Dokument-Nr. 14997
Pacelli, Eugenio an Gasparri, Pietro
[München], 12. Februar 1924

Schreiber (Textgenese)
PacelliPacelli
Betreff
Progetto di legge sull'amministrazione dei beni ecclesiastici in Prussia
Non appena mi pervenne il venerato Dispaccio dell'E. V. R. N. 26858 del 3 corrente, mi diedi premura di comunicare la all'Eminentissimo Signor Cardinale Bertram, come Presidente della Conferenza episcopale di Fulda, la mente della S. Sede circa il progetto di legge sull'amministrazione dei beni ecclesiastici in Prussia.
Oggi mi è giunta una lettera del sullodato Eminentissimo, che qui acclusa compio il dovere di trasmettere in copia all'E. V. Egli si mostra preoccupato per la clausola "salvo ad informare la S. Sede, prima di impegnarsi definitivamente", e mi chiede se debba per ciò essere [ora] interrotto lo l'ulteriore svolgimento della cosa. Ciò riuscirebbe adesso assai difficile. Dopo che, infatti, il Ministero del Culto ha
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accolto in sostanza le proposte della Conferenza di Fulda, il progetto è stato approvato dal detto Ministero ed na come anche dal Ministero di Stato, e dovrà domani essere sottoposto al Consiglio di Stato (Staatsrat) ed infine al Parlamento (Landtag). Se quindi il progetto di deve essere prima presentato alla S. Sede, sarebbe necessario di chiedere telegraficamente al Ministero del Culto, che ottenga dal Ministero di Stato che venga differitoa la presentazione del medesimo allo Staatsrat e al Landtag. L'Eminentissimo si dichiara pronto a fare ciò, ma teme che ciò provocherebbe spiacevole sensazione, col nuovo ritardo che cagionerebbe, metterebbe in pericolo l'approvazione del l'accettazione del progetto nel Parlamento. Egli assicura che quanto al voto delle donne, ha dichiarato in una lettera direttagli il 29 Dicembre dello scorso anno, al Sig. Consigliere ministeriale Signor Schlüter che "il diritto di voto attivo e passivo delle donne attiverà darà ammirazione. Però È quindi essen possibile soltanto un tole-
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rari potest
, qualora altrimenti l'intiero progetto coi suoi migliorerebb miglioramenti dovesse restare altrimenti compromesso"; Il Sig. Cardinale ha parimenti respinto la pretesa del menzionato Sig. Consigliere ministeriale, che chiese dall'Episcopato la dichiarazione che i socialisti non sarebbero, perchè tali, esclusi dal Kirchenvorstand o Consiglio di fabbriceria.
L'Eminentissimo insiste poi nel ritenere (ciò che, del resto, è già ben noto alla S. Sede) che non si tratta di una legge nuova, ma della [ein Wort unlesbar] eliminazione di durezze legislative vigenti dal 1875, e che i diritti rimasti allo Stato rimangono soltanto i diritti, che ad esso competono di fronte alle altre persone di diritto pubblico; aggiunge che l'opera dell'Episcopato è stata diretta non a fare concessioni allo Stato (il che è di esclusiva competenza della S. Sede), ma ad a togliere durezze e catene della legislazione tollerata e messa a profitto da parte della Chiesa da 49 anni. "L'Episcopato (egli soggiunge) ha seguito alla prassi vi-
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gente da decenni circa le leggi sull'amministrazione dei beni. Come è noto, anche riguardo ad altre leggi concernenti la organizzazione di tale materia, quali, ad esempio, quelle sulla riscossione delle imposte ecclesiastiche, sulle Unioni di comunità parrocchiali cattoliche, sulla formazio costituzione di fondi ecclesiastici per nuo la erezione di nuove parrocchie, sugli assegni dei parroci, ecc., le trattative sono per quanto io sappia, lasciate dalla Santa Sede ai Vescovi, senza chiedere esigere che si riferi esponga la cosa a Roma; il che, del resto, - sia detto salva summa reverentia -, avrebbe difficilmente prodotto un risultato pratico, trattandosi di questioni pratiche, strettamente connesse colla struttura delle altre leggi locali, e che quindi debbono essere giudicate quanto alla loro opportunità in base alla esperienza, salva pur senza pregiudizio della correttezza dei principii. Nemmeno potrebbe in Roma giudicarsi quali singole disposizioni incontrerebbero opposizione nella maggioranza del Landtag. Ora anche nel caso presente le trattative dell'Episcopato non
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sono state altro che una lotta contro le durezze ed i legami della legislazione del 1875. Mi permetto quindi di sconsigliare urgentemente una decisione che impedisca ora il proseguimento delle trattative, poichè le conseguenze non sarebbero buone e, tutte le comunità cattoliche desiderano una pronta conclusione delle medesime. Che poi la Conferenza episcopale siasi [ein Wort unlesbar]temente, studiata di agire correttamente dal lato così materiale che formale, è sufficientemente noto a V. E. anche senza le suesposte dichiarazioni".
Non tocca a me di giudicare le osservazioni dell del prelodato Eminentissimo. Mi limiterò tuttavia a ricordare che che come egli stesso che comunicarono riser riservatamente propose nella Conferenza di Fulda dello scorso mese di Agosto s.a. del mese che il Presidente della medesima (Emo Bertram) informerebbe la S. Sede circa il progetto in discorso e le necessar relative trattative dell'Episcopato, aggiungendo
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che tale proposta incontrato la generale approvazione. Non sembra tuttavia che l'Emo abbia effettuato detta e commendevole deliberazione. - Il voto, poi, di attivo e passivo delle donne è disposizione nuova, non contenuta nella antica legislazione del 1875, che si vuol migliorare; Checchè sia di ciò, parmi non può tuttavia, subordinatamente che una interruzione delle trattative, sia, al punto in cui esse sono giunte, assai difficilmente attuabili.
Non ho poi bisogno di ripetere all' E. V. che la mia anzidetta comunicazione al Sig. Cardinale Bertram, calcata del resto sul menzionato Dispaccio della stessa E. V., era non soltanto cortese concepita nella forma più riguardosa, ma conteneva anzi i più ampii elogi per lo zelo, di cui l'Episcopato ha dato prova anche in questa occasione.
A complemento del presente rispettoso Rapporto compio mi sia permesso pure di riferire che al principio dello scors del passato mese di Gennaio ebbi occa-
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sione di visitare nel Ministero del Culto in Berlino il sunno sunnominato Consigliere ministeriale Sig. Schlueter, questi entrò a parlare, anche del progetto di legge in parola e mi significò che l'Emo Sig. Cardinale Schulte, Arcivescovo di Colonia, nel rimandargli il testo del "progetto" medesimo e dei "motivi" di esso (dichiarandosi d'accordo che cominciasse ormai la discussione parlamentare, aveva espresso al tempo stesso l'avviso che di ambedue il Ministero desse anche a me comunicazione dei due documenti. Il detto Signore aveva tuttavia risposto che "nel Ministero non si riteneva opportuno di dare al Nunzio notizia ufficiale del progetto. I protestanti invero stanno lavorando con energia, affine di concludere anch'essi un Concordato collo Stato. Ora una la estensione della materia delle trattative colla S. Sede non farebbe che alimentare tali sforzi. Fa inoltre difetto alla legge sull'amministrazione dei beni il carattere, che finora si è considerato come proprio per le trattative colla
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S. Sede". Il Signor Schlüter mi disse tuttavia che la comunicazione in discorso mi sarebbe stata fatta in forma privata (il che sinora non è avvenuto) sino ad oggi avvenuto). L'Emo Card. Schulte mi ha confermato da parte sua quanto sopra con lettera del 12 dello stesso mese di Gennaio, osservando che le ragioni per il rifiuto di una trasmissione ufficiale gli sembravano piuttosto dei pretesti. - Da parte mia, non avendo allora ricevuto ancora le istruzioni dell'E. V., mi mantenni o nella conversazione col summen menzionato Consigliere ministeriale un'attitudine del tutto riservata.
In attesa pertanto delle venerate istruzioni dell'E. V., che, a causa della urgenza della cosa, oso di supplicare mi siano impartite colla maggior possibile so con cortese sollecitudine, m'inchino
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Pacelli, Eugenio an Gasparri, Pietro vom 12. Februar 1924, in: 'Kritische Online-Edition der Nuntiaturberichte Eugenio Pacellis (1917-1929)', Dokument Nr. 14997, URL: www.pacelli-edition.de/Dokument/14997. Letzter Zugriff am: 20.05.2024.
Online seit 18.09.2015, letzte Änderung am 10.09.2018.