Betreff
Sulla possibilità di trattative di pace
Come compii mi feci un dovere di prevenire V. E. R. col mio rispettoso cifrato N°. 224 del 4 corrente, è venuto oggi d a visitarmi il Signor Diego von Bergen, Ministro Plenipotenziario, addetto al Ministero degli Esteri di Berlino, persog personaggio conosciuto dal Santo Padre e da Vostra Eminenza (per essere stato già Segretario della R. Legazione di Prussia presso la S. Sede) di e di vedu tendenze assai moderate, – allo scopo di avere con me confidenzialmente uno scambio di vedute circa la possibilità di un'azione di Sua Santità a favore della pace. Fortunatamente erami giunto un'ora prima l'atteso cifrato di V. E. N. 103. Dissi perciò al Sig. von Bergen che pur troppo il momento attuale non era opportuno per un passo allo scopo anzidetto e che, per quanto potevogiudicare,
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era questo altresì il pensiero della S. Sede; ma che, malgrado ciò, sarebbe stato assai utile se il S. Padre conoscesse, in via segretissima e per Sua norma, il pensiero intimo del Governo Imperiale, giacché ciò Lo metterebbe in grado, se e quando nella Sua sapienza stimasse giunto il momento di agire conveniente per un'azione od un tentativo al fra riguardo, di giudicare e di agire con piena e sicura cognizione di causa. A tal uopo, ho aggiunto, sarebbe assai giovevole, se il Governo medesimo comunicasse alla stessa Santità Sua il massimo delle concessioni, che sarebbe disposto a fare per giungere alla tanto sospirata pace.
Il Sig. von Bergen il quale mi ha detto di aver la più piena fiducia nell'Augusta Persona di Sua Santità, che giustamente stima "il primo diplomatico di del mondo", mi ha assicurato che av parlerebbe segr segretamente della cosa col Sig. Cancelliere dell'Impero. Miconfidòintantoche il programma di pace della Germania in questo momente erain sostanza
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il ritorno allo statu quo ante: evacuazione del Belgio e dei territori della Francia, restituzione alla Germania delle colonie trova inopportuna e, non conducente allo scopo. Ma il Conte Burian è molto teorico ed assai tenace nelle sue idee, e sebbene quando egli espresse tale progetto al Quartier Generale, gli siano state mosse obbiezioni, ha voluto tutt egualmente attuarlo.
Tornando a discorrere dei fini di guerra o condizioni di pace della Germania, il Sig. von Bergen mi ha confermato che il programma della Germania in questo momento presente sarebbe il ritorno allo statu quo ante: evacuazione del Belgio e dei territori della Francia, restituzione alla Germania delle colonie (sebbene su questo punto la Ger il Governo Imperiale non tenga a che siano rese precisamente le stesse potendosi ben scambiare l'una con l'altra). Ho risposto che, a mio avviso personale,
tale una simile proposta non potrebbe offrire costituire una base possibile di negoziati, giacché l'Intesa non l'accette-38v
rebbemai ora specialmente che in seguito all'intervento americano si ritiene sicura di vincere, ed ho aggiunto che sarebbe molto importante se la Germania potesse fare qualche concessione circa l'Alsazia-Lorena. Ho osservato, del resto, che molto dipende dal sapere se la Germania
ècrede di poter resistere alle sempre crescenti forze avversarie. Il Sig. von Bergen mi ha risposto esser essere assolutamente sicura che la Germania non sarà vinta (sebbene ritenga di non poter nemmen essa ottenere colle armi una decisione a suo favore); che l'attuale ritirata, decisa già nel principio di Agosto, è ormai terminata o quasi; che la tattica di Ludendorff (a differenza di Falkenhayn) è di avere, per risparmiare il più possibile perdite di uomini, una linea elastica, formata di numerose e successive posizioni successive, disposte in guisa che la perdita dell'una o dell'altra di esse è di poca o nessuna importanza; che sicuramente questa linea non sarà spezzata e che perciò la guerra potrà durare ancora degli anni.
Mi sia permesso, in fine del presente
Rrispettoso Rapporto di significare altresì all'E. V. che, secondo notizie giuntemi ora, il Governo di Berlino non ha accettato il accolto i progetti del Generale Hoffmann, di cui nel precedente mio N. 8967 in data del 4 corrente.
Dopo di ciò, chinato
Empfohlene Zitierweise
Pacelli, Eugenio an Gasparri, Pietro vom 15. September 1918, in: 'Kritische Online-Edition der Nuntiaturberichte Eugenio Pacellis (1917-1929)', Dokument Nr. 426, URL: www.pacelli-edition.de/Dokument/426. Letzter Zugriff am: 10.04.2025.