TEI-P5
Dokument-Nr. 19771
Col presente rispettoso Rapporto mi preme riferire all'E. V. R. intorno alla
difficile e complicata questione della dotazione della Chiesa cattolica e degli obblighi finanziari dello Statoper rapporto alle trattative concordatarie.Per rendere più chiaroquesto umile Esposto, mi permetto di
premettere alcuni cenni intorno ai titoli giuridici,
su cui si fondano gli obblighi medesimi.
I. = La secolarizzazione
L'atto giuridico, che diede a tutti i Principi secolari immediati dell'Impero germanico nel principio delSec secolo scorso la facoltà di
secolarizzare i b beni ecclesiastici, èilReichsdeputationshauptschluss del 25 Febbraio 1803 (cfr. il testo in Karl
Zeumer, Quellensammlung zur Geschichte der deutschen Reichsverfassung im
Mittelalter und Neuzeit, Tübingen 1913). Per quanto esso costistcostituisce una evidente ed enorme ingiustizia (cfr. Müssener, Die finanziellen
Ansprüche der katholischen Kirche an den preussischen Staat auf Grund der Bulle "De
salute animarum", Volksvereins-Verlag, M. Gladbach 1926,)
pagg. 13-14), anche a giudizio di scrittori protestanti,
qua-contene contiene pure disposizioni, sulle quali danno alla Chiesa diritti
è possibile di appoggiarsi per difendere, per quanto è possibile, i diritti della Chiesa. (cfr.
§§ 34-37, 39, 42-44, 61-63, 77-78). Sotto tale riguardo, il
Reichsdeputationshauptschluss distingue due classi di beni ecclesiastici:
1º) I beni ecclesiastici senz'altro secolarizzati e rimessi ai Principi secolari come indennizzodelle perdite subite in seguito alla pace di Lunéville (1801), colla quale l'Impero aveva ceduto alla Francia ilter suo territorio a sinistra del
Reno (Entschädigungsgüter). Di essi trattano il i §§ 1-34 del Reichsdeputationshauptschluss
e comprendono gli episcopi, le fondazioni ed i monasteri ivi enumerati, colla intiera
proprie-p Principi secolari che come
p di persone ecclesiastiche, nonché il patrimonio dei Capitoli cattedrali (cfr.Schmitt, Die Ablösung der Staatsleistungen an die Religionsgesellschaften,
Freiburg im Breisgau, 1921, pag. 21 e segg.; Müssener, op. cit.,
pagg. 16-17). Non erano compresi néa) né la fabbrica della Chiesa cattedrale ("das
Domkirchengebäude" (Schmitt, Staat und Kirche,
Freiburg i. B., 1919, pag. 20 e segg., Die Ablösungetc., pag. 32), b) né i beni parrocchiali:
chiese, fabbriche, prebende e fondi parrocchiali, affine di non rendere impossibile
l'esercizio della cura delle anime (Schmitt, Staat und Kirche,
pagg. 17-19; cfr. § 63 del Reichsdeputationshauptschluss).
Questi beni di indennizzo rimanevano gravati degli antichi oneri (altrechtliche Verpflichtungen), vale a direglle obbligazioni ad essi inerenti prima della secolarizzazione,
massimela dotazione delle parrocchie incorporate
ai monasteri
2º) Ibeni ecclesiastici beni delle fondazioni, Abbazie e
monasteri, ecclesiastici lasc lasciati in virtù del § 35 del
Reichsdeputationshauptschluss a libera disposizione dei Principi secolari
(Dispositionsgut), e comprendenti il patrimonio delle fondazioni, Abbazie e
Monasteri, il cui
impiego non era nominatamente e formalmente
fissato nei precedenti §§ 1-33 (cfr. Müssener, op. cit.,
pag. 17). Questi beni erano gravati, non soltanto a) dagli antichi oneri, alla
stessa guisa dei beni di indennità, ma anche b), sempre secondo il succitato
§ 35, come nuovo onere (neurechtliche Verpflichtung), della dotazione della
Chiesa cattedrale (Domkirche), la quale comp includeva la fabbrica della
Chiesa cattedrale, la mensa vescovile, il Capitolo cattedraleed i Seminari,
(Schmitt, Staat und Kirche, pagg. 53-54), e ciò riguardo a quelle
diocesi, nel cui territorio quei beni erano situati. Così il Principe di Fürstenberg dovette
condotare la nuova Archidiocesiaveva
secolarizzato in base al menzionato § 35, aveva secolarizzato 18 Monasteri
situati già nel territorio della nuova archidiocesi (cfr. Schmitt, Die Ablösung,
pagg. 33-35).
È assai difficile di indicare il valore dei beni secolarizzati all'epoca della secolarizzazione stessa. Il valoreindicato nelKirchelexi
Kirchenlexicon (tom. 9, 1852, pag. 566), è di 420 milioni diè corrispondente a
quelloquanto riferisce il Klüber, giurista contemporaneo (op. cit.,
Abt. 3, pag. 404), sarebbe di 420 milioni di fiorini, ma essa non
rappresenterebbe che circa un terzo del valore reale (Schmitt, Die Ablösung, pagg. 18-21).
Assai più difficile,
perper non dire impossibile, è di calcolare il valore odierno dei
beni in questione, massime se si consideri il grande aumento di prezzo dei fondi stabili
(Sch (Schmitt, ibid.).
II La secolarizzazione in Prussia.
1º) "Beni d'indennità" acquistati dalla Prussia = La Prussia aveva ceduto alla Franciaind beni di indennità ricevette un
territorio di 235½ miglia quadrate con 558000 abitanti e [3]
tre milioni ottocentomila fiorini di rendita (cfr. Schmitt, Die
Ablösung, pagg. 28-29).
Tra di essi vale a dire i vescovati di Hildesheim (ceduto poi nel 1815 dalla Prussia
al Regno di Hannover) e di Paderborn, una parte di Münster, Eichsfeld e Treffurt, Erfurt e
Untergleichen, tre città e sei Abbazie (Herforden, Que Quedlinburg), Elten,
Essen, Werden, Kappenberg). Negli anni seguenti la Prussia perdette bensì il suo t
intiero territorio sino all'Elba, ma nel Congresso di Vienna (1815) essa ricuperòtuttitutto il detto territorio di Hildesheim, coll'aggiunta
anzi degli dei vescovati (Kurlande) di Colonia e di
Treviri.dagli an e ritrae ancora dagli antichi possedimenti ecclesiastici, derivano
così non solo dalle secolarizzazioni da essa stessa effettuate, ma anche da quelle compiute
dalla Francia e dagli altri Governi, nei territori attribuiti poi alla Prussi
alla Prussia medesima nel Congresso di Vienna. La obbiezione, mossa dal Governo prussiano anche nelle trattative preliminari per la Bolla De salute
animarum, che cioè il fisco prussiano non aveva ricevuto alcun profitto dai beni ecclesiastici di queste
provincie, manca di fondamento. Allorché infatti la Prussia prese possesso delle medesime
(1815), una gran parte dei beni, di cui erasi impadronito lo Stato francese e gli altri
Governi, non era stato ancora alienato. Inoltre nella pace di Parigi il danaro ricavato
dalla Francia colla vendita dei beni ecclesiastici secolarizzati nelle regioni cedute alla
Prussia,
2º) "Beni a disposizione". Riguardo ai "beni a disposizione" la Prussia sfruttò largamente, prima e dopo il 1815, nell'ovest come nell'est,f la facoltà di secolarizzare concessa, come si è visto, dal
Reichsdeputationshauptschluss. Nell'est ciò avvenne in virtù del regio editto del
30 Ottobre 1810 sulla confisca di tutti i beni ecclesiastici della Monarchia
(Gesetzsammlung für die Königl. Preussischen Staaten, Berlin 1810, pagg. 28 e
segg.; Müssener, op. cit., pag. 21 e 171,9), che incorporò allo
Stato "tutti i Conventi, Capitoli cattedrali e collegiati, balie e
commende, coll'impegno però di provvedere per l'avvenire a tutti i bisogni ecclesiastici.
Questo decreto colpì i beni ecclesiastici nella Slesia, ove la
Sede vescovile di Breslavia venne a trovarsi nella situazione economica assai lamentevole, come risulta dal
Memoriale del Principe Vescovo von Schimonski, al Principe Vescovo di Ermland, del 28 Maggio 1824
(riprodotto
Un prospetto generale sulle perdite della Chiesa cattolica in Prussia e sui lucri dello Stato prussiano in seguito alla secolarizzazione è dato dal Müssener (op. cit., pagg. 23-34). Il valore dei beni secolarizzati, penso che ascenda ad almeno un miliardo di Marchi. (ibid., pag. 34).
III. La dotazione delle Sedi vescovili in Prussia
Come si è sopra accennato, il § 35 del Reichsdeputationshauptschluss, concedendo la secolarizzazione dei "beni a disposizione", aggiungeva la condizioneche "della stabile e durevole dotazione delle Chiese cattedrali". Le
archidiocesi e le diocesi, a norma del § 62, avrebbero dovuto rimanere nel loro stato,
finché non si fosse proceduto ad una nuova circoscrizione mediante una speciale Convenzione
colla S. Sede (cfr. Schmitt, Staat und Kirche, pag. 16 nota 10
e pag. 48 nota 3).
1º) La Bolla De salute animarum del 16 Luglio 1821 (riprodotta nella Raccoltadeidi Concordati su materie ecclesiastiche tra la S. Sede e le Autorità civili,
Roma, Tipogr. poligl. Vaticana, 1919, pag. 648 e segg.), per le provincie della
Prussia antica (die altpreussischen Provinzen), cioè per il territorio della Prussia
prima del 1866. Una parte di quel territorio è rimasto in virtù del trattato di Versailles
(1919) incorporato alla Polonia, vale a dire il territorio delle diocesi di Gnesna e
Posnania e di Culma, ad eccezione delle attuali Amministrazioni Apostoliche di Schneidemühl
e di Pomesania.
32º) Le Bolle Provida solersque del 16 Agosto 1821 (Raccolta di
Concordati, paggg. 667 e
È opportuno ora di ricordare brevemente il valore e la natura della dotazione fissata in virtù delle anzidette Bolle concordate, come anche il modo in cui essa venne eseguita.in dall'Ottobre 1802, nelle quali fra l'altro
si legge: "Très éloigné de faire moi-même (le roi) un Concordat avec la cour de Rome, je
souscrirai encore moins à celui qu'elle voudrait faire avec
l'Empired procedere ad una intesa colla S. Sede.
Già sin dal 28 Luglio 1815 una letterain Roma
nell'Ottobre di questo stesso anno in Roma, ove, come egli stesso attesta in una lettera indirizzata
alla sua cognata Hensel il 27 Marzo 1818, fu assai benevolmente accolto dal Santo Padre
Pio VII e dal Segretario di Stato Cardinale Consalvi (Lebensnachrichten über
Berthold Georg Niebuhr aus Briefen desselben etc., Hamburg 1838, II, pag. 341).
Vari anni trascorsero, però, prima che si giungesse alla
conclusione dei negoziati. L'idea di regolare in un formale Concordato tutto il complesso
dei rapporti fra Chiesa e Stato,,prussiano, venne alfine
respinta, perché incompatibile coi principi dello Stato
prussianoin materia diregimeecclesiastico,ilquale non tollerava una ingerenza di Roma negli affari interni
della ecclesiastici in Prussia. Gli uomini di Stato, incaricati di studiare il
nuovo ordinamento, fra cui in primo luogo il
Cancelliere Principe von Hardenberged il Ministro del Culto von Altenstein, decisero
quindi di limitare le trattative colla S. Sede alla circoscrizione delle diocesi, alla
elezione dei Vescovi, alla erezione dei Capitoli cattedrali, dei Seminari e degli altri
Istituti diocesani, nonché alle dotazioni. La forma
dell'accordo doveva essere non quella di un Concordato, ma di una semplice Bolla di
circoscrizione (cfr. Mejer, 1. cit., pagg. 95-96).
Per ciò che riguarda la questione delle dotazioni, il Governo di Berlino non ignoravai Vescovati le
dotazioni medesime consistessero in fondi da rilasciarsi in piena proprietà della Chiesa. Ciò risulta con
ogni chiarezza dal Rapporto del del sunnominato Ministro Niebuhr in data del
17 Luglio 1819, riferito riprodotto dal Mejer, op. cit., III,
pagg. 89-90. Senonché fin dal principio il Governo prussiano cercò di eludere tale
giusta richiesta; infatti nel progetto di Concordato Convenzione preparato
nell'Aprile 1818 si ammise bensì la dotazione in beni stabili, tuttavia colla clausola "in
quanto il Re lo ritenga possibile", clausola collcontrola quale si oppose energicamente
lo
Malgrado ciò, si fece sempre di nuovo il tentativo di fissare la dotazione in annue prestazioni in danaro, da pagarsi come assegnidallecasse dello Stato, sebbene il Niebuhr in un suo rapporto del 15 Ottobre 1819 chiaramente indicasse la impossibilita di fare accettare una simile proposta dalla S. Sede (cfr. Mejer, op. cit., III, pagg. 98-99). Finalmente si addivenne alla soluzione, di cui è parola nel paragrafo XLII "Super publicis Regni sylvis" della Bolla "De salute animarum". Essa prescriveva che sulle pubbliche selve del Regno s'imponessero per autoritàregia tanti censi, quanti sarebbero stati necessarialle dotazioni stabilite per quelle singole diocesi, coll'obbligo di consegnare i relativi istrumenti di questi censi, davali]
sottoscriversi dal Re. Tale disposizioneavrebbe dovuto eseguirsi non più tardi dell'anno 1833, ed intanto le somme, risp corrispondenti ai frutti dei
censi, sarebbero state versate alle singole diocesi dagli erarii provinciali. Che se i
summenzionati censi non avessero potuto imporsi [sino] all'anzidetto termine, il Re si obbligava a comprare tanti fondi [ein Wort unlesbar], da [assegnarsi] in pieno diritto
alle singole Chiese, quanti furono occorsi a somministrare annualmente i frutti
corrispondenti a quelli, che si sarebbero dovuti ritrarre dai censi medesimi. Ecco le parole
stesse del succitato paragrafo:
"Super publicis Regni sylvis nominatim designandis tot census auctoritate Regia imponentur, quot erunt Dioeceses dotandae, et in respectiva quantitate, ut ex iis annui fructus ab omnibus, cuiuscumque generis, oneribus prorsus liberi percipi possint, qui satispiendpiendae essent, nisi impedimentum illud intercessisset."
Il Governo prussiano fu soddisfatto di aver almeno ottenuto dalla S. Sede una dilazione per la imposizione dei censi sino all'anno 1833, ed il Niebuhr qualificò questa condiscendenza della S. Sede come "una splendida prova della fiducia, che si riponeva nella buona volontà della Prussia".G
I fatti mostra-
Simili disposizioni circa l'obbligo della dotazione in beni stabili siriscontrano riscontrano pure nel, per ciò che concerne le diocesi,
ora prussiane, di Fulda e di Limburgo, nella Bolla concordata di circoscrizione Provida
solersque del 16 Agosto 1821, nella quale si legge: "Ut autem omnia et singula
superius a Nobis disposita celerem felicemque sortiantur effectum, Venerabili Fratri Joanni
Baptistae de Keller, Episcopo Evariensi, quem nominamus, eligimus et deputamus praesentium Litterarum Nostrarum Exequutorem,
committimus et mandamus, ut ad supradictarum Ecclesiarum, Capitulorum et Seminariorum in
bonis fundisque stabilibus, aliisque redditibus cum jure hypothecae specialis, et in fundos
postmodum ac bona stabilia convertendis, ab iis in proprietate possidendis et administrandis
respecti-cuu cuiuscumque generis onere prorsus
liberis et immunibus respondeant, ita tamen, ut ant antea per inframscriptum harum
litterarum Exequutorem Apostolicae Sedis judicio subjiciantur, quo accurate perpensa
necessariam ab ipsa adprobationem nanciscantur. Interea vero, donec ist haec reddituum
adsignatio in fundis ac bonis stabilibus, decimis censibusque realibus locum habeat,
memoratae summae episcopo et capitulo a thesauro regio quotannis in pecunia numerata integre
et libere erunt persolvendae. - Quod vero spectat ecclesiam Osnabrugensem, quoniam
praesentes rerum circumstantiae utramque ecclesiam dotari posse non sinunt, nota ipsius
Osnabrugensis episcopalis mensae, capituli ac semi seminarii dotatio suspensa
perstet, usquedum necessaria ad id suppetant media, quo casu in fundis, bonis stabilibus,
decimis censibusque realibus erit perficienda"., che, contraria, manifestatavi già durante le trattative preliminari per
la Bolla medesima,. Essa era rappresentata dai circoli, i quali seguivano in materia
di politica ecclesiastica le vedute di Guglielmo von Humboldt, che sosteneva doversi
respingere rifiutare la dotazione in beni stab immobili, poiché in tal
guisa la Chiesa si sarebbe resa finanziariamente indipendente dallo Stato, il quale
rimarrebbe così privo della necessaria influenza sopra di essa (cfr. Bruno Gebhardt,
Wilhelm von Humboldt als Staatsmann, I, Stuttgart 1896, pag. 63 e seg.).
Anche il Treitschke (Deutsche Geschichte im 19. Jahrhundert, III,
pag. 409 e seg.) qualifica la promessa del Principe
Har-il Go si rese più tardi conto
il Governo, che decise tacitamente di lasciare in inadempiuta questa parte della
Bolla. E così difatti avvenne nonostante le ripetute insistenze delle competenti Autorità
ecclesiastiche e dei rappresent deputati cattolici nel Parlamento, riferite dal
Müssener nel luogo sopra citato.
La dotazione,attribuita da
attribuirsi alle singole diocesi, viene designata nella Bolla De salute animarum come
firma et congrua. Essa doveva quindi esser tale da bastare pienamente a tutti i
bisogni delle medesime (congrua); doveva inoltre essere stabile (firma), vale
a dire anche per il futuro corrispondente alle necessità finanziarie della Chiesa. Sarebbe quindi evidentemente erroneo d'interpretare le parole "firma
dotatio" nel senso che sia stata ivi fissata una somma totale invariabile. Questa teoria della
cosiddetta "dotazione chiusa" (geschlossene Dotation),
soste-". - Lo stesso concetto di non doversi cioè ritenere come
stabilmente inalterabili le dotazioni fissate in passato, appare chiaramente ed
esplicitamente nell'approvazione pontificia della Convenzione del 26 Giugno 1853,
relativa alla dotazione della Chiesa di Warmia, dove è detto: "Quotiescumque modernus
Episcopus Warmiensis eiusque successores peculiari aliqua premantur prò sua dioecesi
necessitate, Serenissimi Regis propensiorem animum fidenter adire fas est eiusque
liberalitatem experiri".- Ora questi bisogni, preveduti già in tempi remoti, si
verificano effettivamente oggi nelle diocesi di Prussia, e trovandosi esse nella
impossibilità di sopperire da sé alla lamentata deficienza degli onorari, sembra equo che il
Real Governo intervenga con qualche opportuno provvedimento. Infatti, oltre ad altri titoli,
che giustificano l'attesa dei provvedimenti da parte del Governo, sta il fatto che lo stesso
possiede tuttora una grande parte dei beni ecclesiastici secolarizzati, dai quali ritrae
ogni anno vistose rendite. È risaputo che dai beni secolarizzati della sola diocesi di
Breslaviaalle a queste sedute, oltre il Revmo Mons. Kaas, il Revmo Mons. Linneborn, Preposto del Capitolo cattedrale di
Paderborn e deputato al Landtag prussiano, il quale aveva frattanto raccolto presso
le varie Curie vescovili il [nec] materiale,
affinché egli potesse in tal guisa aver modo di esporre in dettaglio ai Commissari
governativi i desideri dell'Episcopato e dei Capitoli.
Come ho avuto già l'onore di riferire all'E. V., il nel
rispettoso Rapporto N. 35116 del 10 Aprile 1926, il Governo prussiano sin dal
principio delle trattative ha chiesto lapositiva riserva clausola nel Concordato, nel senso della permanenza di quel diritto. Essi cominciarono
col rilevare non che non vi era attualmente la minima
probabilità di trovare nel Parlamento una maggioranza disposta ad approvare una dotazione,
anche soltanto parziale, in bonis fundisque stabilibus. Risposi che ciò
mi era ben noto alla S. Sede, la quale per conseguenza chiedeva non la immediata
attuazione della medesima, ma l'affermazione, in [massi] linea di massima, del
suo
di tale
diritto di taledi
poter] ed aggiunsi che difficilmente po avrebbe potuto comprendersi una
ragionevole opposizione da parte del Parlamento a questo riguardo, trattandosi di un diritto
della Chiesaindiscutibilmente risultante dalle Bolle concordate di circoscrizione.
Notaialtraltresì che la domanda del Governo era dannosa agli stessi interessi
prussiani; [essa] infatti [non aveva]
l'Eminentissimo Sig. Cardinale Bertram sconsigliava vivamente la
rinunzia alla dotazione anzidetta, giacché
essa avei Governi polacco e cecoslovacco se ne sarebbero valsi come
precedente per effettuare la espropriazione dei beni,
della diocegià tanto minacciati, della diocesi di Breslavia nei loro territori.
Il rappresentante del Ministero delle Finanze, Sig. du Mesnil, negò la parità dei due
casi, trattandosi nell'uno di proprietà ecclesiastiche già esistenti e nell'altro della
effettuazione di una
la qprevista bensì nelle Bolle [suc] di circoscrizione, ma rimasta inattuatadurante cento anni;al che, tuttavia, il Revmo Mons. Kaas rispose che,anche se si vuolammettere la differenza giuridica dei due casi, nonpuòtuttavia nonriconoscereipericoli di ordine politico, che lo Stato prussianonon hainteressediacuire.
Dopo di ciò, il Consigliere ministeriale Sig. du Mesnilcercò, in una lunga esposizione del punto di vista del Governo di dimostrare come le condizioni economiche nel 1821 - anno, in cui venne emanata la Bolla De salute animarum - fossero essenzialmente diverse dalle attuali. Allora la proprietàddei titoli rappresentava il tipo normale, ed anzi unico di una
stabile dotazione. La Prussia di quel tempo era un paese prevalentemente agrario; oggi invece, in seguitoallo sviluppo industriale, le condizioni
dell'agricoltura son divenute tali, che una dotazioneoffrirebbe anchepresenterebbe,anchedal punto di vista dell'interessedella Chiesa, grandisvantaggi. Sarebbe quindi, sotto l'aspetto economico, un
anacronismo, se si volesse oggi in tal guisa assicurare la
stabilità della dotazione. - Molto più efficace è invece ilprogetto preso in vista dal Governo. Il regolamento
finanziario stabilito nella Bolla De salute animarum aveva il difetto fondamentale che, in
conseguenzadellamancatanon compiuta dotazione in fondi stabili, non presentava nessuna sufficiente garanzia di in caso di
deprezzamento della moneta, come apparve durante il tempo dell'inflazione. Affine d'impedire il ripetersi di così
grave inconveniente, il Ministro delle Finanze è pronto a fissare le dotazioni, da determinarsi di nuovo
in concreto,in dettaglio,in base alla valuta e di stabilire il
principio che, in conformità corrispondentemente all'aumento degli stipendi degli
impiegati eddell' amministrativa dello Stato
prussiano,
il qualee si compie quindi a vantaggiodella Chiesa, [sen] del quale giova sperare che la
S. Sede prenderà atto con soddisfazione, e che sarà senza dubbio accolto
incontrerà in Germania il compiacimento di tutti i circoli ecclesiastici interessati. Al tempo
stesso, però, in cui il Governo è disposto a fare una così importante concessione, gli
riuscirebbe intollerabile di essere ogni momento esposto al
pericolo che la S. Sede reclami l'attuazionel'adempimento della dotazione reale. - Il Direttore ministeriale
Trendelenburg ed il Prof. Heyer appoggiarono le vedute
del rappresentante del Ministero delle Finanze, e dichiararono anche essi impossibileper lo Statodi accettare un principio,
Replicai dal canto mio che nonnegavo intendevo di negare
essere l'accettazione della massima dell'adattamento delle prestazioni finanziarie alle
condizioni economiche di ciascun tempo (massima adottata
anche nel Concordato bavarese), ove bavarese, ove tuttavia è rimasto confermato il
diritto della dotazione in bonis fundisque stabilibus - art. 10) un soddisfacente
progresso di fronte alla teoria della "dotazione chiusa", sostenuta fino affermata
sino ad ora sempre dallo Stato prussiano, ma osservai q che questa teoria era falsa e
ad ogni non era stata mai ammessa dalla S. Sede(come risulta anche dal Pro-Memoriadella S. Sedeal Sig. Ministro di Prussia presso la S. SedeN. 75414 del 26 Febbraio 1903). Non intendevo nemmeno di disconoscere
che col piano proposto le dotazioni acquistavano una stabilità, che aveva fatto così
miserabilmente difetto nell'antico sistema, specialmentenel tempo della inflazione. Ricordai come allora il
Governo
teobbligato a soddisfare le prestazionifinanziariefissate nelle Bolle di circoscrizione soltanto in marchi-carta; il che equivaleva ad
asserire essere essi ridotti a nulla, vale a dire alla completa negazione degli obblighi medesimi. Prendevo quindi atto che il Governo stesso non negava più la insostenibilità di una simile tesi. Aggiunsi
però che, oltre la stabilità, la S. Sede, nell'esigere
durante le trattative per le Bolle anzidettela dotazione reale, aveva avuto principalmente a cuore di
assicurare un altro carattere delle dotazioni, vale a dire la indipendenza delle medesime,
affine d'impedire che gli ecclesiastici divenissero stipendiati dello Stato; ma,per ciò appunto il Governo non aveva mandato ad
effetto la dotazione reale, come risulta(pagg. 147-148 e
189-190). Ora però l'importanza di un tale carattere
non è diminuita ai giorni nostri; che anzi deve dirsi anche maggiore nell'attuale regime parlamentare.
Sotto questo punto di vista però la proposta delrappres Sig. Commissario del Ministero delle Finanze non offre alcuna garanzia,
giacché fa gli ecclesiastici salariati del Governo e non dà per l'avvenire alcuna
possibilità di sostituire il pagamento degli stipendi con una dotazione reale, nel caso in
cui la S. Sede, mutate le circostanze, credesse opportuno di chiederne l'attuazione.
Non mi rimaneva quindi che di pregare i Signori Commissari dei Ministeri del Culto e delle
Finanze di studiare un modo, il quale lasciasse la via aperta, almeno in linea di massima e
per un sia pure lontano avvenire, ad una così legittima domanda della
S. Sede.an] senza dubbio dato luogo a critiche. Il progetto del Governo non sembra d'accordo neppure col
diritto beneficiale ecclesiastico, basato sul principio della dotazione in fondi beni
stabili.
In seguito a ciò, nella seduta del Sabato 25 Giugno, i negoziatori prussiani proposero la seguente formula:
"Für den Fall, dass die hier getroffene Regelung infolge einer Ablösung der Staatsleistungen nach Artikel 138 der Verfassung des Deutschen Reiches oder aus einem anderen Rechtsgrunde wegfallen sollte, werden alle Ansprüche und Einwendungen aus älteren Rechtstiteln vorbehalten".
"Nel caso, in cui il regolamento qui preso venisse a cadere in conseguenza [sia] di uno svincolo delle prestazioni finanziarie dello Stato a norma
dell'articolo 138 della Costituzione del Reich o per altro titolo giuridico, tutti i diritti ed eccezioni derivanti da antichi titoli
giuridici rimangono riservati".
Questa formula rappresenta, come è chiaro, unacom specie di compromesso fra la domanda della S. Sede circa la permanenza,
del almeno in linea di massima, del diritto alla dotazione in beni
immobile [sic], e la rinunzia definitiva alla medesima richiesta dal Governo. Secondo
quella formula, invero, quel diritto verrebbe a rivivere in
due casi: 1º) nel caso dello svincolo delle prestazioni finanziarie dello Stato alla
Chiesa, previsto nell'articolo 138 della Costituzione del Reich, e 2º) nel
caso, in cui il regolamento delle prestazionie in
tutto od in parte In tali casi tutti gli
i diritti e le eccezioni derivanti da antichi titoli giuridicireviviscunt, vale a dire tutti i diritti provenienti dalla
secolarizzazione, dal Reichsdeputationshauptschluss, dalle Bolle di circoscrizione, e
quindi anche quello relativo alla dotazione in beni immobili.
I Commissari prussiani, i quali affermarono che questa formula era stata [trovata] giudicata come accettabile dai Revmi Mons. Kaas e Linneborn,che ne avevano avuto privatamente conoscenza il giorno innanzi, ripeterono la la osservazione già esposta nella seduta
precedente; insistettero cioè di nuovo sull'importanza
dell'abbandonodelle sulla impossibilità di fare approvare dal Parlamento questa (cosiddetta)
concessione, se la S. Sede si riservava il diritto di
rivendicare, malgrado ciò, in qualsiasi momento volesse,la dotazione reale.
Da parte mia, feci [subito] notare che i due casi contemplati nella formula proposta avrebbero difficilmenteuna pra attuazione. Infatti, quanto allo svincolo delle prestazioni finanziarie dello
Stato alla Chiesa, sebbene esso sia realmente prescritto
dall'articolo 138 capov. 1º della Costituzione germanica, nondimeno è convinzione
generale che esso non si effettuerà per un tempo indefinito. Parimenti è assai
improbabile, che si verifichi ilsecondocaso, vale a dire, ad esempio,
che il Governo dichiari [in massima] decaduto l'intero il regolamento introdotto dal nuovo
Concordato, sia in tutto,ao od all'altrao deg
fis capo delle dotazioni ivi fissate (ad es. quella concernente i Canonici).
Possibile è invece il caso della violazione dell
ea
prestazioniConvenzione circa le prestazioni finanziarie nei
singoli riguardo ai singoli, come difatti avvenne ripetutamente all'epoca del Concordato.
Questo caso Anche a questo caso dunque,non incluso nella formula surriferita, come, del resto, dichiarò
espressamente il Prof. Heyer contro un contro una
interpretazione tentata dal Revmo Mons. Kaas,dov[eva] estendersi la formula proposta medesima, di guisa che,
la S. Sede,
anche nella
in casoqualora venisse a constatarsi
un mancamento volontario nell'adempimento degli obblighi
finanziari, tornasse in vigore l'antico diritto alla
dotazione reale.
I Commissari prussiani opposero chedopo le non vi era da temere in tempi normalidei di simili conflitti. simili a quelli del tempo del Kulturkampf Lo stesso
Mons. Linneborn difese la soluzione proposta dal Governo, affermando che essa assicurava la
stabilitàdelladotazione; onde io mi vidi
costretto a ripetere, anche di fronte al detto Prelato, come la S. Sede durante le
trattative per le Bolle di circoscrizione aveva dato il massimo peso ad un altro carattere
necessariodelladotazione medesima, vale a dire la
indipendenza, e che quindi non vedevo come Essa potrebbe ora rinunziare anche
alle possibilità
della dotazione reale. accondiscendere al alla rinunzia del diritto in
discorso. voluta dal Governo.
Essendo la questione rimasta in tal guisa insoluta, e poiché in seguito al congedo del Sig. Trendelenburg le sedute dovettero rimanere temporaneamentesop sospese, ladiscussione non poté essere ripresa che la
nellae [scorsa] conferenzaedella del 13, e del 17
Dicembre 17 e 18 Dicembre. Quanto alla surriferita formula ess i
Commissari governativi proposero di sostituire la parola "Rechtsgrunde"
(motivo
Venendo poi alle singole partite della dotazione per le diocesi della Prussia, essi mi presentarono unaistanza,che l'E. V. troverà qui acclusa, [con] indicate le somme,da versarsi che lo
Stato si obbligava a versare. I Commissari cercarono di
mettere in luce i vantaggi del nuovo regolamento in paragonedelle disposizioni della Bolla De salute animarum, rilevando in modo
speciale come, secondo la lettera e (cfr. altresì la lettera h
capov. 3), le rendite da corrispondersi alla Chiesa"sarebbero adattate alla condizione economica di ciascun tempo
nella stessa proporzione come le corrispondenti somme impiegate dallo Stato per l'asseg le paghe dei suoi funzionari". Essi si sforzarono poi di giustificare la mancanza delle
cifre nel progetto di dotazione coi seguenti argomenti: 1º) per non essere ancora [con] effettuata la riforma degli stipendi dei funzionari dello
Stato; 2º) perché le trattativecoirappresentanti delle
confessioni protestanti, erano bensì cominciate, ma si trovavano soltanto agli inizi. Ora
era impossibile di fare definitive promesse alla Chiesa cattolica, senza conoscere
prima esattamente le richieste dei protestanti, a causa delle ripercussioni che le
concessioni fatte a quella avrebbero potuto avere su queste; 3º) perché non era
possibile di fare proposte concrete sulle dotazioni,
fintanto-non sia no lo Stato non conosca la decisione della S. Sede sul sui punti del
Concordato, che er sono per esso di maggior interesse. Laverità era che il Ministro delle Finanzie [sic] in
Prussia, Sig. Höpker Aschoff, appartenente al partito democratico, ostilissimo alla Chiesa
cattolica ed avversario irriducibile di un Concordato colla S. Sede, si era, malgrado
tutte le pressioni esercitate su di lui, rifiutato di indicare le cifre delle dotazioni. Da parte mia, dichiarai che era
sarebbe impossibile di trattare seriamente il presente
rego progetto colle cifre in bianco e, d'altra parte dall'altro canto, tenendo
presente il venerato Dispaccio N. 2521/26 del 4 Novembre 1926, rilevai che
alla la S. Sede non potrebbe pronunziarsi definitivamente circa punti
speciali, senza avere prima sotto gli occhi uno schema completo di Concordato.
Sebbene in tal guisa una proficua discussione di questo importante argomentodivenisse
apparisse inattuabile, furono tuttavia esaminati, almeno in linea di principio, alcuni punti
di particolare importanza, tra i quali la dotazione dei Seminari, le tasse
ecclesiastiche e gli assegni per i parroci. Mi sia quindi
quindi
Le Bolle di circoscrizione hanno espresso con ogni chiarezza l'obbligo dello Stato di provvedere i mezzi perl' gli
Istituti diocesani o Seminari destinati alla educazione e formazione del Clero. Così nella
Bolla De salute animarum per le diocesi dell'antico Regno di pr Prussia si
legge: "Committimus
pariter antedicto Josepho Episcopo Warmiensi, ut Clericorum Seminariis in qualibet dioecesi opportune constabiliendis, firma remanente possessione
bonorum, quae ad praesens obtinent, eas vel partiales vel integras, prout necessitas atque
utilitas postulabit, bonorum dotationes attribuet, quae ab ad promissa Serenissimi Borussiae
Regis liberalitate suppeditabuntur".
Egualmente nella Bolla Impensa Romanorum Pontificum per le diocesi di Osnabrück e di Hildesheim si prescrive: "necnon episcopali Seminario ea reddituum annua summa tribuetur, quae necessitatibus et utilitati dioecesisdell del Reno
Superiore, fralequalisonocomprese
an le due attuali diocesi prussiane di Fulda e di Limburgo, si dispone: "Cumque ad
praescriptum Sacri Concilii Tridentini pro Cleri educatione et institutione Seminarium
puerorum ecclesiasticum ab Episcopo libere regendum et administrandum existere debeat in
singulis ex praedictis tam archiepiscopali quam episcopalibus Ecclesiis, ubi is alumnorum
alatur numerus, quem respectivae Dioecesis necessitas et utilitas postulat, eumque in
quatuor ex illis jam adesse sciamus, in reliqua Ecclesia, quamprimum poterit, congrue
erigendum mandamus". Questa ultima diocesi, dnella quale si dice non esistere ancora
il Seminario, era quella di Limburgo; si stabilisce infatti più appresso: "Antedicto insuper
Joanni Baptistae episcopo iniungimus, … ut designet in quod
Semina-
Quale fosse, del resto, la mente della S. Sede su questo punto così importante, apparisce, con ogni evidenza dalla "Esposizione dei Sentimenti di Sua Santità sulla Dichiarazione de' Principi e Stati Protestanti riuniti della confederazione germanica" del 10 Agosto 1819 e dalla posteriore Nota dell'Eminentissimo Cardinale Consalvi, Segretario di Stato. Contrariamente infatti al punto di vista dell'anzidetta Dichiarazione governativa, la quale voleva restringere laforma tridentina degli Istituti di educazione del clero all'ultimo anno, vale a dire al Seminario pratico o Priesterseminar, la S. Se-erit] erit definiendums".
Non è superfluo di rilevare come, mentre nella Bolla De salute animarum per le diocesi del territorio dell'antica Prussia si ammette, come era in realtà, che ivi non esistevanoancora i Seminari Tridentini(1), giacché si parla di "Clericorum Seminariis in qualibet Dioecesi opportune constabiliendis", invece per le diocesi, e
poiesecutore della Bolla medesima, Mons. von Keller, Vescovo
tit. di Evara e poi nel 1828 Vescovo di Rottenburg, noto per la sua debolezza e sommissione
verso la Potestà civile; il che parrebbe confermato dalla circostanza che, sia nella
relazione inviata alla S. Sede nel 1824 (II, 6), come nel Decreto di esecuzione
del 25 Ottobre 1827, egli sembra considerare la disposizione circa i Seminari
tridentini come adem-", alle quali bastava di opporre una eguale riserva, il più
possibile generale, delle prerogative dello Stato". D'altra parte le somme menzionate nella Bolla, ed alle quali soltanto i Gov
rispettivi Governi intendevano di obbligarsi giuridicamente, non potevano bastare al più che
per il solo Priesterseminar.
Fu così che i Governi medesimi, - i quali già di fronte all'Ultimatum della S. Sede del 16 Giugno 1825, che prevedeva il surriferito punto quinto della Bolla Ad dominici gregis custodiam,come purerelativ relativamente al punto sesto concernente
la libera comunicazione colla S. Sede, avevano nella Nota del 7 Settembresovrani inalienabili della loro sovranità" -, accettarono e
ratificarono le due Bolle più volte citate in quanto "avevano per oggetto la costituzione
della Provincia ecclesiastica del Reno superiore, la circoscrizione, la dotazione e la
erezione dei cinque Vescovati ad esso appartenenti coi loro Capitoli cattedrali, come anche
la provvista delle Sedi arcivescovili e vescovili e delle prebende del Duomo", senza
sempre tuttavia menzionare con riserva dei diritti sovrani e senza menzionare gli
anzidetti punti quinto e sesto, e quindi nemmeno i Seminari a norma delle prescrizioni del
Concilio di Trento. Tale punto di vista venne poi definitivamente confermato e sancito dalla
Ordinanza governativa in data del 30 Gennaio 1830, contro la quale la s. m. di
Pio VIII protestò nel Breve Pervenerat del 30 Giugno 1830, in cui
rimproverava anche la negligenza dei Vescovi ed ingiungeva loro di difendere la libertà
della Chiesa contro le innovazioni profane. -ao Chiesa Stato di dotarli.
Checché sia di ciò, rimane certo che lo Stato prussiano cercò con ogni mezzo di ottenere che, in luogo della fondazione di Seminari tridentini, il clero cattolico ricevesse la sua formazione scientifica nelle Università, ove esso più facilmente poteva esercitare la sua influenza. Così gli studenti di teologia delle diocesi di Colonia, di Muenster, di Breslavia e di Warmiaricevono,
compiono, come è noto, il loro corso teologico nelle Facoltà teologiche delle rispettive
Università e nell'Accademia di Braunsberg; essi [ein Wort unlesbar] sono riuniti nei
cosiddetti Convitticirca cinquanta trattative prolungatesi per circa
cinquant'anni fu definitivamente eretta l'attuale Accademia vescovile in Paderborn; anche
qui per conseguenza gli studenti di teologia, i quali seguono i corsi dei Professori dell'Accademia medesima, vivono
nel Convitto, distinto dal Seminario clericale propriamente detto o Priesterseminar.
- In Fulda ed in Treviri si ha il Seminario tridentino per l'intiero corso
filosofico-teologico. - In Osnabrück ed in Hildesheim si ha solamente il Seminario pratico o Priesterseminar; gli
studenti di teologia sono quindi obbligati a f compiere
i loro studi scientifici fuori della diocesi. Lo stesso si verificava sinora per la diocesi
di Limburgo, i cui studenti di teologia erano sinora riuniti nel Seminario vescovile di
Fulda; per l'avvenire però
Per ciò che riguarda i Seminari minori, in tutte le diocesi della Prussia sono stati eretti convitti (Alumnaten, Knabenkonvikte, Gymnasialkonvikte, Knabenseminare), nei quali vengono raccolti fanciulli, dei quali si nutre speranza che possano un giorno dedicarsi allo stato ecclesiastico.
Ora lo Stato prussiano paga bensì gli onorari dei Professori delle tre Facoltà teologiche di Bonn, Breslavia e Münster e dell'Accademia di Braunsberg, i quali sono considerati quali [uff] funzionari dello Stato. Per il resto intese limitare i
suoi obblighi al solo Seminario pratico o Priesterseminar, che anzi, come si dimostrava
eccessivamente stretto nell'accogliere le domande, anche ristrette al minimo necessario, delle diocesi, provocando così i più
amari lamenti delle Curie vescovili (cfr., ad esempio, per la diocesi di Breslavia,
Müssener, op. cit. pag. 113 e
segg.),
Occorre, del resto, riconoscere che, mentre alcuni Vescovi rettamente volevanoincluso comprendere
nella istituzione del Seminario "l'intiera formazione
superiore dei futuri ecclesiastici", altri lo limitavano, al pari del Governo, al Seminario pratico (cfr. op. cit., pag. 144). Così l'Arcivescovo di Colonia nella sua Relazione del
12 Gennaio 1833, riportata dal Müssener (op. cit. pag. 84-85),
scriveva: "Seminarium institutum inveni, sed in angusto humidoque aedificio ..."
ora tale Seminario era soltanto il Priesterseminar. Egualmente la curia vescovile di Münster
così si esprimeva nel Voto del 2 Dicembre 1821: "...soltanto quegli studenti di teologia sono atti ad
essere ammessi nel Seminario vescovile, i quali hanno compiuto i loro studi nella
Università sino alla teologia pratica, aspirano ora agli ordini maggiori,
Tale interpretazione restrittiva fu data alla espressione "[Candidato]" da tutti gli altri Stati della Germania, compresa la Baviera(cfr. articolo V dell'antico Concordato del 1817). Soltantoin seguito a con grandissima difficoltà fu possibile all'umile sottoscritto di fare abbandonare
la simile falsa concezione nel nuovo Concordato del
29 Marzo 1924, ove infatti all'articolo 10 § 1 h) lo Stato bavarese
si obbligava a
corrispondere convenienti sussidi ai Seminari [esistenti]
minori e maggiori, ordinati secondo le prescrizioni del Codice di diritto
canonico.
Nelle conferenze coi Signori Commissari prussiani lo scrivente si è sforzato di far valere lo stesso punto di vista; è però ancora del tutto incerto, se e fino a qual punto sarà possibile di far ottenereil desiderato scopo della fissazione, che il Governo si induca ad
a riconoscere a riconoscere in modo reale ed
effettivo le sue obbligazioni finanziarie al riguardo.
Durante la discussione venne pure trattata la questione, in quale misura le tasse ecclesiastiche devono essere comprese nelle entrate delle diocesi. - Occorre distinguere a tale riguardo due specie di tasse ecclesiastiche, vale a dire 1º) le tasse cosiddettecattedrali (Kathedralsteuer), furono introdotte con Regio decreto del 13 Aprile 1825; esse dovevanoessere riscosseper mezzo del rispettivo parroco insieme ai diritti di stola in occasione dei battesimi, dei matrimoni e dei funerali,ed ed essere poi da lui
inviata ogni semestre per mezzo del Decano alla Curia vescovile (cfr. Müssener,
op. cit., pagg. 78-79; Vogt, Das kirchliche
Vermögensrecht, Köln 1910, pag. 70). Tale imposta
era ed è evidentementefuunaaperta violazione degliobblighi incombenti allo Stato in virtù delle Bolle di
circoscrizione, giacché con essa lo Stato faceva ricadere sui cattolici una parte degli obblighi finanziari. Invano varie Curie vescovili, in
modo speciale quella di Colonia (cfr. Müssener, op. cit.
pag. 78) e di
Breslavia (ib. pagg. 114-[125]),,. "Questa imposta,
così si esprimeva il Principe-Vescovo di Breslavia nel suo Voto del 28 Maggio 1824, è
qualche cosa di completamente nuovo ed insolito inquesta diocesi e non si può in alcun modo accollare ai fedeli. Il Vescovato di Breslavia era
largamente dotato con beni stabili, capitali e rendite. Se lo Stato gli avesse lasciato la
sua proprietà, [av] avrebbe potuto sempre provvedere ai suoi bisogni. Ma poiché lo
Stato medesimo si è appropriato tutti i beni ecclesiastici, è esso soltanto tenuto a fornire
la necessaria dotazione … Sarebbe una grande ingiustizia, se alle parrocchie cattoliche
della Slesia si imponessero tasse per agevolare la dotazione allo Stato,
il quale ha riportato per sé tutti i vantaggi della confisca della proprietà
ecclesiastica. La miseria nel popolo è già così generale, che esso non è in grado di pagare gli stessi diritti di stola, i quali, perché
fissati coll'Editto del 1750, quindi or sono 74 anni fa, in conformità dei
prezzi di allora, sono tuttavia
, dovesse essere pagata la una nuova tassa? Essa non farebbe che rendere odioso"
al popolo non solo lo Stato, ma anche il clero e con esso la religione ...". Lo stesso
Esecutore della Bolla, Principe zu Hohenzollern, Vescovo di Warmia, si adoperòinu inutilmente, allo stesso scopo. (cfr. Müssener,
op. cit., pag. 78 e 183); ma finì poi peraccettare la cosa, tantocosicchénel Rapporto per la S. Sede del
30 Giugno 1832 si legge: "Dacché è stata introdotta la
tassa cattedrale, è provveduto nel miglior modo alla manutenzione degli edifici delle Chiese cattedrali. Il duomo di Colonia
è da dieci anni in riparazione,
per il che si impiegano con notevole spesa. È soltanto da impedire che la tassa cattedrale, destinata
esclusivamente per i bisogni delle chiese, venga impiegata ad altri scopi, al che inclinano alcuni Capitoli cattedrali"
(op. cit., pag. 144)., del tutto
insufficienti, pretese che, per sopperire alle spese dell'amministrazione diocesana, della
fabbrica della cattedrale, dei Seminari
vescovili e degli Istituti d'insegnamento teologico, le diocesi stesse contribuissero colla
introduzione di una tassa diocesana. A tale scopo avrebbe dovuto promulgarsi una legge, in
virtù della quale l l'Episcopato era autorizzato a riscuotere una imposta diocesana sino al
3 per cento della imposta sul reddito. da
pagarsi allo Stato L'Episcopato, spinto dalla necessità, diede il suo consenso alle
proposte del Governo. La corrispondente legge venne promulgata il 21 Marzo 1906 ed
entrò in vigore il lº Aprile; con successiva legge del 26 Maggio 1906 art. 16
fu perm permesso di imporre il 5 per cento (cfr. Müssener,
op. cit., pagg. 154-157 e 202-203).
"Siamo rimasti assai sorpresi dalla comunicazione del Revmo Mons. Linneborn, che desisterà dal concetto che la tassa diocesana debba servire agli oneri di dotazione. Si deve resistere con ognienergia fermezza a simili tendenze dei rappresentanti del Governo. È ormai tempo
finalmente che lo Stato prussiano soddisfi pienamenteagli obblighi basati sulle Convenzioni e non ne faccia
ingiustamente ricadere la più gran parte sulla parte cattolica della popolazione,
come ciò si verifica manifestamente per mezzo della tassa diocesana".
L'Emo Il sullodato Eminentissimo aggiungeva che tale proposta è pienamente fondata, ma che la
Conferenza vescovile di Fulda, come apparisce dal relativo Protocollo del 9 Marzo N. 3, ri ha ritenuto non esservi alcuna probabilità per un così rilevante
aumento delle prestazioni finanziarie, sog (così
proseguiva il sullodato Sig. Cardinale) fu introdotta dai Vescovi la tassa diocesana, erano,
per quanto è a mia conoscenza, tutti convinti che né per via di processo giudiziario né per
via di legge né per via di trattative era possibile di ottenere dallo Stato così elevati
pagamenti, da poter fare a meno della tassa anzidetta. La situazione non sembra ora molto
più favorevole, data l'attuale composizione dei Ministeri e del Landtag".
Questagiusta per sé così giusta richiesta venne da me avanzata nella conferenza del
17 Dicembre s. a., nella quale mi fu agevole di dimostrare, in base ai surriferiti
dati, come le anzidette tasse ecclesiastiche fossero state introdotte illegittimamente,
mentre che il Governo sarebbe tenuto a provvedere alla intiera dotazione delle diocesi. I
Commissari governativi concessero la soppressione della tassa cattedrale; per ciò invece che
riguarda la tassa diocesana, ilricon
gratitudine per la benevolenza dimostrata dal Governo. Al che
mi fu non difficile di replicare che innanzi tutto che una simile dichiarazione non
potrebbe vincolare la S. Sede, la Quale soltanto è giudice dell'adempimento o meno
degli obblighi consegnati nelle Bolle di circoscrizione, ed inoltre che dall'Esposto
dell'Emo Cardinale Bertram risulta chiaramente come i Revmi
Vescovi non introdussero la tassa diocesana se non spinti dalla necessità e perché avevano
dovuto convincersi che non otterrebbero dallo Stato maggiori
pagamenti.
Delle parrocchie non parlano pur troppo in alcun modo le Bolle concordate di circoscrizione, a differenza del Concordato bavarese, del 1817, il quale
nell'articolo 8 assicurava la il mantenimento dei beni delle parrocchie ed altri benefici già esistenti e nell'articolo 12 lett. f) al
accennava, almeno indirett incidentalmente, all'assegnamento di convenienti redditi
per le parrocchie da erigersi in futuro.
In Prussia occorre distinguere le parrocchie incorporate aille monasteri fondazioni, Abazie e monasteri
incorporati secolarizzati, dalle altre.
Quanto alle prime la loro dotazione incombe allo Stato (Schmitt, Staat und Kirche, pagg. 30-53; Die Ablösung, pagg. 62-88).,
1º) in virtù del principio generaleRat Rastatt
(Rastatter Protokolle, B vol. I, pag. 392 - cfr. Schmitt,
Staat und Kirche, pag. 35): "Res transit cum suo onere, et qui commodo rei
gaudet, ferre etiam debet eius incommodum". Similmente si esprimono anche i Protocolli di
Regensburg (Regensburger Protokolle, vol. I, pagg. 30-31 - cfr.
Schmitt, l. c., pag. 38).
2º) in [sic] forza dei §§ 36 e 77 del Reichsdeputationshauptschluss.
3º) in virtù dell'ordine di gabinetto (Kabinettsorder) del Re Federico Guglielmo III in data del 25 Settembre 1834. - Il Fischer nell'Archiv für katholisches Kirchenrecht, vol. l03 pagg. 37 e segg., dimostra contro il Triepel (in Archiv für öffentl. Recht N. F., 5, 1923-1924, pagg. 206 e 231) ed il Fürstenau (nella Juristische Wochenschrift, 1922, pag. 158 e seg.) che detto ordine di gabinetto ha carattere di vera legge.
Più difficile è la questione circahagià nel secolo scorso, prima in virtù di ordini di gabinetto, poi,
dopo l'emanazione della costituzione
prussiana del 31 Gennaio 1850, mediante ordinaria legislazione, ha versato notevoli somme per contribuzione agli assegni dei parroci. Si chiede ora
Quale è il fondamento giuridico di tali prestazioni?
Vari dotti Autori affermano che tale obbligo dello Stato deriva dalla secolarizzazione. Infatti il § 35 del Reichsdeputationshauptschluss indica comeprimo scopo dell'impiego dei
beni lasciati ai [sic] disposizione dei Principi
secolari, in primo luogo le spese per il culto ("zum Behuf des Aufwands für
Gottesdienst …"), e quindi il sollievo delle loro finanze ("zur Erleichterung ihrer
Finanzen"). Essi erano quindi tenuti, non soltanto alla dotazione della Chiesa cattedrale
("unter dem bestimmten Vorbehalte der festen und bleibenden Ausstattung der Domkirchen"), di
cui il medesimo § 35 parla in seguito espressa-i Vescovati le Chiese cattedrali, ossia gli istituti
diocesani; non si può quindi, a suo parere, in nessun modo parlare di una obbligazione
generale per i bisogni del culto. Che anzi un recente opuscolo del Consigliere intimo
governativo Dr Carlo Israel (Reich, Staat, Kirche, Berlino
1926) nega qualsiasi obbligo giuridico dello Stato derivante dalla secolarizzazione. Contro
simili affermazioni possono bensì addursi le dichiarazioni del Ministro del Culto
prussiano von Ladenberg del 15 Dicembre 1848, ed anzi in qualche modo anche quelle dei
Direttori ministeriali Dr. Fleischer e du Mesnil nella Commissione principale
del Landtag, in occasione della discussione del bilancio, il 7 Aprile 1923. Rimane tuttavia sempre il fatto che
il diritto derivantealle parrocchie non incorporatein esame in base alla secolarizzazioneè assai controverso.
tali le prestazioni medesime, come anche sul diritto
consuetudinario più che centenario. Tale obbligo ha però un carattere soltanto sussidiario; lo Stato cioè interv concede le
sue sovvenzioni soltanto se ed in quanto la parrocchia [stessa] non
èin grado di
provvedere
alcorrispondere l'assegno del parroco. Il concettoanzi di tale incapacità (Leistungsunfähigkeit) della comunità parrocchiale ha subito anch'esso variazioni.
Mentre infatti nella legge per gli assegni dei parroci del 26 Maggio 1909 si ammetteva
ancora tal detta incapacità nel caso in cui essa fosse obbligata di ricorrere ad imposte ecclesiastiche, invece l'ultima legge del
25 Maggio 1926 [che] esige che le comunità parrocchiali contribuiscano per la
congrua dei parroci in pro
col 5% con tasse addizionali in proporzionetassa
imposta imposta per il redditodel Reich.
Ques Il suaccennato obbligo dello Statonon costituisce, tuttavia, per sé un diritto soggettivo p
a f
nella né per la parrocchia né per la diocesi, né ancor meno un diritto che la
S. Sede possa reclamare, salvo altro titolo legittimo, in vista del Concordato.
Uno speciale riguardo meritano le parrocchie situate sulla riva sinistra del Reno. - Dopo la rivoluzione la Repubblica francese aveva secolarizzatoanche i beni ecclesiastici
anche nei territori conquistati della Renania. In compenso fu provveduto al sostentamento
dei parroci,i cui assegni furonodivisi in tre classi: di 1.500,
1.000 e 500 franchi;obbligo, cheil Governo francese riconobbe anche nell'art. XIV del
Concordato del 1801.Lo Stato prussianodovette riconoscere già sindall'Editto di secolarizzazione del 30 Ottobre
1810 § 4. l'ob Il Governo tuttavia non riconosce una tale obbligazione se non per le parrocchie già esistenti al
momento in cui quelterritorio passò sotto il dominio della Prussia, ma non
pernon dev] debbono
essere erette tante succursali, quante siano richieste dal bisogno.Ciòè tantopiù ingiusto
in
q
giacchése si rifletta che il Governo sovvenziona accorda invece
sussidi alle nuove parrocchie dei protestanti, seb quantunque questi non sianoabbiano avuto quasi nessun bene sulla riva sinistra del Reno.
Nelle
In base ai Nelle conferenze coi Commissari prussiani il sottoscritto propose anche la questione della inclusione nel Concordato
dell'assegno a favore dei parroci. Osservai pure come nelConcordato
concl colla
Baviera le conclusioni ivi stabilite, per concessione della S. Sede, circa la
provvisprovvista degli uffici ecclesiastici ed alla la nomina dei parroci si fa
dipendere espressamente dalle prestazioni finanziarie dello Stato al riguardo, ed aggiunsi
che non vedevo come la S. Sede potrebbe indursi ad
una simile concessione [in] in un Concordato colla Prussia senza la medesimaclausola: "In considerazione
delle spese dello Stato per gli assegni degli ecclesiastici". Qualora [il]
infatti il Governo Il Sig. Trendelenburg rifiutò di questo punto di vista,
giacché lo Stato con ciò verrebbe ad ammettere che che soltanto per tal motivo ha
diritto alle suaccennatepuò esigere le suaccennate
condizioni,un] questo carattere - era
è
già riconosciutoal quale, del resto, non credevo che la
S. Sede [attribuisse] eccessiva importanza - è già riconosciuto nella
costituzione del Reich (art. 137 capov. 5) e non costituisce quindi alcuna
nuova concessione, in base alla quale il Governo possa richiedere dalla S. Sede
medesima corrispondenti vantaggi. La questione rimase insoluta.
La questione della dotazione non ha fatto in seguito ulteriori progressi. L'atteggiamento irriducibilmente ostile dell'attuale Ministro ha consigliato, anche a giudizio di persone competenti da me interrogate (tra le quali soprattuttoil
il sullodato Mons. Kaas ed i deputati al Landtag prussiano, Revmo Mons. Linneborn e
Rev. Prof. Lauscher), di attendere le nuove elezioni e la conseguente formazione del
nuovo,. Sig.
Chinato
29r, oben mittig hds. von unbekannter Hand, vermutlich von einem Nuntiaturangestellten,
notiert: "C".
Online seit 20.01.2020.
Dokument-Nr. 19771
Pacelli, Eugenio an Gasparri, Pietro
[Berlin], 28. März 1928
Schreiber (Textgenese)
PacelliPacelliBetreff
Trattative concordatarie colla Prussia (Questione della dotazione della
Chiesa cattolica e degli obblighi finanziari dello Stato)
30r
I titoli giuridici,
sui quali si basa il diritto di dotazione della Chiesa cattolica in Prussia da parte dello
Stato sono due: la secolarizzazione e laBolla di circoscrizione"De salute animarum".I. = La secolarizzazione
L'atto giuridico, che diede a tutti i Principi secolari immediati dell'Impero germanico nel principio del
30v
li il Klüber (Uebersicht der diplomatischen
Verhandlungen des Wiener Kongresses überhaupt, 11. Abteilung,
Frankfurt a. M. 1816, pag. 398) ed il Treitschke (Deutsche
Geschichte im 19. Jahrhundert, I7, pag. 186), tuttavia
1º) I beni ecclesiastici senz'altro secolarizzati e rimessi ai Principi secolari come indennizzodelle perdite subite in seguito alla pace di Lunéville (1801), colla quale l'Impero aveva ceduto alla Francia il
31r
tà dei Vescovi ed Abbati nella loro
qualità sia di Questi beni di indennizzo rimanevano gravati degli antichi oneri (altrechtliche Verpflichtungen), vale a dire
31v
ed alle fondazioni secolarizzate, come pure
quella delle fabbriche delle Chiese cattedrali nei vescovati parimenti
secolarizzati.2º) I
32r
di Friburgo, perché, È assai difficile di indicare il valore dei beni secolarizzati all'epoca della secolarizzazione stessa. Il valoreindicato nel
II La secolarizzazione in Prussia.
1º) "Beni d'indennità" acquistati dalla Prussia = La Prussia aveva ceduto alla Francia
32v
nelle paci di Basilea (1795) e di Lunéville (1801) il
suo territorio a sinistra del Reno, comprendente allora 48 miglia quadrate con
127.000 abitanti ed una rendita di un milione e quattrocentomila fiorini. Come
33r
I grandi vantaggi finanziari, che la Prussia
ritrasse 33v
venne calcolato a favore di questa (cfr.
Müssener, op. cit., pagg. 30-31).2º) "Beni a disposizione". Riguardo ai "beni a disposizione" la Prussia sfruttò largamente, prima e dopo il 1815, nell'ovest come nell'est,
34r
nel Müssener, op. cit.,
pagg. 112-128), e nella diocesi di Ermland.Un prospetto generale sulle perdite della Chiesa cattolica in Prussia e sui lucri dello Stato prussiano in seguito alla secolarizzazione è dato dal Müssener (op. cit., pagg. 23-34). Il valore dei beni secolarizzati, penso che ascenda ad almeno un miliardo di Marchi
III. La dotazione delle Sedi vescovili in Prussia
Come si è sopra accennato, il § 35 del Reichsdeputationshauptschluss, concedendo la secolarizzazione dei "beni a disposizione", aggiungeva la condizione
34v
Le Convenzioni, le quali, un
secolo fa, hanno regolato per la Prussia, nel suo territorio attuale, così la nuova circoscrizione,come la dotazione delle Chiese cattedrali, sonole seguenti:1º) La Bolla De salute animarum del 16 Luglio 1821 (riprodotta nella Raccolta
35r
segg.) ed
Impensa Romanorum Pontificum del 26 Marzo 1824 (ibid., pag. 689 e
segg.) per le nuove provincie della Prussia (die neupreussischen Provinzen), cioè per
il territorio annesso alla Prussia nel 1866; vale a dire la prima per le diocesi di Fulda e
di Limburgo (territorio dell'antica Assia elettorale = Kurhessen, del Ducato di Nassau e
della libera città di Francoforte), e la seconda per le diocesi di Osnabrück e di Hildesheim
(territorio dell'antico Regno di Hannover).È opportuno ora di ricordare brevemente il valore e la natura della dotazione fissata in virtù delle anzidette Bolle concordate, come anche il modo in cui essa venne eseguita.
36r
Il
Congresso di Vienna non aveva portato alcuna soluzione alla questione delle dotazioni per la
Chiesa cattolica, posta dal Reichsdeputationshauptschluss. Egualmente erano
falliti, a causa della opposizione della Prussia, i tentativi, fatti prima e durante il
Congresso, di risolverla, insieme ad un regolamento complessivo delle cose ecclesiastiche,
mediante un Concordato del Reich colla S. Sede (cfr. Müssener,
op. cit., pag. 35 e 176). Tale rifiuto della Prussia di partecipare ad
un simile Concordato apparisce dall'istruzioneimpartita in data del 31 Maggio/15 Giugno 1803 al Sig. Guglielmo von Humboldt,
Incaricato d'Affari di Prussia in Roma 36v
en corps (cfr. Franz, Preussen und die
katholische Kirche zu Anfang dieses Jahrhunderts, in Deutsche Zeitschrift für
Kirchenrecht, herausgegeben von Dr. Emil Friedberg und Dr. Emil Schling,
Dritte Folge, 1. Bd. Freiburg 1892, pag. 33). Non rimase quindi altra via che
quella delle trattative dei singoli Stati colla S. Sede, né la Prussia poté, malgrado
tutto, rimanere inaccessibile a tale necessità. L'aumento dei sudditi cattolici, raddoppiatosi in seguito
all'annessione delle provincie occidentali (nell'anno 1817 la Prussia contava
4.023.513 cattolici di fronte a 6.370.380 protestanti - cfr. Laspeyers,
Geschichte und heutige Verfassung der katholischen Kirche Preussens, Halle 1840,
I, pag. 733), la vacanza della maggior parte delle Sedi vescovili, e soprattutto la
necessità di adempire gli obblighi fissati nel Reichsdeputationshauptschluss,
obbligarono anche la Prussia aGià sin dal 28 Luglio 1815 una lettera
37r
del Cancelliere
Principe Hardenberg annunziava al Consigliere Segreto di Stato,
Bertoldo Giorgio Niebuhr, essere egli destinato come Ministro di Prussia in Roma, affine di
trattare e concludere un accordo colla S. Sede. La nomina, tuttavia, non venne
effettuata se non nel Marzo 1816. Il Niebuhr partì nel Luglio e giunse 37v
sostenuta dallo Schmedding,
unico consigliere relatore cattolico nel Ministero del CultoPer ciò che riguarda la questione delle dotazioni, il Governo di Berlino non ignorava
38r
come non solo le
disposizioni del Reichsdeputationshauptschluss, le quali prescrivevano una sicura e
stabile dotazione delle diocesi e degli istituti diocesani, non avrebbero potuto essere
adempiute se non mediante beni immobili, ma
soprattutto che la S. Sede sarebbe rimasta ferma nell'esigere che 38v
Schmedding osservando "che essa distruggeva l'impegno.
Nelle provincie dell'est la possibilità era indubbia, ed il
Reichdeputationshauptschluss ne imponeva l'obbligo" (Mejer,
op. cit., II, 2, pag. 99 in nota).Malgrado ciò, si fece sempre di nuovo il tentativo di fissare la dotazione in annue prestazioni in danaro, da pagarsi come assegnidallecasse dello Stato, sebbene il Niebuhr in un suo rapporto del 15 Ottobre 1819 chiaramente indicasse la impossibilita di fare accettare una simile proposta dalla S. Sede (cfr. Mejer, op. cit., III, pagg. 98-99). Finalmente si addivenne alla soluzione, di cui è parola nel paragrafo XLII "Super publicis Regni sylvis" della Bolla "De salute animarum". Essa prescriveva che sulle pubbliche selve del Regno s'imponessero per autoritàregia tanti censi, quanti sarebbero stati necessarialle dotazioni stabilite per quelle singole diocesi, coll'obbligo di consegnare i relativi istrumenti di questi censi, da
39r
stipularsi in forma legitima [sic] e da ["Super publicis Regni sylvis nominatim designandis tot census auctoritate Regia imponentur, quot erunt Dioeceses dotandae, et in respectiva quantitate, ut ex iis annui fructus ab omnibus, cuiuscumque generis, oneribus prorsus liberi percipi possint, qui satis
39v
sint, vel ad integram ipsarum
Dioecesium dotationem si nullam actu habeant, vel ad supplementum eiusdem dotationis si
partem aliquam suorum bonorum adhuc possideant, ita ut singulae dioeceses eos annuos redditus imposterum habeant, qui
redditibus prò Archiepiscopali vel Episcopali mensa, prò Capitulo, prò Seminario Dioecesano
proque Suffraganeo statutis in quantitate singulis inferius designanda perfecte respondeant,
atque huiusmodi censuum proprietas in legitima validaque Regni forma stipulanda et a
praelaudato Rege subscribenda unicuique Ecclesiae conferetur. Et quoniam enunciatae sylvae,
prout et publica bona omnia Regni Borussiae, ob aes alienum a Gubernio bellorum causa
contractum, hypotheca gravata sunt, atque ob id super nulla earum parte census imponi
eorumque fructus percipi, salva fide, possunt, antequam, imminuta per solutiones a Gubernio
creditoribus hypothecariis factas aeris alieni summa, sufficiens sylvarum quantitas
hypothecae vinculo liberata fuerit;40r
cumque secundum legem,
qua Serenissimus Rex creditoribus publicis cavit, anno millesimo octingentesimo trigesimo
tertio a Magistratibus definiendum sit, qui agri ab eo vinculo soluti, quique adhuc nexi
remanebunt; hinc decernimus praedictos census super sylvis memoratis dicto anno millesimo
octingentesimo trigesimo tertio, et citius si etiam prius antedictae sylvae ab hypotheca
saltem prò rata censuum imponendorum liberatae fuerint, esse imponendos, proptereaque a
singulis Dioecesibus immediate saltem post annum millesimum octingentesimum trigesimum
tertium praedictorum censuum fructus esse percipiendos; ex nunc autem usque ad totum annum
millesimum octingentesimum trigesimum tertium, vel usque ad celeriorem dictorum censuum
impositionem, eamdem argenti summam fructibus censuum respondentem ab
Aerariis40v
provincialibus unicuique Dioecesi esse numerandam.
Ne vero ullo modo numerationis prorogatio ultra annum millesimum octingentesimum trigesimum
tertium timeri possit, quum forte Magistratus intercesserint, ne census imponantur, non
satis diminuta publici aeris alieni quantitate, laudatus Rex ultro promisit conceptisque
verbis sese obligavit, si praeter omnem expectationem id accidat, se curaturum esse, ut tot
agri Regiis impensis emantur pleno dominii jure singulis Ecclesiis tradendi, quot necessarii
sint, ut eorum redditus annuas illas summas exaequent, quae a censibus
perciIl Governo prussiano fu soddisfatto di aver almeno ottenuto dalla S. Sede una dilazione per la imposizione dei censi sino all'anno 1833, ed il Niebuhr qualificò questa condiscendenza della S. Sede come "una splendida prova della fiducia, che si riponeva nella buona volontà della Prussia".
41r
rono pur troppo che tale fiducia non riposava
sopra un solido fondamento.Simili disposizioni circa l'obbligo della dotazione in beni stabili si
41v
vam dotationem procedat, modo et forma, quibus a
Serenissimis Principibus, quorum sub ditione singulae Dioeceses sunt positae, oblata et expressa fuerunt": e per le diocesi di
Hildesheim e di Osnabrück, ora parimenti prussiane, nella Bolla Impensa Romanorum
Pontificum del 26 Marzo 1824, ove si dispone: "Ad huiusmodi autem redditus
constituendos praefatus Georgius Rex spopondit intra quadriennium a data praesentium
numerandum tot fundos ac bona stabilia, decimas et fundos reales iisdem episcopo
(Hildesimensi) et capitulo ea, qua singulis par est quantitate, se traditurum, quot
praedictis annuis adsignatis redditibus ab omni 42r
L'obbligo
assunto nella Bolla De salute animarum relativo alla dotazione reale delle diocesi
non fu mai eseguito dalGoverno prussiano. Come infatti riferisce il Müssener
(op. cit. pag. 147 e segg., 189 e segg.), nei
circoli governativi riuscì a prevalere
la tendenza42v
denberg e del Ministro Niebuhr circa l'anzidetta
dotazione reale come un grave errore, di cui tuttavia La dotazione,
43r
nuta sino ad ora ostinatamente dal Governo Prussiano,
è stata quindi a buon diritto respinta dalla S. Sede, come risulta dal Pro-Memoria
della Segreteria di Stato al Signor Ministro di Prussia N. 75414 del 20 Febbraio
1903, in cui, fra l'altro si legge: "L'intenzione della S. Sede nell'accettare le quote
fissate dal Governo, e pubblicate e sanzionate colle Bolle indicate dinanzi, non era e non
poteva essere di precludere la via ad ulteriori aumenti di dotazione, ove questi fossero
richiesti dalle mutate condizioni e dalle maggiori esigenze dei tempi. Che anzi,
l'intenzione precisamente contraria della S. Sede risulta evidentemente dalla
condizione tassativa, imposta nelle rispettive Convenzioni, di rinvestire in beni immobili
dentro un determinato spazio di tempo le dotazioni fissate. In tal guisa, prevedendo le
circostanze in avvenire, si provvedeva ai bisogni inerenti alle medesime, di maniera che
coll'aumentare43v
i beni immobili il loro valore, aumentassero
del pari le rendite44r
si ricava annualmente la somma di 449.296 talleri,
mentre tutto quello che il Governo, a norma delle citate Bolle, paga per gli onorari di
tutte le diocesi di Prussia, comprese insieme, non supera la somma di 94 mila talleri
prussiani. - Non si deve tacere un'altra ragione, che milita in favore del giusto desiderio
dei Vescovi. Si è accennato più sopra che, a norma delle Convenzioni, le dotazioni fissate
di mutuo accordo avrebbero dovuto essere rinvestite, in un dato periodo di tempo, in beni
immobili, che avrebbero dovuto passare in proprietà assoluta delle rispettive Chiese. Se ciò
fosse avvenuto, le rendite sarebbero oggi naturalmente aumentate per il solo fatto che le
proprietà rustiche hanno acquistato un maggior valore. Ora, non avendo lo Stato, come era
convenuto, rinvestite ancora le dotazioni in beni immobili, sembra conveniente che esso
pensi a migliorare le sorti e le condizioni economiche della
Chiesa".45r
Nei giorni 20, 23 e 25 Giugno ebbero luogo nella Nunziatura tre conferenze, nelle
quali fu trattato questo difficile argomento delle dotazioni, ed a cui, oltre i Commissari
del Ministro del Culto, Signor Trendelenburg e
Prof. Heyer, prese parte anche il
Consigliere ministeriale, Sig. du Mesnil. Da parte mia
pregai di assistere Come ho avuto già l'onore di riferire all'E. V.
45v
definitiva rinunzia
da parte della Chiesa alla dotazione in beni stabili. Attenendomi alle venerate istruzioni
impartitemi dall'E. V. nell'ossequiato Dispaccio N. 969/26 del 1º Maggio
1926, stimai mio dovere di far comprendere ai miei interlocutori che la S. Sede non era
in grado di aderire ad una simile domanda. Come era da attendersi, i rappresentanti del
Governo sostennero da parte loro essere impossibile per lo Stato di accettare una 46r
obbligo da parte dello Stato, [Notai
46v
dotazione reale,
Dopo di ciò, il Consigliere ministeriale Sig. du Mesnilcercò, in una lunga esposizione del punto di vista del Governo di dimostrare come le condizioni economiche nel 1821 - anno, in cui venne emanata la Bolla De salute animarum - fossero essenzialmente diverse dalle attuali. Allora la proprietà
47r
in beni
rustici 47v
alle mutazioni del costo della vita, esse
debbano essere automaticamente adattate alle necessità economiche di ciascun tempo. In
talguisa viene ad essere
abbandonata la massima della "dotazione chiusa", che ha dominato durante un secolo la prassi 48r
che
sarebbe per lo Stato una
"spada di Damocle".Replicai dal canto mio che non
48v
Ministero del Culto prussiano nella
Nota del 19 Maggio 1924 (dall'umile sottoscritto
confutata colla Nota del 25 Giugno s. a. - cfr. Rapporto N. 30734 del giorno
seguente 26 Giugno) affermò essere lo Stato 49r
dall'opera del
Müssener, ben nota anche ai Commissari prussiani. 49v
Il Revmo Mons. Kaas aggiunse da parte sua che
una rinunzia della S. Sede al diritto anche teorico alla dotazione in beni stabili non sarebbe stata compresa dal clero e dalla popolazione cattolica
della Prussia, ed avrebbe [In seguito a ciò, nella seduta del Sabato 25 Giugno, i negoziatori prussiani proposero la seguente formula:
"Für den Fall, dass die hier getroffene Regelung infolge einer Ablösung der Staatsleistungen nach Artikel 138 der Verfassung des Deutschen Reiches oder aus einem anderen Rechtsgrunde wegfallen sollte, werden alle Ansprüche und Einwendungen aus älteren Rechtstiteln vorbehalten".
50r
Vale a dire:"Nel caso, in cui il regolamento qui preso venisse a cadere in conseguenza [
Questa formula rappresenta, come è chiaro, una
50v
medesime
fissato nel nuovo Concordato in forma di assegni o rendite annue, adattate alle condizioni
economiche di ciascun tempo, venisse a cadere per un qualsiasi altro motivo legale. I Commissari prussiani, i quali affermarono che questa formula era stata [
51r
del principio della "dotazione chiusa" e
Da parte mia, feci [subito] notare che i due casi contemplati nella formula proposta avrebbero difficilmente
51v
sia anche soltanto in parte, ossia
quanto all'unI Commissari prussiani opposero che
52r
unripetersi
Essendo la questione rimasta in tal guisa insoluta, e poiché in seguito al congedo del Sig. Trendelenburg le sedute dovettero rimanere temporaneamente
52v
legale) coll'altra più generale e più ampia "Grunde"
(motivo).Venendo poi alle singole partite della dotazione per le diocesi della Prussia, essi mi presentarono unaistanza,che l'E. V. troverà qui acclusa, [con] indicate le somme,
53r
ché Sebbene in tal guisa una proficua discussione di questo importante argomento
53v
lecito di dare qui appresso qualche cenno su ciascuno
di essi.54r
I - I SeminariLe Bolle di circoscrizione hanno espresso con ogni chiarezza l'obbligo dello Stato di provvedere i mezzi per
Egualmente nella Bolla Impensa Romanorum Pontificum per le diocesi di Osnabrück e di Hildesheim si prescrive: "necnon episcopali Seminario ea reddituum annua summa tribuetur, quae necessitatibus et utilitati dioecesis
54v
valeat respondere". Ed
ancor più manifestamente nella Bolla Provida solersque per lediocesi della Provincia ecclesiastica 55r
rium provinciae ecclesiasticae Friburgensis clerici
dioecesis Limburgensis recipi valeant, cum assignatione annua supradictorum mille
quingentorum florenorum usque dum proprium Limburgense Seminarium erigatur". Anche per la
diocesi di Fulda si ordina che "Seminario dioecesano septem millia florenorum annuatim
persolvantur".Quale fosse, del resto, la mente della S. Sede su questo punto così importante, apparisce, con ogni evidenza dalla "Esposizione dei Sentimenti di Sua Santità sulla Dichiarazione de' Principi e Stati Protestanti riuniti della confederazione germanica" del 10 Agosto 1819 e dalla posteriore Nota dell'Eminentissimo Cardinale Consalvi, Segretario di Stato. Contrariamente infatti al punto di vista dell'anzidetta Dichiarazione governativa, la quale voleva restringere laforma tridentina degli Istituti di educazione del clero all'ultimo anno, vale a dire al Seminario pratico o Priesterseminar, la S. Se-
55v
de espose con ogni chiarezza la mente del
Concilio Tridentino, quale si trova ora ripetuta e confermata nel Codice di diritto canonico
(can. 1354 § 2), respingendo gli abusi introdotti in tale materia. Fu così
che nella posteriore Bolla di circoscrizione per la summenzionata Provincia del Reno
superiore Ad dominici gregis custodiam si ripeteva: "Quinto: In seminario
archiepiscopali vel episcopali is clericorum numerus ali atque ad formam sacri Concilii
Tridentini institui ac educari debebit, qui dioecesis amplitudini et necessitati respondeat
quique ab Episcopo congrue [Non è superfluo di rilevare come, mentre nella Bolla De salute animarum per le diocesi del territorio dell'antica Prussia si ammette, come era in realtà, che ivi non esistevanoancora i Seminari Tridentini(1), giacché si parla di "Clericorum Seminariis in qualibet Dioecesi opportune constabiliendis", invece per le diocesi
56r
della Provincia ecclesiastica
del Reno superiore la Bolla Provida solersque afferma aversi già in esse, tranne
quella di Limburg, il Seminarium puerorum ad praescriptum Sacri Concilii Tridentini pro
Cleri educatione et institutione. Ciò però, secondo che ho avuto già occasione di riferire
all'E. V. nel succitato Rapporto N. 38849, non corrisponde alla verità storica, se
si eccettui in parte la diocesi di Fulda (cfr. Richter, Eine Episode aus der
Geschichte der Fuldaer theologischen Lehranstalt, pag. 112 e segg.). Come un
tale manifesto errore siasi introdotto nella Bolla non ho potuto mettere in chiaro,
facendomi difetto i relativi documenti. Probabilmente esso deve attribuirsi a false
informazioni date alla S. Sede dall'Inviato dei summenzionati Governi uniti56v
piuta mediante il solo Seminario
pratico. Quell'equivoco non mancò pur troppo di portare le sue conseguenze. I Governi
riuniti, invero, come risulta dal Rapporto del Consigliere di Stato württemberghese
v. Schmidlin del 6 Dicembre 1821, si basarono sul fatto del riconoscimento, da
parte della Bolla, dei Seminari come già esistenti e riguardarono le parole concernenti le
prescrizioni del Concilio di Trento come "puramente storiche" e come "forme e riserve
curialisticheFu così che i Governi medesimi, - i quali già di fronte all'Ultimatum della S. Sede del 16 Giugno 1825, che prevedeva il surriferito punto quinto della Bolla Ad dominici gregis custodiam,come pure
57r
1826
"riservato i diritti 58r
Pio VIII protestò nella Lettera Apostolica Pervenerat non
ita del 30 Giugno 1830, in cui rimproverava anche la negligenza dei Vescovi
ed ingiungeva di difendere le libertà della Chiesa contro le innovazioni profane.I Memoriali dell'Episcopato della detta Provincia del 5 Febbraio 1851 e del 18 Giugno 1853 affermarono di fronte ai rispettivi Governi il diritto della Chiesa di fondare i
Seminari tridentini e l'obbligo dellChecché sia di ciò, rimane certo che lo Stato prussiano cercò con ogni mezzo di ottenere che, in luogo della fondazione di Seminari tridentini, il clero cattolico ricevesse la sua formazione scientifica nelle Università, ove esso più facilmente poteva esercitare la sua influenza. Così gli studenti di teologia delle diocesi di Colonia, di Muenster, di Breslavia e di Warmia
58v
separati dal Seminario per la formazione
pratica o Priesterseminar. Una simile organizzazione si è avuta anche nella diocesi
di Paderborn. Ivi lo Stato prussiano soppresse l'antica Università, che voleva unire con
quella nuova di Bonn. Dopo 59r
essi compiranno i loro studi
nell'Istituto filosofico-teologico di S. Giorgio,
testé diretto dai RR. PP. della Compagnia di Gesù in
Francoforte sul Meno.Per ciò che riguarda i Seminari minori, in tutte le diocesi della Prussia sono stati eretti convitti (Alumnaten, Knabenkonvikte, Gymnasialkonvikte, Knabenseminare), nei quali vengono raccolti fanciulli, dei quali si nutre speranza che possano un giorno dedicarsi allo stato ecclesiastico.
Ora lo Stato prussiano paga bensì gli onorari dei Professori delle tre Facoltà teologiche di Bonn, Breslavia e Münster e dell'Accademia di Braunsberg, i quali sono considerati quali [
59v
e dello stesso Esecutore della Bolla De salute
animarum, Giuseppe de Hohenzollern, Principe-Vescovo di Warmia (cfr. op. cit., pagg. 142-145), così anche
per il solo Seminario pratico fu ben lungi dal provvedere
completamente ai bisogni del medesimo.Occorre, del resto, riconoscere che, mentre alcuni Vescovi rettamente volevano
60r
ai quali si preparano nel Seminario clericale".Tale interpretazione restrittiva fu data alla espressione "[Candidato]" da tutti gli altri Stati della Germania, compresa la Baviera(cfr. articolo V dell'antico Concordato del 1817). Soltanto
Nelle conferenze coi Signori Commissari prussiani lo scrivente si è sforzato di far valere lo stesso punto di vista; è però ancora del tutto incerto, se e fino a qual punto sarà possibile di far ottenere
61r
II -
Le tasse ecclesiasticheDurante la discussione venne pure trattata la questione, in quale misura le tasse ecclesiastiche devono essere comprese nelle entrate delle diocesi. - Occorre distinguere a tale riguardo due specie di tasse ecclesiastiche, vale a dire 1º) le tasse cosiddettecattedrali (Kathedralsteuer), furono introdotte con Regio decreto del 13 Aprile 1825; esse dovevanoessere riscosseper mezzo del rispettivo parroco insieme ai diritti di stola in occasione dei battesimi, dei matrimoni e dei funerali,
61v
reclamarono nei termini più energici contro
la tassa in discorso, che dissero inusitata, impopolare, ingiusta62r
assai tenui, ed i parroci debbono spesso rinunziarvi
totalmente. Quale impressione farebbeperciò, se ora per ogni battesimo, per ogni matrimonio e per
ogni funerale62v
2º) la [sic]
tassa diocesana (Diözesansteuer). Nel 1906, allorché il
Governo prussiano, in seguito alle ripetute insistenze dell'Episcopato, dei deputati del Centro e della Stessa [sic] S. Sede (cfr.
Promemoria al Ministro di Prussia del
20 Febbraio 1903 N. 75414), fu obbligato ad accordare un aumento delle sue
prestazioni finanziarie, divenute coll'andar del tempo63r
Con Foglio del 25 Agosto 1927 l'Eminentissimo Sig.
Cardinale Bertram mi comunicavala seguente richiesta della Curia arcivescovile di Colonia in data del
7 Luglio s. a.:"Siamo rimasti assai sorpresi dalla comunicazione del Revmo Mons. Linneborn, che desisterà dal concetto che la tassa diocesana debba servire agli oneri di dotazione. Si deve resistere con ogni
63v
dello Stato, quale
occorrerebbe in caso della soppressione della tassa diocesana." AllorchéQuesta
64r
Sig. Trendelenburg obbiettò
che l'Episcopato, in occasione del nuovo regolamento del 1906
non manifestò al riguardo alcun malcontento, ed anzi l'Eminentissimo Sig. Cardinale
Kopp espresse nella Camera dei Signori con calore in nome dei Vescovi della Prussia la sua particolare 65r
III - Assegni per le parrocchieDelle parrocchie non parlano pur troppo in alcun modo le Bolle concordate di circoscrizione, a differenza del Concordato bavarese
In Prussia occorre distinguere le parrocchie incorporate a
Quanto alle prime la loro dotazione incombe allo Stato (Schmitt, Staat und Kirche, pagg. 30-53; Die Ablösung, pagg. 62-88)
1º) in virtù del principio generale
65v
enunciato nei Protocolli di 2º) in [sic] forza dei §§ 36 e 77 del Reichsdeputationshauptschluss.
3º) in virtù dell'ordine di gabinetto (Kabinettsorder) del Re Federico Guglielmo III in data del 25 Settembre 1834. - Il Fischer nell'Archiv für katholisches Kirchenrecht, vol. l03 pagg. 37 e segg., dimostra contro il Triepel (in Archiv für öffentl. Recht N. F., 5, 1923-1924, pagg. 206 e 231) ed il Fürstenau (nella Juristische Wochenschrift, 1922, pag. 158 e seg.) che detto ordine di gabinetto ha carattere di vera legge.
Più difficile è la questione circa
66r
le parrocchie non incorporate. Lo Stato prussiano
Vari dotti Autori affermano che tale obbligo dello Stato deriva dalla secolarizzazione. Infatti il § 35 del Reichsdeputationshauptschluss indica come
66v
mente,
ma altresì a provvedere in generale a tutti i bisogni essenziali della Chiesa (cfr.
Müssener, op. cit., pag. 19). In favore di questa opinione si
possono addurre l'Hinschius (Das landesherrliche Patronatsrecht gegenüber der
katholischen Kirche, Berlin, 1876, pagg. 37-38), Sägmüller (Der Rechtsanspruch der katholischen Kirche in Deutschland auf
finanzielle Leistungen seitens des Staates, Freiburg i. Br., 1913,
pag. 26), e soprattutto Stiegele (Finanzielle Pflichten der Staaten gegen die
Kirche, nel periodico Das Neue Reich, 1924, N. 27, pag. 572 e
segg.). Invece lo Schmitt (Staat und
Kirche, pagg. 37 e 49) stima che dal § 35 non può derivarsi un nuovo obbligo giuridicho dello Stato per il mantenimento di parrocchie bisognose.Così pure il Niedner(Die Ausgaben des preußischen Staates für die evangelische
Landeskirche der ältern ProvinzenKirchenrechtliche Abhandlungen, herausgegeben von Ulrich Stutz, 13.
und 14. Heft, Stuttgart 1904) sostiene che il Reichsdeputationshauptschluss
67r
impose ai Principi l'obbligo della dotazione soltanto per ciò che concerne 67v
L'obbligo di diritto
pubblico da parte dello Stato di prestazioni finanziarie a favore delle parrocchie è basato altresì sulla legge, la quale
stabilisce e fissa 68r
del 5%
sulla Uno speciale riguardo meritano le parrocchie situate sulla riva sinistra del Reno. - Dopo la rivoluzione la Repubblica francese aveva secolarizzato
68v
quelle fondate posteriormente, sebbene l'art. 60 degli Articoliorganici [69r
mentre che
un tale diritto deriva già dal
carattere di corporazione giuridica pubblica accordata alla Chiesa cattolica. Al che
replicai alla mia volta che [La questione della dotazione non ha fatto in seguito ulteriori progressi. L'atteggiamento irriducibilmente ostile dell'attuale Ministro ha consigliato, anche a giudizio di persone competenti da me interrogate (tra le quali soprattutto
69v
Gabinetto, dal quale il partito del Centro si sforzerà di escludere il sunnominato
MinistroChinato
(1)↑[Ein Wort unlesbar] Tuttaviail Seminario clericale eretto il 1777 nella diocesi di Paderborn
comprendeva in principio tuttiicorsi. Essendo tr però, in seguito all'enorme
ingrandimento del territorio diocesano nel 1821 divenuto troppo poco ristretto,
si dovettero separare le classi inferiori, per le quali venne fondato più tardi il
Convitto teologico, rimanendo nel detto Seminario soltanto l'ultimo anno.