Dokument-Nr. 20119
Pacelli, Eugenio an Gasparri, Pietro
[Berlin], 06. März 1926

Schreiber (Textgenese)
PacelliPacelli
Betreff
Rapporti fra Chiesa e Stato nel Baden
Col mio rispettoso Rapporto N. 34632 del 19 Febbraio p.p. mi feci un dovere di riferire all'E.V.R. circa un colloquio da me avuto col Sig. Trunk, Presidente dello Stato del Baden, relativamente al ad un nuovo ordinamento dei rapporti fra Chiesa e Stato in quel Paese. Da esso avevo avuto l'impressione che non f [era] impossibile la conclusione di un Concordato, il quale assicurasse in modo stabile e favorevole la situazione ecclesiastica in quel Paese.
Di detto colloquio ebbe notizia il Revmo Mons. Fritz, Arcivescovo di Friburgo, il quale riuscì ad avere per mezzo del summenzio per ad ottenere mezzo di Mons. Schofer, Capo del partito del Centro nel Baden (cui appartiene anche il summenzionato Presidente ) una relazione. In seguito a ciò il prelodato Arcivescovo mi scrisse chiedendomi di avere con me una una conferenza, che venne fissata ed ebbe in realtà luogo ieri alle ore 11.
Mons. Fritz cominciò col farmi una esposizione per oltre un'ora ed un quarto una detta particolareggiata esposizione delle condizioni
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ecclesiastiche nel Baden. Parlò della Costituzione di quello Stato, dei partiti politici, dell'attuale Gabinetto, delle prestazioni finanziarie, del nuovo progetto di legge sull'amministrazione dei beni ecclesiastici, della questione scolastica, ecc., svolgendo più ampiamente quanto già egli aveva già in sostanza riferito in altre occasioni, e soprattutto nella recente sua lettera del 30 Gennaio c.a., da me trasmessa all'E.V. coll'ossequioso Rapporto N. 34579 del 9 Febbraio u.s. Accennando all'idea della conclusione di un Concordato, egli lo disse senza senza ambagi quasi senza oggetto ed anzi piuttosto dannoso che utile. Tutto è regolato o sta per essere regolato ottimamente grazie alle sue premure ed alle sue trattative col Governo., ad es. intorno all'anzidetto progetto di legge Quanto alla questione scolastica è impossibile (affermò) di trattarne in un Concordato. Il discutere le prestazioni finanziarie dello Stato alla Chiesa metterebbe le medesime in pericolo dubbio solleverebbe pericolosi dibattiti e controversie. Del resto (egli aggiunse) Roma si lasciò ingannare nelle trattative che precedettero, con quest le Bolle di circoscrizione; con questo, in verità non troppo riconoscente, rilievo ripagò Mons. Fritz le incessanti cure della S. Sede, ed
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in particolare del grande Cardinale Consalvi, per il bene delle Chiese del R della provincia del Reno superiore in quella occasione Infine la provvista delle dio degli offici ecclesiastici ha luogo attualmente in modo perfetto e l'Arcivescovo di Friburgo viene eletto dal Capitolo senza ingerenze del Governomente, sempre a parere di Mons. Fritz, in modo perfetto: il Governo non si ingerisce nella elezione dell'Arcivescovo, che viene fatta dal Capitolo; il Decanato, i Canonicati ed i Vicariati nella Chiesa metropolitana vengono pacificamene conferiti a norma della Bolla Ad Dominici gregis custodiam dell'11 Aprile 1827. Mons. Fritz dimostrò in tutto il suo discorso di credersi quasi (sit venia verbo) il Papa nella sua archidiocesi: il Romano Pontefice è soltanto per dare benedizioni, conferire croci ed decor altre onorificenze, spedire nei modi d'uso le Bolle per la nomina dell'Arcivescovo, alla cui elezione Egli non ha avuto alcuna parte.
Dopo aver pazientemente ascoltato la interminabile ed in gran parte inutile esposizione di Mons. Fritz, mi vidi nella penosa necessità di richiamarlo cortesemente ad una più chiara visione della limitata dei limitati poteri vescovili e dei
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superiori diritti della S. Sede. Dissi che l'attuale questione è una questione di principio, che oltrepassa di gran lunga i limiti del confini del Baden, come apparisce anche dalla recentissima Lettera di Sua Santità all'E.V. intorno alla legislazione ecclesiastica in Italia; che il regolamento dei rapporti fra Chiesa e Stato è di esclusiva competenza della S. Sede; che, a mio umile avviso, la conclusione di un Concordato col Baden sarebbe ben possibile, adoperando la dovuta circospezione e le necessarie cautele nella formulazione dei relativi articoli; che anzi se sarà il Baden è lo Stato in Germania, dopo la Baviera, ove tale possibilità è maggiore, per essere il Centro il partito numericamente più forte in quel Landtag, quantunque (come, in del resto, anche il partito popolare bavarese) non abbia la maggioranza assoluta. Aggiunsi che, se, malgrado ciò, il Governo (avrei dovuto dire più est esattamente: l'Arcivescovo) non intende di concludere un Concordato, non rimane altra soluzione se non che la S. Sede dichiari vigente per l'Archidiocesi di
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Friburgo il diritto comune. Anche Mons. Fritz non ha potuto negare che ciò non metterebbe in serio pericol pericolo le prestazioni finanziarie dello Stato; il che conferma che ciò sembrami confermare che i timori, da lui ripetutamente espressi al riguardo, e ripetuti nella istanza indirizzata al S. Padre in data del 2 Dicembre 1925, non erano se non un puro pretesto per ottenere dalla S. Sede il mantenimento del diritto della elezione capitolare dell'Arcivescovo e dell'antico modo di provvista del Decanato, dei Canonicati e dei Vicariati.
Mons. Fritz replicò che, trattandosi di argomento assai grave, desiderava di rifletter ancora alla cosa e che avrebbe poi inviato al S. Padre un Esposto sulla materia, di cui mi in comunicherebbe copia; conludendo - mal grado tutto - che si sarebbe sottomesso al giudizio della S. Sede.
Chinato
231r, oben mittig hds. von unbekannter Hand, vermutlich von einem Nuntiaturangestellten, notiert: "C".
Empfohlene Zitierweise
Pacelli, Eugenio an Gasparri, Pietro vom 06. März 1926, in: 'Kritische Online-Edition der Nuntiaturberichte Eugenio Pacellis (1917-1929)', Dokument Nr. 20119, URL: www.pacelli-edition.de/Dokument/20119. Letzter Zugriff am: 05.05.2024.
Online seit 29.01.2018.