Dokument-Nr. 2684

Erzberger, Matthias: Il testo della nota allega ta alle controproposte tedesche, vor dem 15. Juni 1919

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Il testo della nota allega ta alle controproposte tedesche.
Il memoriale delle controproposte germaniche al progetto di pace, presentato dall'Intesa alla Germania, consta di due parti rimesse separatamente perché troppo breve il tempo concesso per la elaborazione delle medesime. Queste due parti costituenti il memoriale delle controproposte furono accompagnate da una nota che quelle due parti compendia e riassume brevemente, per mettere vieppiù in risalto l'enormità delle esigenze e la immensa portata delle concessioni che la Germania è pronta a fare per amor della pace. La nota d'accompagnamento è detta in tedesco "Mantelnote" ossia Nota-mantello, o nota d'accompagnamento. Eccola nella sua traduzione letterale dall'originale tedesco:
Versailles, 29 maggio 1919.
Signor Presidente!
Ho l'onore di rimetterLe qui allegato il memoriale delle osservazioni che questa delegazione tedesca ha fatto al progetto di pace presentato dall'Intesa. Noi eravamo venuti a Versailles nell'attesa di ricevere un progetto di pace elaborato su base pattuita. Avevamo la ferma volontà di far tutto quello
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che era nelle nostre forze di fare per corrispondere ai gravi impegni da noi assunti. Speravamo nella pace di diritto promessaci. Ma quando noi leggemmo quel documento rimanemmo inorriditi al sentire quali sono le imposizioni della forza vittoriosa dell'avversario. Quanto più siamo penetrati nello spirito del trattato, tanto più ci siamo persuasi della sua inattuabilità. Le pretese vanno oltre la forza del popolo tedesco.
Noi dobbiamo, per la ricostituzione dello Stato polacco, rinunciare a territori incontestabilmente germanici, a quasi tutta la regione della Prussia occidentale prevalentemente tedesca, a parti tedesche della Pomerania, a Danzica così prettamente germanica; dobbiamo mutare la vecchia città anseatica in uno Stato libero sotto la sovranità polacca. Dobbiamo consentire che la Prussia orientale venga amputata dal corpo statale, che sia condannata a morire lentamente, e che ci sia strappata la sua estrema parte nordica col Memel, pure schiettamente tedesco. A favore della Polonia e dello Stato czeco-slovacco dobbiamo rinunciare alla Slesia superiore, sebbene questo territorio si trovi da più di 750 anni in istretto collegamento politico colla Germania, viva in esso una vita prettamente tedesca e formi la base per l'industria in tutta la Germania orientale. Circondari prevalentemente tedeschi dovranno esser ceduti al Belgio senza sufficienti garanzie per l'indipendenza di un plebiscito che dovrebbe aver luogo più tardi. Il bacino della Saar, tedeschissimo, dovrà essere staccato dalla Germania, all'intento di preparar la sua futura annessione alla Francia; e questo sebbene noi non andiamo debitori alla Francia di carne umana ma di solo carbone.
Per ben quindici anni i territori del Reno dovranno rimanere occupati, trascorso il qual termine sta all'arbitrio
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degli Alleati di negarne la restituzione. In questi anni essi possono far tutto per sciogliere i legami economici e morali colla madre patria e falsare, infine, la volontà della popolazione indigena.
Una Germania così smembrata e indebolita dovrebbe dichiararsi in principio pronta a pagare tutte le spese di guerra degli avversari, sebbene si fosse rinunciato espressamente alla rifusione delle spese di guerra; somme che sorpasserebbero di gran lunga tutto quanto il patrimonio statale e privato della nazione. Provvisoriamente gli avversari, esorbitando dalla base pattuita, domandano la rifusione dei danni alla popolazione civile, e la Germania <deve>1 rispondere anche per i suoi alleati. La somma da pagarsi dovrebbe non solo venir fissata unilateralmente dagli avversari, ma esser suscettibile di ulteriori cambiamenti ed aumenti. I limiti dovranno esser formati dalla capacità di resa del popolo tedesco, graduata non secondo le sue esigenze vitali, ma esclusivamente secondo la sue capacità di adempiere alle richieste del nemico mediante il suo lavoro. Il popolo tedesco risulterebbe, quindi, condannato ad un permanente lavoro da schiavi.
Ad onta di queste imposizioni così mostruose, ci vien resa contemporaneamente impossibile la ricostruzione della nostra vita economica. Noi dovremmo consegnare la nostra flotta mercantile; rinunciare a tutti quanti i valori esteri; cedere la proprietà di tutte quante le imprese tedesche all'estero agli avversari, persino nei paesi nostri alleati. Anche dopo conclusa la pace gli Stati avversari dovrebbero avere il diritto di liquidare tutta quanta la proprietà tedesca. Nessun commerciante tedesco sarà protetto nei paesi nemici da siffatte misure belliche. Noi
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dovremmo rinunciare completamente alle nostre colonie. Nemmeno colà missionari tedeschi avranno il diritto di esercitare il loro ministero. Noi dobbiamo rinunciare infine a qualsiasi attività politica, economica ed ideale.
Persino all'interno ci si chiede la rinuncia al sacro diritto dell'autodecisione. La Commissione internazionale per le riparazioni ottiene poteri dittatoriali su tutta quanta la nostra vita nazionale nel campo economico e civile, le sue facoltà sorpassano di gran lunga quelle che Imperatore, Consiglio federale tedesco e Reichstag insieme, hanno mai posseduto entro l'ambito dell'Impero. Questa Commissione disporrebbe, illimitatamente, dell'economia dello Stato, dei Comuni e dei singoli individui. Financo tutta l'istruzione e l'igiene debbono dipendere da essa. Essa può tener, quindi, tutto quanto il popolo tedesco in una schiavitù intellettuale. Può, per spremer meglio l'ultimo centesimo da un popolo di schiavi, vietare l'assistenza sociale agli operai tedeschi. Ma anche in altri campi risulta soppressa la sovranità della Germania. I suoi principali fiumi debbono esser sottoposti ad una amministrazione internazionale; nei suoi territori deve aprir canali e costruire ferrovie secondo il desiderio degli avversari; deve approvare trattati di contenuto ignoto che i suoi avversari concluderanno coi nuovi stati d'Oriente, e persino sui suoi stessi confini. Il popolo germanico è escluso dalla Lega dei Popoli a cui è affidato tutto il lavoro comune del mondo.
In tal mondo un popolo intiero deve sottoscrivere la rinuncia alla sua dignità, anzi la sua condanna a morte.
La Germania sa che deve fare dei sacrifici per giungere alla pace; sa di aver assicurato contrattualmente questi sacrifici e vuole giungere fino all'estremo limite della sua possibilità.
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1) La Germania offre di precedere tutti gli altri popoli nel disarmo, per mostrare che vuole aiutare l'avvento della nuova era della pace di diritto. Abolisce l'obbligo generale di prestar servizio militare e diminuisce, astrazion fatta dall'epoca di transizione, il suo esercito a 100.000 uomini. Rinuncia persino ai vascelli di linea che i suoi nemici son disposti a lasciarle, a patto però che sia accettata subito nella Lega dei Popoli quale Stato godente identici diritti. Presume che, naturalmente, sorga una vera e propria lega di popoli, la quale accolga tutte le nazioni di buona volontà, anche i nemici di oggi. La lega deve essere improntata da un sentimento di responsabilità dinanzi al genere umano e disporre di un potere coercitivo forte e sicuro abbastanza per difendere i confini dei suoi membri.
2) Nelle questioni territoriali la Germania si pone senza riserva alcuna sul terreno del programma wilsoniano. Rinuncia alla sua sovranità sull'Alsazia-Lorena, ma desidera che si proceda colà ad un plebiscito. Cede ai polacchi la maggior parte della Posnania abitata incontestabilmente da polacchi colla capitale Posen. È pronta ad assicurare ad essi colla garanzia internazionale un libero e sicuro accesso al mare riservando loro porti franchi a Danzica, Koenigsberga e Memel, con atti di navigazione sulla Vistola e mediante appositi trattati ferroviari. La Germania è pronta ad assicurare l'approvvigionamento economico della Francia in quanto a carbone, specialmente dal bacino della Saar, e fino a che le miniere carbonifere francesi non sieno riattivate. I territori preponderatamente danesi verranno ceduti alla Danimarca in base ad un plebiscito popolare. La Germania domanda che il diritto di autodecisione venga rispettato anche in Austria e in Boemia a favore dei tedeschi. È
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pronta a cedere tutte quante le sue colonie all'amministrazione collettiva della Lega dei Popoli, purché la Germania sia riconosciuta come la mandataria.
3) La Germania è pronta a pagare le somme pattuite nel programma di pace fino ad un massimo di 100 miliardi di marchi-oro, e più precisamente 20 miliardi di marchi-oro fino al 1 maggio 1926 e i rimanenti 80 miliardi in rate annue libere da frutti. Queste rate dovranno, in linea di principio, corrispondere ad una certa percentuale dei proventi governativi. Nei primi dieci anni la rata annua non dovrà superare il miliardo. Il contribuente tedesco non dovrà essere gravato meno del contribuente maggiormente gravato dello Stato rappresentato nella Commissione delle riparazioni.
Ciò concedendo la Germania pone naturalmente il patto di non dover compiere sacrifici territoriali più grandi di quelli suesposti e di ottenere nuova libertà economica d'azione tanto all'interno che all'estero.
4) La Germania è pronta a dedicare tutta quanta la sua forza economica a servizio della ripristinazione. Essa desidera di collaborare attivamente alla ricostruzione dei territori distrutti nel Belgio e nella Francia del Nord. Per rimediare alle mancanze di produzione delle miniere distrutte nella Francia del Nord saranno fornite nei primi cinque anni 20 milioni di tonnellate di carbone all'anno, e nei seguenti cinque anni fino ad 8 milioni. La Germania renderà possibili anche altre forniture di carbone per la Francia, il Belgio, l'Italia e il Lussemburgo.
La Germania è pronta inoltre a fornire quantità significanti di benzolo, catrame di carbon fossile, e solfato d'ammoniaca, nonché colori e medicine.
5) La Germania offre infine di mettere a disposizione di un monopolio mondiale tutto quanto il suo tonnellaggio
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mercantile; a disposizione degli avversari e in pagamento della rifusione di danni una parte dei noli; di costruir per essi per un certo numero d'anni nei cantieri tedeschi navi per un tonnellaggio che supera le loro stesse richieste.
6) A surrogare le navi fluviali annientate nel Belgio e nella Francia del nord, la Germania offre navi del suo parco fluviale.
7) La Germania crede di scorgere una via idonea per il rapido adempimento dei suoi impegni relativi alla rifusione dei danni, nella partecipazione industriale, specialmente alle miniere di carbone, per assicurare l'estrazione del minerale.
8) La Germania vuole, in armonia colla volontà degli operai organizzati di tutto il mondo,
saper gli operai di tutti i paesi del mondo liberi e godenti uguali diritti. Vuole assicurare ad essi nel trattato di pace il diritto di partecipare essi stessi in forma decisiva alla politica sociale all'assicurazione sociale.
9) La delegazione germanica rinnuova la richiesta di un'istruttoria neutrale sulle responsabilità della guerra e la colpa durante la guerra. Una commissione imparziale dovrà avere il diritto di esaminare gli archivi di tutte le belligeranti e di chiamare a render conto delle loro azioni tutti i principali responsabili.
Soltanto la sicurezza che la questione delle colpevolezze verrà esaminata in modo spassionato può far nascere nel cuore dei popoli belligeranti quei sentimenti che sono indispensabili per la edificazione della pace.
Abbiamo enunciato così le più importanti proposte che abbiamo da fare. In quanto agli altri grandi sacrifici a cui pure siamo disposti e ai particolari dei medesimi, la Delegazione si richiama al memoriale e ai suoi allegati.
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Il limite concessoci per la elaborazione di questo memoriale era così ristretto che ci è stato impossibile di esaurire tutte le questioni. Negoziati fruttuosi e chiarificanti si potrebbero aver soltanto in conferenze orali. Questa pace è destinata a divenire l'opera contrattuale più grande che la storia conosca. Non evvi esempio nel mondo che negoziati così vasti debbano esser condotti avanti soltanto mediante scambio di note scritte. Il sentimento dei popoli che hanno compiuto sacrifici così mostruosi domanda che la loro sorte futura sia fissata con uno scambio di idee aperto e libero secondo il principio: "Trattati di pace palesi, apertamente conclusi e in base ai quali non vi saranno accordi internazionali segreti di nessuna specie, ma la diplomazia agirà sempre palesemente e in vista di tutti." (Riproduzione esatta del primo dei famosi 14 punti di Wilson. N. d. T.)
La Germania deve apporre la sua firma al trattato di pace presentatole, ed osservarlo. Anche nella sua nota troppo sacro le è il diritto perché possa indursi ad accettare condizioni di cui non può garantire l'esecuzione. È vero che nella storia degli ultimi decenni i trattati di pace delle grandi Potenze hanno sempre proclamato il diritto del più forte, ma è vero altresì che ciascuna di queste conclusioni di pace si è rivelata causa e prolungatrice della guerra mondiale. Nei casi in cui in questa guerra il vincitore ha parlato al vinto, a Brest-Litowsk e a Bucarest, le sue parole, basate sulla forza, non han costituito che una semenza di discordia. Gli alti ideali che i nostri avversari avevano esposto prima per la condotta della loro guerra, cioè la pace di diritto assicurante l'era novella, richiedono oggi un trattato di pace improntato da sentimenti ben diversi. Soltanto la collaborazione di tutti i popoli, la collaborazione delle braccia e degli spiriti può creare una pace duratura. Noi
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non ci inganniamo sul fatto che grande è l'odio e l'amarezza generati da questa guerra eppure le forze all'opera per una unione dell'umanità sono oggi più numerose che mai. Compito storico della conferenza di pace di Versailles è quello di determinare questa unione.
Accolga, signor Presidente, l'espressione della mia più perfetta stima.
(Firmato:) Brockdorff-Rantzau.
(A questa Nota-mantello segue il memoriale vero e proprio che consta di due parti e di cui rimettiamo separatamente il sunto letteralmente tradotto da estratto pure ufficiale. N. d. T.)
1Hds. eingefügt, vermutlich vom Verfasser.
Empfohlene Zitierweise
Erzberger, Matthias, Il testo della nota allega ta alle controproposte tedesche vom vor dem 15. Juni 1919, Anlage, in: 'Kritische Online-Edition der Nuntiaturberichte Eugenio Pacellis (1917-1929)', Dokument Nr. 2684, URL: www.pacelli-edition.de/Dokument/2684. Letzter Zugriff am: 29.03.2024.
Online seit 04.06.2012.