Dokument-Nr. 248
Pacelli, Eugenio
an Gasparri, Pietro
München, 09. Oktober 1919
Regest
Pacelli übersendet eine Kopie des Hirtenbriefes des bayerischen Episkopats und gibt eine kurze Zusammenfassung des Textes. Im Hirtenbrief wird die desolate Lage in Deutschland nach dem Kriegsende und der verlorenen Unabhängigkeit Bayerns geschildert. Der erste Gedanke der Bischöfe war, den Heiligen Vater, der sich unablässig um den Frieden bemüht und alles getan hat, um den Kriegsgefangenen ihr Los zu erleichtern, zu grüßen. Auch die Gewalt gegenüber der Nuntiatur und Pacelli während der Tage der Räterepublik wird erwähnt. Dann richten die Bischöfe sich an den Klerus und sprechen sich für einen größeren Einfluss der Kirche in den Bereichen Erziehung und Kultur aus. Den Kriegsgefangenen haben die Geistlichen einen speziellen Segen gespendet.Betreff
Lettera pastorale dell'Episcopato Bavarese.
Ho l'onore di inviare qui unita a Vostra Eminenza Reverendissima una copia della lettera pastorale, che l'Episcopato Bavarese, adunato a Frisinga

I Vescovi si introducono descrivendo con le parole delle Lamentazioni del Profeta Geremia la desolazione della loro patria in seguito alla guerra perduta e l'abdicazione della Indipendenza della Baviera, proclamata dalle Costituzioni dell'Impero

5v
Il primo loro pensiero è di inviare un reverente saluto al Santo Padre

E qui ricordano con parole commosse tutta l'opera pietosa del Sommo Pontefice sia per evitare ed alleviare l'affamamento della Germania, sia in favore dei prigionieri di guerra tedeschi, senza distinzione di credenze, e concludono: "Voglia l'onnipotente Dio compensare il Successore di San Pietro, per quest'opera di carità verso i prigionieri, col far sì che venga presto la fine della Sua prigionia nel carcere Vaticano e Gli sia concessa di nuovo la piena libertà ed indipendenza che è necessaria all'esercizio del Suo altissimo Ministero".
Accennano i Vescovi anche alle violente ingiurie

6r
subite dalla Nunziatura e dalla persona del Nunzio durante i giorni della Repubblica dei Consigli
Nella seconda parte della Pastorale i Vescovi si rivolgono al Clero e, dopo aver accennato all'odio che contro i sacerdoti ha suscitata la Rivoluzione, li esorta al dovere, alla vigilanza ed all'attività sacerdotale.
Una benedizione particolare inviano i Pastori ai prigionieri di guerra ritornati in patria ed un'altra ugualmente cordiale alle associazioni cattoliche delle città con ringraziamenti per l'opera spiegata finora e con parole di incoraggiamento per quello che dovranno fare in seguito.
Con accenti veramente apostolici si rivolgono poi ai genitori e, dopo aver tratteggiato le nuove condizioni fatte alla scuola dalla rivoluzione, li esortano a curare la educazione cristiana della loro prole, ed a preservarla dalla corruzione, che minaccia la gioventù per mezzo dei libri, dei teatri, dei cinematografi, ecc.
6v
La lettera conclude affermando che la vita o la morte della Chiesa non dipende dalle sue relazioni con lo Stato e che al di sopra di tutte le vicende della politica sta la promessa del Divino Fondatore: "Le porte dell'inferno non prevarranno!"
La menzionata pastorale sarà letta in tutte le chiese della Baviera nei giorni 12 e 19 del corrente Ottobre.
Inchinato umilmente al bacio della Sacra Porpora, con sensi di profondissima venerazione mi pregio confermarmi
Di Vostra Eminenza Reverendissima
Umilissimo Devotissimo Obbligatissimo Servo
+ Eugenio Arcivescovo di Sardi
Nunzio Apostolico
1↑Hds. gestrichen und eingefügt von Pacelli.