Dokument-Nr. 1416

[Fonck SJ, Leopold]: Le condizioni degli studi biblici
specialmente nella Germania
. [Ohne Ort], vor dem 25. März 1919

Confidenziale
I. I fatti. Paragrafo 1. L'Enciclica "Providentissimus Deus"
1. I precedenti. Negli anni dopo il Concilio Vaticano parecchi eruditi in diversi paesi cominciarono a proporre varii tentativi per restringere l'ispirazione della S. Scrittura alle cose religiose. Il loro scopo principale era di rendersi la via libera per ammettere errori nelle cose profane riferite o menzionate nei sacri libri e per riconciliare in tal guisa la scienza e la Bibbia.
Tale era la tendenza del professore August Rohling nel suo scritto: "Die Inspiration der Bibel und ihre Bedeutung für die freie Forschung" (1872), contro il quale il Card. Franzelin scrisse un'appendice al suo trattato "De divinis Scripturis". Allo stesso scopo mirano le teorie del Card. John Henry Newmann su gli "obiter dicta" della Scrittura, i quali secondo esso non sarebbero ispirati (1884). Similmente difesero le idee liberali sull'ispirazione gli autori italiani Can. Salvatore di Bartolo (1888), Can. Berta (1892), i Barnabiti Paolo Savi (1892/93) e Giovanni Semeria (1893). Quest'ultimo, e similmente il Savi, voleva distinguere due elementi nella Bibbia: l'uno voluto da Dio, l'altro permesso soltanto, l'uno propriamente ispirato ed infallibile,
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l'altro sottomesso agli errori possibili del limitato autore umano. Il criterio per distinguere questi due elementi sarebbe lo scopo religioso dei sacri libri.
Sopra tutto si propagavano tali idee sull'ispirazione nella Francia. Grande impressione fece Francois Lenormant col suo libro "Les origines de l'histoire d'après la Bible et les Traditions des peuples orientaux" (1880 ss), che fu poi messo sull'Indice dopo la morte dell'autore. Secondo la di lui opinione, l'ispirazione non impedisce che l'agiografo ammetta nel testo sacro le leggende, i miti e le tradizioni popolari con tutti i loro errori e tutte le loro inesattezze fuori del campo religioso, facendo di tali leggende una veste esterna delle verità eterne. Tali teorie trovarono un'accoglienza favorevole presso molti eruditi e professori, anche nei seminari francesi e nei circoli ecclesiastici e laici. Laonde Mgr. d'Hulst, pubblicando il 25 Gennaio 1893 nel "Correspondant" il suo famoso articolo "La Question biblique", distingueva bensì tra gli eruditi cattolici in Francia tre classi: conservatori tradizionali sull'ala destra, che difendono strettamente l'ispirazione e l'inerranza della S. Scrittura in tutta la sua estensione; i moderni, sull'ala sinistra, pronti a riconoscere errori ed inesattezze nei libri sacri; i moderati, nel centro, che nella teoria ammettono la possibilità di errori nella Bibbia, ma nella pratica procedono molto cautamente. Però egli nota espressamente, che
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uomini eruditi nella teologia e negli studi orientali e pure fedeli alla stretta dottrina tradizionale sull'inerranza biblica, come Vigouroux e Brucker, siano delle vere eccezioni.
2. La decisione di Leone XIII. Il Sommo Pontefice Leone XIII, considerando questo stato delle cose nel campo biblico, non voleva prorogare la decisione della questione biblica, resa necessaria per le controversie degli ultimi anni. Il 18 Novembre 1893 egli pubblicò l'Enciclica "Providentissimus Deus" sugli studi biblici.
Senza entrare qui a lungo nella discussione della dottrina di questo documento importantissimo, per lo scopo presente basterà notare i punti seguenti: 1.) Il Supremo Maestro della Chiesa vuole, con la sua Enciclica, espressamente decidere le controversie vigenti tra i dottori cattolici.
2°) Egli riprova solennemente la restrizione dell'ispirazione alle cose religiose: "Nec enim toleranda est eorum ratio, qui existis difficultatibus sese expediunt, id nimirum dare non dubitantes, inspirationem divinam ad res fidei et morum, nihil praeterea. Pertinere".
3°) Egli riprova parimenti la sentenza di quelli che ritengono lo scopo religioso come criterio per giudicare la verità delle parole del testo sacro: "eo quod falso arbitrentur, de veritate sententiarum cum agitur, non adeo exquirendum, quaenam dixerit Deus, ut non magis perpendatur, quam ob causam ea di-
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xerit".
4°) Egli difende la piena ispirazione e l'assoluta inerranza dell'intero contenuto della Sacra Scrittura come una dottrina derivata dalle decisioni dei Concili di Firenze, di Trento e del Vaticano, e perciò la dichiara "antiqua et constans fides Ecclesiae".
5°) Perciò il Sommo Pontefice si mette indubbiamente dalla parte dell'ala destra dei tre gruppi di cui parla Mgr. d'Hulst.
3. Lo sviluppo ulteriore. 1°) La parola del Papa destò dapprima un gran plauso in tutta la Chiesa e fuori di essa. Uno dei primi a manifestare la piena sua sottomissione ed approvazione era Mgr. d'Hulst col collegio dei professori dell'Istituto cattolico di Parigi.
2°) Però ben presto cominciò a manifestarsi, prima nella Francia e poi anche in altri paesi, un malcontento, che poi divenne opposizione aperta contro la dottrina dell'Enciclica.
In Francia l'anima di tale opposizione era Alfred Loisy, del quale non occorre narrare qui la storia ben triste e ben conosciuta. Seguirono il suo esempio altri infelici, anche fino all'apostasia finale. Ed è ben notevole che l'occasione all'ultimo passo disperato, oltre le cause particolari che non abbiamo da discutere, in molti di questi casi tristissimi diede la questione biblica e l'opposizione alla dottrina di Leone XIII,
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confermata poi da Pio X e per molte questioni speciali dai decreti della Pontificia Commissione Biblica.
3°) Un'opposizione con uno spirito affatto diverso, ma oggettivamente non meno una vera una vera 2 opposizione, contro l'insegnamento dell'Enciclica "Providentissimus Deus", venne sempre più manifestandosi particolarmente nelle pubblicazioni del R. P.  Lagrange, prima in diversi articoli della "Revue Biblique", e poi principalmente nel libro "La methode Historique surtout à propos de l'ancien Testament" (1903).
Il punto capitale della sua teoria sull'ispirazione è la distinzione dei due elementi nella Sacra Scrittura, il primario e religioso e poi il secondario e profano, che serve come veste esterna delle verità eterne, come P. Lagrange lo propone quasi colle parole del Lenormant e del Semeria. Però non nega che l'ispirazione si estenda a tutto il contenuto, anzi a tutte le parole della S. Scrittura. Egli nega soltanto che l'effetto dell'ispirazione, e particolarmente l'inerranza e la verità assoluta, si estenda anche agli elementi secondari profani del sacro testo.
4) Questa teoria si propagò poi specialmente nella Germania negli scritti del Prof. Karl Holzhey di Frisinga e sopra tutto nel libro del P. Franz von Hummelauer "Exegetisches zur Inspirationsfrage. Mit besonderer Rücksicht auf das Alte Testament" (1904).
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Paragrafo 2. La situazione nella Germania
l. Considerando le pubblicazioni, sopra tutto di questi ultimi dieci anni, si rilevano per la questione biblica nella Germania i fatti seguenti:
l°) In generale quasi tutti i professori delle facoltà teologiche seguono le teorie larghe e liberali sull'ispirazione proposte dal P. Lagrange e dal P. von Hummelauer. Uomini eruditi nella teologia e negli studi orientali, così si può ripetere con Mgr. d'Hulst, che sono ancora veramente conservatori e difensori della dottrina dell'Enciclica di Leone XIII, sono una vera eccezione. (Quasi non trovo altri che il Hoberg di Friburgo e il Döller di Vienna, e il Becker di Magonza.)
2°) La teoria sull'ispirazione, che si propone anche nei libri moderni apologetici del Sawicki (Die Wahrheit des Christentums, 2. ed., Paderborn 1913), di Esser-Mausbach (Religion, Christentum, Kirche I, Kempten 19ll) ed altri, e per la quale il Sawicki adduce come autori principali il P. Lagrange ("Der führende Geist dieser Richtung"), il P. von Hummelauer, il Professore Karl Holzhey di Frisinga, si riduce al punto capitale di distinguere i due elementi già detti, l'uno principale religioso, l'altro secondario profano, ambedue ispirati, ma il primo solo insegnato e voluto da Dio, l'altro permesso e lasciato alla limitatezza dello scrittore umano.
3°) Quanto all'effetto dell'ispirazione si nega semplicemente
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l'inerranza per l'elemento secondario profano, restringendo la verità divina alle sole cose religiose. Inoltre si nega la verità storica assoluta dei fatti storici narrati nella S. Scrittura, riducendola ad una verità relativa e ricorrendo per questa alle citazioni implicite ed ai generi letterari delle varie parti della Bibbia.
2. Tali teorie si diffondono tanto più nelle scuole, che le Reviste seguono in gran parte la stessa via. Così la "Biblische Zeitschrift", la "Theologie und Glaube" di Paderborna, la "Theologische Revue" di Münster più o meno apertamente difendono le idee esposte.
I commentari poi fanno l'applicazione pratica delle medesime teorie. Per il Vecchio Testamento i professori cattolici della Germania si sono uniti per la pubblicazione dell'"Exegetisches Handbuch zum Alten Testament", di cui l'editore principale è il Prof. Johannes Nikel di Breslavia. Quale ne sia l'indole, si vede dai due volumi sui libri dei Re, publicati dal Prof. A. Sanda in Leitmeritz. Ne ho fatto una relazione speciale che aggiungo a questo scritto.
Per il nuovo testamento si erano uniti anche i principali esegeti neotestamentari della Germania per pubblicare un gran commentario sotto la guida del prof. Fritz Tillmann di Bonna, ora di Münster, se non sbaglio. Ma dopo la pubblicazione dei primi fascicoli sul Vangelo di S. Matteo, scritti dal Dottore Fritz Meier,
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si dovette interrompere la continuazione dell'impresa per intercessione dell'autorità ecclesiastica di Roma.
3. Il contenuto poi dei dotti commentari si diffonde nel popolo con le serie di scritti di volgarizzazione, tra i quali la più diffusa è quella intitolata "Biblische Zeitfragen", diretta adesso dai Prof. Heinisch e Rohr di Strassburgo. A due di questi fascicoli si riferisce anche la relazione qui unita su gli scritti del Prof. A. Sanda.
Ciò che aumenta particolarmente la confusione, è il fatto che tutti questi scritti si pubblicano con l'approvazione dell'autorità eccl. e che gli autori difendono le loro teorie pretendendo che da Roma tali opinioni non sono mai state disapprovate.
4. In riguardo poi a questa autorità del Romano Pontefice e degli organi della Santa Sede, i difensori delle medesime teorie manifestano assai apertamnente una generale avversione, considerando l'Enciclica "Providentissimus Deus" come "Opinione privata" di Leone XIII, come mi disse un Prof. di Monaco, ignorando le decisioni della Commis. Biblica e difendendo le opinioni contrarie, anzi, dichiarando i decreti di quella Commis. come "decisioni puramente storiche, in riguardo alle quali si pretende esser il diritto, ed anzi l'obbligo di coscienza degli eruditi cattolici ben informati di proporre pubblicamente le ragioni in favore delle opinioni riget-
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tate.
II. Le Cause: § 1. Cause interne.
1. Tra le cause interne di questa condizione assai triste degli studi biblici in Germania mi pare che occupi il primo posto la mancanza di una solida formazione filosofica e teologica, specolativa e positiva. Il corso di studi, che molti candidati del dottorato teologico fanno nelle Università di Germania, fa comprendere facilmente tale mancanza.
2. Avezzi poi ai metodi della filologia e della storia profana, gli autori cattolici trascurano anche nella spiegazione dei libri sacri quasi completamente il lato divino dell'ispirazione, considerando esclusivamente il lato umano del testo biblico.
3. Insistendo inoltre sui fatti e le scoperte della scienza moderna, essi trascurano indebitamente i fatti della rivelazione relativi al testo sacro, i quali ci vengono proposti nel Nuovo Testamento in riguardo all'interpretazione del Vecchio, e nei documenti del magistero ecclesiastico in riguardo a tutti i libri sacri.
4. Si aggiunga l'ignoranza quasi generale ed il disprezzo troppo frequente dei grandi esegeti cattolici del passato, e spesso anche della letteratura cattolica dei tempi moderni.
5. Invece regna anche oggi quella stima esagerata degli autori non cattolici, che Leone XIII deplorò nella sua Enciclica, forse spesso con l'intenzione lodevole di guadagnarsi gli avversari.
Parag. 2. Cause esterne.
1. Tra le cause esterne una mi sembra data dal fatto che la letteratura biblica presente per una gran parte del campo di questi studi è dominata dagli autori protestanti ed increduli.
2. Inoltre quasi tutti i candidati dell'insegnamento in questi studi fanno una gran parte dei loro studi preparatorii nelle scuole e nei seminari universitari dei professori razionalisti.
1Seitenzählung von den Editoren eingefügt.
2Hds. gestrichen, vermutlich von Pacelli.
Empfohlene Zitierweise
[Fonck SJ, Leopold], Le condizioni degli studi biblicispecialmente nella Germania, [Ohne Ort] vom vor dem 25. März 1919, Anlage, in: 'Kritische Online-Edition der Nuntiaturberichte Eugenio Pacellis (1917-1929)', Dokument Nr. 1416, URL: www.pacelli-edition.de/Dokument/1416. Letzter Zugriff am: 24.11.2024.
Online seit 04.06.2012, letzte Änderung am 10.09.2018.