Dokument-Nr. 232
Pacelli, Eugenio an Gasparri, Pietro
München, 04. Januar 1918
Regest
Seit Beginn seiner Nuntiatur hatte Pacelli die Briefe der polnischen Bischöfe, die ihn über die Preußische Gesandtschaft erreichten, stets geöffnet erhalten. Einen Brief des Bischofs von Włocławek, Zdzitowiecki, in dem dieser sich über das ihm auferlegte Verbot, versiegelte Briefe über die Münchener Nuntiatur an den Heiligen Stuhl zu senden, protestierte, nahm Pacelli zum Anlass, gegenüber dem Minister des Äußern Ritter von Dandl zu erklären, dass diese Maßnahme eine Missachtung der Überparteilichkeit und des spirituellen Amtes des Papstes sei und nur die Unzufriedenheit der polnischen Gläubigen provoziere. Ritter von Dandl antwortete, die Reichsregierung gestatte dem Heiligen Stuhl und der Nuntiatur, versiegelte Briefe an den Episkopat in den von den Deutschen besetzten Gebieten über das Außenministerium zu senden, insofern diese rein kirchliche Angelegenheiten betreffen. Aus militärischen Gründen sei es nicht möglich, diese Erlaubnis umgekehrt den Bischöfen für Briefe an den Heiligen Stuhl und die Nuntiatur zu erteilen, worüber der Heilige Stuhl bereits in Kenntnis gesetzt worden ist. Als Pacelli sich hierüber verstimmt zeigte, bedauerte Ritter von Dandl die Entscheidung zwar, erklärte aber, dass mit der militärischen Führung in diesen Fragen kaum zu verhandeln sei. Pacelli hält die Angelegenheit jedoch einzig für eine Frage des Prinzips, da der Erzbischof von Warschau Kakowski bisher jedes Mal Vertrauenspersonen zur Behandlung schwieriger und delikater Fragen nach München geschickt habe.Betreff
Corrispondenza coi Vescovi della Polonia
Fin dal mio arrivo in questa Nunziatura Apostolica, avevo notato con dispiacere che le lettere dei Vescovi della Polonia mi giungevano costantemente sotto busta aperta per il tramite di questa R. Legazione di Prussia in Monaco. Per non aggiungere subito una nuova e assai delicata vertenza alle tante e gravissime questioni, che in questi difficilissimi tempi la Nunziatura medesima deve trattare col Governo Imperiale di Berlino, stimai più opportuno di attendere che una qualche circostanza me ne porgesse l'occasione. Questa non si fece troppo aspettare, giacché il 17 Novembre scorso ricevetti nel modo solito una lettera, in data del 22 Agosto precedente, di Monsignor Zdzitowiecki, Vescovo di Vladislavia, in cui questo Prelato mi notificava di aver protestato contro il divieto d'inviare per mezzo della Nunziatura Apostolica di
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Monaco lettere sigillate alla Santa
Sede. Allora giudicai mio dovere di dirigere senza ulteriore indugio a questo Signor
Ministro degli Esteri, Sua Eccellenza von Dandl, la Nota che ho
l'onore di riportare qui appresso integralmente tradotta dal tedesco:"Ho ricevuto ieri per il cortese tramite di questa
In questa occasione credo mio dovere di pregare l'Eccellenza Vostra a voler richiamare l'alta e benevola
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attenzione dell'Imperiale Governo sulla necessità
che sia garantita la libera corrispondenza dei Vescovi colla Santa Sede e colla sua
Rappresentanza. Io non dubito menomamente che il Governo medesimo, ispirandosi ai Suoi
sentimenti di imparzialità e di giustizia, vorrà rimuovere al riguardo, se veramente esiste,
qualsiasi divieto, il quale non solo suonerebbe immeritata sfiducia verso la Santa Sede e ne
impedirebbe la libera comunicazione coll'Episcopato della Polonia, ma renderebbe altresì
impossibile ai fedeli di rivolgersi con sicurezza per mezzo dei rispettivi Vescovi al Santo Padre nei propri bisogni spirituali. Giacché ognun vede quanto
sarebbe poco conveniente che suppliche, le quali riguardano affari di coscienza per natura
loro segreti, cadano sotto gli occhi di funzionari, senza dubbio rispettabilissimi, ma
estranei alle questioni medesime, e come ciò diminuirebbe la confidenza colla quale i fedeli
debbono sempre aver modo d'indirizzarsi al loro Padre comune. Finalmente non può certamente
sfuggire alla profonda penetrazione dell'Imperiale Governo come simili procedimenti
susciterebbero malcontento fra l'Episcopato ed i cattolici della Polonia; il che è nello
stesso interesse 3v
politico del sullodato Governo di evitare
con ogni cura.Sicuro pertanto che, in virtù delle suaccennate considerazioni, e grazie alle cordiali ed amichevoli relazioni felicemente esistenti fra la Santa Sede e l'Imperiale Governo, l'attuale vertenza avrà quanto prima una soddisfacente soluzione, con sensi ecc.".
Soltanto oggi mi è pervenuto la risposta del Ministero degli Esteri (N. 28825), che mi faccio egualmente un dovere di qui trascrivere tradotta in italiano:
"… Secondo le disposizioni emanate dal Governo Imperiale e riconosciuto alla Santa Sede ed alla Nunziatura di Monaco il diritto di spedire lettere chiuse agli Arcivescovi, Vescovi ed Amministratori Apostolici residenti nei territori della Francia, del Belgio e della Russia occupati dalle truppe tedesche, a condizione che queste lettere riguardino affari puramente ecclesiastici, portino il sigillo in ceralacca del mittente e vengano rimesse per la spedizione al Ministero degli Esteri. Pur troppo, per motivi militari, non si è potuto accordare agli Arcivescovi, ai Vescovi ed alle altre autorità ecclesiastiche un simile permesso d'inviare
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corrispondenza
chiusa alla Santa Sede ed alla Nunziatura di Monaco. Tali lettere dovrebbero quindi mandarsi
aperte ed in caso che non vi sia servizio postale, egualmente mediante il Ministero degli
Esteri.Del resto, come comunica il Governo di Berlino, la Santa Sede è stata a suo tempo informata, per il tramite del Ministro di Prussia in Lugano, di queste disposizioni relative alla corrispondenza epistolare.
Con dispiacere il Governo Imperiale non può far sperare un cambiamento delle suddette disposizioni."
Al sullodato Signor Ministro degli Esteri, il quale, alcuni giorni or sono, mi prevenne confidenzialmente del senso della surriferita risposta, dichiarai subito in modo cortese, ma fermo, che essa non poteva soddisfarmi e che perciò facevo al riguardo le più espresse riserve, aggiungendo che avrei deferito la cosa al superiore giudizio della Santa Sede. Il Signor von Dandl è anch'egli convinto della sconvenienza del deplorato procedimento, ma mi ha confessato che la decisione dipende dalle Autorità militari, alle quali è difficile fare intender ragione. Debbo nondimeno significare pure all'Eminenza
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Vostra che tutto si riduce in fondo alla questione
(senza dubbio importantissima) di principio, giacché praticamente Monsignor Arcivescovo di Varsavia, ogni qualvolta ha dovuto farmi, a nome suo e
dell'Episcopato polacco, comunicazioni gravi e delicate, mi ha sempre inviato persone di
fiducia, e due volte anzi lo stesso Vicario Generale, Monsignor Przeździecki. Infine è lecito anche sperare che la prossima sistemazione
definitiva della Polonia ponga del tutto termine alla controversia.In attesa pertanto delle venerate istruzioni di Vostra Eminenza, m'inchino al bacio della Sacra Porpora e con sensi di profondissima venerazione mi pregio confermarmi
Di Vostra Eminenza Reverendissima
Umilissimo Devotissimo Obbligatissimo Servo
+ Eugenio Arcivescovo di Sardi
Nunzio Apostolico
1↑Hds. gestrichen und
eingefügt von Pacelli.