Dokument-Nr. 11350
Pacelli, Eugenio an Gasparri, Pietro
[München], 02. Juli 1921

Schreiber (Textgenese)
PacelliPacelli
Betreff
Viaggio in Sassonia – Ripristinamento dell'antica diocesi di Meissen – Colloquio col Ministro Presidente
Compio il dovere di riferire all'E. V. R. circa il mio viaggio da me compiuto in Sassonia coll'autorizzazione della medesima E. V. (Dispaccio N. B=21449) in occasione della solenne proclamazione del ripristinamento dell'antica diocesi di Meissen e della ricorrenza del settimo centenario dalla fondazione del Capitolo di Bautzen.
Partito da Monaco la mattina di Sabato 25 Giugno p. p. scorso, accompagnato, oltre che da uno dei miei Segretari, da S. A. S. il Sig. Principe Alessandro Schönburg-Hartenstein, nipote del Principe Giovanni, già Ambasciatore d'Austria-Ungheria presso la S. Sede. Giunto alle 2.30 pom. ad Hof, ultima stazione del territorio bavarese, fui ivi incontrato dall'Amministratore Apostolico interino della Sassonia, Mons. Giacomo Skala, e dal rev. parroco di Plauen, sac. Seidler. Lungo il percorso sino a Bautzen, e particolarmente alle stazioni di Plauen, Reichenbach, Zwickau, Chemnitz, Freiberg, Dresda, numerose deputazioni di cattolici accorrevano ad ossequiare il rappresentante dell'Augusto Pontefice, e con tutti m'intrattenevo, portando loro il saluto, l'augurio e la paterna Benedizione di Sua Santità. Alla stazione di Bautzen, nonostante l'ora tarda, una grande folla attendeva il mio arrivo nella città, imbandierata coi colori pontifici e sassoni.
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Il giorno seguente, dopo una solenne riunione nella maggior Sala del Palazzo del Capitolo, nella quale vennero distribuiti i documenti e le insegne delle onorificenze concesse dal S. Padre in questa circostanza, ebbero luogo nel Duomo la presa di possesso del nuovo Decano Mons. Skala e Protonotario Apostolico ad instar participantium Mons. Skala grazie alla benigna facoltà comunicata dall'E. V. col venerato telegramma del 22 Giugno p. p., e quindi, dopo il canto di Terza, la Messa pontificale da me celebrata. Terminato il Vangelo, il Canonico Mons. Klein lesse dal pulpito la formula da me rimessagli annunziante, il ripristinamento della diocesi suddetta. L'affluenza del popolo fu veramente imponente. Non solo i cattolici, ma anche i protestanti, a cominciare dal Prefetto della provincia, Sig. von Nostiz-Wallwitz [sic], ed e daed il Sindaco Sig. Riedner [sic], fecero a gara per assistere alla cerimonia, di guisa che al Capitolo riuscì assai difficile di soddisfare le innumerevoli domande che gli giungevano da quanti bramavano di essere ammessialla cerimonia. Erano altresì presenti il Principe Cristiano e la Principessa Matilde di Sassonia colla Dama di Corte Baronessa von Schönberg.
I giorni seguenti (27-30 Giugno) furono da me consacrati a visitare, in gran parte mediante un automobile gentilmente a a mia disposizione da un distinto Signore cattolico, varie località della Lusazia e delle terre ereditarie della Sassonia, impartendo, in virtù della facoltà comunicatami col sullodato Dispaccio, la Benedizione Apostolica coll'indulgenza plenaria. Fra
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esse noto principalmente i due grandi Monasteri di Religiose Cisterciensi di Marienstern e Mariental, (rimasti sempre, malgrado gli sforzi della rivoluzione protestante, fedeli alla Chiesa romana), Crostwitz, Storcha, Radibor, Löbau, Ostriz Os Zittau, Schirgiswalde, ed infine le due grandicittà di Dresda e di Lipsia. Il viaggio durava ininterrottamente dalle sette del mattino sino alle circa alle nove della sera. Io non posso descrivere a V. E. l'entusiastica accoglienza, che quelle popolazioni cattoliche, disperse in mezzo ad un Paese in grande maggioranza protestante ed alle quali sino a qualche anno fa una ferrea legislazione non permetteva nemmeno di respirare, hanno fatto all'inviato dell'amatissimo loro Padre. È stata come una esplosione di gioia dopo la lunga ed opprimente servitù, un autentico trionfo dell'Augusto Pontefice , cui si sono inchinati anche i dissidenti. Nella Lusazia le popolazioni venediche (slave) mi ricevevano nei loro tradizionali costumi, che apparivano come una vera festa di colori; da un Comune all'altro numerosi cavalieri delle primarie famiglie si davano il cambio per scortare la mia vettura; le associazioni cattoliche erano riunite coi loro svariati vessilli, che s'inchinavano al mio passaggio; i bambini gettavano a piene mani fiori sul mio cammino e nella mia vettura, che alcune volte ne [ri] rimase completamente inondata, ed i fedeli, accorsi anche dai luoghi vicini, si accalcavano pper ricevere la Benedizione
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in così gran numero, che talvolta riusciva difficile all'automobile di procedere oltre. Ammirevole poi era la pietà, lo spirito di fede, il raccoglimento, che d uomini e donne, vecchi e giovani, mostravano in chiesa soprattutto nel ricevere la Benedizione papale, e commoventissimo ed imponente era il canto del Te Deum, con cui quelle cattoliche popolazioni, provate da lotta secolare, sembravanoelevavano al Signore la loro letizia e la loro riconoscenza. Mi sia permesso di terminare queste brevi note, riproducendo le parole pronunziate dal Consigliere di Giustizia Dr Schrömbegens [sic] nella solenne ed affollatissima adunanza tenutasi in Lipsia, in occasione della mia visita, la sera del 29 Giugno, festa dei SS. Apostoli Pietro e Paolo: "I grandi avvenimenti di questi giorni hanno fatto battere fortemente i cuori dei cattolici della Sassonia. Il Santo Padre Benedetto XV ha voluto benignamente cogliere l'occasione del settimo centenario della fondazione del Capitolo di Bautzen per soddisfare una brama già che essi da lungo tempo nutrivano. col ripristino ci ha V. E. non solo ci ha portato questo lieto messaggio, ma ha voluto altresì viaggiare attraverso la Sassonia, enel suo viaggio trionfale ha trovato dapertutto [sic] un'accoglienza così entusiastica. quale non è stata mai fatta ad alcun trionfale. Oggi i cattolici di Lipsia sono i privilegiati, ed io sono incaricato di esprimerle i nostri sentimenti di venerazione, di riconoscenza, di entusiasmo e di orgoglio… La giornata di oggi è una pietra miliare per la causa cattolica in Sassonia. Io non dubito di affermare che il viaggiopassaggio di Vostra Eccellenza nel nostro Paese avrà l'efficacia di una settimana di sacre Missioni. Noi riconosciamo che nella nostra Santa Chiesa è la salute del mondo. Perciò vogliamo stringere ancor più fortemente le nostre file e lottare per la nostra santa Fede cattolica : Christus vincit, Christus con incrollabile fede: Christus vincit, Christus regnat, Christus imperat."
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Per ciò che riguarda la risposta alla Nota indirizzatami già in data del 30 Marzo scorso dal Sig. Incaricato d'Affari di Sassonia in Monaco, mi è sembrato opportuno, tutto considerato, di seguire una via media fra le due già accennate rispondendo il 18 corrente, nei seguenti termini, che traduco dal tedesco:
"In riscontro alla pregiata Sua Nota del 30 Marzo scorso ho ora l'onore di comunicarL comunicare alla S. V. Illma che la Santa Sede ha risoluto di unire i territori, appartenenti sinora al Vicariato Apostolico di Sassonia ed all'Amministrazione ecclesiastica per la Lusazia superiore sassone, in Bau in una diocesi, la quale porterà il nome dell'antico vescovato di Meissen, in tal guisa ripristinato. A Pastore di detta diocesi, la quale deve essere considerata come succeduta nei diritti del Vicariato e dell'Amministrazione summenzionati (1), la S. Sede, accogliendo il desiderio del Governo sassone, nominerà un cittadino tedesco.
La Santa Sede medesima nutre fiducia che il Governo sassone apprezzerà debitamente tale atto di condiscendenza e che nel nuovo ordinamento dei rapporti fra Chiesa e Stato, – massime in occasione delle progettate trattative per la conclusione di un Concordato per il Reich, –
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coopererà, con sper ispirandosi a sentimenti di giustizia e di [paci] conciliazione, ad assicurare gl'interessi religiosi della parte cattolica della popolazione della Repubblica sassone.
Nel pregare la S. V. di portare quanto sopra a conoscenza del Suo Governo, con sensi ecc."
Oltre a ciò, non ho mancato di profittare del mio breve viaggio in Sassonia per cercare di prendere contatto personalecol Capo diquel Governo, sebbene (come ebbi già a notare nel succitato Rapporto N. 20437) esclusivamente socialista ed ostile alla Chiesa. Per mezzo del Sig. Hesslein, primo ed unico deputato cattolico al Landtag sassone, feci cautamente tastare il terreno, affine di apprendere se una mia visita al Ministro Presidente Sig. Buck riuscirebbe o no gradita. Questi dichiarò subito che sarebbe stato lusingatissimo di riceverla e che anzi a tale scopo avrebbe ritardato il giorno della già fissato della sua partenza per le ferie estive. Fu così che la mattina del 29 a mezzodì mi recai, accompagnato da Mons. Skala, dal Sig. Conte Schall-Riaucour e dal predetto deputato, al Palazzo governativo in Dresda, ove erano ad attendermi due funzionari del Ministero degli Esteri, i qualim'introdussero subito dal Sig. Buck. Il Sig. Ministro Presidente mi accolse con grande cordialità
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e mi manifestòsubito la sua soddisfazione nel fare la conoscenza personale del Nunzio Apostolico di passaggio per Dresda. Da mia parte, richiamai i concetti già espressi nella mia surriferita Nota (che il Ministro mi disse di aver letto con compiacenza) con compiacimento), rilevando in special modo la benevolenza con cui Sua Santità aveva annuito al desiderio del Governo sassone nello scegliere a nuovo Vescovo di Meissen un suddito tedesco. E poiché dal più volte menzionato deputato Hesslein e da altri cattolici in Dresda mi erano stato manifestato il timore che, rimanendo estinto coll'avvenuto ripristinamento della diocesi di Meissen il Vicariato Apostolico di Sassonia, il Governo socialista ne avrebbe profittato per sopprimere le prestazioni finanziarie spettanti al medesimo sino al definitivo svincolo previsto dalla Costituzione del Reich, mi diedi premura di aggiungere che detto ripristinamento costituiva (come si usa qui di dire) un affare ecclesiastico puramente interno e che, secondo quanto avevo già osservato nella mia più volte menzionata Nota, la diocesi di Meissen doveva considerarsi come succeduta nei diritti del Vi Vicariato anzidetto e dell'Amministrazione ecclesiastica per la Lusazia. Il Ministro Presidente annuì esplicitamente e formalmente a questa mia richiesta e tale dichiarazione ripeté allorquando alla fine del mio colloquio furono introdotti i summenzionati signori, che mi avevano accompagnato.
È da ricord[arsi] che il Sig. Buck, sebbene non sia il più radicale fra i membri dell'attuale Governo sassone, tuttavia, er essendo in passato Ministro del Culto (attualmente questo Dicastero è affidato
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ad un socialista indipendente assai avanzato, il Sig. Fleissner), sostenne con grande energia la cosidetta scuola unica e fu autore del decreto antireligioso del 12 Dicembre 1918. Ciò nondimeno, egli volle assicurarmi che si sarebbe ispirato verso le varie confessioni religiose, e quindi anche verso i cattolici, a criteri di tolleranza, di libertà e di parità di trattamento, ed io ne presi occasione per sostenere, contro l'anzidetta concezione socialistica della scuola unica, il diritto sacro diritto dei genitori cattolici di avere per i loro figli scuole cattoliche. Tuttavia particolarmente su questo punto non si può avere fiducia nell'attuale Governo sassone; e quindi alle varie Associazioni di maestri e di padri di famiglia, che ho incontrato durante il mio viaggio, ho inculcato nel modo più vivo l'intrepida e costante difesa della scuola confessionale, difesa che, del resto, i cattolici della Sassonia conducono con molta energia, giungendo in caso estremo, come si verificò in Plauen, sino all'arma dello sciopero.
Il deputato Hesslein mi ha comunicato che
La Cancelleria di Stato in Dresda diede subito annunzio alla stampa della mia visita al Ministro Presidente, la quale, come mi ha testé comunicato il deputato Hesslein, ha prodotto favorevole impressione non solo presso i cattolici, ma altresì nei circoli parlamentari anche socialisti.
La stampa cattolica ha ampiamente comm commentato il ripristinamento della diocesi di Meissen ed il mio
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viaggio in Sassonia; ed io, per soddisfare il desiderio ripetutamente espressomi dallo stesso deputato Hesslein, compio il dovere di trasmettere qui acclusi all'E. V. irelativi numeridellaSächsische Volkszeitung. Anche la stampa acattolica nella quasi sua totalità,per quanto si può finora giudicare, haaccolto oggettivamente l'avvenimento riconoscendo ancheaffermando anzicome hanno fatto nelleDresd ner N achrichten(N. 297), che "il 26 Giugno 1921 rimane per la Chiesa cattolica (in Sassonia) un avvenimento perpetuamente memorabile, quale essa non aveva registrato da secoli". Voci di allarme non sono tuttavia mancate in qualche organo protestante fanatico, come il e cioè nel Säch s isches Kirchenblatt e nel Meissner Tagblatt, il quale crede dover dedurreritiene che "la Chiesa cattolica, giudicando (a t ragione od a torto) il momento attuale presente come favorevole per lae suae propag alle proprie conquiste, intende intensificare nella Sassonia, di cui il 94 per cento della popolazione è evangelica, la sua attività allo scopo di rafforzarvi la sua posizione" ed esorta perciò la Chiesa evangelica sassone a maggiore vigilanza.
Prima delladi lasciare la Sassonia ho lasciato all'Amministratore Apostolico interino Mons. Skala la somma di Marchi ventimila (prelevata dal fondo di beneficenza), perché fosse distribuita nel Nome Augusto del S. Padre ai poveri senza distinzione di religione, ed è superfluo aggiungere che lanotizia è stata accolta con viva e riconoscente soddisfazione.
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Chinato
Empfohlene Zitierweise
Pacelli, Eugenio an Gasparri, Pietro vom 02. Juli 1921, in: 'Kritische Online-Edition der Nuntiaturberichte Eugenio Pacellis (1917-1929)', Dokument Nr. 11350, URL: www.pacelli-edition.de/Dokument/11350. Letzter Zugriff am: 09.01.2025.
Online seit 14.05.2013, letzte Änderung am 14.04.2014.