Dokument-Nr. 17255
Pacelli, Eugenio an Gasparri, Pietro
Berlin, 18. August 1928

Regest
Pacelli übersendet eine Supplik des Justizrats in Krefeld Paul Krüsemann, die ihm der Superior der deutschen Provinz der Herz-Jesu-Priester Wedemeyer am Vortag übergab. Der Nuntius gibt das Schreiben in italienischer Übersetzung wieder. Der Sohn des Justizrats, Johannes, trat 1926 aus unbekannten Gründen in die französische Fremdenlegion ein. Paul Krüsemann beschreibt die Krankheitsgeschichte seines Sohnes. Er fürchtet, dass sein Sohn, wenn er überhaupt überlebt, nach den noch ausstehenden drei Dienstjahren arbeitsunfähig sein wird. Er bittet um Intervention des Heiligen Stuhls, damit sein Sohn nach Hause zurückkehren kann. Pacelli teilt mit, dass auch der Kölner Erzbischof Kardinal Schulte die Angelegenheit wärmstens empfahl.
Betreff
Implorasi intervento della S. Sede per il rimpatrio del giovane Giovanni Krüsemann, arruolatosi nella Legione estera francese
Eminenza Reverendissima,
Il Revmo P.  Bernardo Wedemeyer, Provinciale della Società dei Sacerdoti del Sacro Cuore di Gesù di Krefeld, mi ha ieri consegnato la qui acclusa supplica, che il Sig.  Paolo Krüsemann , consigliere di Giustizia nella suddetta città, ha diretto in data dell'8 corr. mese, al Santo Padre, implorandone l'Augusto intervento a favore del proprio figlio, Giovanni Kruesemann, arruolatosi nella Legione estera francese.
"I veri motivi, scrive l'oratore, che lo indussero ad entrare nella Legione estera, mi sono sconosciuti. Checché ne sia, non posso tralasciar nulla per salvare mio figlio errante e ricondurlo, possibilmente, nella casa paterna, prima del termine del suo servizio militare.
Nell'Ottobre dell'anno 1926 egli partì per Sidi-bel-Abbes nell'Algeria. Dopo breve istruzione, avrebbe dovuto essere inviato al Marocco. Tuttavia, già prima della partenza, egli cadde infermo e venne ricoverato, come sospetto di tifo, nelle baracche per gli ammalati. Ne uscì dopo 6 mesi e fu assegnato ad un nuovo reggimento di Legionari, la cui destinazione era pure il Marocco, e più precisamente Marrakech, la quale località
132v
doveva però essere soltanto una stazione di transito per un posto più lontano nell'interno del Marocco.
Gli strapazzi delle marcie [sic] ed il clima scossero allora interamente la sua salute. Poco dopo aver raggiunto la sua destinazione, egli cadde sfinito. Alte febbri, purulenti ascessi delle gengive, dolori alla testa, dolori intestinali, sofferenze ai piedi, lo resero completamente inabile al servizio militare ed indussero il suo Colonnello a farlo nuovamente trasportare a Marrakech. Ivi fu ricoverato nel lazzeretto della guarnigione, come sospetto di tifo, e dovette rimanervi cinque mesi, per essere idoneo ad un ulteriore servizio. Fu quindi rinviato al suo reggimento ed appena giuntovi, gli tornarono le suddette sofferenze. Fu trovato una volta giacente quasi esanime e fu necessario di riportarlo a Marrakech. In quell'ospedale egli riacquistò la salute ed è attualmente ristabilito a tal punto, da aspettarsi un nuovo trasferimento. Queste sono le notizie, che mi sono pervenute.
Soprattutto mi rattrista lo stato di salute di mio figlio, già per sé debole (le menzionate malattie lo afflissero da anni, allorquando era ancora in patria), ed ora fortemente scosso, onde si teme che, dopo tre altri anni di servizio nella Legione estera, egli rimanga per tutta la vita inabile al lavoro, seppure non lo coglie laggiù una fine prematura.
Io stesso ho più di 70 anni e sono in grande angoscia
133r
di non più rivedere mio figlio prima di partire. In seguito a lutti ed affanni (mia moglie è deceduta alcuni anni or sono ed ho perduto due figli durante la guerra), la mia salute è molto rovinata. Dopo la partenza di mio figlio, mi è sopraggiunto un mal di cuore, talvolta assai violento, di guisa che non è pur troppo infondato il mio dubbio di non più rivedere mio figlio.
Mi preoccupa altresì il pensiero della sua futura formazione. Attualmente mi sarebbe forse ancora possibile di procurargli una onorata situazione per l'avvenire - grande cura questa, che mi sta molto a cuore prima di scendere nella tomba.
Tale ansia pesa gravemente su tutta la mia famiglia, e perciò supplico istantemente Vostra Santità di un benevolo intervento, affinché mio figlio possa presto essere messo in libertà e ridonato alla casa paterna.
L'attuale suo indirizzo è il seguente:
Lég. Jean Krüsemann N. 2483
C. H. R. 4me Régiment ètranger
Marrakech
(Maroc) Afrique
Anche Sua Eminenza Revma il Cardinale Schulte, Arcivescovo di Colonia, mi ha con recente lettera vivamente raccomandato la sorte del figlio del suddetto Consigliere di Giustizia, Sig. P. Krüsemann, il quale, secondo che afferma il sull-
133v
odato Emo, è molto benemerito della causa cattolica.
Chinato umilmente al bacio della Sacra Porpora, con sensi di profondissima venerazione ho l'onore di confermarmi
Dell'Eminenza Vostra Reverendissima
Umilissimo Devotissimo Obbligatissimo Servo
+ Eugenio Pacelli Arcivescovo di Sardi
Nunzio Apostolico
Empfohlene Zitierweise
Pacelli, Eugenio an Gasparri, Pietro vom 18. August 1928, in: 'Kritische Online-Edition der Nuntiaturberichte Eugenio Pacellis (1917-1929)', Dokument Nr. 17255, URL: www.pacelli-edition.de/Dokument/17255. Letzter Zugriff am: 24.11.2024.
Online seit 20.01.2020, letzte Änderung am 01.02.2022.