Dokument-Nr. 16498
Pacelli, Eugenio an Merry del Val, Raffaele
[Berlin], 10. Oktober 1925

Schreiber (Textgenese)
PacelliPacelli
Betreff
Sul Sac. Prof. Giuseppe Wittig
Facendo seguito al mio rispettoso Rapporto N. 33459 del 29 Agosto c. a., compio il dovere di riferire all'E. V. R. che, essendo l'Emo Sig. Cardinale Bertram, Vescovo di Breslavia, di passaggio per Berlino, venuto a visitarmi la sera del 3 corrente, non mancai di interrogarlo nuovamente sul penoso argomento del Sac. Prof. Giuseppe Wittig, massime per ciò che riguarda la possibilità della sua rimozione dalla cattedra, che egli occupa tuttora in quella Facoltà teologica. Il sullodatoEminentissimo mi promise che mi avrebbe consegnat esposto in per iscritto il suo pensiero circa quella delical riguardo, come in realtà egli fece con lettera in data di quello stesso giorno (Allegato I), consegnatami la mattina del 5.
L'Eminentissimo comincia col ricordare i provvedimenti, già da lui presi in passato circail menzionato Professoree crede di poter affermare che da parte sua ha fatto tutto ciò che, come Ordinario gliera possibile: 1º) Subito dopo la pubblicazione dell'articolo "Die Erlösten" indirizzò al Wittig una lettera di biasimo, che venne poi co-
57v
municata anche a vari Professori e parroci; - 2º) gli tolse l'ufficio di Preside della Congregazione mariana degli studenti; - 3º) lo fece ammonire per mezzo del decano della Facoltà teologica, affinché evitasse descrizioni leggiere e proposizioni temerarie; - 4º) nell'inverno scorso fece redigere dal Sac. Prof. Engelberto Krebs di Friburgo un voto sugli errori contenuti nei suoi scritti, che mandò allo stesso Wittig, chiedendogli di pubblicare dare pubblicheci e soddisfacenti schiarimenti; - 6º) fece negare ufficialmente per mezzo del suo Vicario generale il richiesto Imprimatur al suo libro "Leben Jesu".
"Dopoché la Suprema S. Congregazione del S. Uffizio (continua l'Eminentissimo nella succitata lettera) mi partecipò la condanna dei suoi scritti, dan aggiungendo alcune prescrizioni per il Wittig, ne diedi a gliene diedi comunicazione, intimandogli di sottomettersi alle medesime prima non oltre il 15 Ottobre, nel qual giorno comincia il nuovo semestre [n]egli studi universitari. Sino ad oggi non è certo, se egli lo farà.
"Ho inoltre l'intenzione:
1º) di ammonire al principio del nuovo semestre gli studenti di teologia di non far nulla, che non possa conciliarsi col rispetto dovuto alla
58r
decisione del S. Offizio.
2º) di [sic] suggerire al Prof. Wittig per mezzo del decano della Facoltà teologica di prendere un congedo di sei mesi, perché possa meglio comprenderela sua situazione e siano così evitate spiacevoli impressioni epregiudizi.
Del resto mi [per] permetto di [attirare] l'attenzione sui seguenti punti:
I. - Sono volentieri disposto a consigliare al Sac. Prof. Wittig di dimettersi dal suo ufficio di Professore, e chiedo se possa accennare esser ciò il desiderio della S. Sede.
II. La situazione in Germania richiede una certa circospezione nel trattare questo caso. Infatti:
1º) Il Prof. Wittig ha, a causa del suo stile popolare e letterariamente finomoltissimi aderenti nei circoli colti, anche fra i buoni cattolici;
2º) Molti protestanti tendono già da decenni ad eliminare le Facoltà teologiche cattoliche dal corpo delle Università, perché la condizione dei professori di teologia è inconciliabile colla "libera scienza" e coll colla "libera indagine"; un severo procedimento contro il Wittig rinforzerebbe questa [ein Wort unlesbar] tendenza; d'altra parte, la separazione delle Facoltà teologiche dalle Università costituirebbe un colpo gravissimo, fatale ed irreparabile per il cattol la Chiesa
58v
cattolica in Germania;
3º) Le trattative per il Concordato fra la S. Sede e la Germania comincieranno nel prossimo inverno; il protestantesimo lotta già da alcuni mesi contro il nu qualsiasi Concordato; se l'affare il caso Wittig prendesse una cattiva piega, sarebbe uno dei più grandi ostacoli per tali trattative".
Fin qui l'Emo Bertram.Debbo riconoscere che questa ultima considerazione,avevapur troppodi serio fondamento, comehogiàavutopiù volteoccasione di riferire rispettosamente all'E. V. Ad ogni modo,nell 'a anzidettasurriferita lettera mancanova, a mio subordinato avviso, un punto importante. Essendo, infatti, incerto se il Wittig si sottometterào no entro il termine fissatogli dal Sig. Cardinale Vescovo di Breslavia, vale a dire prima del 15 del corrente mese di Ottobre, e neppure se egli accetterà il suggerimento di prendere un congedo di sei mesi, era importante di sapere quali provvedimenti l'Eminentissimo intenda di prendere in caso negativo, massime per ciò che concerne la frequenza degli studenti di S. Teologia alle lezioni del più volte menzio-
59r
nato professore. Perciò mi è sembrato necessario di domandargli maggiori schiarimenti al riguardo con foglio dello stesso giorno 5 corrente.
Ieri mattina mi giunse una nuova lettera delpiù volte menzionato Eminentissimo (Allegato II), nella quale mi comunicava la ris in copia (Allegato III) la risposta avuta dal Wittig. Sebbene il Sig. Cardinale Bertram abbia in essa soppresso alcuni passi più vivi, essa ,apparisce pur sempre un documento di sfrontata insolente nella forma, e ribelle nella sostanza. contiene, pur colla dichiarazione di non voler essere disubbidiente, un chiaro rifiuto di sottomettersi alla decisione di cotesta Suprema. IlL'infeliceProfessoredichiara di riconoscere in principio la potestà della Chiesa di vietare ai fel fedeli la lettura di scritti contrari alla fede ed ai costumi, ma aggiunge subito che la proibizione, la quale ha colpito i suoi libri, manca di qualsiasi motivazione. Perché egli Se egli ha da uomo ragionevole deve sottomettersi, in modo come uomo ragionevole, debbono eg essergli dettagliatamente significati i
59v
motivi della proibizione medesima, di guisa che egli possa rettamente spiegare o modificare in nuove edizioni i punt luoghi censurati. Egli ha avuto la miglior volontà di servire con tutte le forze sino alla fine fedelmente la Chiesa; questa l'ha compensato con "proscrizione" e "condanna". La suaccennata proibizione gli ha procurato già in nei due primi mesi gravi danni materiali e morali; ora è stato sempre consi ritenuto come immorale di danneggiare , anche coi mezzi del diritto, in tal guisa un uomo, senza aver manifestato colla massima accuratezza che ciò era necessario e non poteva farsi altrimenti. Egli considera perciò quella proibizione come non obbligante.
Il Wittig prosegue nella sua deplorevolissima risposta a parlare dell'obbligoimpostogli di emettere la professione di fede ed il giuramento antimodernista, e non si perita di qualificare il motivo del med di tale ingiunzione ("quia errores, quos ... Wittig litteris tra-
60r
didit, certe quidem ex parte, doctrinam divino-catholicam funditus subvertunt) come una "manifesta crassa falsità", giacché al contrario, i suoi libri hanno ricondotto alla fede e confermato ed edificato molte persone. Poiché quindi non gli è lecito di negare l'opera di Dio, egli non può in coscienza riconoscere né con una firma né con un atto quel falso motivo. Del resto egli egli ha già emesso, sia la professione di fede che il giuramento antimodernista, e se gli si si chiede non intende di rinnovarli, giacché egli non è e non vuole esser trattato come spergiuro. Il precetto, poi, del giuramento antimodernista è una nuova prova che Roma non conosce affatto i suoi scritti, ogni linea dei quali sono una negazione del modernismo. La sua risposta perciò non significa che egli rifiuta di ubbidire, ma che ciò quanto gli è chiesto è già [avvenuto] e non può essere reiterato in queste circostanze ripetuto per motivi di
60v
coscienza. La le L'infelice sacerdote termina il suo scritto con un attacco contro l'Emo Bertram: "Io accuso apertamente Vostra Eminenza di avere, fatta paurosa da alcuni istigatori, cooperato, - con tutta la serie delle Sue misure, le quali secondo il modo proprio degli scrupolosi sempre più si inasprivano, - all'attuale sciagura. Abbandonato dal mio Vescovo, son rimasto esposto ad ogni aizzamento e per porre fine ad essi si interdice a me di annunziare il Vangelo della misericordia di Dio. Se il mio caso produrrà scandalo in tutto il popolo cattolico, non ne ho io la più gran parte di colpa".
Nella succitata lettera l'Emo dichiara che, dopo di ciò, alcun dubbio che debba togliere al Wittig la missio canonica e proibire agli studenti di frequentare le sue lezioni. Poiché, tuttavia, non si può nel presente grave conflitto occorre aver riguardo alle trattative concordatarie, e siccome dall'altra parte, dopo
61r
la lettera del Wittig sarebbe inutile di raccomandargli di prendere un congedo, il Sig. Cardinale Bertram mi interessa di portare quanto sopra a conoscenza della S. Sede per le ulteriori eventuali istruzioni. D'altra parte, l'anzidetta proibizione per gli studenti è più facilmente attuabile prima del 3 Novembre, giorno in cui ricominciano le lezioni, che dopo giacché, se queste, già iniziate, dovessero poi essere interrotte, ciò darebbe luogo darebbe luogo ad un pubblico e clamoroso scandalo con pericolo di dimostrazioni ostili a Roma. L'Eminentissimo ricorda inoltre il Regolamento del 13 Settembre 1840 circa i rapporti fra la Facoltà teologica di Breslavia ed il Vescovo, cui ebbi già occasione di accennare nel succitato Rapporto N. 33459 e del quale, del resto, l'E. V. troverà il testo qui acclu compiegato (Allegato IV). Secondo il § 48 di detto Regolamento, qualora un professore nel suo insegnamento o nei suoi scritti
61v
offenda la dottrina cattolica, il Vescovo è autorizzato a denunziare il caso al Ministero, il quale, in base a tale denunzia, procederà con rigore ed energia [è] e porterà rimedio. In conformità di ciò, il Sig. Cardinale si propone propone di indirizzarsi senza indugio al summenzionato Ministero del Culto prussiano con un officio, di cui inviala minutuna minuta provvisoria (Allegato V), e mi chiede di significargli quanto prima, a causa della ristrettezza del tempo, se, a mio avviso, nulla ostivi sia nulla in contrario.
In consvista della urgenza della cosa, ho risposto oggi stesso all'Eminentissimo Vescovo di Breslavia, assicurandolo che avrei immediatamente riferito quanto sopra alla S. Sede per quella per opportuna cognizioni della medesima e per quelle is quegli ulteriori provvedimenti, che Essa giudicasse eventualmente del caso. Poiché, poi, l'Emo chiedeva il mio parere al riguardo, gli ho si-
62r
gnificato, come mia opinione puramente personale, quanto segue:
1º) Non vi è dubbio che al Wittig debba essere tolta la missio canonica ed e proibito agli studenti pr di frequentare le sue lezioni.
2º) Nulla parmi che osti a che l'Eminentissimo si rivolga al Ministero del Culto a norma del suaccennato Regolamento, riconosciuto dalla stessa S. Sede nella Convenzione per la erezione della Facoltà teologica di Straburgo del 5 Dicembre 1902 (artic. 4).
3º) Quanto al progetto di minuta mi sono permesso di fare all'Emo le se con ogni delicatezza le seguenti osservazioni:
a) Invece delle parole "a causa dell' aperto conflitto del Prof. Dr Wittig colle prescrizioni della S. Sede in cose riguardanti la dottrina cattolica" ho suggerito di porre: "...colle prescrizioni delle competenti Autorità ecclesiastiche...", giacché egli ha trasgredito anche il precetto dell'Ordinario, il quale gli ha imposto un termine per sottomet-
62v
tersi, ed affinché non sembri che anche l'Ordinario medesimocheanche apparisca di fronte al Governo l'Ordinario medesimo riprova e condanna gli errori degli scritti contenuti negli scritti in disc questione.
b) Ho Nella frase "non mi è al presente (zurzeit) possibile di permettere agli studenti di teologia della diocesi di Breslavia di frequentare le di lui lezioni" ho proposto di sopprimere la parola zurzeit, la quale poteva potrebbe dare l'impressione che si tratti di provvedimento puramente transitorio.
c) L'ultimo periodo: "In conformità del § 48 lett. b (del Regolamento) prego che si provveda prenda un rimedio (Abhilfe) sufficiente per i bisogni degli studenti, ad esempio dando l'incarico dell'insegnamento al libero docente Dr Altaner di Breslavia" mi è sembrato che autorizzasse una troppo stretta interpretazione degliobblighi del Governo re restringendolo al di dare un sostituto al Professore resosi per i suoi errori inabileinidoneo all'insegnamento delle scienze sacre, senza allontanarlo dalla cattedra. Perciò ho suggerito q la seguente modificazione: "In conformità ... prego che si prenda un corrispondente rimedio. Per i bisogni
63r
degli studenti propongo che sia dato l'incarico ...".
Mentre sottometto quanto sopra al superiore giudizio ed all'alto senno dell'E. V., chiedendo umilmente venia, se la mia insufficienza e della ristrettezza del tempomi avevano fatto cadere inerrore nella suddetta risposta all'Emo Bertram, stimo mio dovere di riferire altresì a V. E. come da molti si desidererebbe che cotesto cotesta Suprema, dichiarasse a somiglianza di quanto fece già per il Manuel biblique ou Cours d'Ecriture Sainte à l'usage du Séminaire di Vigouroux, Bacuez e Brassac, dichiarasse pubblicamente quali sono le erronee ed ereticali dottrine del Wittig. Data invero la grande diffusione ed i e lo straordinario favore che i suoi scritti avevano incontrato anche fra molti cattolici, sembrerebbe a non pochi opportuno che i fedeli fossero autenticamente illuminati sugli errori, costanti nelle sue opere, e che hanno condotto alla condanna delle medesime sue opere.
Chinato
57r, oberhalb des Empfängers hds. von unbekannter Hand notiert, vermutlich von einem Nuntiaturangestellten: "C".
Empfohlene Zitierweise
Pacelli, Eugenio an Merry del Val, Raffaele vom 10. Oktober 1925, in: 'Kritische Online-Edition der Nuntiaturberichte Eugenio Pacellis (1917-1929)', Dokument Nr. 16498, URL: www.pacelli-edition.de/Dokument/16498. Letzter Zugriff am: 22.12.2024.
Online seit 24.06.2016.