Dokument-Nr. 3148
Pacelli, Eugenio an Gasparri, Pietro
München, 22. Oktober 1918
Schreiber (Textgenese)
SchioppaSchioppaPacelliBetreff
Visita ai prigionieri di Lechfeld
Quivi
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te [sic] del campo, un Maggiore ‒ ottimo
cattolico, che in ginocchio, con le lagrime agli occhi, mi ha chiesto la Benedizione Apostolica per sé e per la vecchissima Madre ‒ ed un Tenente.
In carrozza
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tarmi all'ingresso del campo,
mi accompagnò subito al luogo, all'aperto, dove gli italiani, su tre file, erano raccolti
intorno ad un podio ornato di fiori e di foglie, su cui montai dicendo ai prigionieri parole
d'occasione. Parlai loro della mia gioia commossa di trovarmi tra connazionali; del mio
piacere ed onore di rappresentare l'Augusto Pontefice, del Quale narrai le instancabili,
paterne premure di amore pei prigionieri. Cercai elevare il loro spirito al sentimento
della Fede cristiana confortatrice di ogni dolore. Ricordai la patria, le case, i cari
lontani a cui li può unire la preghiera, dinanzi a Dio. Infine impartii la Apostolica Benedizione fra la commozione evidente di
tutti che si manifestò anche in lagrime di tenerezza e di pena. Dopo, sfilarono alla mia presenza, uno dopo l'altro, tutti i prigionieri ed a ciascu-
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no con acconce
parole detti il dono del Santo Padre, mentre a parecchi ‒ i più bisognosi fra i bisognosi ‒
consegnai indumenti di lana anche a Nome dell'Augusto Pontefice. Tutti ebbero parole di
riconoscenza ed affetto per Sua Santità. L'indirizzo, che qui accludo, è un piccolo segno
della grande gratitudine verso il Santo Padre che raccolsi nelle labbra di quei sventurati. Particolarmente grati si mostrarono i nove
ufficiali medici, coi quali mi intrattenni a lungo ed i due ecclesiastici, a cui non mancai
di dare buoni consigli circa la loro condotta sacerdotale, mentre consegnai loro Cento
Marchi per la Cappella italiana del campo. Al presidente del Comitato locale di soccorso
offrii un sussidio di Mille Marchi. Accompagnato dall'ufficialità tedesca e dai medici italiani mi recai a visitare la barracca degli ammalati. Ve ne sono …. Tutti colle lagrime
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di
riconoscenza mi baciarono l'anello, ricevettero il dono del Santo Padre, ascoltarono le
parole di conforto e l'esortazione che feci loro alla pietà ed
alla rassegnazione cristiana, che ripetei al letto di ciascuno. La mia visita era specialmente per gli italiani, ma credetti opportuno non trascurare anche i prigionieri di altre nazionalità.
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desimo Presidente ‒ cherichiesta mi assicurò che i Francesi non avevano bisogno di sussidi,
ma di un'elemosina per la Cappella ‒ lasciai a tale scopo la
somma di Marchi trecento. Erano passati tre ore in
questaperegrinazione di pietà e di conforto. Accolsi le domande di
molti, fra le quali parecchie per avere notizie delle famiglie, e queste affido alla carità
di V. E. R., qui compiegando un apposito elenco. Altre domande Alle 5 ½ feci ritorno alla stazione accompagnato dai medesimi ufficiali
Le impressioni generali di questa visita non sono state cattive. Ufficiali e soldati non si sono troppo la-
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mentati del trattamento che viene loro
fatto, almeno ora. Al principio le cose erano andate assai male. Essi stessi riconobbero che
il miglioramento, di cui godevano, era dovuto in buona parte all'intervento del
Rappresentante Pontificio. Ricevono molti pacchi dall'Italia, sebbene rimangano a giacere giorni e settimane. Spero però che, in seguito alla mia insistenza, la distribuzione d'ora in poi sarà fatta più sollecitamente. Anche la salute generale è buona ed il vitto relativamente passabile. Gli Ufficiali hanno ottenuto il permesso di una passeggiata giornaliera di due ore nei dintorni del campo. Sempre più mi convinco che queste visite sono il conforto più grande pei poveri prigionieri ed
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il mezzo più sicuro ed efficace per far
sentire loro la carità paterna del Sommo Pontefice ed i benefizi della nostra Santa
Religione. Il fatto poi che il Rappresentante del Santo Padre è stato il primo e forse sarà
l'unico che si è recato a visitarli costituisce un avvenimento talmente apprezzato (come mi
dicevano gli ufficiali italiani) che certamente produrrà una larga messe di riconoscenza e di amore verso
il Santo Padre che non potrà mai essere dimenticato.