Betreff
Progetto di legge sull'amministrazione dei beni ecclesiastici in Prussia
Non appena mi pervenne il venerato Dispaccio dell'E. V. R. N. 26858 del
3 corrente, mi diedi premura di comunicare laall'Eminentissimo Signor
Cardinale Bertram, come Presidente della Conferenza episcopale di Fulda, la
mente della S. Sede circa il progetto di legge sull'amministrazione dei beni ecclesiastici
in Prussia.
Oggi mi è giunta una lettera del sullodato
Eminentissimo, che
qui acclusa compio il dovere di trasmettere in
copia all'E. V. Egli si mostra preoccupato per la clausola "salvo ad informare la S. Sede,
prima di impegnarsi definitivamente", e mi chiede se debba per
ciò essere [ora] interrotto lo l'ulteriore svolgimento della
cosa.Ciò
riuscirebbe adesso assai difficile. Dopo che, infatti, il Ministero del Culto ha
98v
accolto in sostanza le proposte della Conferenza di Fulda,
il progetto è stato approvato dal detto Ministero ed na
come anche dal Ministero di Stato, e dovrà domaniessere sottoposto
al Consiglio di Stato (Staatsrat) ed infine al Parlamento (Landtag). Se quindi il progetto
di deve essere prima presentato alla S. Sede, sarebbe necessario di chiedere telegraficamente al Ministero del
Culto, che ottenga dal
Ministero di Stato che venga differitoa la presentazione del medesimo allo Staatsrat e al Landtag. L'Eminentissimo si
dichiara pronto a fareciò, ma teme che ciò provocherebbe spiacevole sensazione, col nuovo ritardo che cagionerebbe, metterebbe
in pericolo l'approvazione del l'accettazione del progetto nel Parlamento. Egli
assicura che quanto al voto
delle donne, ha dichiarato in una lettera direttagli
il 29 Dicembre dello scorso anno, al
Sig. Consigliere ministeriale Signor Schlüter che "il diritto di voto attivo e
passivo delle donne attiverà darà ammirazione. Però È quindi essen
possibile soltanto un
tole-99r
rari potest, qualora altrimenti l'intiero progetto coi
suoi migliorerebb miglioramenti dovesse restare altrimenti compromesso"; Il Sig. Cardinale ha parimenti
respinto la pretesa del menzionato Sig. Consigliere ministeriale, chechiese dall'Episcopato la dichiarazione che i
socialisti non sarebbero, perchè tali, esclusi dal Kirchenvorstand o Consiglio di
fabbriceria.
L'Eminentissimo insiste poi nelritenere (ciò che, del resto, è già ben noto
alla S. Sede) che non si tratta di una legge nuova, ma della [ein Wort unlesbar]
eliminazione di durezze legislative vigenti dal 1875, e che i diritti rimasti allo
Stato rimangono soltanto i diritti, che ad esso competono di fronte alle altre persone
di diritto pubblico; aggiunge che l'opera dell'Episcopato è stata diretta non a fare concessioni allo Stato
(il che è di esclusiva competenza della S. Sede), ma ad a togliere durezze e catene della
legislazione tollerata e messa a profitto da parte della Chiesa da 49 anni. "L'Episcopato
(egli soggiunge) ha seguito alla prassi vi-99v
gente da decenni circa
le leggi sull'amministrazione dei beni. Come è noto, anche riguardo ad altre leggi concernenti la organizzazione di tale materia,
quali, ad esempio, quelle sulla riscossione delle imposte ecclesiastiche, sulle Unioni di
comunità parrocchiali cattoliche, sulla formazio costituzione di fondi ecclesiastici
per nuo la erezione di nuove parrocchie, sugli assegni dei parroci, ecc., le
trattative sono per quanto io sappia, lasciate dalla Santa
Sede ai Vescovi, senza chiedere esigere che si riferiesponga la cosa a Roma; il che, del resto, - sia
detto salva summa reverentia -, avrebbe difficilmente prodotto un risultato pratico, trattandosi di
questioni pratiche, strettamente connesse colla struttura delle altre leggi locali, e che
quindi debbono essere giudicate quanto alla loro opportunità in base alla esperienza,
salva pur senza pregiudizio della correttezza dei principii. Nemmeno potrebbe in
Roma giudicarsi quali singole disposizioni incontrerebbero
opposizione nella maggioranza del Landtag. Ora anche nel caso presente le trattative
dell'Episcopato non 100r
sono state altro che una lotta contro
le durezze ed i legami
della legislazione del 1875. Mi permetto quindi di sconsigliare urgentemente una decisione che impedisca ora
il proseguimento delle trattative, poichè le conseguenze non
sarebbero buone e, tutte le comunità cattoliche
desiderano una pronta conclusionedelle
medesime. Che poi la Conferenza episcopale siasi [ein Wort unlesbar]temente, studiata di agire correttamente dal lato così
materiale che formale, è sufficientemente noto a V. E. anche senza le suesposte
dichiarazioni".
Non tocca a
me di giudicare le osservazioni dell del prelodato Eminentissimo. Mi limiterò tuttavia a ricordare chechecome egli stesso che
comunicarono riserriservatamentepropose nella
Conferenza di Fulda dello scorso mese di Agosto s.a.
del mese che il Presidente
della medesima (Emo Bertram) informerebbe la S. Sede circa il progetto in
discorso e le necessar relative trattative dell'Episcopato, aggiungendo
100v
che tale proposta incontrato la generale approvazione.
Non sembra tuttavia che l'Emo abbia effettuato detta e commendevole deliberazione. - Il
voto, poi, di attivo e passivo delle donne è disposizione nuova, non contenuta nella
antica legislazione del 1875, che si vuol migliorare; Checchè sia
di ciò, parmi non può tuttavia, subordinatamente che una interruzione delle trattative,
sia, al punto in cui esse sono giunte, assai difficilmente attuabili.
Non ho poi bisogno di ripetereall'E. V. che la mia anzidetta comunicazione al Sig. Cardinale Bertram, calcata del resto sul
menzionato Dispaccio
della stessa E. V., era non soltanto cortese concepita nella forma più
riguardosa, ma conteneva anzi i più ampii elogi per lo zelo, di cui l'Episcopato ha dato
prova anche in questa occasione.
A complemento del presente rispettoso Rapporto
compio mi sia permesso pure di riferire che al principio dello scors del passato mese di Gennaio
ebbi occa-101r
sione di visitare nel Ministero del
Culto in Berlino il sunno sunnominato Consigliere ministeriale Sig. Schlueter, questi
entrò a parlare, anche del progetto di legge in parola e mi significò che l'Emo Sig. Cardinale Schulte, Arcivescovo di
Colonia, nel rimandargli il testo del "progetto" medesimo e dei "motivi" di esso(dichiarandosi
d'accordo che cominciasse ormai la discussione parlamentare, aveva espresso al tempo stesso
l'avviso che di ambedue il Ministero desse anche a me comunicazione dei due
documenti. Il detto Signore aveva tuttavia risposto che "nel Ministero non si riteneva opportuno di dare al
Nunzio notizia ufficiale del progetto. I protestanti invero stanno lavorando con energia, affine di
concludere anch'essi un Concordato collo Stato. Ora unala estensione della materia delle trattative colla S.
Sede non farebbe che alimentare tali sforzi. Fa inoltre difetto alla legge
sull'amministrazione dei beni il carattere, che finora si è considerato come proprio per le
trattative colla 101v
S. Sede". Il Signor Schlüter mi disse
tuttavia che la comunicazione in discorso mi sarebbe stata fatta in forma privata (il che
sinora non è avvenuto) sino ad oggi avvenuto). L'Emo Card. Schulte mi ha
confermato da parte sua quanto sopra con lettera del 12 dello stesso mese di Gennaio,
osservando che le ragioni per il rifiuto di una trasmissione ufficiale gli sembravano
piuttosto dei pretesti. - Da parte mia, non avendo allora
ricevuto ancora leistruzioni
dell'E. V., mi mantenni o nella conversazione col summen
menzionato Consigliere ministeriale un'attitudine del tutto riservata.
In attesa
pertanto delle venerate istruzioni dell'E. V., che, a causa della urgenza della cosa,
oso di supplicare mi siano impartite colla maggior possibile socon cortese
sollecitudine, m'inchino
Empfohlene Zitierweise
Pacelli, Eugenio an Gasparri, Pietro vom 12. Februar 1924, in: 'Kritische Online-Edition der Nuntiaturberichte Eugenio Pacellis (1917-1929)', Dokument Nr. 14997, URL: www.pacelli-edition.de/Dokument/14997. Letzter Zugriff am: 05.02.2025.
Online seit 18.09.2015, letzte Änderung am 10.09.2018.