Dokument-Nr. 8652
Pfeiffer, Maximilian Josef: Le Condizioni della Chiesa in Bulgaria, 15. August 1917
840 Ortodossi
139 Maomettani
9,2 Ebrei
7,4 Cattolici
2,8 Armeni
1,4 Protestanti
0,1 Liberi Pensatori.
Com'è naturale, queste cifre durante la guerra si sono modificate, giacché vaste regioni della Macedonia e della Serbia sono state occupate, nelle quali, a dir vero gli abitanti cattolici sono molto scarsi.
La Chiesa nazionale bulgara conta meno di mezzo secolo di esistenza. Durante il dominio dei Turchi i Bulgari vennero nel riguardo ecclesiastico maltrattati per ogni verso dal clero patriarcale di Costantinopoli. Essi non avevano né ministri propri, né un servizio divino nella loro lingua, né propri libri rituali. Di scuole nessuna
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traccia all'infuori delle
conventuali. L'insegnamento era impartito da sacerdoti greci in lingua greca e così più d'un
Bulgaro fu trasformato in un Greco.Allorché però la coscienza nazionale dei Bulgari si ridestò sempre più vivamente e si manifestò il desiderio di poter servire Iddio nella lingua materna. Specie nel 1850 questa richiesta fu mossa assai istantemente, ma com'è naturale i patriarchi di Costantinopoli la respinsero nel modo più assoluto. Incominciò quindi una lotta, nella quale, già intorno al 1860, la fondazione di una Chiesa autonoma venne propugnata come una esigenza nazionale. La lotta terminò nel 1870, allorché un firmano turco permise la fondazione d'una chiesa quasi interamente autonoma. Fu conservato soltanto un certo obbligo di notificazione verso il patriarca; inoltre l'olio santo bisognò continuare a chiederlo a quest'ultimo. Alla fondazione della chiesa nazionale bulgara propriamente detta si giunse il 16. aprile 1872, allorché il nuovo patriarca scagliò l'anatema contro la chiesa bulgara. Tra questa nuova chiesa nazionale bulgara
Quando si parla di una chiesa nazionale bulgara non la si deve pensare ristretta nei soli confini geografici dello Stato bulgaro, giacché in realtà essa comprende tutti i Bulgari credenti. Sia per manifestare esternamente ciò come per mantenere la propria autorità sui Bulgari della Macedonia, il Capo suprema di questa chiesa, l'esarca, mantenne la sua sede in Costantinopoli. Attriti con i patriarca
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non mancavano, ma invano venne intrigato per
allontanare da Costantinopoli gli esarchi. Solo durante le guerre balcaniche questo stato di
cose divenne insopportabile e spinse gli esarchi a trasferirsi a Sofia.La religione dello Stato è, com'è detto testualmente nella costituzione, la:
cristiana ortodossa di rito orientale.
Designarla, come spesso si fa, greco-cattolica o greco-ortodossa è un errore. Con la denominazione "cristiana -ortodossa di rito orientale" si vuol significare la separazione dal patriarca greco. La chiesa si chiama senz'altro ortodossa e i suoi seguaci ortodossi e cioè seguaci delle più antiche traduzioni, mentre alla Chiesa romana si rinfacciano innovazioni non cristiane (venerazione delle immagini; pane consacrato non fermentato ecc.)
I fedeli di altri religioni godono in Bulgaria piena libertà.
L'organizzazione gerarchica della Chiesa bulgara è la seguente:
In conformità dello statuto esarcale del 1883 l'esarca è il capo della Chiesa. Egli è il sommo sacerdote, ma non il rappresentante di Gesù Cristo come il Papa. Egli viene eletto a vita fra i vescovi in ufficio. All'elezione procedono il Sinodo, il Consiglio esarcale, i vescovi e alcuni deputati laici.
L'esarca Jossif I., di straordinaria sagacia morì nel 1915 dopo 38 anni di governo assai fruttuoso. L'elezione di un nuovo esarca è stata differita a dopo la guerra. L'arcivescovo e metropolita di Tirnovo, Monsignor Jossiff Bokardieff, presentemente vescovo dell'esercito bulgaro, ha le maggiori probabilità di essere eletto.
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Il Santo Sinodo si compone di quattro vescovi, eletti per quattro anni; il Consiglio esarcale di 6 membri secolari.
Vescovo può divenire soltanto un prete istruito in teologia, non ammogliato o vedovo.
Un prete può essere ammogliato, ma il matrimonio deve essere concluso prima della ordinazione sacerdotale; dopo di essa il matrimonio e vietato, anche se si tratta di un vedovo.
I preti sono retribuiti assai male. Il loro aspetto esteriore è alquanto migliorato da quando il seminario teologico fu trasferito in un bell'edificio di Sofia. Il numero dei monaci va sempre più diminuendo. In 80 minuscoli conventi non vivono adesso più di 200 frati. Di monache sono, in cifra tonda, 300, in 12 monasteri.
Gli ortodossi, nel 1910, erano in Bulgaria secondo il censimento di quell'anno, 3.346.951 in tutto, distribuiti come segue nelle singole province del paese:
Provincia di Sofia:
Circondario di Trön 99,9 %; Zaribrod 99,6 %; Sofia 90,5 %.
Provincia di Küstendil:
Circondario di Radomir 99,6 %;
Provincia di Vidin:
Circondario di Kula 99,6 %;
Provincia di Tirnovo:
Circondario di Gabrow 99,7 %.
Meno numerosi di altrove sono gli ortodossi nelle province di Varna (33,0 %), di Rustschuk (58,2 %) e di Schumla (52,2 %).
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I maomettani nel 1910 erano 602.101. A questi maomettani appartengono i Turchi, i Tovacchi, ossia i Bulgari convertiti all'Islamismo, infine gli Zingari e gli Albanesi. Nella provincia di Sciumla i maomettani sono il 47 % della popolazione; nel circondario di Osman Passar il 64,6 %; nella provincia di Rustschuk il 39,7 % e nella provincia di Varna il 34,4 %.
Gli ebrei, che abitano sopra tutto nelle città, nel 1910 erano 4070.
Di protestanti, nel censimento di 1910 ne vennero contati 6252, ossia il 0,1 % della popolazione. I protestanti abitano specialmente nel circondario di Plewna (1,1 %) e in Sofia (0,8 %). Essi sono in maggioranza scolari di metodisti americani.
Di cattolici il censimento in parola ne accertò 32.130, ossia il 0,7 % della intera popolazione. Nel circondario di Swischtow i cattolici erano il 9,8 %; in Nikopolis sul Danubio il 4,2 %, in Filippopoli (città) il 8,1 % e nell'omonimo circondario il 9,0 %. Le chiese e le scuole dei cattolici vennero sussidiate specialmente con danaro inviato dalla Francia, dall'Italia e dall'Austria. Insegnanti furono per lo più preti e monache francesi.
Allora in quanto alla mentalità interna religiosa dei Bulgari è da notare che è impossibile chiamarli religiosi nel nostro senso come in generale tutti gli ortodossi. Nella chiesa ortodossa la cosa principale non è il dogma, ma specialmente il culto. Nonostante di ciò i Bulgari vedono in ogni lavoro di missione un'attacco [sic] alla loro chiesa nazionale, e specialmente quando questo viene da Roma.
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Nel passato trattavano i Bulgari già alcune volte col Papa allo scopo di unirsi colla chiesa romana cattolica. Ma si dubita se queste trattative erano sincere. Si crede piuttosto che queste iniziative furono prese solamente a scopi minacciosi, alla [sic] fine di avere qualche vantaggio da parte dei Turchi o dei Russi. Per tutti questi motivi è necessario di prendere una iniziativa con molta precauzione per evitare un danno ingente e irreparabile.
Secondo notizie, che io ricevi [sic] in Sofia, i membri del "Santo Sinodo" sono pagati della Russia e ricevono dei pagamenti considerabili. Ma i preti bulgari in generale vivono in una miseria inaudita.
Per la rivoluzione russa la questione dell'unione con Roma è entrata in un'era nuova. Per studiare la questione, il Padre Cappuccino tedesco2, Celestino Schweighofer3, stava per la maggior parte dell'anno 1916 nel chiostro dei Cappuccini a Sofia. Di più si trova a Sofia da molto tempo anche il Professore dell'università di Strasburgo, Dr. theol., phil. et jur. Hubert Bastgen4, chi cerca prendere contatto con personaggi competenti per la questione. Durante la mia ultima presenza a Sofia, dopo avere trattato colle autorità militari tedesche, il fu nominato Cappellano militare dei soldati tedeschi cattolici in Bulgaria, per giustificarvi la sua presenza, di modo che la sua attività può essere sviluppata sempre meglio. Io stesso studiavo la questione sotto ogni aspetto e sono convinto, che può essere risolta senza grandi difficoltà, ma solamente quando sarà trattata con precauzione e tatto. Sono stato in Bulgaria durante i mesi di giugno e luglio 1916 e adesso di nuovo nei mesi di aprile e maggio 1917 e vi tornerò ancora quest'anno sempre quando la questione vi richiede la mia presenza. Io trattavo la questione finora con Sua Maestà, il Re Ferdinando5 e il Principe ereditario, Boris6.Sua Maestà il Re
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affidava la
questione completamente a me e mi diceva nuovamente in un lungo abboccamento durante la sua
recente visita a Monaco, che egli chiede di restare sempre in contatto con me per questa
cosa. Di più trattavo la cosa coll'arcivescovo Menini di Sofia7, morto alla fine del 1916, e
dopo col suo successore, l'attuale arcivescovo di Sofia, prima vicario apostolico di
Filippopoli, Monsignore Peeff8, e anche ho preso contatto col metropolita di Tirnovo, il prete
più stimato e più conosciuto in Bulgaria, del quale parlavo più sopra, e col quale mi lega
un'amicizia sincera. Avevo anche una lunga conferenza col suo teologo principale,
Hiromonachos9al quale dirigevo la preghiera di elaborare una composizione dei punti di differenza fra Roma e Bulgaria. Sarà necessario di visitarlo di nuovo.
Parlavo anche col vescovo di Nicopoli10, Monsignore Theising, ma credo che e meglio di lasciarlo da parte in questa cosa, perché mostrava poco tatto nella situazione politica attuale. Di più trattavo la questione col defunto arcivescovo di Monaco, Cardinale von Bettinger11 e anche col passato Nunzio, Cardinale Dr. Frühwirth12.Per lo più studiavo in Bulgaria la mentalità del clero e dei laici e specialmente conferivo col abate del chiostro Rilo sopra i questioni dogmatici, relativi alla cosa. Poi sono andato a Costantinopoli e vi avevo una conferenza lunga e dettagliata col vescovo dei Uniti, Mirkoff, chi è Bulgaro di nazionalità e chi non mancava di prestarmi il suo consiglio prudente.
Da tutto ciò propongo come necessario il seguente corso dell'azione:
Dapprima si deve procurarsi dei mezzi finanziari per provvedere i preti uniti greco-cattolici13 con stipendi da missa. [sic] Il minimo pro persona e giorno è di due Marchi.
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Le somme finora alla loro disposizione erano
assolutamente insufficiente e povere. Ho l'intenzione di trattar ciò col provinciale
bavarese del ordine dei Francescani. Nel caso che questi stipendi saranno accordati, la
situazione finanziaria migliorata dei preti uniti mostrerà ai popi ortodossi bulgari, come
si curerà di loro. Questa influenza assolutamente esterna gli farà più benevolenti al
problema dell'unione con Roma, perché in Bulgaria non si conosce le parole della Bibbia:
"Chi serve l'altare, dev'essere nutrito del altare."Poi si deve procurarsi dei mezzi finanziari necessari al consolidamento dei membri del Exarchato per separarli dalla Russia. Questo farà delle spese considerabili. Io calcolo la somma necessaria per tutta l'azione a un milione di marchi. Da che parti potessero provenire queste somme necessarie non voglio indicare adesso.
Per poter dire al popolo bulgaro già adesso qualche cosa sopra Roma, abbiamo preso la risoluzione di fare l'edizione di un calendario popolare cattolico per l'anno 1918. La redazione si trova nelle mani del Professore Bastgen14, l'edizione stessa sarà fatta dal chiostro dei Cappuccini di Sofia. Naturalmente i superiori del chiostro sono informati del problema dell'unione. In questo calendario sarà pubblicato istorico [sic] sulle relazioni fra Roma e Bulgaria, nel quale in prima linea e dimostrato che i tempi più gloriosi dei Zari bulgari furono nell'unione con Roma.
Allorché Boris15 nel 864 passò al cristianesimo, non fu contrario ad unirsi alla chiesa di Roma, ma essendogli stato negato un proprio patriarca, egli si volse verso Bizanzio e a seconda che la potenza politica bulgara in rapporto
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a quella di Bisanzio fu più forte o più debole, crebbe
o diminuì l'influenza non cessò mai del tutto, cosicché col tramonto del primo regno bulgaro
(971) il clero nel oriente del paese, cadde in piena balia di Bisanzio. Invece nel regno
degli Scismanidi in Ocrida (Bulgaria occidentale) si mantenne, dal 963 al 1019, un
patriarcato bulgaro. Nel 1019 questo regno divenne una provincia greca, e il
patriarcato un arcivescovato, dipendente da Bisanzio.Solo al tempo degli Assenidi (1186) la Bulgaria ebbe di nuovo, in Tirnovo un arcivescovo indipendente da Bisanzio nel 1202, il potente Zar Kalojan, si dichiaro pronto a sottomettere la chiesa bulgara alla romana, se Papa Innocenzo III. lo incoronasse Imperatore. Ma siccome il Papa diede a Kalojan solo la corona reale e nominò il sommo sacerdote bulgaro soltanto primate e non patriarca, non si ottenne che un unione superficiale. Kalojan conservò nondimeno il titolo di Zar e trasformò il primate in patriarca come aveva desiderato. Le cose rimasero così sino alla conquista della Bulgaria da parte dei Turchi nel 1293, nel quale anno il patriarcato di Bisanzio tornò di nuovo in potenza, sostituì i preti e i maestri cattolici con preti e maestri greci e introdusse la liturgia greca, sebbene non compresa dalla maggioranza del popolo. Gli uffici ecclesiastici, superiori ed inferiori, vennero assegnati per danaro. Una cattedra vescovile costò 4000 ducati, una cattedra arcivescovile dai 6 ai 25.000, senza le mance. Tutti i libri religiosi bulgari vennero sistematicamente bruciati.
Le relazioni fra Roma e Bulgaria saranno sviluppate più dettagliate nel mio lavoro in parola.
Sono specialmente due personaggi, dalle quali dipende principalmente la questione intera, come dicevo già
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a Sua Maestà, il Re16: "Il
Papa e il Re17.
Il Papa risolverà la parte dogmatica e specialmente la questione del matrimonio dei preti.
Io credo in riguardo alle cose dette più sopra, che non sarà difficile di trovarvi una
soluzione. Il secondo punto principale della parte dogmatica è lo "Spiritus sanctus qui de
Patre filioque procedit."Sua Maestà il Re deciderà l'opportunità del momento. Sua Maestà mi rassicurava spesso della Sua sincera volontà di regolare quest'azione e la designava espressamente come il coronamento dell' opera della Sua vita in Bulgaria.
I membri della famiglia reale sono i seguenti:
1. Lo Zar Ferdinando, nato il 26 febbraio 1861, cattolico.
2. Il principe ereditario Boris, nato il 18 gennaio 1894 (stile vecchio), battistato cattolico, ma battistato secondo il rito ortodosso il 2 febbraio 1896 (stile vecchio).
3. Il principe Cirillo, nato il 5 novembre 1895 (stile vecchio), cattolico.
4. La principessa Eudoxia, nata il 5 febbraio 1898, (stile vecchio), cattolica.
5. La principessa Nadeschda, nata il 18 gennaio 1899 (stile vecchio), cattolica.
La madre di questi principi e principesse era la principessa Maria Luisa di Borbon e Parma, nata il 17 gennaio 1870, defunta il 19 gennaio 1899, cattolica.
La seconda moglie del Re, la principessa Eleonora di Reuss, linea cadetta, e protestante. Questo matrimonio rimaneva senza fanciulli.
Discutendo con Sua Maestà il Re, affermavo la mia opinione in riguardo al Principe ereditario. Il Principe
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ereditario e
divenuto membro della chiesa cattolica per avere ricevuto il santo sacramento del battesimo
e lo rimane per il "Character indelebile" del sacramento. Il battesimo ortodosso era
solamente una cerimonia, esercitata al principe in una età nella quale egli non era ancora
"pervenuto all'uso della ragione", e per questo non può influenzare minimamente la sua
posizione come membro della chiesa cattolica. Il Principe ereditario, Boris18, non partecipava mai
alla comunione secondo il rito ortodosso. Da lunghe conferenze con lui e dalla sua
partecipazione alla processioni "In festo Corporis Christi" e al sant'ufficio cattolico, io
sò che lui si sente cattolico e aspira con tutto il cuore di affermare pubblicamente la sua
convinzione cattolica.La situazione politica porterà fra poco il matrimonio del Principe ereditario. Ho causa di credere che la futura moglie del Principe ereditario sarà una Principessa di una famiglia cattolica, vale a dire una Principessa della casa arciducale d'Austria.
Quel battesimo secondo il rito ortodosso inimicava lo Zar con Roma e lo faceva eretico secondo le leggi della chiesa. Questo fatto lo Zar regretteva [sic] sinceramente e cercava sempre di mantenere la comunicazione interna colla chiesa, dopo di che ragioni politiche lo avevano costretto a questo sacrificio. Lo Zar è commandatore [sic] del Toson d'oro. Essendo rinchiuso nelle insegne del Toson d'oro delle reliquie, lo Zar approfittava di questo fatto per farsi venire un prete e ponendo le reliquie delle insegne sopra una tavola, facendola altare, poteva così farsi celebrare la messa. Questo fatto prova sufficientemente che ciò gli è una questione sincera.
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Ecco lo stato attuale della questione. Io vi rapporterò sempre tutte le variazioni future, le vicende necessarie e le notizie importanti dalle persone di confidenza in Bulgaria per informare sempre minutamente la Santa Sede di questa questione mondiale.
Monaco, il 20 giugno 1917, il 15 agosto 1917.
Dr. Maximilian Pfeiffer
Deputato
1↑Masch. gestrichen.
2↑"Padre Cappuccino tedesco" hds. eingefügt, vermutlich vom
Empfänger.
3↑"Celestino Schweighofer" hds.
eingefügt, vermutlich vom Empfänger.
4↑"Hubert Bastgen" hds. eingefügt, vermutlich vom Empfänger.
5↑"Re
Ferdinando" hds. eingefügt, vermutlich vom Empfänger.
6↑"Principe ereditario, Boris" hds. eingefügt, vermutlich vom
Empfänger.
7↑"Menini di Sofia"
hds. eingefügt, vermutlich vom Empfänger.
8↑"Peeff" hds. eingefügt, vermutlich vom
Empfänger.
9↑"Hiromonachos" hds. eingefügt, vermutlich vom
Empfänger.
10↑"Nicopoli" hds. eingefügt, vermutlich vom Empfänger.
11↑"Bettinger" hds. eingefügt,
vermutlich vom Empfänger.
12↑"Frühwirth" hds. eingefügt, vermutlich vom
Empfänger.
13↑"preti uniti greco-cattolici" hds. eingefügt, vermutlich vom
Empfänger.
14↑"Bastgen"
hds. eingefügt, vermutlich vom Empfänger.
15↑"Boris" hds. eingefügt,
vermutlich vom Empfänger.
16↑"Re" hds. eingefügt, vermutlich vom Empfänger.
17↑"Papa e il Re" hds. eingefügt, vermutlich vom Empfänger.
18↑"Boris" hds. eingefügt, vermutlich vom Empfänger.