Betreff
Sulla Rivista "Deutsche Monatshefte für christliche Politik und Kultur"
L'editore Gross di Berlino, il quale pubblica la rivista
"Deutsche Monatshefte für christliche Politik und Kultur", mi comunica di aver fatto rimettere alla S. Sede
in un volume rilegato [un] i numeri finora apparsi di detta Rivista per mezzo del Revmo P. Clemente Maria, Definitore Generale dei Carmelitani Scalzi,
dal quale ha avuto notizia che detto volume
si trova già in esame in Vaticano, e mi prega ora di trasmettere alla S. Sede, come faccio col presente rispettoso Rapporto, i qui acclusi Memoriali, in cui sono esposte le linee direttive della
medesima
Rivista
med
in discorso. L'editore summenzionato desidera di avere, per tale intrapresa, che egli dice importante non solo per la Germania, ma per l'intiera Europa,
il giudizio ed in particolar modo la benedizione del S. Padre.
Lasciando naturalmente al superiore senno dell'E. V. R. di giudicare
se e come convenga alla S. Sede di accogliere la surriferita domanda, mi sia permesso
> di sottoporre all'E. V. quanto segue:
Il Prof. Dr. Carlo Dunkmann, autore dei predetti Memoriali e principale redattore della Rivista, è professore di teologia protestante nella Università di Greifswald, 18v
ma dopo la rivoluzione non esercitò
più il suo ufficio e vive in Berlino. Egli si è guastato con i suoi colleghi nell'Università, ed e non sembra godere gran no
di un grande nome
fra i protestanti. Prima della guerra egli era
nemico accanito dei cattolici. Nell'Agosto 1913 scriveva infatti nell'"
Allgemeine Konservative Monatsschrift
": "Noi protestanti abbiamo due nemici, i quali minacciano il nostro avvenire: Roma e lo spirito materialistico". Durante la guerra divenne egli invece fautore della
"
pace confessionale
", sebbene il movente di tal mutamento sembra fosse di natura piuttosto politica che religiosa. Della fede e della Chiesa cattolica egli ha, come la del al pari della maggioranza come la massima parte dei suoi degli uomini della sua condizione, un concetto
del tutto falso. La sua insistente affermazione della del bisogno della pace fra i cristiani fa supporre che egli sia mosso
anche da motivi antisemitici, i quali sono attualmente molto diffusi tra i vecchi conservatori e tedesco-nazionali. – Ad ogni modo, se al Dunkmann riuscisse di guadagnare ai suoi piani dei buoni cattolici potrebbe facilmente creare
confusione fra i cattolici medesimi, una parte dei quali non è del tutto aliena
dall'in dall'"
interconfessionalismo
".
Per ciò che riguarda il primo dei menzionati Memoriali ("
Der interkonfessionelle Friedensbund
"), il quale è stato altresì 19r
pubblicato nell'ultimo fascicolo (Luglio-Settembre 1920) di detta Rivista, basterà notare,
senza entrare in
un esame dettagliato del medesimo
, che certamente è opera lodevole il promuovere la pace fra gli uomini:
tuttavia
i principii ed i mezzi, coi quali il Prof. Dunkmann intende raggiungere quel nobile scopo, non sembrano scevri di preoccupazione adatti [né] immuni da pericoli. Il "fine positivo" di detta "Lega" dovrebbe essere, infatti, "lo stabilimento delle linee fondamentali di una concezione dottrin concezione (Weltanschauung) cristiana, la quale ponga nel centro il pensiero di Dio e lo spirito dell'etica cristiana, curi la verità e l'amore ed affini il senti nell il sentimento della responsabilità sociale nel senso della solidarietà nazionale ed umana". Certamente Con ciò, secondo che egli afferma nel secondo dei Memoriali in questione (Zur Geschichte und Tendenz der "Deutschen Monatshefte für christliche Politik und Kultur"), non si vuole
"far scomparire le differenze fra le confessioni e propagare una specie di interconfessionalismo"; tuttavia pare che in tal guisa le differenze medesime,
in altri termini, per i cattolici
i dogmi della fede cattolica loro fede verrebbero a trovarsi in seconda linea e quasi come parte accessoria. – Senza dubbio la Chiesa favorisce la concordia civile fra i membri delle diverse religioni, ed anzi
permette o tollera che essi nel campo pratico colle necessarie cautele si uniscano nel campo pratico, ad esempio per scopi politici od economici, per la tutela di comuni interessi, per la 19v
conservazione dell'ordine pubblico e sociale, ecc.; ma, allorché si entra nel campo teoretico, come sembra essere qui il caso, tali
unioni possono facilmente arrecare confusione e danneggiare la causa cattolica.
Non meno confusi ed equivoci paiono
altresì i punti, che
dovrebbero costituire lo statuto della Lega e che sono riprodotti in fine del secondo Memoriale. Così, a mo' di esempio, nel primo di essi si pone come presupposto il "mantenimento dell'attuale stato delle confessioni", che importerebbe
la rinunzia a qualsiasi
cattolica di fronte al protestantesimo. Nel secondo si richiede che "cattolici e protestanti si appoggino [vicen] a vicenda per il raggiungimento delle loro pubbliche aspirazioni religiose ed ecclesiastiche"; il che, espresso in questa forma così generale, sembrerebbe includere il favor haeresis. Parimenti nel terzo punto la completa separazione fra politica e religio
ne non pare ammissibile, ecc.
Il Prof. Dunkmann espone nel
suddetto secondo Memoriale che la Rivista non ha sinora un sufficiente numero di abbonati per sopperire alle
enormi
elevate
spese, dell' e perciò si è pensato di fare di essa l'organo della Lega interconfessionale sunnominata. Dopo di ciò, è forse un giudizio temerario il supporre che la desiderata approvazione e benedizione del S. Padre debba servire come réclame alla Rivista medesima?
Chinato
18r, oberhalb des Textkörpers hds. von unbekannter Hand vermerkt, vermutlich von einem Nuntiaturangestellten: "C".
Empfohlene Zitierweise
Pacelli, Eugenio an Gasparri, Pietro vom 05. Oktober 1920, in: 'Kritische Online-Edition der Nuntiaturberichte Eugenio Pacellis (1917-1929)', Dokument Nr. 15789, URL: www.pacelli-edition.de/Dokument/15789. Letzter Zugriff am: 24.11.2024.
Online seit 30.04.2013, letzte Änderung am 14.04.2014.