nel mio telegramma al Ministro degli Esteri e nel telegramma dell'incaricato d'Affari portante il numero 1050. Ieri, 27 ottobre, fui ricevuto da Painlevé. Il colloquio durò quasi due ore. Col mio consenso rimasero presenti anche il Ministro Franklin-Bouillon e il Capo della Cancelleria del Presidente dei Ministri. Spiegai la portata dei rivolgimenti democratici e i pericoli di destra e di sinistra. Uniformandomi al mio ultimo abboccamento con Lei, spiegai che, presentemente, è più grande il pericolo di destra il quale provoca l'anarchia. Esposi dettagliatamente gli sforzi del Governo provvisorio intesi ad organare la forza militare del paese; e citai il fatto che sul fronte russo vengono richiamate ininterrottamente un buon numero di divisioni dell'armate nemiche. Riferii il suo desiderio
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categorico di mantenere in tutta la sua efficienza 1'aiuto promesso. Riguardo ai passaporti per la conferenza internazionale della pace dissi che il Governo provvisorio, rimettendo i passaporti ai delegati dei Consigli e dei Partiti, non pensa affatto a farsi legare le mani dalle deliberazioni di una tale conferenza, e non vede nessun pericolo nel fatto che i rappresentanti delle democrazie operaie di tutti i paesi, penetrati dal pensiero di difendere la loro patria e sufficientemente avvertiti della possibilità di intrighi di ogni sorta da parte delle Potenze imperialistiche, si uniscano per discutere le questioni e le condizioni della pace futura fra le democrazie di tutto il mondo. Espressi infine la di Lei opinione esser necessario elaborare immediatamente un programma minimo di pace. Painlevé mi ringraziò della comunicazione e mi pregò di rimanere in continua relazione col direttore della sua Cancelleria, signor Borel; di presentare a Lei, al Capo del Governo provvisorio rivoluzionario, il suo saluto, che è il saluto di un democratico convinto, e di esprimerle la speranza che un lavoro solidale per gli scopi comuni delle Potenze alleate e in special modo delle due Repubbliche, possa essere possibile in tutto e per tutto.
Sewastopulo.
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La situazione in Italia alla fine dell'ottobre 1917.
32.
Telegramma segreto dell'ambasciatore in Roma del 31 ottobre 1917 (No. 343).
Urgentissimo. In un colloquio confidenziale sulla situazione generale Sonnino mi dichiarò di essere relativamente soddisfatto dello stato d'animo nel paese, ma che gli avvenimenti militari destavano continua apprensione. A suo dire al fronte è stata accertata già la presenza di nuove divisioni tedesche e si suppone che dietro queste anche altre forze tedesche si preparino all'attacco. Egli mi pregò di telegrafarLe per chiederLe se la Russia non avesse modo da intraprendere, al suo fronte, se non una vera offensiva, almeno una dimostrazione. Una tale dimostrazione, anche se non avesse grandi effetti militari, avrebbe, tuttavia, politicamente, una grande importanza per l'Italia. Trasmettendo questa preghiera di Sonnino io prego istantemente di esaudirla se possibile. Io sono fermamente convinto che ogni nostra mossa a favore dell'Italia coinciderà con raddoppiati sforzi della Francia e dell'Inghilterra sicché sarà accolta qui con tanto maggiore gratitudine, molto che sin qui l'Italia ha riposte tutte le sue speranze quasi esclusivamente in noi.
Giers.
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Minacce degli Stati Uniti alla Russia.
33.
Ilesy, 12 novembre 1917. No. 01445. Tscherbatscheff – conforme all'originale – Maggior generale Odinzeff. –2./12. 25 novembre 1917. A1 signor Capo di Stato Maggiore. Pietrogrado.
Eccellenza! La mia attenzione è stata richiamata dalla seguente notizia della stampa proveniente dagli Stati Uniti:
"Il Governo americano ha dichiarato che nessun trasporto di materiale da guerra o di vettovaglie debba partire per la Russia finché non si sarà chiarita la situazione colà. Il Governo, prima di dare il permesso per 1'esportazione dei prodotti americani, desidera sapere in quali mani essi cadranno appena giunti in Russia. L'esportazione per la Russia potrà essere ripresa soltanto quando si sarà colà formato e consolidato un nuovo potere governativo che potrà esser riconosciuto dagli Stati Uniti. Se i Bolschewiki rimarranno al potere e se dovessero effettuare il loro programma di pace colla Germania, il temporaneo divieto di esportazione in Russia rimarrà in vigore. I crediti al Governo provvisorio in Russia raggiungono attualmente la cifra di 425 milioni di dollari di cui 191 milioni ormai assegnati ed una grande parte di questa somma spesa per l'acquisto di provviste già preparate per la spedizione. Le navi scelte dall'America per il trasporto di queste merci sono pronte a prendere il mare, ma non otterranno il permesso di abbandonare i porti
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e verrà negato ad esse il carbone necessario per la traversata."
Reputo dover mio comunicare a Vostra Eccellenza che né io né 1'Ambasciata americana abbiamo ricevuto sin qui istruzioni o notizie che coincidano con quanto sopra. Ciò non per tanto giustizia richiede che io esprima a Vostra Eccellenza l'opinione che queste notizie della stampa riproducano esattamente il punto di vista del Governo degli Stati Uniti. Noi aspettiamo di giorno in giorno l'arrivo di notizie al riguardo. Prima di inviare a Lei questo telegramma, l'ho presentato all'Ambasciatore americano, il quale è completamente d'accordo col contenuto del medesimo. Approfitto dell'occasione per esprimere a Vostra Eccellenza i sensi della mia più alta stima.
Firmato: Generale di Brigata dell'armata degli Stati Uniti, Addetto militare americano, capo della Missione militare americana in Russia.
34.
Telegramma segreto del plenipotenziario militare russo generale Sankewitsch al Ministero della guerra russo. (Il più importante documento dell'autunno di quest'anno, il quale mostra che la politica del Governo francese dinanzi alla Russia è condizionata dalla situazione forzosa nella quale si trova dinanzi al suo proprio popolo a causa degli insuccessi.)
Ritengo assolutamente necessario informarLa di quanto segue:
Dal principio della nostra rivoluzione il contegno
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della Francia verso di noi è essenzialmente cambiato perché il passeggero indebolimento della nostra potenza militare ha costretto i nostri alleati ad accollarsi, se pur provvisoriamente, il peso maggiore delle operazioni, ciò che non sembra loro desiderevole per riguardo al loro avvenire. L'insuccesso dell'offensiva anglo-francese in Aprile costrinse il Governo francese a emettere un giudizio specialmente acerbo sulla situazione delle cose in Russia persino dalla tribuna parlamentare, e questo per trovare una qualsiasi giustificazione del suo insuccesso dinanzi al proprio paese. Da quel momento, sia il Governo che la stampa francese non fanno che rimpicciolire metodicamente, con quali enormi conseguenze si può ben immaginare, la parte reale che rappresenta la Russia e questo perché sperano, mediante una tale politica, di trovare una scappatoia per il caso che nel loro paese si riveli una troppo evidente stanchezza bellica. Il mio tentativo di illuminare l'opinione pubblica francese per mezzo della stampa, rendendo note alcune date sull'aggruppamento delle forze avversarie e la loro efficienza sul nostro fronte, non ha avuto resultato alcuno, perché la maggioranza dei giornali hanno rifiutato di procedere a tali pubblicazioni. Contemporaneamente si osserva la tendenza di screditare la parte del rappresentante russo. Per esempio, tutte le questioni che riguardano la partecipazione degli Americani alla guerra e la corrispondente distribuzione dei mezzi bellici e delle forze di Francia, Inghilterra e Stati Uniti, sono state decise a Parigi e a Londra senza la partecipazione del nostro rappresentante militare; la questione dell'ulteriore sorte dell'armata di Salonicco è stata mandata da Parigi a Londra per essere
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colà risolta e partecipavano alla conferenza le medesime persone escluso anche questa volta il rappresentante militare russo; la questione del segreto militare è stata elaborata di comune accordo coll'Inghilterra ma senza che a noi pervenisse comunicazione alcuna; le nuove linee d'azione riguardo ai compiti strategici sul fronte francese, grandemente passivo da qualche tempo a questa parte, sono state decise insieme agli Inglesi senza che il nostro rappresentante ne avesse avuto notizia.
firmato: Sankewitsch.
I sospiri del signor Terestschenko provocati dall'ingratitudine degli Alleati.
35.
Agli ambasciatori a Parigi, Londra, Washington, nonché all'incaricato d'Affari a Stoccolma.
La presa di Riga ha prodotto in tutto il paese un'immensa impressione e rinforzato straordinariamente il processo di scoraggiamento osservato già prima. La questione della forza combattiva dell'esercito agita tutti, e si può osservare nelle organizzazioni democratiche un cambiamento a favore del patriottismo e la chiara coscienza del pericolo imminente. Una prova di ciò ce la fornisce l'ultima seduta del Consiglio degli Operai e dell'organizzazione della guarnigione di Pietrogrado. Gli appelli all'esercito e all'armata da essi pubblicati contengono il comandamento di tutto sacrificare per la difesa della patria. La direttiva del Governo risulta più energica e più forte coll'avvicinarsi del pericolo. Le misure per la difesa di Pietro-
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grado e per il ristabilimento dell'ordine nella capitale e nei dintorni si trovano in uno stadio che è assai vicino all'effettuazione. Con energia si procede all'allontanamento da Pietrogrado di tutte le amministrazioni superflue e di una parte dei cittadini per facilitare, così, l'approvvigionamento della città. Per quanto il Governo non veda un immediato pericolo militare per la capitale, pure è pronto a cooperare alla diminuzione della cifra degli abitanti di Pietrogrado per riguardi economici ed ordine pubblico. Lo sgravio di Pietrogrado è stato affidato con speciali poteri al Ministro delle Poste Nikitin un organizzatore di rara energia. In quanto al programma militare, il lavoro collettivo del Ministero della Guerra e del Quartier generale è completamente assicurato. Non posso far a meno di osservare che le notizie giunte qui dai paesi alleati, specialmente i giornali che parlano degli ultimi avvenimenti militari al fronte, producono una penosissima impressione specialmente nei circoli animati da spirito patriottico. Mentre qui si fanno tutti gli sforzi per rinsaldare l'unità affine di proseguire la guerra, e mentre l'opinione popolare è completamente persuasa della necessità di procedere compatta coi paesi alleati, l'opinione pubblica di questi ultimi ci rifiuta, in certo qual modo, la sua fiducia. Un tal contegno provoca qui grande sorpresa molto più perché, nonostante gli insuccessi della nostra offensiva del giugno e nonostante la controffensiva avversaria da noi provocata, i Tedeschi si son visti costretti a concentrare sul nostro fronte forze ben più grandi che non per il passato. Lo scopo del Governo Kerenski, metter fine, cioè, in ogni caso allo stato reale d'armistizio che permise in primavera il trasporto di
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truppe nemiche dal nostro fronte a quello francese, è stato completamente raggiunto. Si opina, dunque, qui, che sarebbe desiderevole agire sull'opinione pubblica dei paesi alleati è rimuovere immediatamente a questo inconveniente [sic]. Qui – ci sembra necessario ripeterlo – Governo e circoli responsabili, compresivi quelli democratici, non conoscono né dubbi né incertezze riguardo alla direzione futura della nostra politica nel senso della continuazione della guerra con tutti i mezzi e in completo comune accordo cogli alleati.
Terestschenko.
La Francia dichiara di non riconoscere il Governo russo che scenderà a patti coll'avversario.
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Il generale Tscherbatscheff telegrafa al generale Duchonin:
Il Capo della Missione militare francese, generale Berthelet, mi ha rimesso la seguente dichiarazione scritta:
Signor Generale! Ho l'onore di portare a Sua conoscenza il telegramma che ho ricevuto dal Presidente del Consiglio dei Ministri e dal Ministro della Guerra. Nel rapporto del Quartier generale russo del 21 novembre non si dice nulla sulla situazione al fronte, ma vien riprodotto, invece, un ordine del Consiglio dei Commissari del popolo il quale propone al generalissimo di cominciare a trattare colle autorità militari avversarie per l'im-
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mediata interruzione delle ostilità e l'inizio dei negoziati di pace. La prego, quindi, di dichiarare al Supremo comando russo al quale Ella appartiene, che la Francia non riconosce il Potere del Consiglio dei Commissari del popolo, e, persuaso del patriottismo del Supremo comando russo, conta sicuramente che questi rigetti, senz'altro, qualsiasi negoziato delittoso e tenga al fronte l'armata russa contro il nemico comune. Inoltre la Francia, che si considera legata alla Russia in virtù dell'accordo militare esistente, ha già dichiarato e torna a dichiarare che non riconosce in Russia nessun Potere in grado di pattuire un accordo coll'avversario. Accolga, Signor Generale, l'assicurazione della mia più alta stima e del mio rispetto.
Firmato: Berthelet.
Empfohlene Zitierweise
Anlage vom vor dem 09. Januar 1918, Anlage, in: 'Kritische Online-Edition der Nuntiaturberichte Eugenio Pacellis (1917-1929)', Dokument Nr. 8005, URL: www.pacelli-edition.de/Dokument/8005. Letzter Zugriff am: 24.11.2024.
Online seit 02.03.2011, letzte Änderung am 10.09.2018.